Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, R-Esistenze

Il parto non è poi tutta questa meraviglia

Lei scrive:

Ciao!
Grazie per aver affrontato questo tema e grazie per dare la possibilità di parlarne, io vorrei urlare al mondo intero la mia esperienza, giusto per sfogarmi un po’, ma quando ci ho provato mi dicevano che così spaventavo le altre donne. D’altronde è la realtà, perchè addolcirla? Solo per far figliare povere donne ignare?
Premetto, ho due figli ed è vero che ogni parto è a sé, è vero che ci sono parti che vanno bene e altri meno bene, ma è vero che fa sempre un grandissimo male, d’altronde da lì ci deve passare un bambino!
Vorrei raccontare il mio primo parto.
Ero ormai giunta al termine e secondo l’ospedale dovevo fare il parto indotto. Per fortuna ha funzionato abbastanza velocemente (c’erano donne con me che tentavano l’induzione da 2 giorni!), fatto indotto il pomeriggio, verso sera le prime contrazioni. Ho passato la notte intera con le contrazioni e le ostetriche che mi dicevano di dormire, così avrei avuto le forze per partorire il giorno dopo. Ecco, le contrazioni lasciano senza fiato, dicono durano poco, 30 sec/1 minuto, ma a me sembrava durassero un’eternità. Ditemi voi come potete dormire con un dolore che ogni 5/10 minuti arriva, spiegatemelo perchè io non ci sono riuscita!
Alla mattina mi dissero che ero abbastanza dilatata e che mi avrebbero rotto le acque. Non pensate sia una cosa indolore, perchè devono ravanare dentro, infilarti un aggeggio appuntito che ti rompa la membrana e sentire il liquido che fuoriesce come se avessi una terribile incontinenza. Ed è vero, il liquido che esce non fa male, ma è l’inizio dei mali.
Dicono che con l’indotto si soffra di più, perchè le contrazioni sono più forti, non ve lo so dire, entrambi i miei parti sono stati indotti. Le contrazioni fanno male, punto. A tutte e in qualunque circostanza.
3 ore di contrazioni e per me sono state pure troppe, mi immedesimo in quelle poverine che soffrono per giorni e vorrei salvarle, piangere con loro.

Fa male, nessuno ti dice che fa male tanto che spesso non capisci dove sei, chi sei, chi sono quelle facce sconosciute che ti parlano e ti dicono quello che devi fare, che parli e urli senza capire cosa dici. Mi dicevano bevi, così ti idrati. Ho vomitato, dal dolore. Questo credo non lo dicano mai, che può capitare di vomitare talmente il dolore è forte.
Quando passava la contrazione, svenivo sul lettino e tremavo all’idea che dovesse arrivarne una nuova.
E poi quel momento del “ci siamo quasi”, quando ti senti la testa spingere sulla vagina per uscire. E ti dà un fastidio assurdo che non riesci a muoverti. E quando devi spingere, stremata, senza energie, sapendo che soffrirai, con la testa che preme per uscire.
Contrazione, dolore, spinte, urla disumane, bruciore, lacerazione, testa uscita e non è ancora finito.
Ecco, quello che più mi ha fatto paura dei parti, entrambi, è quel momento in cui ti trovi con la testa fuori e il corpo dentro, senza contrazione. Sei lì in attesa della prossima ondata di dolore. Questo è il momento che più mi ha fatto paura.
Poi esce, è vero, tiri un respiro di sollievo, abbracci il nuovo arrivato al mondo.
Sei sfinita, ma non è finita. C’è la placenta da espellere, altro dolore.
Poi io ho avuto una svolta inaspettata, emorragia. Ero cosciente ma non capivo niente. Quello che è successo mi fa ancora piangere, mi tolgono la bambina dalle braccia, la danno al papà che è terrorizzato per me e per quel piccolo fagottino che non sapeva nemmeno come tenere. Entra un sacco di gente di corsa, il mio compagno spaventato che guardava e mi chiedeva come stessi, io senza capire ma vedendo lui dicevo bene, ma avrei voluto dirgli che ero terrorizzata, nessuno diceva niente erano solo impegnati a salvarmi. Ecco, questo poi gliel’ho detto, hanno sbagliato. Divevano almeno dire qualcosa al mio compagno, far arrivare una persona che gli stesse vicino, che gli spiegasse e che lo aiutasse con la bambina che piangeva.
Altro dolore, per togliere i coaguli dovevano infilare la mano intera e grattare, così per tantissimo tempo. Intanto mi infilavano aghi in entrambe le braccia per sali minerali e sangue. E io che soffrivo, mi premevano sulla pancia e infilavano la mano. Urlavo, urlavo tantissimo e non vedevo la fine, perchè non sai quando finirà tutto.
Non avevo fatto l’epidurale perchè quando era arrivato l’anestesista ero troppo dilatata, quindi ho affrontato tutto senza anestesia (il parto ed il post).
Fermata l’emorragia, senza energie per mille motivi, ecco i punti. I maledettissimi punti. Anch’essi senza anestesia. 40 punti circa tra interni ed esterni, senza anestesia, ero stremata.
Volevo solo che mi lasciassero in pace.
Ringrazierò sempre per avermi salvata e aiutata, ma il parto non è meraviglia. Il parto fa male ed ha anche delle complicazioni delle volte. Come per qualsiasi intervento (anche la banale anestesia) dovrebbero informare di tutto, gioie e dolori, percentuali di successo e di complicazioni. Tutte noi dovremmo essere coscienti a quello che andiamo incontro.
E se hai i punti, il dolore non finisce finchè non guarisci. Non riuscivo a sedermi, non riuscivo a fare pipì senza soffrire, non riuscivo a lavarmi, non riuscivo a salire sul letto (maledetti quei letti d’ospedale altissimi), non riuscivo a camminare. Prima delle dimissioni ti visitano, ecco, anche lì avrei voluto sapere che la visita sarebbe stata così dolorosa.
Il mio parto è stato un caso limite, ma che andrebbe detto. Io voglio essere libera di decidere con tutte le informazioni corrette. Poi se si ha desiderio lo si riaffronta. Ho avuto un secondo figlio, ma ero più consapevole di quello a cui andavo incontro e l’ho vissuto diversamente, sempre con tanto dolore però.
Il parto non è poi tutta questa meraviglia, anche da vedere eh!
Ciao,
Valeria

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