Articolo in lingua originale QUI. Traduzione di Cecilia del gruppo Abbatto i Muri.
di Heidi Fleiss
Lo fanno perché è sesso. Lo fanno perché è conveniente. Lo fanno perché è veloce. Lo fanno perché non crea problemi. O almeno, finché non ti pizzicano.
Da quando, la settimana scorsa, il proprietario dei New England Patriots, Robert Kraft, ha ricevuto due accuse di sfruttamento della prostituzione, dopo che la polizia è venuta in possesso di un video in cui faceva sesso in un bordello clandestino in Florida, la gente continua a scervellarsi per cercare di capire perché un uomo con soldi, potere e prestigio, e che verosimilmente ha donne che gli si buttano ai piedi un giorno sì e l’altro pure, vada in un bordello clandestino. Se voleva sesso, non poteva cercarsi una prostituta indipendente – come me – o una delle tante bellissime donne che ha a disposizione? Sono tutte considerazioni sprecate. Kraft (77 anni) è andato in un bordello clandestino presumibilmente perché era una cosa senza complicazioni. A parte alcuni piccoli problemi:
- a quanto pare è illegale;
- le donne che si trovavano in quel bordello erano vittime di tratta;
- i punti 1 e 2 sono strettamente collegati.
Alla fonte del problema c’è un altro problema. Riguardo al sesso e al piacere sessuale la nostra società è legata mani e piedi. Tutti lo amiamo, ma abbiamo una serie di specifiche e arcaiche regole su dove e quando possiamo godercelo. Se avessimo le stesse regole riguardo alla felicità, scoppierebbe una rivoluzione.
La prostituzione è illegale, ma a quale prezzo?
Durante la maggior parte della storia umana, gli uomini si sono procurati il piacere sessuale non nei bordelli clandestini, ma nei templi. La prostituzione era tollerata da molte religioni. Ma quando la religione è diventata ostile al sesso e favorevole alla castità, la prostituzione è passata dall’essere un servizio a essere peccato.
La prostituzione è un’attività sacra o peccaminosa? Il punto su cui voglio focalizzarmi è che a questo riguardo esiste una discrasia culturale. Quanto più reprimiamo un costume radicato in una cultura tanto più esso salta fuori, per vie traverse, nel comportamento individuale.
Eppure, quando si parla di traffico di esseri umani siamo tutti d’accordo: è moralmente riprovevole, ed è una violazione dei diritti umani costringere qualcuno a fare sesso.
Visto che la domanda di prestazioni sessuali c’è sempre stata e sempre ci sarà, dobbiamo decidere: che prezzo ha mantenere nell’illegalità il sesso a pagamento?
Quando si rende illegale una cosa largamente richiesta, si crea un’opportunità di far soldi per la gente che vive fuori della legalità. E alcuni scelgono di farlo schiavizzando gli altri.
Mentre uomini ricchi come Robert Kraft finiscono sotto processo per sfruttamento della prostituzione, ci dimentichiamo troppo facilmente che quelli che comprano un bambino vittima di tratta per farci sesso sono invece uomini comuni (dei quali non si sa nulla).
Lo scandalo di Robert Kraft che fa sesso a pagamento mette in luce gli abissi della moderna schiavitù, ossia l’industria del traffico di esseri umani.
Le leggi oggi in vigore, che si immagina siano destinate a proteggere le persone, in realtà ci danneggiano, e creano un crescente mercato nero del sesso. Noi dobbiamo cambiare la legge in modo che vi sia una consistente riduzione del traffico di esseri umani. Qui in Nevada i bordelli legali offrono un servizio alla comunità e sono regolamentati, controllati e tassati.
In questi posti ci sono persone che hanno passione per questo lavoro, che si considerano terapeuti, che guadagnano bene e che hanno un rapporto sano con se stessi e con gli altri.
Proteggete i/le sexworkers, che sono vittime della tratta.
Io sono stata la Match.com, la Tinder, la Grinder (attuali siti di incontri ndt) dei miei tempi. Ho reso semplici le contrattazioni, andando direttamente al punto di ciò che ciascuna delle parti voleva, risparmiando loro tutti quei lunghi e spesso disonesti balletti che la gente deve affrontare quando esce con qualcuno [desiderando farci sesso]. Fra le persone che all’epoca facevano parte del mio mondo ne ho viste molte di più ferite da relazioni disfunzionali che dal sesso a pagamento.
E si può dimostrare che legalizzare la prostituzione ha il potere di ridurre il traffico di esseri umani. Per esempio, la Nuova Zelanda ha legalizzato la prostituzione nel 2003. In uno studio del 2008, il Ministero della Giustizia neozelandese non ha rilevato la presenza di traffico di esseri umani nei cinque anni precedenti. Gli avvocati dei/delle sex worker dicono anche che la legalizzazione ha reso più facile per loro denunciare gli abusi, e per le forze dell’ordine arrestare gli autori di crimini commessi contro di loro.
Organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International, l’ONU e l’Osservatorio per i Diritti Umani hanno tutte invocato la depenalizzazione della prostituzione.
Quanto a coloro che sono contrari alla prostituzione, così come coloro che sono contrari alla pornografia, va bene: è giusto che conservino le loro opinioni. Sono liberi di non prendervi parte e di non spenderci soldi. Ma non hanno il diritto di imporre le loro regole e i loro valori agli altri. Su questo pianeta ci sono 7 miliardi di persone. E una certa percentuale di loro avrà sempre voglia di pagare per il sesso.
Così, il motivo per cui Robert Kraft è andato in un bordello clandestino in Florida è perché ne aveva voglia. Stava lì. A volte hai voglia di mangiare una bella bistecca e a volte vuoi del fast food. Quello era una specie di fast food del sesso.
Nessuno di questi elementi sminuisce o disonora la sua persona. Non si è imbroglioni o bugiardi perché si vuole del sesso. Molta gente lo vuole, e la tendenza non cambierà. Quello che possiamo cambiare, come società, è il modo in cui gestire e regolamentare per legge il piacere sessuale.
Heidi Fleiss è l’ex-Hollywood Madam e attualmente gestisce una centro di recupero per pappagalli in Nevada.
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