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La sessualità che non si può ancora raccontare

Foto di Montoya

La mia vita sessuale si può descrivere per fasi. Quando la lubrificazione consentiva una penetrazione profonda, quando le acrobazie potevano sfidare gli allenamenti da circo, quando la fantasia premiava in orgasmi plurimi, quando la libido frenava le richieste altrui, quando l’agilità iniziò a venire meno, quando fare sesso diventò un’impresa.

Al momento mi piaccio a pezzi: amo i miei piedi, mi piace la mia pelle liscia e morbida, adoro le mie mani. Il mio viso fa sempre la sua porca figura e il capello riesce nei movimenti leonini. Le mie tette sono in fase di crollo ma a lui piacciono. Il culo è più rotondo, parecchio più rotondo e assieme ai miei fianchi e alle cosce forma una massa con cellulite sparsa. L’apertura delle mie gambe non è niente male anche se devo tenere conto di tanti fattori. Dipende dalla sua capacità di sfidare la gravità.

Quello che succede è più o meno questo: ahi mi hai schiacciato una tetta, non puntare il gomito sulla pancia o mi spappoli il fegato, le mie costole hanno una funzione precisa quindi evita di schiacciarle. Inutile che cerchi di farmi roteare su me stessa perché non ce la faccio a stare sopra. Le mie ginocchia non mi consentono di poggiarvi con tutto il mio peso. Proviamo con la lubrificazione artificiale. No, la pomata va anche dentro e non solo sui bordi delle labbra. Non metterci la lingua perché altrimenti muori avvelenato. Comincia provando a premere con la punta. Appena appena. Ahi, mi brucia un po’. No che non mi eccito ma ti faccio finire e se insisti e hai pazienza prova a premere un po’ di più fino a superare la soglia del dolore. Mi abituo, non ti preoccupare. So che conosci la posizione della mia clitoride. Dunque raggiungila con le mani così posso aiutarti nella penetrazione. Infine allargo le cosce più che posso e lui affonda con vigore per una, due, tre mandate e poi viene. Tutto questo can can per ottenere una eiaculazione veloce.

Non è colpa sua perché tra un rapporto e l’altro possono passare giorni, settimane, a volte mesi. Ci tocchiamo sempre, ci strofiniamo e non possiamo fare a meno di abbracciarci e godere del nostro reciproco odore, ma il rapporto cambia e devo respingerlo per fare in modo che passi il fastidio che è rimasto dal rapporto precedente. La ginecologa dice che è fisiologico e che la vagina non funge più come prima perché non è fatta per accogliere un pene superato il periodo di fertilità. Ma io continuo a essere viva e mi oppongo. Vorrei provare piacere come prima anche se provo un piacere che mi soddisfa in modo diverso. Se prima mi eccitavo solo nell’udire il suo respiro ora la lubrificazione appena accennata non arriva che quasi alla fine.

Mi sono chiesta se ne vale la pena o se devo dirgli di trovare un’altra che possa partecipare con il suo stesso vigore, ma a lui piaccio io e mi dice che gli basta che lo facciamo un po’ più spesso. Più spesso quanto? Gli dico io. Più spesso e basta, fa lui. Ed eccomi imperfetta e contraddittoria nel mio femminismo che in teoria dovrebbe facilitare l’accettazione di me. Con la nostalgia per la mia pancia piatta ed il mio seno rotondo e per la mia antica capacità di venire sette volte in un solo rapporto. Cerco di esplorare e di capire se posso superare la cosa. Ieri ho usato un vibratore, con calma e con destrezza, eppure anche quello non è riuscito ad arrivare più in là di un paio di centimetri. La mia vagina dice stop, si barrica nella sua secchezza. La clitoride si emoziona e forse dovrei giocare solo con quella.

Mi masturbo per accelerare l’eccitazione e faticosamente arrivo all’orgasmo. Forse sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto per non rimpiangerlo, ma il tempo passa e io sono qui a pensare che forse ce la farò con una carota più sottile. Pensare che c’è stato un tempo in cui facevo tante cose bizzarre con le zucchine o i cetrioli. Il fatto è che devo pur confessare a me stessa che non va bene come prima e che tendenzialmente ho paura di perderlo.

Vorrei davvero essere una donna che si accetta e che ha risolto i complessi che si è portata dietro fin dall’adolescenza, ma non c’è nulla di male nel rivelare la mia fragilità. Respiro e poi trattengo il fiato per ritirare la pancia e provare a capire se riesco ancora a vedere il pube dall’alto. Quando sono a letto, distesa, supina, riesco a vederlo. Sta ancora tutto lì e non è neppure una massa cadente e brutta da vedere. Lui dice che è una bella vista e che io sono bella e devo convincermi che è così. Per me, per il mio umore, per il mio piacere e la mia sessualità.

Non so se può dispiacere la lettura di questa mia condivisione ma pare che parlare della sessualità alla mia età sia peggio di un tabù. Non leggo o sento altre donne a rivelare quel che vivono. Eppure credo aiuterebbe. Mi ha aiutato scrivere fin qui perché da giorni covavo l’idea di scrivere restando il più possibile vicina a me stessa. Senza preoccuparmi di mostrare efficienza e perfezione. Senza pensare ad altro o negarmi il diritto di mostrarmi per quel che sono. Ecco che sento un equilibrio diverso e che respiro meglio. Perché dopotutto è meglio saper dire e ridere di se stessi. Alla prossima prestazione riderò con lui. E sarà meglio, ne sono sicura. Sarà meglio.

Letizia

 

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2 pensieri su “La sessualità che non si può ancora raccontare”

  1. Ciao Letizia e grazie di aver condiviso aspetti cosi` intimi della tua vita.
    Vorrei farti una domanda molto privata, ovviamente se non ti va di rispondere ignorami: ma il sesso anale com’e`? A me personalmente e` sempre piaciuto molto e tendo a credere che non dovrebbe modificarsi negli anni – come invece accade con il sesso vaginale… giusto?
    Grazie se vorrai rispondermi e in bocca al lupo!

  2. ciao, ti rispondo in un momento in cui per mia fortuna da poco siamo stati a letto con il mio uomo, in un periodo in cui sono veramente preoccupata per i primi sintomi di una menopausa che sta arrivando e il cambiamento mi spaventa molto. Ho paura di quello che viene descritta come secchezza vaginale, del calo del desiderio, della perdita degli ormoni… così mi sto rovinando (non sempre per fortuna) certi bei momenti con l’ansia. intanto stamattina è stato molto bello e questo mi incoraggia a dire “forza, forse sarò un pò cambiata in questi mesi ma è ancora bello, intenso, ci piace ancora molto!” ho pensato leggendoti che molto è nella nostra testa ma le capacità del partner, la comprensione, la sua fantasia, ci possono far fare dei bei voli nel sentirci vive e ancora donne. Ho idea che tu abbia la fortuna di un uomo simile, da quello che scrivi…Vorrei invitarti a leggere alcune pagine del sito della Graziottin (non so se posso citarla in questo contesto), la quale in quello che scrive sembra ogni tanto una invasata e non la condivido molto, ma dà dei buoni consigli soprattutto sui farmaci, gel, ormoni che possono aiutare la donna a godere del sesso nonostante le difficoltà dell’età. secondo me non darei retta fino in fondo alla tua ginecologa perchè penso che le soluzioni esistano, o si possano almeno tentare, e sarà penso quello che farò anch’io se mi accorgerò che le difficoltà renderanno troppo difficile sentirmi donna come piace a me, anzi a noi. e grazie anche ad Eretica e a chi scrive qui in questo blog, sottolineando che non esiste l’obbligo di essere come ci impongono, che la nostra diversità di corpo, di età, di testa, è un valore. Grazie. Valentina

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