Antisessismo, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Violenza

Il maschio guardingo, la sorvegliante e l’albergo del pedofilo

Eviterei di analizzare il linguaggio di un post del 2007 ma mi dicono che continua a circolare su siti e forum di “mamme” e allora provo a dirvi quanto questo post mi ha fatto schifo. Sono donna, sono madre, odio i pedofili, tanto per precisarlo, perché ci sono cert* fanatic* che pensano che se non chiami pedofili tutti i padri, soprattutti quelli che vogliono stare con i figli, allora significherebbe che sei una sorta di complice. Ce lo insegna un bel libro di Luther Blisset: a furia di fare gli anti/pedofili si rischia decisamente di scadere nell’isteria collettiva e nella caccia alle streghe.

Il post comincia con un racconto del compianto Baldoni e fin lì, è un’esperienza di cui racconta, e va tutto quasi bene. Non fosse che un’esperienza non può essere usata per generalizzazioni. Poi parte con una paternale che comincia con “care mammine”, e lì già si è guadagnato la mia totale antipatia, e continua in un tentativo, rozzo, di spiegazione su quel che secondo lui sarebbe la sessualità maschile. Di tutti i maschi.

La sessualità maschile sarebbe: “penetrante per sua stessa natura”. E qui si vede il genio. Il pene penetra, quale somma poesia. Poi si parla di non meglio specificate ma allusorie voglie che se represse porterebbero il maschio verso la perversione e la violenza. Qui non si capisce se bisogna favorire l’espressione delle voglie o mozzare il pene di chi le ha.

Prende a parlare di omosessualità. In un post che parla di pedofilia. Che c’entra? Non si capisce. Ma se accetti la parte omosessuale che c’è in te allora devi accettare pure le “perversioni” del “lato oscuro”. Precisa: “non sto dicendo che l’omosessualità sia una perversione”. Ma allora perché l’hai tirata fuori? Sarà questione di penna che fluisce e va per cazzi suoi.

Poi si fa una netta distinzione tra il “papà medio” e la “mamma media”. E se con “mammine” mi aveva già causato l’ulcera figuriamoci con la definizione di “mamma media”. Il papà (medio) sarebbe più “guardingo”, quando si tratta di affidare la figlia ad un uomo. Immaginatevi papà medio e ora allo specchio fatemi l’espressione guardinga. Ecco, vi voglio così perché questo dovrete essere per distinguervi dallo scarto in cui papà non-medio è rinviato a settembre senza nessuna concessione.

Il maschio non si fida dell’altro maschio. Perché tutti i maschi saprebbero che “una bambina è una grande tentazione sessuale”. Tutti, capito? Quindi dovete essere guardinghi e pure sospettosi nell’anima. Tant’è che il papà medio tiene a bada, con frustate minime in quantità di dieci all’ora, il proprio pene affinché non agisca anch’esso contro la propria figlia “tentatrice”.

Poi punta il dito sui tanti che vanno a caccia di bambini in altre nazioni, e come negare i numeri del turismo sessuale? Ma questo cosa c’entra con tutti i padri e con l’oscura zona dentro ogni uomo? E poi non dite che a gettare il sospetto sulla sessualità maschile comunque siano le femministe perché a me pare invece che sia una cultura paternalista, patriarcale, quella che sospetta degli uomini in quanto tali.

Ma parlando ancora di bambini venduti e stuprati si parla di mamme che li vendono, i figli, e questo mi fa il paio con il “mammine” e “mamma media”, perché se non ti affidi a un “padre medio” non se ne esce. Mai negata la responsabilità di certe mamme in certe atrocità, ma non si tratta della responsabilità di non aver adempiuto al mandato del patriarca. Si tratta di responsabilità di persone, uomini, donne, a prescindere dai ruoli sociali a loro assegnati. Inoltre qui si sta parlando di criminalizzare la sessualità maschile e non la cultura che riguarda chiunque sfrutti i bambini per guadagnarci sopra.

Un altro po’ di luoghi comuni, altre raccomandazioni alle “mamme” (perché non ai padri? Perché le donne sono chiamate a sorvegliare gli uomini affinché non esprimano zone oscure? Perché tanto terrorismo psicologico e tanta assegnazione di responsabilità alle madri invece che a tutta la società?), tipo “aprite gli occhi”, vale a dire sospettate di tutti, sennò è colpa vostra.

E si passa poi alla fiera degli stereotipi sessisti con generalizzazioni orripilanti su quel che è il maschio, la sessualità maschile e via di questo passo. Rivolgendosi alle mamme, ancora (?!?!), comincia con un “nel fondo di qualsiasi maschio alberga un pedofilo“.

Nel fondo, eh? E in superficie cosa alberga? E l’albergo delle donne pedofile (che esistono) dove si trova? Poi si passa a invitare le madri a terrorizzare i figli dicendo loro che dappertutto può esserci l’uomo nero. Le donne possono fidarsi del “proprio” “uomo”, perché sarebbe più all’erta delle mamme. Ricordate il guardingo? Vi state esercitando? Bene. Continuate così. Fate pratica. Altrimenti siete spacciati.

Si dice alle mamme che l’uomo dovrà partecipare all’educazione sessuale. E mi chiedo cosa sarà invitato a dire, per esempio, a una bambina. Attenta a chiunque sia di sesso maschile? Questo amorevole padre, pianterà un chiodo sulla mano del piccolo quattrenne che oserà parlare del suo pipino alla bambina quattrenne?

Però, care mamme, fidatevi del “vostro uomo” ma giammai fatelo dormire da solo con la figlia. Poi precisa che questa raccomandazione vale soprattutto se egli non è il suo papà. Dunque: se siete il padre non dormiteci, e qui si spiega la ritrosia di certe sospettosissime madri che non farebbero dormire i figli con i padri neppure si trattasse di sostituirle quando sono esauste. Se c’avete l’omo estraneo, dovete fare i conti con il padre-medio, protettore della figlia, che lotterà all’infinito giacchè voi, mamma-media, non trascorriate mai più una sola notte con un uomo in vita vostra. Dai su, potete aspettare di compiere il vostro settantesimo anno per darvi alle orge, perché prima ci sono i figli da crescere e poi i nipoti.

Poi, care “mammine”, sospettate dei ragazzi “carini e dolcissimi”. Dei maestri, baby sitter, infermieri. Tutti quanti fanno quei mestieri perché interessati ai bambini in senso carnale. Ma che orrore la vita di codesti loschi figuri, nevvero? Dunque i ruoli di cura dovranno sempre essere assegnati alle donne perché dell’uomo non ci si può fidare. E quindi avanti così, facciamoci del male. E non diciamo nulla poi delle donne che picchiano i bimbi a scuola o che maltrattano pazienti. la donna, si sa, ha l’indole da crocerossina, ma gli uomini invece no. Che enorme stronzata.

Infine: non mandate i figli in giro con i parenti, ma ma ma, “per favore” non diventate paranoiche (tipo come lui?). Non fate crescere la figlia “con la paura degli uomini”. E io dico: ma se sei tu che hai scritto che dentro ogni uomo c’è un albergo, e poi di fare il guardingo e cose del genere? Tanto orrore spiegato a menadito e poi dici di ridere dei pedofili e di non fare le paranoiche?

Cosa si deduce dall’analisi di questo testo? Che è un’accozzaglia di fobie tradotte in stereotipi sessisti e categorie di genere, assegnazione di ruoli a misura di una società fatta di negazione di autonomie femminili, di gestione di maternità responsabile o di paternità al di fuori dai parametri espressi. Questo, mie care e miei cari, è quello che, in definitiva, chiamiamo “cultura patriarcale”. Tutti ai vostri posti, dunque. Donne e uomini, a ciascuno il suo. E ora vado a pensare al mio ruolo di dissuasione dell’oscura sessualità maschile che dovrò soddisfare appieno prima che egli mi diventi un cazzo di pedofilo.

Ma si può essere così… così… mi manca la parola, ah no, ecco… così maschiofobici?

 

5 pensieri su “Il maschio guardingo, la sorvegliante e l’albergo del pedofilo”

  1. Nell’80 fui dissuaso dall’iscrivermi al corso per Infermiere pediatrico (allora il titolo era Vigilatrice d’Infanzia…) perchè c’erano attività (come cambiare ed allattare i neonati che ‘..sa, son più da donne…’
    Oggi ho una figlia di 16 anni, son separato (e sono Infermiere Professionale, anche se faccio altro) e purtroppo ogni tanto mi accorgo che questa maschiofobia è ancora diffusa

  2. “Odio i pedofili”, sinceramente, non mi pare un’espressione molto felice detta da una persona intelligente. La pedofilia è un’inclinazione, certo malata, socialmente ed eticamente inaccettabile, però dubito che i pedofili scelgano di esserlo. Una scelta è assecondare questi istinti. Credo che ci siano pedofili che conducono una vita veramente drammatica combattendoli,e che non manchino casi di suicidio.

  3. p.s. per il resto, condivido pienamente. non avresti potuto smontare meglio quest’articolo indegno. volevo citare qualche passaggio particolarmente indegno ma sono troppi e tutti indegnissimi

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