Autodeterminazione, R-Esistenze, Report Militanti

Le Collettive Femministe Queer cacciate dal corteo di #MilanoPride

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Riceviamo e pubblichiamo:

“Siamo le Collettive Femministe Queer e abbiamo deciso di scrivere questo comunicato per fare chiarezza su quanto accaduto ieri, Sabato 25 Giugno, durante il discorso del Sindaco Beppe Sala al Milano Pride 2016.
Molti giornali hanno fatto riferimento a noi come a un “gruppetto di antagonisti”, avulsi dal resto del corteo, mossi dall’unico intento di disturbare lo svolgimento della manifestazione. La nostra rete è attiva da più di un anno, raccogliendo una molteplicità di realtà LGBTQIA presenti nella città da molto tempo, e in questi mesi ci siamo impegnate a creare spazi gratuiti e occasioni di confronto, all’interno di una Milano che sempre di più dopo Expo è diventata la città degli aperitivi patinati, della cultura mercificata e dello svago classista.
Abbiamo riflettuto a lungo sulla nostra partecipazione al Pride, coscienti del progressivo impoverimento di contenuti politici della manifestazione, schiacciata tra spinte etero-normalizzanti e la vetrinizzazione della comunità LGBTQIA. Abbiamo infine deciso di partecipare al corteo, convinte dell’importanza di portare in piazza un’alternativa critica in un Pride dominato dai loghi di Amazon, Google e Vitasnella, dai comizi paternalistici piovuti dal palco di piazza Oberdan e dalla martellante assimilazione delle nuove famiglie LGBTQIA alla famiglia etero-patriarcale.
Contro tutto questo è stato rivolta la nostra contestazione, durante la quale abbiamo scelto di denunciare la mercificazione dei diritti civili, utilizzati come strumento di consenso politico, e della città di Milano, dove periferie (reali e simboliche) vengono nascoste e dimenticate, per fare spazio a centri gentrificati e igienizzati. La nostra azione è stata accolta non solo dalla violenza e della brutalità della security, ma anche dai cori di alcuni degli stessi partecipanti al corteo degli arcobaleni che ci intimavano di andarcene, in un tentativo di censurare ogni forma di dissenso. Abbiamo subito pugni, sberle, spintoni e sputi, mentre dal palco echeggiavano parole come “inclusività”, “uguaglianza” e “amore”. Siamo state allontanate dal corteo per mano della DIGOS, mentre il neosindaco chiosava: “Questa è la Milano che voglio”.
Non lasceremo che questi atti spengano le nostre rivendicazioni. Continueremo a denunciare chiunque voglia spingere “fuori” la favolosa diversità che abita ancora la città di Milano.
A presto,
CFQ”

11 pensieri su “Le Collettive Femministe Queer cacciate dal corteo di #MilanoPride”

  1. Leggo con interesse questa testimonianza ma il titolo scelto mi lascia perplessa. Ho visto il gruppo in corteo, dal momento in cui ci siamo raccolti in via Vitruvio, e ho continuato a vedere le componenti del collettivo durante il corteo, in momenti sparsi. Quando sarebbero state cacciate dal corteo? Sul resto, se si decide di andare a un corteo con un finale in cui ci sono personalità che parlano da un palco per contestare, tra l’altro contestare qualcosa che ormai è storia passata come l’Expo, ci si mette proprio nella posizione di risultare fuori contesto e chi intorno e sta partecipando a un momento di rivendicazione dell’orgoglio gay potrebbe non essere interessato ad ascoltare contestazioni. Sull’essere state spintonate non posso dire nulla. Ma mi sembra proprio che la contestazione fatta in questo modo sia stata strumentale, si sapeva cosa avrebbe provocato e ora viene usata la reazione prevista per fare del vittimismo. Anche questa è una strumentalizzazione politica. (sia chiaro che non mi rivolgo al sito che riporta la testimonianza ma a ciò che leggo nel comunicato)

  2. Orribile. Per il futuro sarà il caso di fare una manifestazione radical queer separata, come già avviene da tempo altrove.

    Abbracci solidali

  3. in relazione al commento di julka75:
    il neosindaco Sala di cui la commentatrice è una fiera sostenitrice (https://ufficioreclami2.wordpress.com/2016/06/12/domenica-prossima-votero-beppe-sala/) nel 2015 ha avallato iniziative contro la famigerata “ideologia gender”:

    il contesto della manifestazione di sabato non era dare visibilità al neosindaco Sala, ma al mondo LGBTQ. Erano le istituzioni e gli sponsor a essere fuori posto.

    1. Sì, ho sostenuto Sala perché quando la mia candidata, Francesca Balzani, non ha vinto le primarie ho deciso di votare per chi garantiva la continuità con la giunta Pisapia. E per fortuna perché l’altro candidato, Parisi, altro che Milano Pride avrebbe patrocinato come sindaco.

  4. Care amiche del collettivo Femministe Queer ero al pride e vi ho visto sfilare ma non mi sono accorta che siete state mandate via; mi spiace perchè generalmente questo non è un gesto democratico e non va bene,
    Probabilmente qualcuna di voi era anche nel movimento no-expo che ha votato contro l’ingresso di Agedo in Expo.
    Per la mia esperienza negli anni 70 sono stata arrestata molte volte alle manifestazioni per l’aborto, il divorzio ecc. tutte cose che i giovani oggi adoperano normalmente vorrei chiedervi; Visto che sia il movimento LGBTQ è preso di mira e così anche noi donne, non sarebbe meglio un dibattito interno anche serrato, ma un fronte unico all’esterno?
    Grazie dell’attenzione Rita De Santis

  5. sono con voi, l’appello di Sala all'”educazione” durante il vostro intervento mi ha fatto rabbrividire, come i cori di “fuori, fuori”
    però la prossima volta portate un megafono più potente 😉

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