Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Comunicazione, Critica femminista, R-Esistenze, Recensioni

Critichi il libro della Muraro? E’ subito lesa maestà!

Come per un post precedente, per il quale avevo registrato e analizzato alcuni commenti, vorrei condividere qui alcune amare osservazioni su alcuni commenti dedicati al post “Oltre il Muro della Muraro: c’abbiamo l’anima nell’utero!“. Il mio post è critico nei confronti del Muraro pensiero che, prima di commentare, ho letto approfonditamente. Cioè: io leggo quel che critico e leggo anche quello sul quale discuto positivamente. Delle persone che hanno reagito al mio post (leggete in basso) io non so quante abbiano realmente letto il libro del quale stiamo parlando. Per lo più mi pare che difendano Muraro per fede o semplicemente perché la GpA non piace e accettano qualunque argomento, per quanto colmo di pregiudizi e conclusioni discriminatorie e reazionarie, pur di affermare la propria causa.

Stavolta ho avuto il tempo di infilare qualche commento qui e là, ma per lo più l’ho dovuto dedicare a difendere me stessa da attacchi personali, diagnosi psicologiche, raccomandazioni maternaliste e preoccupazioni sulla mia condizione che una santa madre dovrebbe recuperare. Il commento più diffuso si riferisce al fatto che Muraro non si può criticare giacché se lo fai vuol dire che sei “giovane”. Mi chiedo se per loro la gioventù ha un termine, ad un certo punto. Non dico qual è la mia età ma confesso di essere più giovane di Muraro. E dunque? Chi lo sa. Ma andiamo per ordine.

Muraro può dire cose contro la gestazione per altri ma io non posso parlarne in quanto che non avrei avuto quell’esperienza. E se anche l’avessi fatta mi avrebbe ascoltata? A me parrebbe di no. Altro commento dice che io avrei manifestato “arroganza irriconoscente“. Dunque dovrei tenere conto del debito storico e mostrarmi rispettosa a costo di essere compiacente e ruffiana. La Muraro io l’ho letta, l’ho seguita, la leggo ancora e non c’è arroganza alcuna in quel che scrivo. Vedo arroganza politica nell’atteggiamento di chi pensa di dover spiegare a me come devo vivere. Io difendo il mio e il diritto di ciascun@ di poter essere compres@ nella propria autodeterminazione e soggettività. Non parlo poi di chi dice che si sarebbe “un regolamento di conti con Muraro“. Ma quello che ho scritto non è affatto personale. Io non ho nulla da regolare con nessuna. Perché mai per dirvi contrarie alla mia opinione dovete manifestare cultura del sospetto, processo alle intenzioni e un atteggiamento da caccia alle streghe? Tranquille, non sono io il nemico.

Poi c’è chi parla di attacco al femminismo, come se il pensiero della differenza fosse l’unico femminismo esistente. Antonietta giustamente scrive: “Le reazioni scomposte alle riflessioni di Abbatto i Muri mostrano quanto ci sia bisogno di confrontarsi, di mettere in discussione vecchi e nuovi miti del femminismo. Mi dispiace molto il frequente movimento di chiusura, come di lesa maestà, di fronte a istanze diverse. Credo ci sia un dato generazionale (ma non solo).”

Ethan poi scrive: “Trovo che utilizzando le stesse categorie del patriarcato non si poteva che giungere inevitabilmente alla convergenza con i fondamentalisti cattolici. L’alternativa sarebbe stata riconoscere il cortocircuito tra libertà e definizione di donna secondo la funzione sociale impostale. Inoltre non ci sono i presupposti per poter decidere per altre. La donna si autodetermina ed è consapevole di ciò che fa. Non si può dare delle interdette alle poverine che si fanno traviare dal sistema neoliberale patriarcale. E’ un atteggiamento paternalista. Consiglierei a Muraro, che tanto ha dato di buono, di reintegrare meglio Anima e Animus. Non si devono confondere le categorie stereotipate con donne e uomini reali.

Se pensate che io prediliga solo i commenti che mi piacciono vi sbagliate. In basso li trovate tutti.

Si insiste poi dicendo che io manifesterei addirittura rabbia e rancore. Una commentatrice dice “cosa ti è successo povera figlia? (…) Ti auguro di trovare la donna che ti aiuterà a capire, riconoscendole l’autorità che merita, ne hai bisogno.” – Ringrazio per la diagnosi a distanza e via così.

Poi c’è, per l’appunto, chi, candidamente, afferma di non aver letto il libro ma contesta la mia critica. E dire che avevo pensato possibile una discussione attorno al libro, agli argomenti proposti o contestati. Invece mi sono ritrovata con un atteggiamento ostile, di fronte a difensore per fede, a chi, in assenza di argomenti, virava in direzione di attacchi personali, patologizzanti, mostrando quella che per me è una deriva autoritaria di un certo femminismo. Se non sei d’accordo con loro o sei malata, hai perso il lume della ragione, o ti sei venduta al nemico o hai bisogno di riconciliarti con la beddamatresantissima addulurata e martire.

Debora lo spiega meglio di me e scrive: “anche perché non esiste un femminismo ma femminismi e quello della differenza diciamo che è quello più reazionario.secondo me, è il più vicino a certe idee fondamentaliste che condivide con la religione cattolica. non riesco a vedere altro femminismo se non quello intersezionale, al giorno d’oggi. Ma io sono una figlia irriconoscente verso la madre oltre che una figlia che non vuole figli.

Ecco. Permettetemi di dirmi alquanto amareggiata. Se critichi un pensiero non mi aspetto che di là dicano che ho ragione, ma almeno restare sul piano politico. Invece niente. Io confermo però quanto ho scritto e, per inciso, se c’è qualcun@ che ha una critica da fare, che sia una critica politica, il blog è aperto e accoglie anche opinioni contrarie (non attacchi personali), perché ci piace la dialettica e la discussione tra modi di pensare differenti.

abbattoimuri@grrlz.net, per servirvi.

Ps: le screenshot sono tratte da pagine pubbliche. 

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