Antisessismo, La posta di Eretica, Personale/Politico, Storie, Violenza

Se un figlio pubblica un video hard di chi è la “colpa”?

Cara Eretica,

ieri sulla pagina facebook di Abbatto i Muri ho letto un post sulla ragazza che ha tentato il suicidio per il video pubblicato in cui lei faceva sesso. Ho letto anche il post sulla ragazza che ha raccontato i risvolti legali di una vicenda simile e di come lei si sia resa conto di dover smettere di sentirsi in colpa perché le piace il sesso. Io sono la madre di un ragazzo a cui piace il sesso, che ha fatto un video e lo ha postato per vantarsi con gli amici. Non voglio giustificarlo e non voglio neppure dare della zoccola alla ragazza. Voglio riflettere su quello che è successo perché è troppo comodo attribuire tutta la responsabilità solo ai genitori o al ragazzo stesso. Mio figlio è stato denunciato, abbiamo pagato avvocato e multa e io e mio marito non abbiamo mai detto a nostro figlio che aveva fatto bene. Gli abbiamo detto che era stato stupido, ingenuo e che non si devono superare certi limiti. Forse non siamo stati genitori ideali e ci assumiamo la nostra parte della responsabilità, ma questi figli sono bombardati da immagini di sesso e quando lui ci ha detto che lei era d’accordo a farsi filmare non abbiamo avuto dubbi: gli abbiamo creduto.

Mio figlio all’epoca era un ragazzino e vedere che stava correndo il rischio di rovinarsi la vita per una cosa del genere ha spinto me e mio marito a riflettere. Gli abbiamo tolto il telefonino, l’accesso a internet e gli abbiamo detto che doveva studiare e tenersi lontano dai guai. Ma lui comunque non capiva in cosa avesse sbagliato. Se lei era d’accordo allora perché lui era colpevole e lei no? L’avvocato gli ha spiegato che lei non aveva diffuso il video e non poteva essere denunciata per violazione della privacy o diffusione di pedopornografia. La differenza dunque sta tutta lì? Ci siamo detti che era troppo semplice e abbiamo riflettuto parlandone con lui.

Perché sentivi il bisogno di dire ai compagni che “te l’eri fatta”? Mio marito non lo ha mai spinto in quella direzione e chi pensa che ragazzi così vengano da famiglie sporche sbaglia perché la cultura sessista si respira ovunque, scuola inclusa. C’è lo zio, mio cognato, che ogni tanto gli diceva di trovarsi una fidanzata perché un maschio vero fa così, ma gli abbiamo sempre detto di smetterla e di lasciarlo in pace. Mio figlio ha risposto che ha condiviso il video per ridere, perché lo fanno tutti, e non sapeva che tutti quanti avrebbero elogiato lui e condannato lei.

Perché lei è colpevole per una cosa fatta insieme? Perché mio figlio è colpevole per una cosa fatta insieme? Non ha senso. Non abbiamo alimentato il suo vittimismo ma la domanda resta. Se i due ragazzi non vedevano nulla di male nel sesso e in quel video perché la società condanna la ragazza, chiamandola puttana, e fa in modo che lui solo, mio figlio, sia giudicato responsabile del linciaggio? Lui non ha pubblicato il video per farla insultare. Lei non pensava di essere insultata. Allora chi è che ha la responsabilità di quello che è successo? Chi è responsabile delle conseguenze che un gesto irresponsabile ha causato?

Non sto dicendo che mio figlio è innocente ma mi sono trovata in difficoltà quando gli ho detto che non avrebbe mai più dovuto farlo perché la legge non lo permette. La legge non permette di fare sesso con una ragazza e di filmarsi nel frattempo? Se non si spiega bene quello che un ragazzo deve fare e perché a che serve una punizione? Mio figlio ora sa che non si diffondono video di altre persone perché non si viola la loro privacy e perché la gente è cattiva e non perdona, ma non ha ancora capito se il suo errore stava nel fatto di non aver considerato le conseguenze – e come avrebbe potuto, dato che era un ragazzino? – o di aver usato quelle immagini per sentirsi come gli altri compagni. Alla fine quello che lui sa è che è stato sfortunato, perché altri non vengono beccati e lui invece si.

Io e mio marito abbiamo insegnato a mio figlio a non essere sessista, a non discriminare una ragazza che fa sesso, perché se piace a lui non vediamo perché lei debba essere considerata una zoccola. Non siamo quel tipo di genitori ma se non siamo supportati da una critica sociale, da un’educazione sessuale nelle scuole, da corsi in cui si spiega come si usa internet e quali sono le conseguenze di certe azioni, noi che lavoriamo tutto il giorno per consentirgli di fare una vita decente, cosa possiamo ottenere? Se i genitori sono lasciati soli in questo di chi è allora la responsabilità?

La responsabilità è individuale e nel caso di minori è dei genitori, paghiamo noi la multa, spendiamo soldi, siamo responsabili dei loro errori, ma come facciamo a capire cosa fare per evitare certi errori? Soprattutto come facciamo a parlarne se mio figlio viene considerato un mostro e non si capisce che non è così? Vorrei che si capisse che non sto colpevolizzando la ragazza ma non mi sta neppure bene che mio figlio debba essere considerato per quello che non è. Cosa fare allora? Cosa fanno gli altri genitori?

Grazie per lo spazio.

Silvana

—>>>segnalo che non si pubblica una foto senza il consenso delle persone ritratte e in ogni caso postare un video in cui ci sono minori che fanno sesso è diffusione di pedopornografia.

14 pensieri su “Se un figlio pubblica un video hard di chi è la “colpa”?”

  1. “Se lei era d’accordo allora perché lui era colpevole e lei no? L’avvocato gli ha spiegato che lei non aveva diffuso il video e non poteva essere denunciata per violazione della privacy o diffusione di pedopornografia. La differenza dunque sta tutta lì?”
    Temo di sì: se suo figlio e la sua amica fossero stati entrambi maggiorenni e con la patente ed entrambi ubriachi, ma soltanto suo figlio poi si fosse messo al volante di un’auto su cui si trovavano entrambi, è evidente che soltanto suo figlio sarebbe stato perseguito per guida in stato di ubriachezza. La legge funziona così, e non credo potrebbe funzionare diversamente. In sintesi: quando a postare un video del genere sarà una ragazza, sarà la ragazza ad essere perseguita.

    “”Mio figlio ora sa che non si diffondono video di altre persone perché non si viola la loro privacy e perché la gente è cattiva e non perdona, ”
    Ciò che suo figlio avrebbe dovuto imparare da questa vicenda (ammesso che potesse ignorarla in precedenza…) è la prima cosa; se gli avete detto anche la seconda non gli state facendo un grande servizio come educatori. Quando si commette un reato non si viene denunciati perché “la gente è cattiva e non perdona”; si viene denunciati perché esiste una legge che sanziona il nostro comportamento. Se la si fa franca si è fortunati; se non la si fa franca non per questo ci si può considerare vittime; di nessuno.

    “Io sono la madre di un ragazzo a cui piace il sesso, che ha fatto un video e lo ha postato per vantarsi con gli amici. Non voglio giustificarlo e non voglio neppure dare della zoccola alla ragazza. ”
    Il mondo è pieno di gente a cui piace il sesso e che fa sesso senza provare il bisogno di vantarsene con nessuno: a suo figlio piace il sesso, piace vantarsene con gli amici, oppure non riesce ancora a distinguere tra queste due cose? Forse è il caso che si chiarisca un attimo le idee. Soprattutto, mi turba molto che nel raccontare questa vicenda lei usi (sia pure accompagnandola con una negazione) per la vittima del reato di suo figlio una definizione insultante. Lei sicuramente “non vuole dare della zoccola alla ragazza”; ma “zoccola” è il primo termine che le viene in mente per definirla, la prima parola che viene riferita a questa persona nel suo scritto. Forse è il caso che ci rifletta.

    1. Ma cosa ci sarebbe di male a vantarsi di qualcosa, non capisco. Posso essere moralmente accettata se mi compro un cappotto di moda o leggo tutta l’enciclopedia Treccani (esempi a caso) …MA non se me ne vanto? Non voglio essere ironica, solo capire.

  2. Signora Silvana, rispondo alle sue domande con un’altra domanda: è così difficile capire, e di conseguenza spiegare a suo figlio, che lui è colpevole non per aver girato il video, fatto di mutuo accordo, ma per averlo diffuso SENZA il consenso della ragazza? Il nodo della questione che forse non si vuol vedere sta tutti lì. E quindi suo figlio sì, è considerato esattamente per quello che è: colpevole di un reato di diffusione di materiale pedopornografico.

  3. Nessuna comprensione per lei, Silvana. Suo figlio non é stato sfortunato in quanto “beccato” dalle autorità. Suo figlio ha commesso un reato. Non é detto che lo commettano tutti i suoi coetanei e non vengano beccati. Quanta arroganza e presunzione c’è, in questa frase: “Alla fine quello che lui sa è che è stato sfortunato, perché altri non vengono beccati e lui invece si”. Ci sono ragazzi che sanno che non si fa, perché é sbagliato, perché empatizzano con la vittima, perché non alimentano la propria autostima attraverso simili azioni. Ci sono ragazzi che non pensano che sia figo andare a letto con una ragazza e mostrarlo agli amici. Esistono anche loro. Suo figlio non ê tra questi. Nemmeno, per questo, ê un mostro; tuttavia, se ritiene di non aver sbagliato a diffondere il video ma di essere stato sfortunato a farsi beccare, allora il futuro non potrà suggerirgli che di essere più furbo.

  4. É estremamente semplice.
    Loro potevano far sesso, visto che erano entrambi d’accordo, e lui poteva fare il video, visto che erano entrambi d’accordo.
    Ma lui, prima di pubblicare il video, ha chiesto il parere di lei?
    A quanto pare no.
    Quindi in questo, cioè nella pubblicazione di un video che riguardava entrambi, non erano entrambi d’accordo.
    Via, non ci vuole un’intelligenza superiore per arrivare a questa conslusione.
    É facile spiegare a vostro figlio dove ha sbagliato, e il fatto che nob riusciate a farlo mi fa anche capire perché lui lo abbia fatto.
    La consensualità é basilare e lui, pubblicando un video in cui lei faceva sesso senza il suo consenso, non l’ha rispettata.

  5. tra le altre cose, se proprio il piccolo voleva vantarsi con gli amici, poteva far vedere il video sul suo cellulare, volta per volta. Per quanto giovane ed ingenuo, non ci vuole un genio per sapere che una volta che il video è in rete la situazione è fuori controllo. E poi, dai:fanno sesso INSIEME. Decidono di fare il video INSIEME. Decide di diffondere il video DA SOLO. E’ facile trovare il punto in cui il discorso non torna più…

  6. Dove stiamo arrivando? Il mondo va a rotoli perchè alle nuove generazioni manca l’educazione, manca il senso del “sbagliare è sbagliato” perchè i genitori li difendono davanti a tutto!
    Essere genitori non significa difendere i propri figli ma insegnarli a essere delle persone giuste… E se sbagliano bisogna fargli capire cosa hanno sbagliato! In questo caso la signora non riesce a capire cosa ha fatto di male il
    Figlio? Ma se non riesce lei che è adulta come potrà mai fare il figlio?
    Probabilmente lei è talmente ferma sul fatto che lei non avrebbe mai permesso di fare il video, che si sott’intende che se una accetta di farsi filmare dovrebbe mettere in conto che il video potrebbe essere divulgato! Quindi la ragazza è stata ingenua, ha dato troppa fiducia ad una ragazzo che l’ha tradita subito per farsi grande! Ma lui che ha fatto questo, poverino non sa dove ha sbagliato! Signora secondo me suo figlio sa benissimo dove ha sbagliato, lo sapeva anche mentre lo faceva… Perchè il
    Mondo con i social e gli smartphone è cambiato… Lei forse non è aggiornata su queste dinamiche ma suo figlio si! E suo figlio sa anche che con questo vittimismo i suoi genitori gli crederanno e pagheranno per lui senza fargli troppe romanzine… Ma anzi… Prenderanno le sue difese! Dovreste fargli capire che chi sbaglia paga… Per il suo bene!
    Non potranno esserci sempre mamma e papa a pagare per lui!

  7. “…noi che lavoriamo tutto il giorno per consentirgli di fare una vita decente, cosa possiamo ottenere?”
    I genitori non devono essere dei carcerieri, non è necessario che siano presenti 24 ore su 24, ma nei momenti in cui non lavorano e sono presenti hanno la responsabilità dell’educazione del proprio figlio. Possiamo discutere delle mancanze della scuola, di una società malata, di corsi d’educazione sessuale necessari ed assenti…ma i genitori devono prendersi le proprie responsabilità, o cosa impareranno i figli? Se i genitori sono i primi a dire soltanto che forse non sono stati i genitori ideali, ma…ma cosa? Le colpe non sono tutte vostre, perché un figlio ha una testa pensante e ha contatti con altre realtà, ma voi siete il suo primo esempio! Le responsabilità bisogna accettarle in toto, senza se e senza ma, o cosa fermerà il ragazzo dal prendere esempio e non prendersi le sue responsabilità? Non lo aiutate spostando l’attenzione sulle colpe degli altri, non fa male sentirsi colpevole in toto e non vuole dire “sentirsi un mostro”, ma accettare di aver fatto qualcosa di grave e sbagliato, per poi cercare il modo di migliorarsi e fare ammenda (o almeno non ripetere errori simili in futuro). E’ umano e ha sbagliato, sì, tante altre persone sbagliano, ma adesso ha sbagliato lui e lui deve affrontare la situazione. Allo stesso modo per tanti genitori è difficile e tanti genitori falliscono nell’educazione dei figli, ma adesso avete fallito voi. Forse è il caso di lasciare da parte le spiegazioni e passare all’esempio.

  8. Non è troppo difficile, signora: suo figlio doveva CHIEDERE IL PERMESSO della ragazza per diffondere il video. Doveva assicurarsi che ci fosse il CONSENSO da parte di entrambi.
    Il consenso è importantissimo, signora. Lei sarebbe d’accordo se suo marito decidesse di vendere la vostra casa senza prima consultarsi con lei? Le piacerebbe se spedisse per email ai suoi datori di lavoro quella sua fotografia che la ritrae ad una festa quando aveva 20 anni, con una bottiglia di vodka in pugno, senza prima chiedere la sua opinione al riguardo? Io penso che non le piacerebbe.
    La colpa di suo figlio (perché è tutta sua, la colpa) non sta tanto nel fatto di aver pubblicato un film hard, quanto nel fatto che non ha avuto alcun rispetto per la sua ragazza e ha deciso di diffondere un video che la ritraeva senza prima chiedere il suo permesso. Se nemmeno voi siete in grado di spiegargli questo, si spiegano molte cose sul fatto che lui non ci sia arrivato da solo.
    Se poi lasciate che lui pensi di essere stato sfortunato, perché lo fanno tutti ma è stato pizzicato solo lui, qui c’è un ulteriore problema di fondo. Tanto per cominciare, non è vero che lo fanno tutti: ci sono molti ragazzi della sua età che amano il sesso come lui, che come lui decidono insieme alla propria ragazza di girare un film hard, ma che mai e poi mai potrebbero anche solo pensare di diffonderlo senza il consenso di lei. Il pensiero “tanto lo fanno tutti” è un pensiero molto diffuso in un paese come l’Italia. E’ un modo di pensare che non aiuta a risolvere i problemi, che deresponsabilizza. E’ un modo di pensare vigliacco, codardo e omertoso.
    Fossi in lei, signora, io darei a suo figlio un paio di ceffoni, perché un adolescente, anche se ancora minorenne, non è più un bambino. Forse è il caso di insegnargli, una buona volta, che cosa siano la responsabilità, la legalità e il rispetto per gli altri – in altre parole, che cosa sia la convivenza civile.

  9. Avrei voluto mettere mi-piace, non lo faccio solo perché non sono d’accordo sul discorso educazione sessuale a scuola. Sembra che non si possa più vivere senza delegare, allo stato (che io abolirei proprio, figuratevi) si attribuiscono più compiti di quanti ne avesse un tempo la chiesa, deve fare da moralizzatore su dettagli minimi, si finisce in tribunale per ogni diatriba tra vicini di casa… Io sono cosciente del fatto che i miei figli e mia figlia stanno crescendo in questo mondo in cui il virtuale amplifica il raggio d’azione di una condivisione, di una sciocchezza commessa o una brutta figura, di un’opinione che magari poi cambia e ci scoccia se per molte persone resta associata a noi… una volta succedeva solo ai famosi, ora siamo tutti in vetrina. Ma sono cosciente, dicevo, del fatto che loro è in questo mondo che dovranno vivere. Sono contenta come madre di leggere questo scritto perché (a prescindere da come uno la pensi) è importante mettersi nei panni di tutti gli individui e non solo dell’ipotetica figlia femmina. Fermo restando che anch’io logicamente non vedo bene che si diffondano foto o video altrui senza il consenso di tutti i partecipanti all’azione registrata, vorrei dire una cosa: l’esibizione del rapporto sessuale nella società attuale non viene più considerata un peccato mortale ma viene vista con relativo rispetto se ne facciamo una professione o se rientra nel genere artistico. La gente tende a schernire e insultare di più la ragazza (o l’omosessuale) che non nasconde un rapporto vissuto solo per passione. Il ragazzo viene invece più facilmente schernito se pudico o tranquillo (vedi l’esempio dello zio in questo post). Questo mi fa pensare. Chi oggi è adolescente può vedere un possibile futuro come professionista, stimat* e rispettat*, dell’esibizione dell’eros (davanti o dietro alla macchina da presa) ma resta vietato e sconcio fare l’amore per strada. O filmarsi e condividere senza pensarci un minuto e far firmare una liberatoria. Se ci fermiamo a riflettere su questo punto non è che il nostro giudizio sull’accaduto debba cambiare ma semplicemente possiamo davvero dire di capire come vivano i nostri figli e figlie, che non hanno il nostro passato alle spalle. Praticamente non è proibita e mal vista l’esibizione o esaltazione o vanto o diffusione del sesso ma la spensieratezza. E in quanto ai colpevoli, che per me (che sono abbastanza allergica alle leggi) sono soprattutto i/le milioni di malpensanti che sbeffeggiano chi riconoscono per strada e han visto in un determinato video, torno a dire che se non smettiamo di delegare (ma non solo come genitori, soprattutto come amici, vicini, ecc.) non ne usciremo mai perché questa a me pare che sia proprio la manifestazione del fatto che non siamo mai cambiati come società, ci è solo stato detto cosa dovevamo pensare ma ad ogni buona occasione perdiamo la maschera di modernità che ci hanno messo. A mia figlia e ai miei figli auguro di essere forti e saper affrontare quello che verrà. Questo è il loro tempo.

  10. Credo in questo caso non credo bastasse nemmeno il consenso della ragazza, visto che era minorenne. Suo figlio ha diffuso materiale pedopornografico e ciò costituisce un reato. Che lo abbia fatto più o meno ingenuamente non cambia il fatto che fosse un reato.

  11. Credo che in questo caso non sarebbe stato sufficiente nemmeno il consenso della ragazza, visto che era minorenne. Si tratta di diffusione di materiale pedopornografico e ciò costituisce reato. Che poi suo figlio lo abbia fatto più o meno ingenuamente nulla toglie al fatto che sia un reato.
    Molti social network dovrebbero essere utilizzati solo da persone maggiorenni, ed è necessario mentire sulla propria età per registrarcisi se non si ha ancora 18 anni (primo tra tutti Facebook).

  12. Se suo figlio avesse ucciso la ragazza, se anche lei fosse stata d’accordo, avrebbe commesso un crimine perseguibile penalmente. Nel caso da lei riportato, la ragazza non era d’accordo alla diffusione del filmato: è tutto qui. Non c’è nulla di male, come dice anche lei, nel fatto che a entrambi piacesse fare sesso e anche filmarsi e ha ragione: in una società ideale la ragazza non sarebbe vittima di cyberbullismo, non sarebbe additata come una “zoccola” ma sarebbe comunque vittima dell’atteggiamento di suo figlio che ha condiviso con altri qualcosa di suo (di lei) senza il suo consenso.
    Che colpa avete voi genitori, che colpa ha la società? Questo non saprei dirlo, credo che educare dei figli sia molto difficile e per questo non vi giudico; tuttavia mi sembra che lei stia difendendo suo figlio dicendo che i ragazzo non ci vedeva nulla di male, non è sessista, voleva vantarsene con gli amici. Il fatto di vantarsi con gli amici è un atto profondamente maschilista che risponde all’esigenza di mostrare la donna-trofeo.
    Certamente il social network è un’arma, internet è un’arma e porre un’arma nelle mani di un adolescente, o di un immaturo, di un irresponsabile è molto pericoloso.

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