Antiautoritarismo, Antisessismo, Autodeterminazione, Critica femminista, R-Esistenze

Asia, bellissima perché fiera combattente curda contro l’Isis

14199678_1279411628749544_953879090308596432_n

Asia Ramazan Antar era una combattente curda. Morta a vent’anni. Difendeva la sua terra e l’idea di uno spazio vitale fatto di “uguaglianza di genere, redistribuzione di ricchezze e risorse, democrazia diretta, ed era la prova vivente, come molte altre e molti altri impegnat* in quella battaglia, dell’indifferenza connivente che nazioni europee e occidentali dedicano a quello che succede realmente nella battaglia contro l’Isis“. Da un lato c’è la Turchia che getta bombe sui curdi e dall’altro un occidente che racconta balle a proposito di Islam e musulmani trascurando di dire che l’esercito curdo, ovvero quello che è in prima linea contro i fanatici dell’Isis, è a maggioranza musulmana e non rappresenta affatto lo stereotipo che vogliono attaccare sulla pelle di ciascun@ di loro. Volessero combattere l’Isis per davvero dovrebbero aiutare i curdi e smettere di essere conniventi con la Turchia. E invece.

Lei era tutto questo ma per la Repubblica e altre testate italiane è solo la “Angelina Jolie del Kurdistan“. Per capire di più su quello che accade da quelle parti posso suggerirvi una lettura semplice e appassionata a cura di Zerocalcare, con il suo Kobane Calling. Per una critica antisessista invece chiedo solo un altro minuto di pazienza. Chi trasforma in oggetto una persona che ha vissuto pienamente da soggetto autodeterminato, forte, meraviglioso, non solo compie un furto, la colonizza, si appropria della sua immagine come altri volevano appropriarsi del territorio che abitava, ma restituisce un immaginario sessista che riguarda tutte noi.  Perché mai si sente il bisogno di attirare click puntando sul corpo oggettificato di una combattente? Perché non si spreca una sillaba per raccontare i suoi ideali, la passione, la forza, a prescindere dall’aspetto estetico? Semplice da dire: perché di una donna, nella mentalità comune, interessa sempre e solo il fatto che rappresenti un modello estetico preciso. Per tutte le altre combattenti, che non somigliano a una attrice famosa, o i combattenti, gli uomini, che non sono Brad Pitt, non si spende una sola parola. Silenzio assoluto.

Come dire che le nostre partigiane della resistenza nazifascista, le combattenti antifasciste contro la dittatura di Franco in Spagna e qualunque donna impegnata contro colonizzazioni culturali, territoriali, valgono poco se si impegnano in ruoli che sono diversi da quelli cui fa riferimento l’attuale ministero della salute col fertility day. Una donna che non dà l’idea di dover essere salvata, che non si comporta da “vittima” che l’occidente potrà sfruttare per tirare bombe sul medio oriente, che assume pienamente la responsabilità di essere presente a se stessa, di non essere quella che viene posta in ruoli subordinati, in attesa di protettori, di tutori del controllo, non può essere descritta in modo dignitoso. Si preferisce annullarne gli aspetti che caratterizzavano la sua vita parlando della sua bellezza. Lei era e resta bellissima ma non perché somiglia a un’attrice famosa, ma perché era una fiera eroina, una di quelle che l’occidente non sa considerare in quanto tale, in guerra contro i terroristi dell’Isis, perché l’idea che va data è quella dello Stato forte, l’uomo forte, all’attacco contro il terrorismo, con donne sempre velate viste sempre e solo come vittime.

Lei era bellissima, una bellissima, valorosa, combattente, e noi preferiamo ricordarla perché ha provato, e un po’ è riuscita, a regalare a tutt* noi, un pezzo di futuro, di rivoluzione, di liberazione da orribili esempi di oppressione.

Ciao Asia, e grazie, davvero.

 

Update: Repubblica nel frattempo ha modificato ma il problema resta e la critica all’errore pure.

2 pensieri su “Asia, bellissima perché fiera combattente curda contro l’Isis”

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.