La versione originale di questo post sta QUI – Traduzione militante di Isabella
Articolo di David Futrelle
Christopher Cantwell ha talento per farsi notare. Il trentaseienne suprematista bianco con uno show radiofonico su Internet e una lunga storia di retorica violenta è stata una delle figure più visibili dei raduni di #UniteTheRight di Charlottesville.
Lo skinhead troppo cresciuto è riuscito a mettersi ancora e ancora al centro dell’azione, catturato in una foto circolata su Twitter in cui assumeva una posa drammatica da vittima (così egli dice…) di un getto di spray da parte degli antifascisti di una controprotesta che tra l’altro (lui) minacciava con la mazza. Ha interpretato un ruolo da protagonista in un mini-documentario di Vice News sull’evento, fornendo utilmente alla Crew giornalistica di Vice una quantità infinita di citazioni violentemente incendiarie. “Non siamo nonviolenti”, ha dichiarato a un certo punto durante le proteste. “Uccideremo queste persone se dobbiamo farlo.” In un’intervista successiva a quella concessa a Vice ha annunciato con freddezza che l’attacco in stile ISIS (con un’auto sparata contro la folla dei manifestanti antifascisti) che ha provocato la morte dell’attivista di sinistra Heather Heyer, è stato “più che giustificato … penso molto di più alle persone che moriranno prima che abbiamo finito qui, francamente. ”
Cantwell non è sempre stato associato all’Alt-Right. Il nativo di Long Island ha guadagnato notorietà come attivista libertario d’odio contro i poliziotti dopo essersi trasferito a Keene, nel New Hampshire, nel 2012 per prendere parte al Free State Project, un movimento politico utopistico con l’obiettivo di trasformare lo Stato in un paradiso per “persone libere”. Ha definito se stesso in vari modi nel corso degli anni, mentre la sua politica si è trasformata: anarchico, anarco-capitalista, ateo, stronzo. La definizione più rivelatrice del suo passato politico? Christopher Cantwell, attivista per i diritti degli uomini (men’s-rights activist).
Durante il 2014 e il 2015, Cantwell ha pubblicato sul suo blog regolari post dedicati ai diritti degli uomini. Uno parlava della follia omicida di Elliot Rodger, motivata dal fatto che uomini e donne “non sono, non possono e non dovrebbero essere uguali”. In un altro post, particolarmente pomposo, sulla “cultura dell’accusa di stupro” (in origine “rape culture” ovvero cultura dello stupro), che è stato successivamente ripubblicato nell’allora popolare sito per i diritti degli uomini, A Voice for Men, ha avvertito gli altri uomini dei presunti pericoli di false accuse da parte di donne vendicative.
“Nessuna prova necessaria, basta puntare il dito, Ladies, e gli uomini andranno in prigione” dichiarò. “Basta dire la parola (stupro) e la loro reputazione e carriera saranno rovinate. Semplicemente sbatti le ciglia con un poliziotto e arresterà ogni ex fidanzato da cui ti sei sentita rifiutata. ”
Cantwell non è certo l’unico militante di Alt-Right con un passato da attivista per i diritti degli uomini (Mra=men’s-rights activist). Il polemico e teorico cospirazionista (suo lo slogan “sick Hillary”) e guru della pratica dell’auto-aiuto Mike Cernovich era noto per i suoi discorsi sui diritti degli uomini prima che rivolgesse attenzione a Trump e all’Alt-Right (il movimento della destra alternativa a sostegno di Trump), anche se adesso sostiene di aver rotto con l’Mra.
Il “filosofo” canadese di YouTube, Stefan Molyneux, si è dichiarato un MRA molto prima di diventare un affiliato dell’Alt-Right (e di recente ha condotto un’intervista con l’autore – James Damore – del famigerato Google-Memorandum sui presunti privilegi delle donne). Peter Tefft, un giovane uomo con una brutta acconciatura (da neofascista) che era stato notoriamente rinnegato dalla sua famiglia dopo essere stato scelto come uno dei manifestanti che avrebbero portato le torce nella manifestazione a Charlottesville, passò attraverso una fase in cui era votato agli Mra prima di dichiararsi fascista, secondo quel che ha dichiarato suo nipote in una intervista con la CNN.
Ci sono buone ragioni per cui l’attivismo per l’MRA è servito per molti come porta d’accesso all’Alt-Right: entrambi i movimenti attirano gli uomini con fantasie di violenza, a volte in veste di redenzione apocalittica – e, come Cantwell, una tendenza ad esprimere queste fantasie in prosa polemica e incendiaria che istiga all’odio violento. Ed entrambi i movimenti sono basati su una bizzarra ideologia secondo cui coloro che hanno più potere al mondo, nella società contemporanea, sarebbero le vere vittime dell’oppressione.
In altre parole, se riesci a convincere te stesso che gli uomini sono le prime vittime del sessismo, non è difficile che tu ti convinca che i bianchi sono le prime vittime del razzismo. Ed è altrettanto facile per i membri di entrambi i movimenti vedere gli uomini bianchi come gli “snowflakes” (fiocchi di neve) più oppressi di tutti.
(Questo non vuol dire che gli uomini da soli traggano vantaggio da un’ideologia che mira alla supremazia bianca, o che solo gli uomini siano responsabili di quella dottrina tossica. Le donne hanno una lunga storia di coinvolgimento nel KKK e hanno svolto un ruolo fondamentale nella crescita e diffusione del movimento.)
I neo-nazisti propagano all’infinito convinzioni sul presunto pericolo della civiltà occidentale – sempre definita come intrinsecamente bianca – che sarebbe invasa da “selvaggi” bruni e neri, e parla della necessità di “rimuovere fisicamente” – cioè, esiliare o semplicemente uccidere – gli “intrusi” non bianchi. Nonostante le loro fantasie violente – che a volte portano ad azioni violente, così come è successo lo scorso fine settimana (a CharlottesVille) – si considerano vittime, come fossero coinvolti nelle azioni violente solo per difendere se stessi e la loro razza dalla presunta e futura distruzione.
Il movimento per i diritti degli uomini indulge in fantasie simili. Diversi anni fa, il fondatore di A Voice for Men Paul Elam suggerì scelleratamente che “il mese della consapevolezza della violenza domestica” dovesse essere sostituito con “Bash a Violent Bitch Month” (letteralmente: picchiare una stronza violenta) secondo cui “uomini che vengono attaccati e maltrattati fisicamente dalle donne [possono] picchiarle spalando merda su di loro”.
Gli attivisti per i diritti degli uomini amano immaginare scenari apocalittici in cui questa specie di violenza vendicativa si svilupperà su scala globale. In un commento sul suo sito web, Elam ha avvertito le femministe e altre donne “spocchiose” sul fatto che “trattare metà della popolazione, la metà più forte, con tale e continuo disprezzo, non è una buona idea. Pensare che non usciranno mai dalla posa inibita è un modo stupido, davvero stupido di andare avanti”.
Sia gli MRA che gli Alt-Right sono così abili nel recitare il ruolo della vittima che entrambi i gruppi hanno convinto se stessi di essere oppressi dalla semplice presenza delle donne negli “spazi maschili” (nel caso degli MRA) e dei non-bianchi nei “paesi bianchi” (nel caso degli Alt-Right).
Gli MRA si incazzano ogni volta che compiono la scoperta su come le donne cerchino di creare spazi tutti per loro – si infuriano contro una presunta oppressione delle donne nelle palestre esclusivamente femminili – ma insistono sul fatto che i loro “spazi maschili” dovrebbero rimanere per sempre privi di macchie lasciate dalle donne. Anche gli estremisti di destra (dell’Alt-Right) si scagliano contro quello che chiamano “genocidio bianco” – che non si riferisce alla pulizia etnica forzata dei bianchi, ma piuttosto ai cambiamenti demografici che rendono per lo più paesi bianchi un po’ meno bianchi. Sono così sensibili al minimo accenno di “genocidio bianco” che possono lasciarsi andare in reazioni di parossistica indignazione alla vista di scatole di pannolini (addobbati con immagini di bambini non bianchi) e di pubblicità che parlano di pantaloni della tuta sportiva per coppie interrazziali.
Il pericolo di queste ideologie non è rappresentato solo dal fatto che siano entrambe basate su fantasie che illustrano mondi bizzarri che assomigliano poco alla realtà. È anche il fatto che, con Trump alla Casa Bianca, potrebbero riuscire a imporre una parte della loro logica fantasiosa, bizzarra, complottista e apocalittica a tutt* noi. Speriamo perciò che la realtà prevarrà.
Leggi anche:
- #CharlotteVille: La verità sulle donne e la supremazia bianca
- The Red Pill: un documentario di parte su Mra & company
- Il linguaggio maschilista e sessista di Mra, RedPillers, Pua, Mgtow
- Ancora su linguaggi di maschilisti, antifemministi, mra
- Lessico di maschilisti, antifemministi, mra (come riconoscerli)
- Maschilismo 3.0: se lo conosci, lo eviti!
>>>^^^<<<
Io credo che questa ossessione con i movimenti “targati” (intendo quelli dove la società viene divisa e categorizzata rigidamente) non aiutino nessuno. Se io mi introduco in un ambiente fatto di soli uomini (o di sole donne) che tengono un certo stile di vita (solo videogames, solo libri o altro) perdo contatto con la realtà, della quale mi creo una immagine falsata. Forse è anche per questo che si è unito agli Mra è stato reso più incline a passare alle ultradestre poi..
Questa discussione mi fa incuriosire su di un altro tema molto interessante: quello degli spazi riservati. Mi riferisco ai c.d. women e men only spaces. Probabilmente non c’entra molto con il tema di questa discussione, ma sarebbe interessante approfondirlo.
http://www.telegraph.co.uk/men/thinking-man/11269758/Why-we-need-more-men-only-spaces.html
questo articolo è quello che ha fatto scatenare la mia curiosità. A parer mio chi lo scrive non è molto imparziale, ma può comunque dare qualche spunto.