Traduzione dell’articolo di Maya J. Boddie su Blavity
Nota della traduttrice: L’articolo parla di un documentario realizzato per parlare dell’implementazione di un programma carcerario volto a scoprire i fondamenti di alcune condotte umane, un’introspezione che prenda in esame la cultura patriarcale in cui siamo -spesso inconsciamente- immersi.
The Feminist on Cellblock Y’: un programma carcerario che sollecita gli uomini a studiare il femminismo, e prende in causa il problema della mascolinità tossica.
“Può essere pericoloso essere femminista in prigione”, ha detto Richard Reseda.
Richard Edmond Vargas, noto anche come “Richie Reseda”, è un criminale condannato per rapina a mano armata, che ha trascorso un po’ di tempo (da quando era un adolescente) in una prigione per soli uomini a Soledad, in California.
“The Feminist on Cellblock Y”, è un documentario prodotto dalla regista Contessa Gayles, la quale segue la vita dell’ormai venticinquenne Reseda e dei suoi compagni di prigione durante la partecipazione a un programma di riabilitazione per detenuti, incentrato sulla letteratura femminista.
Nel documentario viene riportato che “molti di loro escono ancora peggio di quando sono entrati”, in riferimento ai detenuti.
Per contrastare questo particolare sintomo, questi uomini passano le loro giornate imparando a riconoscere il patriarcato, scoprendo il potere della vulnerabilità e combattendo personalmente la mascolinità tossica. Inoltre, il programma incoraggia gli uomini a confrontarsi con tutte le aree in cui questi ideali tossici di mascolinità hanno prevalso nelle loro vite.
“Non possiamo combattere il nostro comportamento dannoso senza abbattere il patriarcato”, dice Reseda nel film.
Reseda è il discepolo del co-fondatore e attivista di Black Live Matter, Patrisse Cullors. Le strade dei due amici si sono incrociate durante gli anni in cui Richie Reseda era alle scuole superiori e Cullors era suo professore e consigliere scolastico. Quest’ultimo ha continuato a sostenere Reseda e il suo programma da quando fu incarcerato.
Lo ha anche menzionato nel suo libro “When they Call You A Terrorist”.
“Questo documentario parla di un essere umano che non è stato abbandonato a se stesso. Ecco come dovrebbe essere la trasformazione attraverso la giustizia “, ha scritto di recente Cullors in un pungente post su Facebook parlando del documentario. “Questo è il motivo per cui credo non solo nella politica dell’abolizione (della repressione carceraria – ndb), ma anche nella sua pratica: il lavoro sull’abolizione può essere incasinato e a volte deludente, ma viene sempre ricompensato.”
Guarda il trailer qui. (video in inglese con sottotitoli in inglese).
Il documentario è disponibile per lo streaming su CNNgo.
Serena Stefani
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