Questo è il messaggio di una donna che adoro. Buona lettura e partecipate alle iniziative che propone.
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Ciao Eretica, sono sempre io, Sveva Basirah, la tua affezionatissima e scassaovaia ❤
ti mando questa email per parlarti e parlare a tutt* di un evento imminentissimo, del progetto Sono l’unica mia o SLUM (nato grazie alla tua spinta) e del suo femminismo intersezionale e inclusivo.
Ci siamo presentate come SLUM alla plenaria di Non Una Di Meno a Bologna per leggere il nostro comunicato sul femminismo intersezionale, parlando di cosa sia per noi, di come lo mettiamo in atto e dei nodi che ci impegniamo a sciogliere, come il rigetto per il sexworking o per il velo islamico, e forse qualcun* adesso ci riconoscerà, spero più di qualcun*.
Se penso che è nato tutto col mio diario, sorrido, perché siamo quasi un’associazione di volontariato ma soprattutto siamo già una rete, grazie al nostro gruppo SLUM e alle passeggiate femministe che organizziamo in tutta Italia (slumwalk). In questo momento stiamo addirittura organizzando reti di passaggi e case da offrire e farsi offrire per viaggiare come attivist*, vittime di violenza in situazioni di bisogno, slummin* e non. Va tutto avanti, in stato d’agitazione permanente.
“SlumPhilia – sull’autodeterminazione dei popoli e dei corpi” è nato come un evento itinerante sempre in continuo cambiamento e riadattamento, è il nostro manifesto politico, perché crediamo fermamente che l’autodeterminazione sia una questione personale e politica.
Il primo s’è svolto a Perugia, a giugno, abbiamo parlato di Kurdistan, Siria, di grassofobia, di adozioni, di lunàdigas (donne senza figli), di musulman* lgbt, insomma, di tutto quello che siamo e che vogliamo supportare, divulgare. Ma sono qui per parlarti del secondo atto, qualcosa di fatto in fretta e furia e di urgente, ma per noi un modo per maturare e ricordare i nostri obiettivi. Si svolge a Grosseto, martedì 16, e non sarà un evento di tre giorni, non inaugurerà a suo modo alcun Pride, e ovviamente non sarà il nostro debutto: parleremo di Sahara e dei diritti violati, di hijab e di sesso, ripeteremo la mostra di bambole anticonvenzionali di Thrix e presenteremo un progetto fotografico di bodypositivity di Gaia Guarnotta. Per noi è importantissimo, e non solo per gli argomenti, ma per la finalità: fare rete. E’ tutto organizzato per stringersi, per conoscersi, supportarsi oltre ‘ste cazzo di “barriere della razza”, con consapevolezza, con inclusività, riconoscere le nostre lotte in quelle degli/lle altr* e uscire dai nostri cantucci.
Abbiamo deciso di muovere l’evento seguendo soprattutto le questioni urgenti, e stavolta si tratta di una persona che sta affrontando un difficilissimo percorso di fuoriuscita dalla violenza. La sua situazione è ovviamente particolare, molto, e l’autocoscienza, la decostruzione e l’autodeterminazione sono difficili in un paese in cui i CAV sono allo stremo, i poliziotti ti ringhiano in faccia, e il lavoro non c’è. Di fatto, però, questo è il baratro che ci aspetta tutte, tutt*, tutti, è la spirale che ci butta giù. E se non c’è una rete, a chi ci appoggiamo? Chi ci aiuta a fare introspezione, chi ci prende per mano, con chi ci confrontiamo? L’autogestione femminista è più che mai necessaria.
Non si possono comprendere a fondo le esperienze altrui, forse questa persona non vorrà raccontare la sua, ma non c’è bisogno di parlarne per averne un’idea e per sentirla dentro, nostra. La merda in cui siamo immerse è la stessa, e che si differenzia da caso a caso solo perché sa prendere la forma del recipiente. Il maschilismo, le gerarchie, la violenza sono questo. E per uscirne dobbiamo partire e tornare insieme, come recita lo slogan di NUDM.
Insomma, venite. Anzi, una sega: partecipate.