Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, Personale/Politico, R-Esistenze, Violenza

Emis Killa e la canzone che legittima stalking e femminicidio

Ci sono cose che dovrebbero essere ben stigmatizzate perché rientrano in una mentalità piuttosto comune, fin troppo comune, e se dici in una canzone che lo stalking e il femminicidio è ok direi che non puoi aspettarti che chi ti ascolta e ti canticchia sappia distinguere. Non so chi sia, questo cantante di cui sento parlare solo ora, ma so che le parole:

“Ennesimo messaggio, dopo il “bip”
Ho provato a contattarti mercoledì
Perchè ho un amico che ti ha visto in centro
Che parlavi con uno e io non ci sto dentro
E no che non è mica detto che sia come penso
Ma da una settimana hai il cellulare spento

Lo so sono egoista
Un bastardo
Ma preferisco saperti morta che con un altro
(…)
Io che intaso di messaggi la tua segreteria
O che tu fai la scema in giro ma in segreto sei mia

(…)
Eri stata avvertita ricordi quegli scleri
Io te lo avevo detto avevo dei problemi seri
E ora hai paura perchè tutti quei brutti pensieri
Da qualche giorno hanno iniziato a diventare veri
E adesso guido verso casa tua che vivi a monza
Pieno di cattive idee dettate da un sbronza
Volevo abbassare le armi ora dovrò spararti
Non mi dire di calmarmi è tardi stronza
Fanculo il senso di colpa non ci saranno sbocchi
Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi
Io c’ho provato e tu mi hai detto no
E ora con quella tua testa ti ci strozzerò”

non sembrano tanto innocue.

Le compagne di Ri-Make Milano sono andate a cantargliele in teatro, a Killa. QUI video e foto. E QUI il loro comunicato. Il Centro Antiviolenza di Cosenza parla di istigazione al femminicidio e l’articolo che ne parla cita altri “versi” di canzoni dello stesso tizio.

Lo spavaldo rapper di Vimercate, aveva ricevuto già in passato accuse di omofobia riguardo ai testi di alcuni suoi brani, tra cui quelli di Milano male (“I ricchioni che si fanno in strada e vorresti ammazzarli, froci“), Broken Dolls (“Si ficcasse l’arco in **** e diventasse frocio”) o Riempimi le tasche (“Sei un brutto frocio si sgama quando mangi il gelato col cono”).

Ora prendete alcune frasi a caso che mi ha passato in screen Alice, e pare che una sua amica le abbia già girate alla postale, perché rappresentano minacce, revenge porn, e non so che altro. Secondo voi se ‘sto tizio, quello delle screen in basso, sente la canzone che parla di femminicidio, il cui autore ha dichiarato si tratti di una canzone di denuncia (?!), davvero penserà che la violenza sulle donne sia qualcosa di sbagliato?

Non si reclama censura, e non si limita l’arte, come dicono alcun*, ma si critica un contenuto eloquente e se l’autore voleva farne un testo di denuncia allora, forse, non è stato capace di farlo arrivare in quanto tale. Voi che ne dite?

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QUI la risposta dell’autore:

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Update: una protesta è organizzata anche a Bologna contro Feltrinelli che ospiterà nella data del 27 ottobre il rapper in giro per promuovere il nuovo album. QUI potete ascoltare l’intervista di una delle Mujeres Libres. In basso la loro foto.

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Su Reggae e sessismo (tnx a Ornella) leggi anche:

Non Solo Reggae

Il rapper italiano e il manifesto sessista

Dancehall reggae, se non balli sessista e machista che ci vai a fare? 

Adri suggerisce: “In colombia tempo fa hanno fatto una campagna forte sui testi reggaeton” [QUI le immagini]

 

14 pensieri su “Emis Killa e la canzone che legittima stalking e femminicidio”

  1. Secondo me censurare l’arte è sempre un male.
    Detto questo, per il tizio degli screen esiste il codice penale.
    Sperando che non vada in galera, dove peggiorerebbe solamente.

    1. non ho parlato di censura. non mi piace la censura. mi piacerebbe se ne parlasse perché detta così non mi pare che il testo della canzone sia una “denuncia”. è una interpretazione di un ruolo, immagino, ma che lo spiegasse.

  2. Stiamo raschiando il fondo. Ci vorrebbero processi seri contro questi personaggi. Quando si diviene personaggi pubblici, le parole diventano pesanti, soprattutto quando hai una “fan-base” che ti sostiene a prescindere da ciò che fai o dici. Se un giudice emettesse una condanna seria, argomentata e passata in giudicato, si creerebbe un precedente importante. Ci sono artisti che si fanno il mazzo ogni giorno nella lotta alle discriminazioni, e imbecilli (mi scuso per il termine) che invece sporcano con il fango il settore a cui appartengono.

    Mi spiace ma questa non è musica, non è arte.

  3. Il tizio degli screen non ha bisogno di una canzone per sentirsi autorizzato, questi poveracci non hanno bisogno di niente per alimentare le loro convinzioni.
    Detto ciò, capisco la posizione del cantante o rapper che ‘interpreta’ un ruolo; diciamo che la sua posizione andrebbe chiarita da lui stesso, permettendo chiaramente che lui è contro il femminicidio.
    Almeno lo spero

  4. cara eretica, volevo dire a tutte le persone che sono preoccupate per il testo di una canzone che non è censurando quella canzone che si risolve il problema. abbiamo sempre detto che la censura e la repressione non funzionano e infatti svolgiamo un lavoro preventivo. prevenzione significa anche spiegare che quel testo parla di una violenza che non deve compiersi, ma non serve demonizzarlo e tantomeno demonizzare chi lo canta perché identificare la canzone con il rapper è sbagliato. cosa dire allora di nabokov e del suo libro lolita. si dovrebbe bruciare perché parla di un pedofilo e di una vittima di pedofilia? o dobbiamo pensare che nabokov fosse un pedofilo? una canzone è un piccolo racconto e non si può crocifiggere chi racconta cose che non ci piacciono. prendi il video e la canzone di Rihanna che fu tanto criticata perché parlava della violenza in una maniera giudicata morbida. non si autodefiniva abbastanza vittima e bruciava tra le fiamme di quella che chiamava passione. era il punto di vista di una donna che stava dentro la violenza e la viveva in modo morboso. la stessa rihanna fu molto criticata perché si rimise con il vecchio partner che la picchiava. le femministe radicali le dissero che doveva essere un esempio per le altre e non avrebbe dovuto rimettercisi. io invece pensai che era suo diritto, erano i suoi tempi e nessuno può obbligare una donna a fare una scelta per dovere sociale. si è trattato comunque di una canzone autobiografica, più o meno. non si può censurare l’autobiografia o la narrativa che non corrisponde ad un manifesto del femminismo radicale. tornando al rap, è vero: esistono canzoni che esaltano la violenza o che insultano i gay e le donne. soprattutto alcuni rapper divulgano contenuti razzisti e sessisti, e questo è stato affrontato in più modi. ci sono state campagne di boicottaggio per i concerti di quei rapper che avrebbero dovuto avvenire in spazi di compagni e compagne (portare un rapper razzista in un centro sociale ad esempio non è una buona idea). e non gli stai dicendo che non deve cantare ma che non deve farlo a casa tua. o puoi scrivere una canzone che esprime un contenuto totalmente diverso. l’azione militante è diversa di volta in volta. io parlerei di pratiche militanti. cosa fare per dare un messaggio culturale diverso senza replicare censure o metodi autoritari? nessun artista o canzone o racconto o libro da mettere in una lista nera. nessun rogo. si può pensare una opposizione culturale? alla canzone rap che parla di femminicidio possiamo rispondere con un testo che dice che se lui ti mette le mani addosso gli saltiamo in testa in mille e gli spacchiamo la faccia? è arte pure quella. chi può dire che non lo è?

    (ti cito alcuni esempi a caso che dovresti ricordare anche tu:

    https://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/06/24/il-rapper-italiano-e-il-manifesto-sessista/

    https://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/07/02/ancora-a-proposito-del-manifesto-rapper-sessista-simili/)

  5. Cioè uno che é una testa di cazzo e non ci arriva a capire che l’omicidio è sbagliato dovrebbe arrivare a sbroccare e uccidere la ragazza perché sente una canzone? E a quando “i videogiochi rendono la gente violenta”? Se uno è violento è violento, non ha bisogno di una canzone per giustificare le sue azioni

    1. non è scritto da nessuna parte che il testo rende violenti. si dice che non pare proprio un testo di denuncia. non si capisce. al pari di altri testi rap pare più un rimestare nel oscuro, dannato, di mondi violenti che fanno sensazione e indignano più che denunciare. è una critica.

  6. Emis Killa non è la prima volta che fa testi in cui fa sembrare la donna una puttana da usare e gettare, ad esempio c’è una canzone (xxx pt.2 ft Gué Pequeno e Vacca e Zuli) in cui lui ha fatto questa strofa : “Lascia a casa le amiche cozze,
    Fatti offrire due botte,
    Porta solo le amiche zozze,
    Vieni a farti dare due botte,
    Femminista come Chanel,
    Sogni la bella vista e la Tour Eiffel,
    Ma bella non ti ho mai vista e quindi ti schiaccio dentro al Motel,
    Boom Boom il rumore che faccio quando ti sculaccio e ti sfondo il ****,
    Boom Boom il vicino che si è svegliato e adesso bussa sul muro, fatti in là
    Ora che ho sonno puoi farla finita con questi abbracci,
    Oggi sei mia da domani puoi farla firnita, non piangere mica,
    Ma in fondo mi piaci,
    Mostri affetto coi baci,
    Quando ti metti nel letto e piangi,
    Perchè io e i miei non ne siamo capaci di fare regali , di essere falsi ,
    Smetti di credere ai sogni, non troverai in me quello che non si trova negli altri,
    Per noi maschi: Voi tutte troie, Per voi donne: Tutti bastardi,
    E intanto spacco ste quattro sceme, io vengo , lei viene,
    E le lenzuola ora son così piene che sembra di stare alla banca del seme,
    Chiami e dici che c’è un ritardo, io riattacco mi vesto e parto,
    Dalla cornetta gridi bastardo, Per me sei questo: Sesso e nient’altro. ”
    Quindi direi che di “belle parole” e rispetto ce ne sia ben poco verso le donne anche in altre canzoni. MA, io sono la prima che ascolta rap e so che nel mondo del rap l’insulto (verso tutti, soprattutto verso gli altri rapper e verso le donne, le minoranze ecc) spesso è usato più per dimostrazione di capacità tecnica (vedi le battaglie di freestyle in cui rapper che sono amici nella vita si insultano con veemenza sul palco a suon di rime) che per vera e propria intenzione di riferirsi a qualche rapper/persona/ donna in particolare. Emis non è il primo né l’ultimo a usare queste strofe.. che per quanto contengano parole forti, non sono MAI state messe in discussione o censurate. Questa canzone, al contrario, per qualcuno che capisce qualcosa di rap, o che comunque lo ascolta un pochino, è palesemente di denuncia. Si vede subito appena si legge il testo che è fatta apposta.
    Ci sono canzoni di tutti i rapper i in cui ci sono frasi cattive sugli altri rapper o sul mondo del rap in generale (non parlo di dissing, parlo delle tipiche canzoni in cui il rapper di turno parla come se pisciasse più lungo di tutti gli altri), sui gay, sulle donne, in alcuni casi anche sulle persone con disabilità o sulla provenienza razziale, ma nessuno ne ha fatto mai scandalo, perchè l’insulto verso determinate categorie per il genere rap non è un insulto vero e proprio, è uno stile, una cornice, non è il contenuto del testo. E’ uno slang, il rap è nato così, da un linguaggio di strada e temi di strada, e quindi mantiene formalmente questo atteggiamento di strafottenza e di crudeltà disillusa verso il mondo, senza un vero e proprio intento denigratorio. E’ un po’ come la poesia di Moretti, A cesena, in cui nonostante l’autore mantenga una formalità e una metrica tipica della tradizione, i temi e il linguaggio della poesia stravolgono completamente tutto, e vanno a creare uno stacco netto con la tradizione di prima.
    Questa canzone invece è palesemente un testo di denuncia, e chi non capisce il rap non capirà né questa canzone né le altre.

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