Car*,
contro la condivisione di foto senza consenso, il revenge porn e il victim blaming, contro qualsiasi forma di abuso digitale e di cultura dello stupro, oggi lanciamo la campagna “IL CORPO E’MIO. Posso mostrarlo quando e a chi dico io. Non puoi mostrarlo come e a chi vuoi tu”. Vogliamo dire che non abbiamo vergogna a mostrarci, che il sesso è gioco, piacere e rispetto, che rivendichiamo la libertà di scambiare immagini e filmati come, quando e con chi desideriamo, che vogliamo continuare a farlo senza temere che queste circolino in gruppi segreti, perché non siamo noi ad essere sporche, sbagliate o imprudenti.
Alle umiliazioni subite vorremmo rispondere con una festa gioiosa di foto dei nostri e vostri corpi. A “tetta alta” come sempre. Inviateci foto di parti di voi che volete pubblicare per aiutarci a scardinare la logica assurda per la quale alcune persone si sentono in diritto di condividere immagini senza la vostra autorizzazione, di commentarle in modo feroce, umiliante e misogino. Noi le “monteremo” su un template non rimuovibile in modo che non possano essere a loro volta condivise. Sappiate però che resta il rischio che questo avvenga, ma noi non rinunciamo ad esporci. Anche in maniera erotica e provocante (nei limiti della policy di facebook) perché nessuno può dirci come vivere la nostra sessualità e perché vorremmo fosse un grido allegro e potente contro una cultura sempre più puritana e allo stesso tempo sempre più sessuo-aggressiva. Vi invitiamo anche ad accompagnare la vostra foto con un commento, uno slogan, un racconto, una testimonianza. Per partecipare al Body Liberation Front scrivete a abbattoimuri@grrlz.net
ps: se volete potete voi stesse montare la vostra immagine copincollandola nel template che trovate sotto. E un avviso: le persone che partecipano alla campagna sono tutte maggiorenni.
in basso alcune nostre foto e i vostri contributi. ne arriveranno altre 🙂
Ottimo articolo! Secondo me, questa campagna vale per entrambi i sessi. Io ho fatto fotografie nudiste e le ho pubblicate in Internet, ma questo non significa che altri possono pubblicare le stesse fotografie dove vogliono. Forse il discorso che faccio io è diverso, perché io pubblico le mie fotografie, diversamente da come fanno altri che invece le scambiano in privato. Rimane il fatto che parliamo di violazione di diritti.
grande ed encomiabile campagna.
un concetto semplicissimo, eppure difficile da far capire a molti malati.