Lei scrive:
Cara Eretica,
ti scrivo perche’ c’e’ una discussione che ho avuto recentemente su una pagina facebook di genitori adottivi riguardo alla GpA.
Partendo dal presupposto che, pur non condividendolo, capisco perfettamente il punto di vista di molti genitori adottivi rispetto alla GpA, che si puo’ riassumere con “eh no, io ho fatto anni di controlli, perizie psicologiche, rivoltato la mia vita matrimoniale come un calzino, e adesso arrivi tu, paghi e il bambino magari nasce anche con gli occhi del nonno!”.Ci sono due punti che, nel dibattito di questi giorni non ho sentito molto (premetto che per questioni di tempo non sono riuscita a leggere tutti i post sulla tua pagina, quindi probabilmente qualcosa mi e’ sfuggito) ma che invece mi sembrano davvero importanti. Uno, piu’ normativo, riguarda il fatto che come sempre succede con le questioni etiche in Italia, ci siamo nascosti dietro un dito per decenni. E adesso di colpo diano nomi inglesi e acronimi alle cose, per farle sembrare nuove e pericolose.
Nel libro della Genesi Sara obbliga il marito Abramo ad avere un figlio, Ismaele, con la sua schiava Agar, e di esempi del genere ce ne sono sia nella Bibbia sia nella storia, quindi evidentemente non e’ una pratica che hanno inventato gli omosessuali nel 2016 (credo che la leggenda dica anche che il re d’Italia “sciaboletta” fosse il figlio di un macellaio perché il vero bambino-futuro re era nato malato e morto poco dopo). Eppure oggi la colpa di tutto è dei gay e di quei pochi pervertiti schiavisti etero che sfruttano le donne e il loro corpo per il loro diletto.
La frase che mi fa piu’ incazzare (in assoluto) è: “con tanti bambini che potrebbero essere adottati”, perché io lavoro per un ente che fa adozioni internazionali e il processo adottivo non è proprio così lineare “bambinello povero abbandonato + genitori amabili = famiglia”. Perché la legge italiana pone, giustamente, molte clausole per garantire che la famiglia sia adatta e pronta a ricevere un bambino, che spesso ha un percorso difficile alle spalle e quindi necessita di particolari attenzioni.
In questa legge, oltre alle coppie omosessuali, restano impigliate anche tutte quelle coppie che per un motivo o per l’altro (eta’, impossibilita’ di sostenere i colloqui perche’ temporaneamente residenti in citta’ diverse, etc..) non hanno come unico obiettivo nella vita quello di dimostrare allo Stato Italiano di poter essere genitori.
Qui si apre il dibattito sul perche’ l’adozione o l’affido devono porre cosi’ tanti limiti a coppie che, fondamentalmente, vogliono un figlio, ma questa e’ un’altra storia.Dal punto di vista normativo, pertanto, l’aver evitato il discorso perche’ non coinvolgeva una massa critica sufficientemente vasta ha fatto si che ora la massa critica ci sia ma si trovi di fronte a un vuoto normativo.
Il secondo punto che volevo sollevare, e’ quello dell’ipocrisia intrinseca di quelli che si scagliano contro la maternita’ surrogata perche’ la associano a una forma di schiavitu’ e poi banchettano allegramente con beni e servizi che sarebbero assolutamente inaccessibili se non fossero prodotti da schiavi.
Partendo dal presupposto che l’unica GpA che difendo e’ quella in cui la donna viene rispettata e a cui viene garantito un pacchetto di retribuzione e benefits (sanitari, di sicurezza, alimentari, etc..) tali da compensare il suo servizio, credo ci siano forme peggiori di schiavitu’.
I due esempi che faccio spesso quando torno in Europa sono i vestiti e i gamberetti.
Il 95% dei gamberetti commerciati in Europa viene dal SudEst Asiatico. Di norma pescatori cambogiani firmano un contratto con capitani di pescherecci cinesi, malesi o taiwanesi e partono per un anno.Gia’ di per se’ un anno senza mai toccare la terra ferma e su un peschereccio obsoleto e insicuro e’ una forma di schiavitu’, se non fosse che le condizioni peggiorano (il contratto viene unilateralmente esteso a due anni, il salario pattuito viene decimato, orari di lavoro impensabili, forme di violenza inaudita, etc..) per garantire che il prezzo dei gamberetti surgelati stia sotto ai 5 euro.
E allora vorrei che coloro che si scagliano contro la schiavitu’ delle donne si facessero un esame di coscienza e si chiedessero davvero quali forme di schiavitu’ sono disposti ad accettare.Il principio si applica ovviamente anche ai vestiti, alle scarpe, alle borse e in generale all’industria agro alimentare.
Perche’ se vuoi i pan di stelle o la nutella, devi sapere che c’e’ qualcuno in Indonesia che per piantare le palme da olio deve abbattere o bruciare la foresta e tutto quello che ci abita dentro e attorno.Quindi ecco, perdona il pippone, ma volevo condividere con qualcuno la mia personalissima incazzatura nei confronti di tutti quelli che si scagliano contro una schiavitu’ di moda ma gozzovigliano grazie a una schiavitu’ muta.
Grazie di avermi ascoltata,
Elisabetta
Leggi anche:
- L’anticapitalismo di convenienza delle missionarie del nuovo ordine femminista
- Nichi Vendola ha vinto l’Oscar
- Il perché No alla gestazione per altri (GpA) secondo chi si oppone
- “Figlio di surrogata” sostituirà “figlio di puttana”?
- Solidarietà a Nichi Vendola: no attacchi personali per opporsi alla GpA
- Io c’ho l’utero e tu no. Gnè gnè gnè (l’universalismo e il femminismo della differenza)
- Gpa, aboliamo la schiavitù dei neuroni in affitto a livello mondiale
- Trenta anni di GPA e vi svegliate adesso? Si chiama omofobia!
- #GpA #UnioniCivili: se avessi un utero presterei la mia donnità
- Da Parigi la Carta per abolire il rispetto per l’autodeterminazione delle donne
- Utero in prestito: se non sei madre la tua opinione non vale!
- Da Parigi la Carta per abolire il rispetto per l’autodeterminazione delle donne
- Incontro-intervista con Anne, figlia della surrogacy: uno schiaffo salutare
- Femministe riunite a Parigi contro la surrogacy: peggio del #FamilyDay
- Sono un papà e questa è la mia giornata tipo
- #FamilyDay: le donne madri degli “uomini” e il difetto dell’emancipazione
- Quel femminismo razzista e classista che usa i corpi delle donne
- Quelle “femministe” mammone e papà-fobiche
- Le narrazioni tossiche e il femminismo a partire da sé
- Alle femministe della differenza: non consegnate i nostri corpi allo Stato!
- Quel femminismo che teme la scomparsa della “donna”