Lei scrive:
Ciao, seguo questa pagina e l’amo. Sono una giovane donna, felice di essere donna, non voglio diventare come nessun uomo in futuro, non voglio i ‘loro diritti’ voglio i miei. Voglio che nessun uomo mi dica cosa fare o non fare della mia vita, come vestirmi o non farlo. Voglio che nessuno si sorprenda se occuperò un posto importante da qualche parte e neppure se deciderò di dedicarmi alla cura della mia famiglia e dei miei figli. Voglio essere libera di scegliere.
Tra le scelte che ho fatto è l’essere musulmana. Si, sono una donna felice di essere musulmana. Ora, se nelle vostre menti si sono proiettate le immagini di donne vestite da fantasma blu, lapidate, uccise, sottomesse eccetera vi chiedo di rimuoverle e mandare a quel paese la società maschilista che le intrappola. Ma di farlo al mio fianco, perchè l’islam non è questo. Ma non è di loro che vorrei parlare, so che se ne parla abbastanza ma che non sarà mai abbastanza, l’unica cosa che mi sento di dire è che loro stanno facendo la loro battaglia, silenziosa forse, senza armi sicuramente, impari ovvio, ma la stanno conducendo. Lentamente? Forse, di certo costruire una strada non è una cosa che si fa in qualche anno. E altra cosa importante, loro non devono diventare libere come qualcuno. Devono trovare la loro libertà, scegliersela, niente roba preconfezionata. Lo stanno facendo, io ho fiducia.
Ma come dicevo non è di loro che voglio parlare. Io vorrei portare l’attenzione su noi altre. Mi permetto di parlare al plurale. Noi altre siamo le musulmane in occidente. Si si, siamo quelle del burkini, del “velo si – velo no”, non lavori col velo, velo velo velo. Donne musulmane=velo, bisogna liberarle così potranno vivere come noi, poverine.
Non si riesce a vedere oltre a questo. Come se l’unico problema nella nostra esistenza fosse quello di spiegare a sua maestà l’Occidente che ringraziamo tanto il tentativo di espropriarci della nostra identità culturale e religiosa ma stiamo bene così. Anzi, delle volte si sente proprio il peso di dover dimostrare a chissà chi che non siamo inferiori e stupide solo perchè decidiamo di girarci un fazzoletto sulla testa e mettere magliette a maniche lunghe.
Ecco io vorrei dire che siamo anche oltre questo. Che anche noi magari abbiamo problemi col cibo, col nostro fisico. Che la bulimia e l’anoressia ci riguardano. Che i canoni di bellezza che ci si ritrova ci stanno stretti. Che non avere i capelli perfetti ci fa soffrire anche se non li vedono gli uomini. Che delle volte non sono gli uomini il problema ma le donne. Che essere troppo scure o troppo chiare ci porta a spendere un patrimonio in trucchi. Che ci facciamo le paranoie che si fanno tutte eppure le nascondiamo dentro noi stesse perchè no, la battaglia a cui siamo chiamate a combattere è quella del bagno in mare, l’unica volta che si chiede la nostra opinione è quando si parla dei nostri vestiti. O se per disgrazia un deficiente ammazza la moglie ed è musulmano ci chiamano per dire ‘nooo, non siamo tutti così’.
Un eterno dover dare dimostrazioni.
Non so se sono riuscita a spiegare quello che penso, e spero di non aver saltato troppo da una cosa all’altra.
Ringrazio di nuovo questa pagina per lo spazio che dà. Un abbraccio a tutte.
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Bellissimo, ti ho letta con molto piacere. Purtroppo è un sogno pensare che tutti capiscano la vera realtà delle cose. Siamo ignoranti. Io stessa credo di capirti solo perché ho vissuto 5 anni in Marocco. Se non avessi avuto questa esperienza forse sarei ancora la solita atea femminista con i paraocchi (padre docet) che ripete a pappagallo le ricettine, nonostante non mi ritenga una stupida. Mi ritengo ancora una femminista, ma Uscire dal nostro giardino e conoscere e vivere altre realtà ci permette di capire, se si ha voglia che non ci sono ricette, ma esseri umani e storie e vite, ognuna la sua. Ci sarebbe tanto da dire, un abbraccio e complimenti per la tua intelligenza e coscienza di te.