Autodeterminazione, Critica femminista, Personale/Politico, Precarietà, R-Esistenze

La maternità è un lusso da ricchi. Per le precarie, invece, è schiavitù!

Prendi l’aborto, per esempio. Ti dicono che devi fare nascere bambini in continuazione. Chi parla non ha di certo problemi economici o, ne sono certa, è un uomo misogino che attribuisce alle donne il peccato di non aver generato discendenti per farlo felice. Discendenti che poi avrebbe dovuto quasi certamente mantenere lei, da sola, perché di uomini che contribuiscono al mantenimento dei figli, specie se separati, ce ne sono pochi.

Ho visto uomini comprare ninnoli per se stessi e poi negare dieci euro in più per dare a moglie e figli un equilibrio economico. Ci sono uomini che vogliono la moglie/madre/badante in casa perché la baby sitter costa troppo ma alla moglie madre eccetera non viene dato neppure un centesimo di stipendio. Chi parla di fare figli e di non abortire lo fa dall’alto della propria condizione borghese. Se amassero davvero i bambini allora non li caccerebbero dagli edifici in cui grazie alla destra non è più possibile ospitare le famiglie dei rifugiati stranieri.

I volontari no-choice, quelli che non amano la libertà di scelta delle donne, vanno nelle scuole a dire che chi abortisce è un’assassina ma, a parte mentire spudoratamente indottrinando ragazzi e ragazze che dovrebbero vedere garantita la laicità dell’istituzione scuola, non spiegano niente di sessualità e contraccezione e, soprattutto, insistono su una retorica che esalta la maternità senza spiegare che fare figli ha un costo sociale, economico, personale.

Se tutti sapessero cosa vuol dire avere e crescere un figlio sono certa che non avrebbero alcuna voglia di farlo. Lo Stato vuole che tu faccia da madre ma non dà alle donne la possibilità di ottenere un’indipendenza economica. Donne a casa e uomini al lavoro. Ed ecco che ti ritroverai a dover fare pompini per garantirti vitto e alloggio, anche se non ne hai voglia, anche se preferiresti fare la puttana pagata come si deve invece di ottenere quei quattro spiccioli per vederti rinfacciato il sacrificio che l’uomo fa per garantirti un pasto e un posto letto.

Chi non ha problemi economici ne fa una questione di coscienza. Tutti coscienziosi e bravi a stigmatizzare una donna che fa pompini fuori dal matrimonio perché se cerca un pagamento vero manda a monte la famiglia. Ed ecco l’altra questione di coscienza. La famiglia naturale è il baluardo dei ricchi fascisti. Se avessero problemi economici non direbbero tante cazzate.

Quanto costa una famiglia? Chi ha i soldi per l’affitto e le bollette? Come fai a fare la spesa e a mantenere un tenore di vita decente? Quanto costa fare un figlio e mantenerlo? Quanto costano i pannolini, i vestitini, le pappine, tutto l’occorrente per non farlo crepare di alcuna malattia? Quanto costa ad una donna dover restare a casa a badare ai figli e perdere l’opportunità di trovare un’indipendenza economica?

E se dici queste cose arriva il prete e dice che sei lievemente cinica. Non badare a lui. Sei realista. Non credere alla balla dell’amore, l’istinto, l’orologio biologico. Tutte cazzate. La sola e vera questione è che più figli fai e più sei povera e schiava e se pretendi di avere un lavoro retribuito ti dicono che lo stai rubando all’uomo. Il fatto che devi giurare di non far figli, quando chiedi un lavoro, è decisamente significativo. Lo è anche il fatto che ti fanno fuori quando un figlio vorresti averlo.

Conosco tante donne che annegano in un mare di guai, coi debiti per dare ai figli un futuro decente, investendo con sacrificio e abnegazione su di loro per poi vedersi condannare per non aver mantenuto intero il nucleo familiare. Donne che avrebbero dovuto sopportare un uomo violento tacendo per non finire in mezzo alla strada. E la vera questione è che se in una relazione avviene qualcosa di brutto il fatto di avere figli ti limita. Non puoi andare via se hai un figlio da mantenere.

Ma gli antiabortisti negano che esista la violenza di genere. Per loro il problema è costituito dalle donne, cattive, egoiste e via con altri insulti. Dopodiché arriva il governo dei fascisti che straparla di reddito bla bla senza considerare il fatto che per molte donne il fatto di non avere un reddito proprio non è una scelta. E’ un obbligo.

Così sulla carta esse superano la cifra prevista per essere considerate meritevoli di soccorso, dato che si tiene in considerazione lo stipendio del marito, anche se non lo spende per te o per il figlio. Perciò ti dicono che sei ricca anche se sei povera in canna.

E’ vero: esistono molte donne che lavorano e che sono indipendenti, ma quanto pagano per quello che viene ritenuto un privilegio? Le donne indipendenti vengono guardate come fossero arpìe, perfide signore che ruberebbero l’autonomia maschile. Alcuni uomini odiano le donne per questa ragione. Non possono sottometterle grazie al ricatto economico e inventano la stronzata delle femmine che accettano di scoparli solo se essi possiedono una Ferrari.

Il punto è: quante sono le donne che se avessero soldi smetterebbero di aver bisogno degli uomini? Quante preferirebbero vivere da sole, scegliere di avventurarsi verso spazi sconosciuti, viaggiare, conoscere, respirare altrove? Il ricatto economico piega le coscienze più ribelli. I figli vanno bene quando li scegli e/o quando riesci a vivere autonomamente la maternità, altrimenti chiedetevi perché gli antiabortisti, conservatori che credono ancora di poter sottomettere le donne, insistano affinché facciate figli anche senza volerli. Perché la maternità in tempi di precarietà economica è una catena che ti tiene legata a chi ti dà due soldi per mangiare.

Che si diano da fare i ricchi. Facciano cento figli al minuto se gli piace. Lasciassero in pace le ragazze, le donne, tutte noi.

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