QUI i suoi primi messaggi. Sulla categoria News & Sorellanze ecco un altro suo aggiornamento:
“Cara Eretica, ho aperto la porta alla psichiatra a domicilio. Una vera delusione. Ovviamente non poteva guarirmi con la sua bacchetta magica ma dopo aver ascoltato frettolosamente la mia storia mi ha prescritto un altro farmaco (“uno degli anni sessanta, non come quelli di oggi che non fanno niente”). Mentre parlo lei continua a sorridere e poi dice “ma lei ragiona… cioè… lei parla, ragiona” e lo ripete molte volte. Dice che si aspettava qualcosa di diverso e quando chiede quanto peso dice che i miei chili me li porto bene “forse si sa vestire…”, in realtà ero in pigiama/tuta e non so bene cosa si aspettasse. Non so mai perché quando una persona dice che è depressa e ha paura di tutto si pensa sia anche completamente priva di capacità razionali e logiche.
Ripete che la gente che viene ricoverata in psichiatria sta molto peggio di me e che con il farmaco alla fine io dovrò uscire. Niente di più facile. Questo era il suo compito. Ha preso appunti per tutto il tempo e mi ha lasciata dicendomi che posso richiamarla per dirle come va con il farmaco, se ha effetti collaterali o altro.
Vederla e ascoltarla mi ha fatto rendere conto di una cosa: sono io che devo riprendere in mano la mia vita. Nessuno mi può salvare e ho deciso: non prenderò un altro farmaco, aggiunto a quelli che prendo già. Non uno degli anni 60 poi. Chiederò un appuntamento al centro per disturbi alimentari che sta nella città vicina. Mi farò accompagnare, se è il caso. Uscirò ad occhi chiusi ma uscirò. Non so quando ma ho deciso che lo farò. Ho fatto delle prove. Sono uscita sul pianerottolo davanti casa. Quando ho sentito delle voci sono rientrata dentro rapidamente. Poi sono uscita fino all’ingresso del palazzo. C’era il sole. Sono rimasta lì pochi secondi. Credo sia un progresso.
Devo poter controllare il cuore che batte forte, il sudore freddo, la sensazione di svanire e poi lo svenimento. Devo restare concentrata, devo. Sono tutti buoni propositi, non so se ce la farò ma uscire di casa, dal mio ambente sicuro, mi terrorizza. Tutto mi fa paura. In una cosa sono migliorata: riesco a scriverti senza respirare male. Riesco a scriverti. Questo per me è importante. Non aggiungo altro. Non ne ho la forza, ma sono riuscita a dirti questo. Per ricordarlo a me stessa, più che altro.
Grazie a tutti per avermi ascoltata, ancora una volta. Grazie per lo spazio.”
La discussione continua anche qui:
>>>^^^<<<
Un passo alla volta, si può arrivare lontano 🙂
Un abbraccio