Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Precarietà, R-Esistenze

La legge tedesca danneggia i/le sex workers

Photo by Hydra. All Rights Reserved.
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Da OpenDemocracy (tradotto da Paolo Bello):

Il 7 Luglio è un giorno triste nella storia dei diritti dei lavoratori del sesso in Germania. Il Bundestag tedesco ha approvato la legge del Governo, la ProstSchG (legge sulla protezione delle prostitute).

Siamo lavoratori del sesso che lavorano in diversi luoghi e forme. Tra noi ci sono lavoratori di strada, persone che lavorano nei bordelli, professionisti tantrici, accompagnatori indipendenti, fornitori di servizi BDSM e molti altri, affiliati e non ad associazioni che difendono i diritti dei lavoratori sessuali.

Insieme abbiamo cercato di combattere questa nuova legge e le sue implicazioni. Ecco perché: nonostante i severi avvertimenti da parte di gruppi per i diritti umani come Amnesty International, Deutsche Aidshilfe, Hydra, e Berufsverband Erotische und Sexuelle Dienstleistungen e. V e di molti altri esperti della materia, la nuova legge imporrà la registrazione obbligatoria dei lavoratori del sesso a livello nazionale.

La legge finge di combattere il traffico di persone. Invece di aiutare le vittime di questo crimine porta la stigmatizzazione dei lavoratori del sesso ad un nuovo livello. La registrazione forzata attraverso la consulenza obbligatoria consente la valutazione di uno stato mentale personale da parte di un’autorità statale e implica che i lavoratori del sesso (quasi esclusivamente donne) siano percepiti come persone non responsabili, come esseri mentalmente incapaci. Ci opponiamo a questa discriminazione, e pretendiamo di poter essere noi stessi a prendere decisioni ben informate riguardo le nostre scelte di vita e la nostra sessualità. Noi siamo persone adulte e facciamo lavoro sessuale in maniera consensuale.

“Sei mentalmente in grado di capire cosa ti fa il lavoro sessuale?”

Lo Stato ci darà la “Patente di Prostituta” con tanto di foto. Ci sarà scritta la nostra professione (che sarà “prostituta”, visto che la dizione ‘lavoratrice sessuale” sembra un po’ troppo moderna per lo Stato tedesco) con il nostro vero nome e l’indirizzo, e ci identificherà come lavoratori del sesso approvati dallo Stato. Per ottenerla saremo costretti a farci visitare da un organo statale e sottoporci alla sua approvazione. Ancora non ci hanno detto quale sarà l’autorità governativa con la quale dovremo fare i conti, ma molto probabilmente sarà la polizia o la Ordnungsamt (Ufficio Ordine Pubblico), che avrà il compito di giudicare se siamo mentalmente abbastanza stabili da poter esercitare la nostra professione. Avete letto bene: un funzionario dello Stato deciderà se possiamo o non possiamo essere lavoratori del sesso.

Da non dimenticare, inoltre, che si potrà ottenere la Patente di Prostituta solo se si dispone di un permesso di lavoro ufficiale. Ciò esclude i migranti, i richiedenti asilo e molti degli altri gruppi più vulnerabili della società che fanno lavoro sessuale in maniera consapevole semplicemente per sopravvivere. Se non hai il permesso di lavoro niente Patente di Prostituta. Se ti beccano a fare lavoro sessuale per sostenere te e la tua famiglia, senza patente sarai deportato, molto probabilmente in un paese in cui il tuo lavoro è ancora criminalizzato e perseguito.

“Una volta lavoratrice del sesso, sarai per sempre una lavoratrice del sesso. Per loro, lo stigma non esiste”

Ci hanno sistemato per bene, con la Patente di Prostituta. Ora siamo ufficialmente registrate come prostitute in un database di Stato. E sappiamo tutti quanto facilmente i database statali che contengono informazioni sensibili possano essere violati e quali abusi si possono commettere.

Ora ci sentiamo tutti molto più al sicuro, sicuri anzitutto che, ora e per sempre, saremo emarginati ed esclusi perché siamo lavoratori del sesso. Che non ci venga in mente di lavorare in un altro campo professionale, di adottare bambini, di fare politica, di viaggiare liberamente o di prenotare un albergo in un giorno festivo.

“I lavoratori del sesso, costretti dall’essere indipendenti alla condizione di dipendenza”

Fingendo di ‘salvare’ i lavoratori del sesso precari, la nuova legge abolirà piccoli luoghi di lavoro auto organizzati, costringendo i proprietari di piccoli bordelli a chiedere il permesso per i loro stabilimenti. Con la conseguenza che solo le grandi case saranno conformi agli standard richiesti in materia di igiene e di sicurezza per i propri lavoratori. Questa parte della legge renderà anche impossibile per i lavoratori di sesso auto-organizzati esercitare insieme in gruppi di due o tre persone in piccoli locali. I lavoratori che decidono di condividere un piccolo spazio di lavoro saranno giudicati alla stregua delle mega strutture.

Con la nuova legge, i lavoratori di sesso indoor avranno soltanto tre scelte.

La prima: lavorare dalle nostre case, se in affitto o di proprietà, e invitare i clienti nelle nostre camere da letto private. Questo ci rende potenzialmente più vulnerabili agli abusi dei clienti e alle incursioni violente della polizia.

La seconda: lavorare in un bordello regolamentato e certificato. E’ facile prevedere che solo pochi bordelli saranno in grado di ottenere la necessaria certificazione da parte delle autorità statali. Questo porterà ad una scarsità artificiale di posti di lavoro legali. Basti pensare per un minuto al rapporto tra offerta, domanda e possibilità di sfruttamento del lavoro sessuale e si capisce chi saranno i più vulnerabili in questa catena capitalistica. Non certo i grandi proprietari di bordelli, ma piuttosto noi lavoratori. Saremo incastrati tra le pratiche di sfruttamento dei grandi bordelli e l’illegalità, in cui rischiamo di abusi e ricatti.

Infatti, la terza opzione sarà lavorare illegalmente. Condividere un appartamento con una collega per garantire l’indipendenza e la sicurezza diventerà una pratica fuori legge – a meno che non si ottenga una licenza di gestione di un bordello. E ottenere questa autorizzazione alla gestione sarà un obiettivo molto costoso e quindi incredibilmente difficile da raggiungere. Le leggi e le regole tedesche in materia di edifici non sono mai facili da gestire, basti pensare a chi decide di lavorare da solo in altri campi. Solo i lavoratori del sesso più capaci, già con denaro a disposizione ed esperti di questioni legali saranno in grado di ottenere il permesso.

Quelli di noi che sono più vulnerabili, poveri e precari, quelli che non hanno permessi di lavoro legali e quelli che non passeranno il test mentale per mancanza di alfabetizzazione o di competenze linguistiche saranno in gran parte lasciati senza scelta, se non quella di finire nell’illegalità.

La nuova legge probabilmente spingerà molti di noi a lavorare in condizioni non sicure e ad offrire servizi non protetti. I clienti che sono alla ricerca di servizi non protetti o disumanizzanti a buon mercato andranno probabilmente a cercarli dai lavoratori del sesso precari e illegali, non certo nei grandi bordelli in regola e controllati.

Come lavoratori del sesso e come esperti delle condizioni del nostro lavoro, fin dall’inizio abbiamo assunto una posizione precisa: la nuova legge è più pericolosa per quelli di noi che si suppone debbano essere ‘protetti’ da questa stessa legge e dai suoi creatori. Se avessero ascoltato noi, questa legge non sarebbe mai passata. Ma come al solito non si chiede mai a chi si vuol proteggere di che protezione avrebbe bisogno. Si vede che lo sanno meglio i politici…

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