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#FertilityDay: lettera aperta alla ministra Lorenzin

 

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Mi segnalano una lettera scritta da un gruppo di psicologhe e psicologi a proposito dell’iniziativa a cura del Ministero della Salute. Buona lettura e diffondete, se potete.

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Gentilissima Ministra Lorenzin,
siamo un gruppo di psicologhe e psicologi e leggiamo con stupore dell’iniziativa del “Fertility Day”, stupore che si trasforma in sconcerto alla lettura del Piano Nazionale per la Fertilità.
Troviamo poco comprensibile attribuire una responsabilità rispetto alla maternità tardiva alle donne e troviamo umiliante che la campagna sottolinei il ticchettio dell’orologio biologico, in una nazione in cui non esiste più stabilità lavorativa, non ci sono supporti validi alla maternità e alla genitorialità in generale, dove la gestione e l’accudimento dei figli vede per lo più attive iniziative private, peraltro costosissime, o nonni faticosamente disponibili, una nazione, inoltre, in cui i prerequisiti alla genitorialità sono assenti o assai precari: in primis difficoltà di reperimento del lavoro, difficolta di accesso alle case popolari ed anche difficoltà enormi di accedere a mutui, difficoltà ancora più accentuate dalla precarizzazione istituzionalizzata del lavoro.

Per quanto riteniamo condivisibile la volontà istituzionale di avviare una campagna di SALUTE sul tema della fertilità, troviamo QUESTA iniziativa confusiva e dannosa; pericolosa e depersonalizzante è l’affermazione che si legge in una delle cartoline proposte dalla campagna “la fertilità è un bene comune”, perché NO, la fertilità non è una performance pubblica, è un fatto privato e soggettivo che pertiene una cosa intima, il corpo delle donne è delle donne e il modo in cui decidono di disporne appartiene a loro. Lo stesso discorso, ovviamente, riguarda anche gli uomini e il loro diritto di disporre del proprio corpo e di decidere della propria fertilità secondo sentimenti e scelte personali.

Questo tipo di comunicazione va ad aggravare, peraltro, una già osteggiata applicazione di una legge (Legge n.194/1978) che prevede libertà di scelta da parte della donna rispetto alla gravidanza e alla sua prosecuzione, nel rispetto dei limiti temporali e clinici previsti, poiché sottindende, a tratti in modo invasivo e giudicante, proprio questa eventuale scelta.

Proviamo stupore e sconcerto nel leggere nel Piano Nazionale

“Cosa fare, dunque, di fronte ad una società che ha scortato le donne fuori di casa, aprendo loro le porte nel mondo del lavoro sospingendole, però, verso ruoli maschili, che hanno comportato anche un allontanamento dal desiderio stesso di maternità?
La collettività, le istituzioni, il competitivo mondo del lavoro, apprezzano infatti le competenze femminili, ma pretendono comportamenti maschili.

Quindi esistono ruoli maschili e femminili?
Quindi le donne che scelgono di crescere professionalmente sono da considerarsi mascoline?
Sono mascoline le donne che lavorano nell’esercito, forse?
Ci stiamo dicendo questo?

Come ignorare gravi affermazioni istituzionali quali:

La crescita del livello di istruzione per le donne ha avuto come effetto sia il ritardo nella formazione di nuovi nuclei familiari, sia un vero e proprio minore investimento psicologico”?

che richiamano, quasi con nostalgia, i tempi dell’oscurantismo sociale e culturale che condannavano la donna a ruoli e funzioni secondarie, subalterne e di dipendenza nei confronti dell’uomo; condizione, questa, che si è cercato di combattere e contrastare fin dai tempi del Risorgimento!

Dovremmo forse augurarci, come italiani, che le donne rinuncino ad accedere ai livelli più alti dell’istruzione di questo paese?
Studiare, laurearsi, emanciparsi, intraprendere una carriera, perseguire la realizzazione come persona e come donna, sembravano, negli ultimi decenni, gli imperativi da raggiungere, se non fosse che adesso, alle donne, viene ricordato che stanno venendo meno alla loro funzione riproduttiva.

Troviamo pericolosissime queste affermazioni, quando soprattutto non si mette in evidenza che in Italia non è mai stata fatta una politica seria, che finanziasse, ad esempio, gli asili nidi all’interno delle aziende, non ci sono campagne di educazione sanitaria che informino adeguatamente su malattie che sono al primo posto come cause per l’infertilità, quali il varicocele maschile e l’endometriosi nelle donne.

Sottolineiamo, inoltre, la questione del doveroso RISPETTO per tutte le condizioni di non genitorialità, sia quelle delle persone, donne e uomini, che non hanno la possibilità biologica, psicologica ed economica di generare, sia di quelle che hanno operato una consapevole e legittima scelta non procreativa.

Non è chiaro perché lo Stato Italiano debba nuovamente entrare a piedi uniti su una questione così privata e con questi termini che ricordano, in modo fin troppo esplicito, il triste periodo storico del fascismo italiano, durante il quale, tra i molti e diversi modi in cui la democrazia veniva calpestata, si scelse di avviare campagne di invito alla procreazione, sottese unicamente dall’ideologia fascista “il numero è potenza”.

Forse le nostre nonne e bisnonne – quelle pluripare accanite – se avessero potuto decidere di fare altro, magari l’avrebbero fatto.
Troviamo questa campagna oltraggiosa come donne, come uomini, come persone, ma soprattutto, come professionisti della salute, la troviamo pericolosa per una popolazione femminile, già vessata da condizioni estremamente difficoltose per la scelta di procreare, perché le cartoline potrebbero indurre ad un significativo vissuto di colpa patogeno. Una campagna paradossalmente contraria, e non a favore, di donne che potrebbero sentirsi in colpa perché è come se disattendessero un’aspettativa naturale, quando forse quell’aspettativa è più culturale di quanto non si creda. Essere madre o padre rappresenta una scelta/un’opportunità, nella stessa misura in cui si è donna e non madre per scelta o per circostanza o uomo e non padre per gli stessi motivi.

—>>>da QUI (fonte e firme) a scorrere ecco le prime: Simona Martini, Elisa Faraci, Paola Serio, Ada Moscarella, Pier Angelo Sanna, Patrizia Guarino, Mari La Trottola, Marinella Magnani, Eleonora Mangano, Mauro Provenzani, Valentina Mossa, Sara Alaimo, Anna Zinerco, Alberta Xodo, Tiziana Pozzoli, Sara Colognesi, Rossella Skarlet, Maria Forte, Sara Capizzi, Marinella Caforio, Sara Tronati, Annalisa Allodoli, Eleonora Barbieri, Luana Rizzo, Federica Perrone, Chiara Carrozzo, Chiara Antonio, Agnese Falcucci, Irene Zaffiri, Maria Grazia Mazzotta, Monica Peluso, Ombretta Greco, Simona Capobianco, Valentina De Leonardis, Anna Piccinni, Sandra Vannoni.

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36 pensieri su “#FertilityDay: lettera aperta alla ministra Lorenzin”

  1. L’ha ribloggato su SenzaCamicee ha commentato:
    Abbatto i Muri riprende la lettera che insieme a delle colleghe e dei colleghi abbiamo scritto su questa campagna horror del #FertilityDay.
    Vi lascio con la mia più argura riflessione in merito:
    #FertilityDay: la campagna del Ministero della Salute che ti fa ricordare che almeno quando c’era lui i treni arrivavano puntuali e si dormiva con la porta aperta.

  2. Oggi è il fertility day. Ho visto manifesti osceni inneggianti al procreare bambini e all’avere per forza più di un figlio. Mi sento questa volta di dire la mia. Punto primo.. prima di avere l’idea di un figlio solitamente sarebbe opportuno creare le condizioni per mantenerlo.. quindi trovare un lavoro..E se si finisce di studiare a 30 anni nn siamo più nei tempi.. caro mio fertily day hai già scazzato.. nel mondo reale funziona ahimè diversamente.Seconda cosa ..se una donna per una serie di motivi non può avere figli rimane una Donna con la D maiuscola e tutto maiuscolo direi..perché forse è una scelta ma forse e spesso è perché non sono andate in porto tante cose e di certo non è colpa sua e aggiungo mi sembra da gran merde fagliene una colpa. Terzo ma non da meno credo che ogni persona valga x quello che è e x quello che decide di essere e una campagna del genere discrimina la donna in quanto essere umano pensante e capace di provare emozioni.
    #donnenonsiamomacchine #wlemammemaanchelenonmamme #wledonne #tutte

  3. Dite alla ministra che se crede veramente che la fertilità sia un bene comune, dovrebbe migliormente spendere risorse per cura e supporto per le malate di endometriosi.

  4. Volevo ringraziare chi ha scritto questa lettera e se possibile vorrei poterla firmare. Sono una donna italiana di 31 anni e vivo con la consapevolezza che non potrò mai essere madre in quanto ho la sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser…in pratica non ho l’utero! E come me ce ne sono molte altre! Leggendo la campagna pubblicitaria che il ministro Lorenzin ha voluto ci sentiamo ferite e arrabbiate. Noi figli non ne avremo e di certo lo Stato non ci aiuterà a poter essere madri. In nessun modo.

  5. La Lorenzin al pari delle sue colleghe ministre ha partorito la sua “riforma “. Peccato sia nato un mostriciattolo degno del più retrivo oscurantismo . Siamo indignate come donne come madri come italiane.

    1. E’ vero , inoltre lei perchè non è rimasta a casa a fare figli, anzi ha atteso anche oltre l’età che lei definisce oltre, forse perchè può permettersi baby sitter, cameriere, autisti, tate e altro, avviamente a spese nostre con le tasse che paghiamo.Vergogna ora decidono , come in Cina cosa fare del nostro corpo, donne di poco valore a cui non affiderei neanche i propri figli.

  6. Mi vergogno non in quanto donna ma come essere umano. Anch’io “Vi lascio con la mia più argura riflessione in merito:
    #FertilityDay: la campagna del Ministero della Salute che ti fa ricordare che almeno quando c’era lui i treni arrivavano puntuali e si dormiva con la porta aperta.

  7. Mi viene quasi da piangere. Tralasciando lo schiaffo, anzi la sediata sulle gengive di chi desidererebbe un figlio, ma per qualsiasi motivo è impossibilitato, qui, come succede sempre più spesso, si stanno mettendo le mani in un fatto totalmente privato e personale. Da quando siamo di nuovo parte dello Stato Vaticano?

  8. L’ha ribloggato su Caose ha commentato:
    Proprio il giorno del mio compleanno doveva cadere questa campagna del Fertily Day altamente oscena, raccapricciante e sessista (per le donne ma anche per gli uomini.)… Youpie (altamente ironico.).

  9. Lettera aperta alla Lorenzin da parte mia:

    “Avete forse pensato a chi ha aspettato invano un figlio da anni e che quella clessidra se la sente dentro?
    Al fatto che aprire le gambe non porti automaticamente a concepire?
    Al fatto che nessuno aiuta le coppie e future famiglie a trovare un lavoro stabile?
    Al fatto che in molte regioni i costi della procreazione assistita siano altissimi e le liste siano chiuse?
    Al fatto che il messaggio può essere mal interpretato e che si ignorino le malattie sessualmente trasmissibili?
    AL fatto che i bambini poi giacciono abbandonati negli orfanotrofi perchè la burocrazia non consente una adozione snella?

    E in ultimo…al fatto che siamo TROPPI e che le risorse della terra già così sono al collasso?

    Ma quanto potete essere piccoli, meschini, poco lungimiranti e soprattutto OFFENSIVI?

    Vergognatevi.
    Voi non mi rappresentate.”

  10. ” la moglie non può apparire come essere sessuale, ma soltanto come essere che mette al mondo i figli. L’idealizzazione della maternità, la sua glorificazione che è in così violento contrasto con la brutalità con cui le madri del popolo lavoratore vengono in realtà trattatate, servono sostanzialmente per non far nascere nelle donne la coscienza sessuale, per non far esplodere la rimozione sessuale, per non far scomparire la paura e il senso di colpa sessuali. L’affermazione e il riconoscimento della donna come essere sessuale significherebbe il crollo di tutta l’ideologia autoritaria. ” Un altro sostegno della familia autoritaria è l’ideologia della e questo non soltanto nell’interesse dell’imperialismo militare, ma essenzialmente con l’intenzione di . Psicologia di massa del fascismo, Wilhelm Reich 1933 Fate l’amore, non fate figli

  11. Mi chiamo Sonia, ho 44 anni e due figlie di 8 e 3 anni, nel febbraio 2013, al sesto mese di gravidanza, sono stata LICENZIATA!!!!! e con me altre 2 ragazze…..abbiamo fatto vertenza tramite sindacato CGL…. Siamo ancora in attesa di giustizia!….ma è chiaro che oggi in Italia la maternità non è tutelata!!!! Il ministro Lorenzin farebbe bene ad occuparsi, insieme ai suoi colleghi, del rispetto delle leggi, della tutela dei lavoratori, non dei fatti privati ed intimi della popolazione .

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