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Vorrei mettere gli shorts ma mia figlia non vuole

Lei scrive:

5823ff28a972559b7a5ba20116afab00Vergogna, mi fa mia figlia. Sei una vergogna. Ma scusa, dico io, vergogna per chi?

Perché vedete, è facile, senza generalizzare, che una mamma in vena di indossare gli shorts, si ritrovi a subire il moralismo della figlia adolescente che ribaltando i ruoli diventerà una sorvegliante dell’altrui purezza, in questo caso di quella di sua madre, cioè io.

Mia figlia ha tredici anni e io ne ho trentaquattro perché l’ho fatta che ero “giovane”. Ora secondo lei sono vecchia e devo conformarmi ai dettami delle convenzioni comuni. Niente shorts perché si vede che non sono una ragazzina e spunta la ciccia, la cellulite, qualche peletto e le smagliature. Allora la guardo e dico: ma senti, io sono così anche perché ho partorito te che mi hai fatta gonfiare come una mongolfiera. E’ vero che tendo a ingrassare e che la mia ritenzione idrica non perdona, ma se tu passi il tempo a misurarmi i piaceri e gli orgasmi invece di fare le cose tue da adolescente, così tra un po’ mi ti fai suora.

Allora se ne esce con la storia che dovrei rispettare le suore e io non capisco se è posseduta o cosa. Ma in questi casi chi dovrei chiamare? L’esorcista no perché me la riconsegna strafatta di morale religiosa. E dunque chi? Non dico che vorrei condurre mia figlia alla perdizione ma almeno che lasciasse stare me nell’inferno in direzione del quale sono così felicemente diretta.

Da quando è passata dalla fase “ti amo e ti adoro come la salsa del pomodoro” a “ti odio, tutto quello che mi succede è colpa tua” io non ho più neppure diritto alla masturbazione, tanto per dire. E non pretendo affatto di farlo davanti a lei, ma figuriamoci, ma non posso farlo neppure in camera mia perché ho il terrore che entri e finisca per farmela scontare come quando ero piccina e temevo che entrasse mia madre la quale aveva il vizio di farmi dei blitz a sorpresa.

Mi sento talmente osservata e giudicata da mia figlia che non vedo l’ora di essere sola per smettere di rappresentare, come dice quella moralista di mia madre (tale nonna tale nipote), un esempio per mia figlia. Ma lo facesse lei, l’esempio. Io non voglio essere una martire che deve rinunciare a tutto perché la legge di mia madre o di mia figlia me lo vieta. Poi dicono che si torna ragazzine, ad una certa età. E grazie. Come dovrei tornare se sono arrivata al punto che devo rollare la canna al cesso e fumarmela, che sia pioggia, neve o tempesta, fuori, dietro il muretto e quindi esposta a nord dove il vento ghiacciato spira forte, d’inverno, con la paura che un minuscolo filo di fumo raggiunga le narici sensibilissime di mia figlia.

Ma poi, mi chiedo, da dove cazzo avrà preso quella sensibilità olfattiva? Io ho fatto l’overdose di aromi e odori quand’ero incinta, ma poi sto come sta una persona normale con narici e olfatto normali. Uno immagina che, in una casa con genitori e figli, siano i genitori a controllare la stanza dei figli, il diario della figlia, la cronologia di internet e i messaggi sul cellulare. Magari una perquisizioncina per vedere se si droga o beve o prende la pillola anzitempo e senza prescrizione medica. Invece da me è esattamente l’opposto.

E mamma: ricordati di prendere la pillola perché non voglio un fratello. Ricordati di non stare troppo su internet con quelle stronze delle tue amiche su facebook. E poi fate davvero schifo, sempre a parlare di cazzi. Vergognati.

E si, porcadeazozza, mi vergogno, mi cospargo il capo di cenere e mi flagello picchiandomi con il dildo di trenta centimetri che nonostante i miei notevoli sforzi non sono mai riuscita a far entrare, là dentro, nella cosa, fino alla fine. Già mi spiace averci la figa corta, ma poi avere anche la figlia che mi tiene al collare, un po’ mi fa rabbia. Niente facebook, niente orgasmi, niente sesso in casa neppure quando lei non c’è. Tipo farlo quando è a scuola, con l’amante sempre pronto a gettarsi via dalla finestra nel caso in cui lei ritornasse. Niente marijuana, niente di niente.

Lo so che la maggior parte di voi dirà che sono una madre degenere e che mia figlia ha ragione, ma io vi sfido ad averci una figlia scassacazzi come la mia. Chi le dice niente, in fondo? Io sono una mamma aperta, disponibile, e non solo per quello che pensa lei. Sono una persona istruita, decisamente felice o, almeno, più allegra delle mamme che vedo a scuola quando aspetto mia figlia all’uscita. Vietato cantare in macchina. Dice che il mio è un latrato e che le rompo i timpani. Allora la sfotto e scherzo mimando un movimento ritmico per farla ridere ma lei pare venuta fuori da un corso accelerato per diventare giudice dell’inquisizione spagnola. Potesse bruciarmi l’avrebbe già fatto con uno dei suoi sguardi pieni di ira.

Lo so che l’adolescenza è complicata e che bisogna essere forti. Ma se non posso neppure contare su un pochino di droga e una sana vita sessuale, come faccio a resistere fino a che lei non sarà diventata adulta? Insomma, io non posso indossare gli shorts perché gli standard estetici di mia figlia non me lo permettono. Mi fa vergognare come una ladra. Se lei li indossa? No perché dice che non vuole fare l’esibizionista come me. Allora penso che la mia influenza potrebbe essere negativa e chi lo sa che capovolgendo i ruoli non mi diventa libertina. Datemi un consiglio: da domani divento uno sbirro moralista, vestita da suora e a controllarla ogni minuto? Potrebbe essere un buon antidoto per disinnescarla?

5 pensieri su “Vorrei mettere gli shorts ma mia figlia non vuole”

  1. Il giudicare o essere giudicate credo faccia parte della condizione umana, specie tra donne. Siamo attente a chi è più vicino a noi, quindi credo, da quello che scrivi che tua figlia ti è “molto vicina”. Bene ma se tu vuoi le tue sacrosante libertà, sei giovane e ne hai tutto il diritto, devi fare i conti col giudizio impietoso di tua figlia.
    Ai miei tempi, sono molto avanti con gli anni, la minigonna che potrebbe essere l’equivalente degli shorts (?) veniva attentamente vagliata , secondo il giudizio di mia madre, mia nonna e mia zia cantante lirica, per mia fortuna a 14 anni avevo le gambe perfette di una 100 metrista e quindi ho avuto l’ok.
    Non so se il giudizio sulle mie gambe sarebbe stato negativo l’avrei indossata egualmente, comunque è durata poco … Ma questa è un’altra storia
    Un caro saluto e tanti auguri
    Geni Sardo

  2. Avere una madre “aperta” è bello, ma allo stesso tempo può essere anche difficile. Ti può sembrare di dover essere tu a prenderti cura di lei, invece che il contrario, e allo stesso tempo è facile essere risentiti perché vorresti avere tu il ruolo della “ribelle”, quella che fa le cose vietate, e invece ti senti in dovere di fare la controllora. Magari il ruolo non lo vuole, ma le sembra necessario, e sentirsi chiamare “scassacazzi” e non essere presa sul serio la fa rimanere male.
    Questo è il mio punto di vista e non necessariamente il suo, però ricordati che ci sono sempre due facce della medaglia 😉

  3. Io non vedo perché qualcuno non dovrebbe essere libero di oggettivizzarsi. figlia o madre.
    Però, anche dire che non si è liberi di sottolineare l’oggetto che si è perché un’altra commenta “vergogna” è aggressività passiva di un tipo non particolarmente nobile.

    Tu sei libera di metterti in vetrina riducendoti a una cosa il cui luogo naturale è la vetrina, io sono libera di dirti che per me è così.
    Non si censurano le minigonne (come gli antiquati dicono al posto di “shorts”), e non si censurano i “vergogna”.

  4. Diventare uno sbirro è controproducente per te. Scatena la sua furia, falle dire vergogna tremila volte al giorno e tieni il conto giornaliero su una lavagna ben in vista, ribadendo he incazzarsi così fa male solo a lei e a lei solo, e che magari si vive meglio accettando le differenze altrui. Dopo x mesi passati a schiumare ogni giorno la fatica da rabbia dovrebbe prendere il sopravvento e magari lei considererà che forse si vive meglio non giudicando. Perchè, citando Ennio Flaiano, arrivera sempre qualcuno più puro che ti epura.

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