Sarà una lunga giornata, questa. Risveglio accanto a un uomo che lascia l’orma sudaticcia sul lenzuolo, con un alone simile a quello della sacra sindone, novello Gesù Cristo delle mie nottate, poi colazione con il fondo di una dose di marmellata “naturale”, di fragole assopite in una pentola e disciolte prima dell’alba. La spalmo sulle mani, ma potrei spalmarla sulla carta, o sul telefonino che squilla, però temo che quello non potrò ingoiarlo. L’aroma del caffè combatte per forarmi le narici e raggiungere qualche remota parte del cervello. E tutto questo avviene prima che io metta piede fuori dalla porta.
Il sole è alto, lo smog sta in posizione intermedia, in basso trovi una moltitudine di gente presa alla sprovvista. Non si fa mica così. Non posso uscire e rotolare per le strade come se niente fosse. Almeno un biglietto di avviso, un comunicato stampa, venite, orsù signori, ché la bella signora mette un piede fuori casa e reca con se’ in dono la benedizione semi-divina per tutti voi. In realtà non va mai così. Esco, la gente mi ignora, camminano tutti velocemente e per quel che li riguarda potrei masturbarmi di fronte a tutti ma sono certa che nessuno se ne accorgerebbe.
Il caldo non fa bene alle relazioni, è questo quello che penso da stamattina. Lui suda e io non sopporto il suo sudore. Il nostro sesso funziona meglio all’asciutto. Prossima volta refrigero la stanza con il condizionatore, che ci condiziona tutto, comprese le mie ovaie e le sue palle, e poi procediamo con l’unione repentina e passionale, prima che lui si riscaldi troppo e ricominci a gocciolare. Il gocciolio di un uomo che suda nel bel mezzo dell’amplesso è simile a quello di un rubinetto rotto. Temo che tentare di ripararlo possa produrre uno scoppio improvviso, un’esplosione di liquidi che mi inonderebbe l’ambiente. Talvolta sogno di annegare nel suo sudore, e io raramente mi sbaglio nell’interpretazione dei miei sogni. Come quando sognavo di pisciarmi addosso e in effetti mi ero appena pisciata addosso.
Devo portare il mio compagno in montagna. O in riva al mare ma d’autunno, quando il tempo è bello ma tiepido e la sua pelle è morbida, carezzevole, dalla temperatura inversamente proporzionale a quella esterna. Freddo e lui diventa caldo. Caldo e lui diventa bagnatissimo, scivoloso e il suo sudore, ahimè, puzza. Lo dico alle signore che hanno un partner che suda: fatelo nella vasca da bagno, davanti al condizionatore, in riva al mare, di notte, in montagna, davanti al camino appena appena alimentato con un pezzo di legno non sufficientemente pronto ad essere bruciato.
In ufficio la mia collega tuona contro il capo, perché le aveva detto di fare una cosa e poi gliene aveva chiesta un’altra. La volubilità è un sacro diritto dei capi. Come mai si potrebbe interferire nelle sue decisioni se sei una semplice impiegata? Vorrei condividere con lei la mia angoscia primaria. Lui suda, maledizione, e io non so come dirgli che deve andare a dormire da un’altra parte. Una specie di separazione stagionale, da giugno e settembre, e poi può tornare nella sua postazione. Ma la questione del sudore non sembra così importante.
E’ pomeriggio, sto per tornare a casa. Provo a correre e a verificare la mia capacità di produrre liquidi. Niente. Non una sola goccia di sudore. Che io abbia una strana malattia? La famosa sindrome della donna asciutta. Eppure bevo. Ma forse soffro di ritenzione idrica. Sposto una mano sulla coscia e la afferro per vedere come reagisce alla strizzata. Eccola lì, la maledetta, pelle a buccia d’agrume. Ti ho scoperto, bastarda. Perciò facciamo che nella mia testa la questione si compensa. Lui suda ma ha una coscia favolosa. Avessi io le sue cosce, belle, ben tornite, muscolose, senza cellulite. Io non sudo ma ho la cellulite e spetta a lui guardarmi e palpare le bollicine di grasso che spuntano sulla mia pelle.
Casa, e mi pare un riparo meraviglioso, dopo una giornata a pensare a faccende acquose, acquatiche, acquitrinose. Lui sta preparando la cena ed è così maledettamente bello, con quel sorriso ampio, caldo, perché tutto di lui è bollente, e un uomo bollente non può che sudare, è giusto, deve compensare. Fortuna che non rilascia il sudore sottoforma di vapore. Non potrei mai avvicinarmi ad una specie di uomo con la sauna attaccata al culo. Mi abbraccia stritolandomi una tetta. La afferra con la mano e ne bacia la porzione che esce dalla camicia. Probabilmente è questo il segnale di partenza, e in effetti mi sta portando a letto, dopo aver spento il fuoco sotto la padella antiappiccicante, antiaderente, antinonsocosa. La sua temperatura è quella giusta. Se procediamo lentamente, senza stimolare le sue ghiandole sudoripare – quelle stronze – in modo eccessivo, potremmo arrivare all’orgasmo senza ritrovarci dentro una palude fangosa, fatta di sudore e peli, i suoi.
Facciamo sesso mentre faccio attenzione a non sfiorare con un solo centimetro della mia pelle i vari aloni del lenzuolo, uno sull’altro, come sagome attorno ai cadaveri, impregnati d’umido e cattivo odore. Finiamo senza grossi problemi, tranne per il fatto che lo conduco sapientemente a prestare attenzione alla clitoride, così non mi sta addosso e posso darmi tempo per venire. Numerose leccate dopo lui si riveste e torna alla cucina. Io approfitto dell’attuale stato del letto per cambiare le lenzuola. Il fatto è che quelle macchie non vanno proprio via neppure con un bel lavaggio a 90%. Ma non abbiamo un corredo così ampio. Rimpiango il tempo in cui si poteva lavare i panni in riva al fiume, dove la strofinatura delle macchie avveniva con una spazzola spessa e con l’ausilio della forza delle braccia. Nessuno è perfetto. Non potrei sperare di più. Non potrei. Ma, se solo sudasse di meno.
Ps: è una storia vera. Grazie a chi l’ha scritta.
Eccomi, una donna come te, che odia il sudore (mi fa sinceramente schifo, schifo, schifo), che non suda (no, mai!!), e che sì purtroppo soffre di ritenzione idrica…conseguenze della vita!!
Sta di fatto che questa storia mi è piaciuta proprio tanto, perché mi ci sono rivista, perché se dici che ti fa schifo il sudore ti senti rispondere “eh ma tutti sudano, è normale”, ma no, io no, e mi fa schifo. L’odore del sudore poi…sarà che io sono sensibilissima (più delle persone normali) agli odori, ma una persona sudata la sento a metri di distanza, figurati se mi sta addosso.
Insomma, d’estate è un casino!! I mezzi pubblici per me sono impraticabili, le spiagge troppo piene anche, mi rovinano la giornata. Discoteche o bar troppo pieni nemmeno a parlarne. Mi sento male, sinceramente.
Nel sesso gestisco meglio la cosa, perché per fortuna l’odore del mio uomo non mi dispiace, ma non viviamo insieme…e boh…in alcune situazioni che descrivi non mi ci sono mai trovata. Se mi ci trovassi non so come farei. Hai tutta la mia comprensione.
In ogni caso, possibile che non ci sia un modo per “arginare” questo sudore eccessivo, o per migliorarne almeno l’aroma? Forse qualche integratore alimentare? Boh…non saprei nemmeno come si potrebbe sollevare l’argomento però…
Ti sono vicina.