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Attori etero per ruoli gay?

Tratto da “Pop Culture Advice: Should Straight Actors Play Gay Roles?”

Di Carson Blackwelder@cblackwelder

Attori etero per ruoli gay?

(articolo originali qui – traduzione di Antonella)

Sembrerebbe che per ogni film mainstream a tema LGBTQ al cinema il dibattito non accenni a placarsi: tocca agli attori etero interpretare i personaggi gay o quei ruoli dovrebbero essere destinati ad attori gay? E’ un interrogativo che vale la pena porsi perché come spesso accade la risposta é un poco più complicata di un semplice “sì” o “no”.

Vediamo di capire come questo argomento é stato trattato fin qua. C’é chi ha dato un nome alla  faccenda: il  “Gay for Pay Problem,” e descrive il “problema” come “la consuetudine per cui Hollywood paga e premia gli attori etero che interpretano gay.” Questa é la definizione che spiega la mia personale posizione sul problema. Non ho alcun problema col fatto che attori etero interpretino ruoli gay – esattamente come non ho problem con attori gay che interpretano ruoli etero – trovo invece problematico il modo in cui la società reagisce a questi progetti. E poiché è dell’industria del cinema che stiamo parlando, mi riferisco in particolare agli Academy Awards, ai Premi Oscar.

Nella storia di questo premio, attori LGBTQ hanno raramente – o forse mai – vinto il massimo riconoscimento per la recitazione. Lo stesso non si può dire per attori etero che hanno interpretato ruoli gay, perché questi hanno praticamente sempre ricevuto nominations e spesso vinto – penso a Hilary Swank (Boys Don’t Cry), Charlize Theron (Monster), Philip Seymour Hoffman (Capote) e Sean Penn (Milk) – lodati per essere stati “coraggiosi” e “aver osato” per aver accettato una parte LGBTQ. In qualche modo ad Hollywood questo sembra attribuire speciali crediti per portarsi a casa l’ambita statuetta (…).

Negli ultimi anni le pellicole a tema LGBTQ hanno riscosso enormi successi e catturato l’attenzione delle major che puntano all’Oscar – pensate a Brokeback Mountain, Capote, Milk, The Kids Are All Right, Dallas Buyers Club, The Initiation Game, Carol, The Danish Girl, Call me By Your Name, solo per citarne alcune degli anni post-2000, come fa notare Medium. Ma sebbene Moonlight abbia già fatto storia come la prima pellicola a tematica LGBTQ a vincere il premio come Miglior Film, anche in questo caso nessun ruolo è stato affidato ad attori LGBTQ.

La domanda da porsi qui è se sia possibile che ci siano ancora attori timorosi di dichiararsi, nella convinzione che questo potrebbe svalutare la loro carriera (come viene chiaramente sottolineato in questo articolo di Indie Wire). Se così fosse, il plauso generale riservato ad attori etero che interpretano ruoli gay e i veri e propri balzi di carriera a loro riservati, sarebbero in ultima analisi un danno. C’è un sottile rumore di fondo che sembra suggerire che essere gay sia meno gradito, ma recitare un ruolo gay sia assolutamente ok o addirittura eccezionale. Ci sono ancora timori sul fatto che fare coming out ti renda materiale meno appetibile per ruoli da protagonista (si veda il caso di Rupert Everett) o al contrario ti trasformi in una sorta di fidanzata universale (come accaduto per Kristen Stewart) – in ogni caso la faccenda deve essere resa digeribile per il grande pubblico.

Vale la pena rilevare che questa cosa non funziona nel senso opposto. Quando essere etero è già la norma culturale, la situazione di default, chi si identifica come GLBTQ si sente già “altro”. Vale a dire che amiamo le storie a tema GLBTQ ma non le persone LGBTQ stesse.

Sono convinto che gli attori gay debbano poter interpretare personaggi gay – esattamente come gli attori gay i personaggi etero. Sarebbe una disgrazia se si tentasse di incasellare chi recita in ruoli e situazioni che già conoscono perché in quel caso che senso avrebbe la recitazione stessa? Immedesimarsi in qualcun altro, esplorare qualcosa che espande i limiti di ciò che siamo, tutto ciò fa di noi persone creative. Se affermiamo che le persone devono rimanere nella corsia a loro riservata, stiamo di fatto negando la possibilità e la bellezza di quelle esplorazioni.

C’è un furibondo dibattito relativamente al whitewashing in atto sui ruoli destinati ad attori di diverse etnie e di quanto questo whitewashing sia deleterio – ma che succede quando lo stesso accade per ruoli che hanno a che fare con l’orientamento sessuale? Certo, so bene che ci sono ovvie differenze tra la “razza” (che è una caratteristica visibile) e l’orientamento (che non è tratto altrettanto evidente), ma derubricare la seconda questione come irrilevante solo in base a ciò sarebbe a mio avviso un errore.

Abbiamo così poche storie su tematiche GLBTQ nella cultura pop generalista (specialmente quelli che non si focalizzano su tematiche di coming out o HIV/AIDS) che sarebbe una bella novità vedere più persone LGBTQ rappresentate in quei ruoli. Gli etero lo fanno già, perche’ non dovremmo poterlo fare noi?

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