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#MascolinitàFragile: racconto di come il machismo ha infettato la mia vita

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Cara Eretica,
seguo con grande passione “Abbatto i Muri” scoprendo tante storie interessanti che mi stimolano a lottare, nel mio piccolo, attivamente per i pari diritti. Ho imparato tanto grazie ai frammenti di vita e alle informazioni che quotidianamente riporti e per questo ti ringrazio.

Avrei sempre voluto scriverti e solo oggi, con la campagna #MascolinitàFragile mi son fatto coraggio ed eccomi qui, a parlare di me, della mia esperienza.
Mi ha colpito un passo di un post scritto da un altro uomo come me:
“L’accesso alla sessualità è potere, c’è chi può e chi no. Chi non può deve farsi accettare in un altro modo, sviluppando altre doti meravigliose ma mettendo da parte il sesso.”

Ho rivisto me stesso in questa frase.
Ero un bambino spensierato: ballavo, giocavo con le macchinine, avevo amichetti maschi e femmine.
Poi a 8 anni ho cominciato a mettere qualche chiletto in più e tutti me lo facevano notare. Lì ho cominciato ad avvertire la cultura “machista”. Potrà sembrare estremo, ma, guardando indietro, mi rendo conto che non è normale che un bimbo debba sentirsi a disagio nello svestirsi al mare per un pochetto di ciccia.
Alle medie poi ha fatto capolino il mio dorso leggermente curvo: nulla di invalidante, tendo a curvarmi un po’ in avanti se stanco e distratto.
Ed è così che nella mia vita è comparsa quella frase come una verità assoluta: “Il sesso e l’amore non fanno per te, tu non meriti queste cose, tu non sei fatto per queste cose.”

Ancora oggi a 20 anni sento queste parole come troppo vicine ancora a me, nonostante la strada percorsa.
Perché per questo motivo mi sono avvicinato al sesso solo verso i 14 anni, attraverso la masturbazione.
Che buffo ricordare come io, da grande moralista che ero, mi vantavo con i miei amici di non praticare piacere solitario anche quando ormai avevo cominciato a scoprire questa parte della vita che avevo sepolto nel profondo.

Ricordo anche come cercavo di eliminare quell’attrazione che sentivo verso il porno gay. Ho pregato anche, ma le preghiere, si sa, non è che servano a molto.
Sono bisessuale? Molto probabilmente sì, ma forse è ancora presto per dirlo, mi sento così “indietro” rispetto al mondo, eppure so che devo rispettare i miei tempi e cerco di concentrarmi proprio su questo aspetto. La bisessualità per me è così strana, è come se ti sentissi quasi spezzato, scisso in due metà: una etero e una gay che sembrano quasi convivere, creando a volte situazioni paradossali, come flirtare con maschi e femmine contemporaneamente.

Mi sono dato per tanto tempo la colpa, condannandomi alla castità: la cercavo nei miei fianchi morbidi, nella schiena non sempre dritta, nel mio carattere finendo col vestirmi con capi comprati da mia madre che non mi piacevano. Non facevo che coprirmi, colpevole di non essere abbastanza, di non essere un uomo-alpha. Lo sport e il cibo erano diventati un’ossessione pur non potendo far palestra seriamente in modo da scolpire il corpo.

In un mondo così eteronormativo è così difficile cercare sé stessi. Avrei voluto qualcuno di cui fidarmi, che mi potesse aiutare a capire cosa succedesse, e invece no, mi son lanciato, solo e inesperto nel misterioso mondo della sessualità.
Tremai tutto il giorno dopo che un ragazzo flirtò con me per la prima volta e nella stessa settimana diedi il mio primo bacio sia etero che gay a 17 anni. Ho flirtato con ragazze e ragazzi, ho provato con grande disagio e scarso successo ad approcciare in discoteca, mi sono masturbato in webcam, una delle mie cotte si è suicidata, ho masturbato e sono stato masturbato in luoghi pubblici, ho fatto e ricevuto pompini (una volta in realtà ahahah) sempre per strada, e tutto per cercare di scovare dei sentimenti in me che non riuscivo a provare per nessun@.

Al contrario, quando tornavo a casa e mi guardavo allo specchio mi sembrava di vedere un’altra persona: sei forse tu nel riflesso che hai fatto quelle cose? Perché io non sarei mai capace di baciare qualcuno, di farci qualcosa! Io poi? Con questo corpo? Come potrebbe mai qualcuno avvicinarsi a me?!

Ho perduto tante occasioni, cara Eretica. Perché alla fine io riesco a piacere agli altri, ma non a me. Non capisco come succeda, ma è successo, forse perché sono carino tutto sommato, o forse perché sono molto solare, simpatico e schietto. Ho dovuto imparare d’altronde.
Oggi mi guardo e vedo un giovane abbastanza apprezzato dagli altri, fin troppo estroverso, che pratica attività sportiva giusto per tenersi in salute, che si veste con capi che gli piacciono e che non si preoccupa più ormai di difendere i diritti LGBT, di rivendicare la necessità del femminismo anche a costo di essere definito gay/frocio, persino da sua madre e dalle sue amiche.

Eppure sento ancora il peso di quel prototipo di maschio che dovrei, e soprattutto che vorrei essere.
Stavo frequentando un ragazzo, un ragazzo che sembrava aver sciolto quel ghiaccio dentro di me, un ragazzo così bello che ogni volta che mi faceva un complimento mi veniva la paura che mi mentisse, perché non potevo crederci.
L’ho lasciato perché, per quanto possa combattere questa società malata, mi sono ammalato anche io.
Avremo anche passeggiato mano nella mano per la città, ma quando in giro per la città vedevamo i suoi amic* o rischiavamo di incontrare gente che conoscevo, io avvertivo un disagio troppo forte, una forma di panico che mi obbligava a controllare la gente attorno a me continuamente.

Allora l’ho liberato perché lui merita di essere libero e di vivere una relazione meravigliosa alla luce del sole.
Nelle mie relazioni passate ho sempre rotto dopo una, massimo due settimane perché mi sentivo asfissiato, perché non avevo voglia di voler mentire e costruire castelli di bugie per poter vedermi con i miei partner (qualunque fosse il loro sesso).
Ma ora che sono all’università e che posso gestire tranquillamente una relazione è venuto fuori il vero motivo.

Ho fallito, cara Eretica, ho mandato all’aria tutti gli ideali in cui credevo. Mi sono riempito la bocca di belle parole ma poi, quando si è trattato di mostrare con coraggio il mio modo “diverso” modo di essere maschio (diverso da cosa poi?) mi sono tirato dietro.
La strada è lunga, ma da un lato mi sento felice perché avverto i passi avanti che sto facendo. Riscoprire la sessualità come affettività è un grande passo, il primo passo per distruggere l’idea dell’uomo come puttaniere. Il secondo sarà fare coming out con i miei amici, per scollare da me quest’ideale di “maschio bianco etero palestrato” che dopotutto ancora mi segue e mi trasmette sensi di colpa. Il terzo e più grande sarà amarmi completamente, senza più guardare con sospetto e allontanare tutte le persone che sembrano flirtare con me ma che mi sembrano troppo belle per essere interessate a me. Allora e solo allora ce l’avrò fatta.

Ho scritto questa storia perché c’è bisogno di parlare anche di #MascolinitàFragile, delle nostre storie, di come la società e i suoi modelli ci abbiano distrutto e rovinato la vita. Io sto provando, e piano piano sto riuscendo, a ricomporre me stesso e soprattutto la mia sessualità così stravolta perché socialmente inammissibile.
I sensi di colpa spesso tornano nei momenti bui, sia per punirmi per ciò che sono, sia al contrario per punirmi per le occasioni perdute: ma poi ripenso a ciò che sono, a tutte le cose buone che faccio e alla gente che quotidianamente mi dimostra affetto sincero.
Per questo, Eretica, ti prometto che vincerò questa lotta, contro l’ombra nera del “machismo” che ha infettato la mia vita.

Continua sempre a pubblicare queste storie, a veicolare notizie e iniziative anche se molti oscurantisti, bigotti e avanzi di medioevo vogliono zittirti. Sei tu a ricordarci che non siamo soli nella battaglia, ma che siamo parte di una famiglia che crede in una società migliore possibile.

Con affetto sincero,
non un semplice Follower, ma un giovane Eretico

 

—>>>Questo è un contributo di Eretico per la campagna #mascolinitàfragile. Inviateci storie, immagini, quel che volete, su stereotipi che riguardano il maschile e oltre. Su abbattoimuri@grrlz.net

—>>>Guarda le immagini e i meme creati per la campagna.

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4 pensieri su “#MascolinitàFragile: racconto di come il machismo ha infettato la mia vita”

  1. Grazie di cuore a Eretico e a S., l’autore del precedente post di #MascolinitàFragile!
    Sono l’autore del racconto pubblicato ieri sul tema della verginità maschile adulta. Sono felice di aver aiutato qualcun* ad esprimersi, è anche un modo per sdebitarmi con i/le tant* che scrivendo qui hanno aiutato me.
    Credo che abbiamo dato il via a un “dibattito” a colpi di esperienze personali su temi che non hanno praticamente spazio di rappresentazione nell’immaginario collettivo.
    Grazie a tutt*, ognun* per la sua parte!

  2. Grazie Stefano!
    E’ “fragile” semplicemente perché osservata. Invece di essere il neutro universale che guarda, qui è guardata.

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