“Caro Internet, Vorrei dirti che la vita è fatta di scelte, e che le mie scelte, fino a questo momento, sono state diverse. Vorrei dirti che sì, probabilmente sto attraversando una fase in cui il mio corpo è fertile ed è socialmente accettabile, adesso, che io possa rimanere incinta e sposarmi, ma io ho scelto un altro dei tanti percorsi possibili. Vorrei dirti che ci sono donne, splendide donne di 24, 25, 26 etc anni che hanno deciso di avere dei bambini, e questa è una loro scelta: loro sono felici, ed a me fa piacere vedere la loro felicità. Sono bellissime mamme che devono esser fiere di loro stesse. Ma spesso, con coraggio, hanno dovuto rinunciare a qualcosa – lo studio, il lavoro – per i loro figli. Io non escludo, nella mia vita, di avere un giorno dei figli con l’uomo che avrò accanto.
Ma ora ho scelto altro, perché le mie priorità sono diverse, e sono felice così. Mi chiedo allora, secondo quale criterio, se le mie ultime ricerche sul web sono prevalentemente cose come “varianza dei ranghi”, “pan di zenzero”, “interrail”, “aurora boreale”, “Feltrinelli”, oppure “bibliometria”, perché mai vengo bombardata di pubblicità di test di gravidanza e di fertilità, allorché una ragazza che sta finendo gli studi sarebbe probabilmente più interessata a degli anticontraccettivi? Passino le pubblicità degli assorbenti. Passino anche quelle dei test. Ma secondo quale logica la loro frequenza deve essere così alta? Secondo quale criterio devo ricevere mail come “vuoi avere un figlio e laurearti?”: caro mittente, se all’università ci fossero le nursery, potremmo anche parlarne. Ma non solo, per una donna che decide di intraprendere gli studi universitari, è pressoché impossibile studiare, avere un figlio, e lavorare per potersi pagare l’università e mantenere il bambino. È necessario che qualcuno le paghi le spese, viceversa devono scegliere. E quante donne brillanti vedo che hanno dovuto scegliere.
O meglio, che hanno dovuto rinunciare o dall’avere un figlio o allo studio o al lavoro – e quando sei obbligato a rinunciare, allora non stai scegliendo. Ma, indipendentemente dagli impedimenti, una donna potrebbe comunque decidere di non voler avere figli, o magari di non averne prima dei trent’anni. Quindi, caro Internet, vorrei dirti che, se è pur vero che potrei mettermi a far figli, potevo decidere di averne già a 15 anni, quando ero nel pieno della mia fertilità. Ma a 15 non mi bombardavi di pubblicità di questo genere, e mi chiedo perché. E mi rispondo che alla società non interessano le scelte. Né la rinuncia. Vorrei dirti, allora, che sebbene io possa, tra le tante cose, scegliere di avere un figlio, per ora ho scelto altro e non vedo dove sia il problema.
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