Lei scrive:
Vorrei dare il via ad una serie di riflessioni sulle definizioni stereotipate che ti classificano come etero o lesbica quando in realtà tu fai sesso con chiunque ti faccia “sangue”, qualunque sia il suo genere e il suo sesso biologico.
Esiste una schematizzazione che diventa anche stereotipo sessista? Esiste una classificazione gerarchica che pone all’ultimo gradino le persone che non amano autodefinire il proprio orientamento sessuale come etero o lesbico?
So che devo molto a chi ha messo in atto la sfida sociale sulle imposizioni in fatto di orientamento sessuale e che c’era bisogno, forse un tempo, di classificazioni rigide ma oggi deve ancora essere così? Perché devo essere costretta a definirmi, a spiegare, a sentirmi dire che sono confusa, se non mi riconosco nelle logiche di gruppo? Perché non posso esprimere la mia sessualità come piace a me senza perciò che il mio corpo e la mia volontà siano dissezionate sotto l’occhio vigile di chi non si fa i cazzi propri?
Perché devo sentirmi dire che sono repressa o che non voglio classificarmi per non perdere spazio di accettazione sociale? E dire che se mi definissi lesbica avrei una comunità di riferimento, non subirei ostracismo e non riceverei le stesse critiche che subisco perché non voglio classificare la mia sessualità.
Sesso con chi voglio o anche no, niente sesso se non mi va. Dunque cosa sono? Sono semplicemente io. Esiste un codice quasi etero-normativo (in uso in ambienti lgbtq) di comportamento stabilito da chi dovrebbe essere più apert@ all’accettazione di orientamenti sessuali differenti?
Mi piacerebbe discuterne con voi. Che ne dite?
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Benvenut@ nel magico mondo di bisessuali e pansessuali, che prendono scarpate in faccia tanto dagli etero che dagli omo. Fortunatamente al giorno d’oggi esiste anche un associazionismo bisex e queer,
Condivido pienamente, anche per me esiste la sessualità libera da schemi ed etichette fabbricati da altri. Fare sesso con chiunque ti faccia “sangue” la trovo un’ottima definizione.
Per come la vedo si tratta della necessità tutta umana di appiccicare etichette.. La realtà e la vita sono essenzialmente qualcosa di fuori controllo e il cervello umano ha al contrario bisogno di classificare, incasellare, definire e ordinare. Da un lato è una necessità evolutiva che facilita i processi e alleggerisce il sovraccarico emotivo/logico/pratico di gestione del reale e dell’imprevisto. Teoricamente sì mi piacerebbe che tutti potessimo accettare il fatto che semplicemente si fa sesso con ci ci piace.
Nè etero né lesbica… e apparentemente la bisessualità continua a essere inesistente e impronunciabile . (idem per la pansessualità, ma almeno è un termine/categoria più recente, la bisessualità è in giro da sempre, eppure…)
anch’io non mi definico, mi piacciono le persone. Mi piacciono per quello che mi lasciano dentro
In un mondo senza categorizzazioni, senza violenze e paranoie … saremmo tutti dei fortunati bisex, ma purtroppo siamo stati schiacciati e divisi.