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La differenza tra una fantasia di dominazione e lo stupro

Lei scrive:

Ho avuto un’avventura virtuale, tempo fa, e il tizio con cui chiacchieravo e sperimentavo sesso virtuale era disponibile ad un rapporto di dominazione che mi è sempre piaciuto. Lui dominante e io dominata. Si chiama bdsm e non c’è niente di male nel praticarlo se mi piace ed è consensuale. Lui era un amico di una mia amica e pensavo fossi al sicuro, qualunque cosa dicessi o gli mostrassi.

Le parole possono essere molto eccitanti se sei in grado di alimentare e soddisfare fantasie e desideri. Nulla è più eccitante, secondo me, di una relazione che tocca la mente in primo luogo. Nella mente puoi conservare desideri che mai espliciteresti nella vita reale. A quel tempo non avevo ancora sperimentato perfettamente la dominazione e scriverne mi piaceva e mi eccitava comunque moltissimo.

Il punto è che scrivere “mi prendi con la forza, mi leghi e mi fai tutto quello che vuoi” non è uguale ad essere stuprate. Il gioco resta un gioco e ci possono essere mille motivi per cui ti va di realizzarlo virtualmente e non realmente. Il tizio non mi sembrava desiderabile a pelle ma aveva un modo di fare e di scrivere che mi piaceva moltissimo.

Ad un certo punto, però, in uno dei momenti di uscita di gruppo, io, la mia amica, il suo amico e altri amici, smise di far finta che non ci conoscessimo intimamente e cominciò a fare battute sulla mia voglia di essere sottomessa. Ne parlava dicendo che le donne, in fondo, vogliono essere dominate, vogliono l’uomo forte, non ci piacciono i “deboli” e questo pesava molto sulla psiche maschile perché alla fine le donne – e via agli stereotipi – amano l’uomo stronzo e non quello cortese e sentimentale.

Forse qualcosa si era incrinato nel nostro rapporto virtuale. Forse lui aveva smesso di essere soddisfatto di quel che facevamo. Da lì cominciò, anche virtualmente, a mostrare segni di insofferenza. Chiesi più volte se gli piacesse ancora quel che facevamo e lui diceva di si, solo che nei fatti io capivo che non era così. Gli dissi allora che non volevo più farlo e che mi era tanto piaciuto ma bastava così. Lui disse “va bene” e poi cominciò a contattarmi per pretesti di vario tipo. Un giorno mi comunicò che il gruppo si riuniva in un tale luogo ad una tale ora. Andai senza sospettare che potesse essere una specie di trappola. Lui disse che alla fine dovevamo incontrarci con gli altri in un posto diverso, così mi offrì un passaggio in macchina e dopo un po’ mi resi conto che non stavamo andando nella direzione giusta.

Mi portò in un parcheggio fuori mano e disse che prima di vederci con gli altri voleva parlarmi. Tentava di fare il duro ma non gli riusciva granché bene. Alla lunga mostrò il suo atteggiamento rancoroso e disse che gli dispiaceva che avessimo interrotto il sesso virtuale. Mi invitò a farlo sul serio, realmente. Senza aspettare la mia risposta mi saltò addosso e quando gli dicevo di spostarsi perché non volevo farlo lui urlava che era quello che volevo, essere presa con la forza, essere dominata.

Nessuno più di lui però sapeva che il gioco di dominazione si basa su consensualità e capacità del dominatore di suscitare desiderio ed eccitazione. Quello che stava facendo in macchina però non era desiderabile né tantomeno eccitante. Provai a dirglielo, mentre mi infilava la lingua in bocca e mi imponeva di stare zitta, fino al punto che fui costretta a dargli ginocchiate, pugni e calci per difendermi. A quel punto aprii la portiera dell’auto e scappai a piedi correndo più che potevo.

Lui mi raggiunse e disse che era colpa mia, ero io che gli avevo “messo in testa certe cose”, ma non era affatto così. Se lui confondeva il sesso consensuale con lo stupro non era colpa mia ma sua. Gli dissi che comunque il contatto della sua pelle non mi piaceva e che per il resto trovavo completamente deludenti i suoi approcci. Spiegai che non avevo mai voluto avere una relazione reale con lui ed era una cosa che sapeva già. Glielo avevo detto molte volte. Provò a ricattarmi dicendomi che avrebbe pubblicato le mie foto e i video che gli avevo inviato. Dissi “fai pure, io pubblicherò le tue foto e i tuoi video”. Deve essergli sembrata una cosa vergognosa, farsi vedere nel bel mezzo di una eiaculazione, con l’espressione contratta e a pensarci bene anche buffa, tant’è che alla fine non fece più niente.

Ne parlai con la mia amica che già sapeva quello che avevamo fatto. Inspiegabilmente, dopo tante discussioni passate prive di moralismo, disse che un po’ era colpa mia. Le chiesi il perché e disse che il suo amico era emotivamente fragile e io avrei dovuto evitare di promettergli qualcosa. Dissi che non gli avevo promesso niente e lei rispose che lui era “innamorato” di me. Ma si può chiamare amore quello di un uomo che rischia una denuncia per violenza sessuale? Che tipo di amore era il suo se poneva il ricatto al di sopra delle mie esigenze? Da quando l’egoismo si chiama amore?

Per finire io non feci più parte del gruppo, smisi di parlare con tutti e cambiai compagnia. Ancora oggi non so se intraprendere una relazione di dominazione con chi sa di che cosa si parla oppure non intraprenderla affatto. La cosa che temo di più è il fatto che un ipotetico lui non mi ascolti e che si convinca solo di quello che desidera. Alla fine mi chiedo come si possa superare l’incomunicabilità tra soggetti quando uno dei due non ti ascolta per niente. Allora lo metto per iscritto: tra una fantasia di dominazione e lo stupro c’è molta differenza. Se non sei in grado di capirlo il problema è tuo e non mio.

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4 pensieri su “La differenza tra una fantasia di dominazione e lo stupro”

  1. Intraprendi quella relazione quando ti senti di farlo e con la persona giusta. Se vedi che ci sono problemi di comunicazione, che lui non ti ascolta, non ti rispetta, non interrompe il gioco quando gli dici che ne hai bisogno, piantalo seduta stante. C’è un mucchio di gente in ‘sto mondo, ci sono uomini meravigliosi, e ci sono troppe cose da fare per sprecare il tuo tempo con gente che non vale nulla.

  2. Conosco discretamente il mondo del bdsm perché lo pratico.
    Non è facile trovare la persona giusta x vari motivi, sono convinta che la differenza tra piacere e violenza è cosi sottile ,che spesso e volentieri gli uomini nn sanno coglierla.

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