La presenza di una casa editrice fascista al Salone del Libro e le risposte timide e moderate di chi non ha saputo dire di no fanno pensare, non credete? E che dire delle risposte alle chiarissime parole di Wu Ming e ZeroCalcare? Qualcuno ha scritto che si tratterebbe di una specie di fuga ma non lo è. Il fatto di non condividere quello spazio con i fascisti è un chiaro gesto antifascista che va supportato in tutti i modi. E dato che la timidezza di alcun* continua a manifestarsi ci è venuto in mente (per il momento, ma faremo altro) un modo semplice per dire che noi siamo con loro e che noi abbiamo memoria.
Cari organizzatori del Salone del Libro di Torino, come potete ospitare chi professa le idee di chi vorrebbe mettere al rogo tutti i libri antifascisti? Stiamo parlando di gente che afferma che la dittatura è un buon modo per opprimere popoli, persone, culture. Parliamo di chi ha dalla sua parte polizie che li difende mentre gli antifascisti vengono manganellati e arrestati. Parliamo di intolleranti che inneggiano all’odio contro stranieri, donne, gay, lesbiche, trans. Sono gli stessi che vorrebbero bruciare i racconti per bambini in cui secondo loro ci sarebbe il pericoloso “gender”. Parliamo di persone che praticano revisionismo intollerante e che ogni volta che si parla di Liberazione, Resistenza, 25 Aprile, Partigiani, Shoah, Olocausto, tirano fuori un pretestuoso “e allora le foibe?” e brandiscono nomi (due) di donne stuprate da stranieri ogni volta che le donne sono state stuprate da italianissimi e a volte dichiaratamente fascisti.
Sono quelli che vorrebbero controllare i nostri uteri per fare una bella pulizia etnica e superare le popolazioni straniere, bontà loro, qualunque cosa significhi e cosa intendano in quel cervello marcio che si ritrovano. Sono fascisti e il fascismo non è un’opinione, non è un’idea, è un crimine. Siamo davvero stanch* di dover essere accusat* di intolleranza contro gli intolleranti.
Perché sono loro che non ci vogliono e che occupando ogni spazio possibile intendono farci fuori, uno ad uno, mietendo vittime tra le tante persone che credono alle loro balle. E vaffanculo a chi usa il politically correct facendo servizi Rai senza commenti e critiche sulle celebrazioni di Predappio. Vaffanculo a chi pensa che gli striscioni fascisti durante le partite di calcio non siano lì per fare proselitismo. Vaffanculo a chi ritiene che andare in piazza contro i fascisti sia un atto di … come l’hanno chiamato? Ah si… censura. Come la censura che loro praticano sulle nostre vite, come quando immaginano l’Italia come uno Stato governato da fascisti che vorrebbero dirci quando come e dove respirare. Come quando per screditare l’opinione di una donna antifascista la chiamano troia, le augurano di essere stuprata da un nero e fanno considerazioni maschiliste sul suo aspetto esteriore.
Ma di cosa stiamo parlando? Davvero siamo arrivati al punto in cui bisogna spiegare che i fascisti stanno prendendo ogni spazio possibile e che bisogna fare e dire qualcosa? Da parte nostra va la solidarietà ai tanti e alle tante compagn* accusate, arrestate, manganellate nelle piazze mentre tentavano di riprendere spazi che dovrebbero essere nostri e non dei fascisti.
Non si può chiamare manifestazione “democratica” quella di chi marcia con la mano destra alzata, con la svastica e la celtica in vista, per inneggiare odio, solo odio contro chiunque non la pensi come loro.
I fascisti devono stare lontani dalle piazze, dai luoghi istituzionali, dal Salone del Libro, da ogni luogo di cultura. I fascisti sono fascisti. E basta.
Io seriamente non capisco il perché di questa scelta. E soprattutto perché proprio il Salone del Libro. Io sono veramente deluso.
è colpa della Stato, che a parole è contro i fascisti, ma nei fatti non lo è, forse perché fascista lo è implicitamente anche lui. (A)