Autodeterminazione, La posta di Eretica, Pensieri Liberi, Personale/Politico, Questa Donna No, R-Esistenze, Storie, Violenza

Non voglio essere oggetto dell’ossessione di una depressa

Lei scrive:

Cara Eretica,

sto seguendo il diario della depressa consapevole e sono favorevolmente colpita dall’abilità con la quale lei riesce a raccontare quello che vive con ironia e senza angosciare chi vuole leggerla. Ma le persone depresse non sono tutte così e io posso dirlo perché sono vittima di una di loro, depressa, paranoica, molto sola, ossessivamente concentrata a stalkerizzarmi pensando che sia io a volerle fare male quando in realtà non la cago proprio. Vive da sola, è grassa, e non lo dico per disprezzare lei e il suo corpo, ma voglio descrivere qual è la situazione per capire se c’è chi è passato attraverso la mia esperienza e come fare a liberarmi di lei senza subire ancora le sue aggressioni.

Continua a scrivere status sulla sua bacheca facebook riferiti a me. Lo so perché mi nomina e non perché lo immagino. Mi cita con nome e cognome e quando non mi cita direttamente mi dedica veleno acido usando soprannomi colmi di disprezzo. Forse voleva essere mia amica, forse non ha gradito il fatto che io non me la sono filata dopo che lei ha deciso di usarmi come orinatoio per vomitarmi addosso tutto il suo malessere. Non sono una psicologa e ho il diritto di non farmi carico della sua pesantezza. Poi un giorno che mi ha dedicato un commento offensivo, l’ennesimo, l’ho bannata. Da allora in poi, e parli di tre anni fa, io sono la sua vittima. Lei è ossessionata da me. Mi offende continuamente intervenendo in altre discussioni, con un altro nick che non voglio bannare perché temo ritorsioni.

Pensa che io stia a parlare sempre di lei. Fa lei la vittima. Qualunque cosa io dica lei pensa che mi stia riferendo a lei. Ti giuro che non è così. Non me ne frega niente di lei se non nella misura in cui mi rompe le ovaie quando interviene per spargere merda su di me. Quello che voglio dire è che va bene assumersi la responsabilità di non lasciare sole le persone affette da disturbi mentali, ma cosa bisogna fare quando quel disturbo, forse, è motivo di persecuzione da parte di una depressa nei confronti di altre persone?

Io penso che soprattutto da quando c’è facebook ci siano tante persone che intervengono e che dimostrano di non stare bene. Una cosa è scrivere a te e raccontare quello che vivono. Questo dimostra consapevolezza e da quel che ho letto nessuno scarica merda su altre persone. Parlano di se stesse e quello che dicono è necessario a loro ma anche a me per capire di che male soffrono. Un’altra cosa è invece tentare di attirare sempre l’attenzione su di se’ senza riconoscere che hai un problema. Io vorrei dire che anche le vittime di chi soffre di disturbi mentali hanno una storia da raccontare e che non sempre è una passeggiata.

Questa donna di cui parlo è sola, vive con dei gatti, non vede la propria famiglia, non ha un compagno o una compagna, non so come si mantiene ma ha tutto il tempo per sputare fango su facebook. Fa forse parte della terapia cercare un punchball su cui sfogarsi? E perché chi ha bisogno di un punchball non è tanto cortese da chiedere prima di attribuire questa funzione? Io non voglio essere un punchball, non voglio avere come amica quella donna e quello che posso suggerirle è di rivolgersi a persone competenti evitando di creare danni ad altre persone. Non mi sento in colpa per quello che sto dicendo e la vulnerabilità, presunta, di questa persona non mi obbliga ad essere “delicata” e poco chiara con lei. Perciò lo dico chiaramente: non tutte abbiamo l’obbligo di prenderci cura di altre persone e vorrei capire poi perché sono soprattutto le donne ad essere vittime di questo tipo di narcisistiche e ossessive attenzioni.

Che gli stalker virtuali siano uomini o donne comunque sono soprattutto donne, da quel che ho visto, che vengono aggredite con un atteggiamento sboccato, compulsivo, violentissimo. Ci sono uomini pieni di disagi che pretendono che tu li stia ad ascoltare anche se non li conosci e donne altrettanto disagiate che pretendono la stessa cosa, e ogni sensazione di esclusione diventa motivo di persecuzione per la persona che si pensa escluda. Il meccanismo del ban, poi, che dovrebbe essere una difesa, scatena in realtà milioni di paranoie in persone che pensano che con facebook abbiano diritto di accedere alla vita di tutti, di spiarti, di guardare le tue foto, le tue interazioni, di giudicarti per ogni singola cosa che tu fai. Facebook incoraggia moltissimo questi atteggiamenti e naturalmente io non do la colpa alla tecnologia per lo stalking ma dico che facilita. Ci sono persone che temono di bannare altre persone per non farle arrabbiare. Quello che mi chiedo è: perché devo essere io a rendere segreto il mio profilo, a cancellarmi da facebook e non la mia stalker a smettere di perseguitarmi?

Che tipo di benessere può trarne una persona senza equilibrio dalla persecuzione contro una persona estranea? Io vorrei che anche questo aspetto della malattia fosse sviscerato e vorrei sentire delle opinioni in proposito. Non dico che le persone malate sono tutte così ma dico che alcune lo sono, in questo caso questa singola persona che sono costretta a subire lo è, e non voglio sentirmi responsabile per la sua vita se non voglio né parlarle né essere disponibile ad ascoltarla. Non la conosco, racconta menzogne, mi insulta e mi diffama e non riesco a scrollarmela da dosso da anni. Posso fare sciopero e dire basta? Posso chiedere di smettere, a chi si comporta male, di considerare qualcuno l’oggetto della propria ossessione?

ps: questa è una storia vera. Grazie a chi l’ha scritta.

3 pensieri su “Non voglio essere oggetto dell’ossessione di una depressa”

  1. Un’alternativa furba ed efficace al ban esiste: setta la tua privacy come “visibile solo agli amici” e poi setta quella persona come “conoscente”: in questo modo non vedra’ nulla di cio’ che pubblichi, e pur rimandendo fra i tuoi contatti sara’ come se l’avessi bannata 🙂
    Gli unici contenuti che potra’ vedere sono quelli pubblici (foto profilo e cover). Puoi anche scegliere “non seguire”, cosi’ da non ritrovarti i suoi post nello stream.

    1. Io con una feci come dici tu. Poi mi dissi: “vabbè manco ci salutiamo per strada” e la tolsi dagli amici. Apriti cielo! Allora l’ho boccata. “Addirittura mi ha bloccata su fb! cosa le ho fatto!”. Come se venire bloccati da fb fosse peggio che essere ignorati per strada.
      Gente che sta male e non vuole farsi aiutare. -____-

  2. Idem anch’io. Era aggressiva , offensiva e scaricava i suoi problemi su di me. Era seguita da una psicologa che , a suo dire , la faceva solo star peggio, ma non voleva cambiare perché ” Son tutti uguali” . Dopo uno banalissimo scambio di idee mi ha bannata . Bon , meglio così,ho pensato. Ma no, ha cominciato a scrivere (male) di me sul suo profilo face , che io non potevo più vedere , accuse a cui non potevo rispondere , ma banalmente avevo un amico in comune che mi faceva leggere quel che scriveva. Ho deciso di non voler sapere più quel che scriveva di me , e buona vita.Che non è quella dei social. Non penso assolutamente di averle fatto del male ; caso mai avrà cambiato bersaglio .

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