Antiautoritarismo, Autodeterminazione, Critica femminista, Femministese, Questa Donna No, R-Esistenze

Utero in prestito: se non sei madre la tua opinione non vale!

Oggi ho avuto il (dis)piacere di leggere questa intervista alla Comencini, che, forte del documento autoritario redatto a Parigi, e con il residuo minimo di Snoq, separato dai comitati territoriali al seguito della sorella (con Snoq Factory) sta conducendo una crociata contro quello che chiama “utero in affitto”. Su una pagina facebook l’intervista viene così introdotta:

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Vi sintetizzo un po’ della discussione tra madri, non madri, a proposito di queste ultime sparate che certamente danno spessore al dibattito.

Di quel che pensa la Comencini non ce ne può fregare di meno. Così intenta a parlare di forni e orologi biologici e a temere perfino la donazione dei gameti, fino, quasi, da quel che si può intuire, a questo punto, a sconsigliare la contraccezione in nome della maternità (esagero, ma parrebbe la logica conseguenza). Quel che interessa è come la sua “opinione”, dall’alto del suo ruolo di donna bianca, benestante, occidentale, che in realtà non c’entra affatto con le “femministe” (il suo snoq è quanto di meno femminista esista in europa) influenzi il dibattito politico e come viene presentata alle altre.

In quanto madre, a differenza, immaginiamo, della Bonino, della Murgia, della suora Teresa Forcades, avrebbe maggiore capacità di giudizio. La grande madre sa e tutte le altre invece no. Già il fatto che la maternità sia brandita come elemento di superiorità morale è parecchio lontano dalle pratiche femministe. Il fatto di porre uno stigma sulla testa delle donne che rivendicano di aver avuto figli da altre crea una divisione tra donne brave e quelle cattive. Ma questa è pratica nota se associata alla Comencini. Donne perbene e donne per male, nel 2011. Ricordate?

Ad ogni modo questo è quel che deriva dalla critica a questo modo di vedere le cose:

  • Ma poi non capisco perché presumere che chi ha un’altra opinione non sia madre… come se le madri fossero una categoria a parte e non donne tutte diverse, ognuna con la propria esperienza e la propria sensibilità. molto offensivo
  • A me tutta l’impostazione attuale del dibattito ha veramente stufato: questo numero imprecisato di signore che decidono cosa è meglio per me cosa credono di rappresentare a parte loro stesse? L’impostazione misantropa, classista e omofoba (non solo perché ce l’hanno con le coppie di padri, ma perché stanno cancellando completamente dal dibattito noi lesbiche e le nostre famiglie e a questo punto, quando i tempi del dibattito sono guarda caso gli stessi del cirinnà, la scusa della buona fede non regge) di questo tipo di femminismo mi suscita raccapriccio e orrore.
  • Questa esaltazione della sacralità della madre (e dunque della minorità di tutte quelle che madri non saranno, per scelta, per costrizione, per diecimila percorsi) è il metterci di nuovo tutte in gabbia. Poi vorrei sapere da loro: ma una madre è tale solo in quanto genera? Siamo tornat* a questo punto? 
  • Uh, ce l’ha anche con la donazione di gameti… «Un figlio non è un prodotto che si può comprare. Programmare un bambino da una madre gestante che poi sparisce oppure con il seme di un uomo che può anche non esistere, deve almeno indurci a interrogarci. La libertà senza limiti non è libertà» (che poi se l’uomo non esiste non esiste manco il seme ma vabbè).
  • A quando prendersela anche coi figli nati fuori dal sacramento di santa romana chiesa?
  • Tecniche patriarcali contro la meraviglia naturale della maternità… Condannano ancora la pillola, figuriamoci cosa succederà se.
  • Voglio farmi una risata, ma tutte quelle che sono diventate madri con una scopata a caso e lo hanno tenuto “senza un uomo” in quale categorie rientrano? Quelle dove il gamete entra perché uscito dal cazzo di uno sconosciuto vanno bene? Se invece faccio una eterologa no? Vabbè dai andiamo a scopare a casaccio che così facciamo contente le signore. Invece di fare scelte consapevoli e volute come nel caso di una eterologa.
  • le donne da sole vanno bene, non vanno bene due uomini. perché le donne sono migliori, soprattutto se hanno procreato. sono il nuovo simbolico, il nuovo potere. così dicono. alla faccia del femminismo. cioè di quello che io intendo per femminismo
  • Scendete pure in piazza su questi temi vedrete in quale bella compagnia sarete. Buona Miriano e tutte!

Insomma il cerchio si fa sempre più ristretto. Gli uomini non possono parlare, se gay e fermamente convinti del fatto che essere genitori sia una cosa diversa da impiegare un seme o un ovulo per fare un figlio. Poi non possono parlare le lesbiche o le etero che hanno figli grazie alla GpA. Non possono parlare quelle che non hanno figli, ché se ce li hanno e non concordano con la Comencini sono cattivissime. Infine chi resta? Restano le “madri” santissime che traducono la maternità in un valore, come dice la cultura patriarcale, continuano a discorrere di percezione di se’, il corpo, in unione con quel che riproduce. Continuano a parlare perfino di “diritto del nascituro”, come fanno gli antiabortisti. Senza capire che a condannare le donne ad essere “forni” senza volontà e capacità di giudizio, sono proprio quelle che vogliono scegliere al loro posto.

Secondo voi ‘sta discussione ha superato i limiti del ridicolo o no?

/Me, sempre più basita.

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e poi:

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