Speravo fosse finita con l’uscita infelice di una femminista che aveva tirato fuori la storia della presunta paternità, tramite Gestazione per Altri, di Nichi Vendola e compagno, per schierarsi contro la GpA e la step child adoption, oramai esclusa dal voto della legge sulle unioni civili. Non è stato così. Oggi un quotidiano (Libero) pubblica il suo scoop, ripreso da un bel po’ di testate nazionali, ciascuno a reclamare una fetta di carne al sangue, barattando il privato di una coppia gay con un bel po’ di click e di guadagni in pubblicità, giusto per stabilire chi è a guadagnare con un esempio di gossip di questo tipo.
Lo sciacallaggio mediatico, la gogna, seguita dall’atteggiamento forcaiolo di chi legge e commenta, con una cattiveria senza eguali, fa tanto clima da santa inquisizione. Con la legittimazione di una prassi omofobica legittimata da chi non vede di buon occhio la GpA. Non hanno inseguito e sputtanato un personaggio famoso, come immagino ce ne siano tanti, che va a fare turismo sessuale, comprando la vita e l’innocenza di bambini poveri. Preferiscono dare vita ad una vomitevole caccia alle streghe e a porre uno stigma su questi, presunti, genitori e sul presunto figlio, del quale, se mai sul serio fosse nato, hanno deciso, senza rispetto per questo piccolo bambino, di svelare perfino il nome.
Io continuo a non sapere se questo fatto sia vero o no, ma so per certo che tutta questa faccenda mi fa schifo. Mi fanno schifo i “giornalisti” che vanno alla ricerca di un etto di carne, possibilmente appostati nei pressi di un ospedale con un paparazzo che spera di fotografare l’oggetto del misfatto, il “figlio di una surrogata”. I siti online già l’hanno classificato come tale, come se gli avessero dato del “figlio di puttana”, e immagino che se e quando sarà in Italia non avrà mai pace. Come sarà fatto mai un figlio di una surrogata? Avrà tre teste? Sarà considerato un anormale?
Pensate a quando questo bimbo comincerà a capire quel che accade e troverà il suo (presunto) nome sui quotidiani, sui siti, sui social italiani. Pensate a quanto si sentirà violato, nella sua privacy, nel suo diritto a crescere come un bimbo felice, e si sentirà perciò stigmatizzato come fosse “anormale”. Perché sarete voi a farlo sentire tale e non i genitori o il resto del mondo. Sarete voi che ne state facendo un fenomeno da baraccone, uno strumento per la vostra sporca propaganda ideologica e fondamentalista. Sarete voi che ponete le basi affinché genitori e bambini guardino malamente un figlio di una coppia gay. Un bambino che è già oggetto di bullismo prima ancora di essere nato o di aver aperto gli occhi su un mondo che avrà ragione di giudicare pessimo, popolato da gente cattiva e da speculatori di ogni tipo.
Qualunque cosa pensiate su un fatto, ipotizzato, del genere, quel che avete dimenticato è che un minore ha diritto alla privacy e che chi viola la privacy di un minore ha decisamente deciso di non avere rispetto dei diritti umani di questo figlio. Non sono quei genitori ad essere “fuori legge” ma sono tutte le persone che li additano come persone pessime che dovrebbero farsi un esame di coscienza. Eccolo lì il mondo che ha paura dei corsi educativi di rispetto per tutti i generi nelle scuole. Il mondo di cristiani “per la vita”, a patto che la vita sia assegnata nel modo che loro stessi scelgono. Eccoli lì i buoni, quelli che amano le famiglie “tradizionali” e che sfilano in corteo gridando “giù le mani dai nostri bambini”. Invece i bimbi d’altri possono essere palpati a piene mani, in questa sorta di atteggiamento molesto da voyeur istigato da gente (per altrettanta gente) che si considera “perbene”.
Mi fate vomitare. Ecco tutto.
Solidarietà a Vendola, al suo compagno, e se davvero c’è anche a questo piccolo bambino che, per quel che mi riguarda, va difeso da tutti gli sciacalli del mondo.
Update: Vendola risponde a chi lo sta ricoprendo di fango “Non c’è volgarità degli squadristi della politica che possa turbare la grande felicità che la nascita di un bimbo provoca. (…) Condivido con il mio compagno una scelta e un percorso che sono lontani anni luce dalla espressione ‘utero in affitto’. Questo bambino è figlio di una bellissima storia d’amore, la donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra vita. Quelli che insultano e bestemmiano nei bassifondi della politica e dei social network mi ricordano quel verso che dice: ‘ognuno dal proprio cuor l’altro misura’”. La sorella di Vendola dice: “È arrivato un bimbo. Concentriamoci su questo. C’è una vita nuova in una famiglia che è diventata già pazza di lui. E che non vede l’ora di abbracciarlo“.
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