Antirazzismo, R-Esistenze

Idy Diene, senegalese, ucciso a Firenze: così il dopo elezioni con la vittoria della destra.

A Firenze un tale esce di casa e spara più e più volte, uccidendolo, ad un senegalese, un figlio di un Dio minore. La notizia è già stata quasi archiviata. L’assassino dice che sia stato un caso – ed è subito raptus, come quando si giustifica la violenza di genere attribuendola alla follia – ma su quel ponte passa tanta gente e dunque la scelta chissà quanto sia stata casuale. Chissà quanto abbia inciso la cultura d’odio diffusa contro gli stranieri. Non è stato il primo ad uccidere un senegalese a Firenze. Qualche anno fa un tizio militante di casapound aveva sparato a caso uccidendo due senegalesi e ferendone altro. La comunità ricevette subito solidarietà, manifestammo nel luogo dell’uccisione e nelle piazze ma, in realtà, ci sembrò una faccenda enorme, inverosimile, proprio a firenze, città in cui l’antifascismo esiste e si oppone ai pensieri revisionisti.

Oggi si parla del centro destra vittorioso, salvini si proclama vincitore e i voti a destra sono stati certamente più dei voti a sinistra. sulla pagina di abbatto i muri vediamo squadristi che sotto i post arrivano baldanzosi a comunicarci che per noi è finita, perché quella vittoria cambierà tutto. Chissà che non ci sia un collegamento con il far west fiorentino. Chissà quanti far west ci saranno compiuti da chi prende alla lettera le indicazioni di fan razzisti sul web o in campagna elettorale.

In televisione si parla di “legittima difesa” rivendicata con una legge apposita e sappiamo come un tizio tempo fa uccise un ragazzo nero perché aveva “rubato” un pacco di biscotti. Ci sono quelli che pensano sia indispensabile possedere un’arma per difesa e l’aria Trumpiana arriva fino a qui e temo fortemente per tutt* noi mentre c’è chi spera di poter saldare i conti con gli antifascisti intimiditi a Pavia con un marchio sulle porte delle loro case. Si apre così il dopo elezioni. Mi chiedo chi fosse l’assassino fiorentino e chi gli aveva permesso di possedere una pistola.

Mi chiedo cosa possiamo fare e concludo che la battaglia sarà orribilmente difficile, che avremo a che fare con fanatici ideologizzati che non danno valore alla vita di chi è diverso da loro, perché pensano di poter imporre a tutti quel che ordinano di fare e pensare.

Ci sono quelli che dicono che dovremmo chiudere la pagina perché per noi, per l’appunto, sarebbe finita. Ma vorrei rassicurarli del fatto che per quanto ci insultino e vengano a fare gli spacconi non abbiamo affatto intenzione di chiudere niente. Saremo al fianco delle persone marginalizzate e colpite da chi ci opprime. Saremo al fianco della comunità senegalese di firenze – ora sotto Palazzo Vecchio in manifestazione spontanea – e degli antifascisti di pavia. A fianco delle persone sconfitte e a quelle che lottano senza mai stancarsi e arrendersi. Noi ci saremo. Destra o non destra arriveremo ovunque (cit. venditti: bomba o non bomba arriveremo a roma).

Update: uno dei video del presidio antirazzista. E nel frattempo leggiamo che a Padova è stata incendiata la porta di una moschea.

Ps: Tommaso Fattori scrive:

Chi va sul profilo facebook dell’uomo che stamani ha assassinato un senegalese nel pieno centro di Firenze vedrà immagini di fucili, gattini, pistole. Oltre a qualche battuta sull’Isis e alla rivendicazione del così detto “diritto alla legittima difesa”.

Ecco cosa significa permettere alle persone di armarsi. Anche in questo caso si tratta probabilmente di un omicidio che ha a che fare con il razzismo. Se anche l’omicida fosse uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi – come ha dichiarato – cambiando poi proposito e cercando una vittima da colpire, non è strano che il mal capitato fosse per l’appunto un africano? Presumibilmente, nella testa dell’assassino, la vita di un africano ‘valeva meno’ della vita di un bianco, quindi era più facile da sacrificare, così deve aver ragionato.

Chiunque può facilmente constatare quale sia la differenza fra un razzista armato e un razzista disarmato: è la differenza che passa fra la vita e la morte delle vittime. Ma questo vale in assoluto, vale per chiunque, razzista o non razzista, vale cioè a smontare la folle idea che la sicurezza si costruisca con più armi in giro mentre le armi vanno tolte ai delinquenti, non date ai cittadini. E i cittadini non devono potersi armare perché poi quelle pistole saranno rivolte contro mogli, figli, vicini di casa, colleghi, o magari semplici passanti su un marciapiede. Per esempio contro Idy Diene, un senegalese di 54 anni (fino a mezz’ora fa non era ancora dato sapere il nome), peraltro dopo che una notizia del genere stamani è rimasta per un paio d’ore confinata sulle sole cronache locali, e anche questo ha a che vedere con il razzismo.

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