Attivismo, Comunicazione, R-Esistenze

Manifesto femminista per l’approvazione del ddl Cirinnà

2013-04-11-Images-GayPrideFlag

Il 28 gennaio in parlamento si discuterà il disegno di legge per l’istituzione delle unioni civili, un momento cruciale per i diritti civili del nostro Paese. Non c’è più tempo per le esitazioni: è l’ora di agire, di farsi sentire, di prendere posizione. Pensiamo sia importante dimostrare ai nostri politici e alle forze più conservatrici del paese che c’è una grande parte della società italiana pronta a schierarsi a favore dei diritti di tutte e tutti. Per questo, su iniziativa di Pasionaria.it, un gruppo di persone che ha a cuore le tematiche del femminismo intersezionale promuove il manifesto che segue. Potete partecipare anche voi, aderendo al documento e scendendo in piazza sabato 23 gennaio in una delle oltre 70 piazze dove si svolgeranno le manifestazioni dell’iniziativa #svegliatitalia.

Per adesioni: abbattoimuri@grrlz.net

Manifesto femminista per l’approvazione del ddl Cirinnà

Siamo un gruppo di donne e uomini che lottano contro il sessismo e si occupano di questioni di genere: ci riconosciamo in quella corrente culturale che si chiama femminismo.

Il nostro femminismo è un femminismo intersezionale. Crediamo che nessuna persona sia identificabile con una sola categoria, ma che tutti noi ci definiamo in modi diversi a seconda del posto (o dei posti) che occupiamo in relazione alle altre e agli altri. Per questo pensiamo che non possiamo confinarci soltanto nella rivendicazione delle lotte che riguardano strettamente le donne, senza renderci conto che anche all’interno della “categoria donne” sussistono grandi differenze dovute a vari fattori (economici, etnici, culturali, di orientamento sessuale…) e che se non si lotta per eliminare ogni forma di disuguaglianza e di discriminazione, allora il nostro agire sarà necessariamente monco.

Perciò adesso, con tutta la nostra forza, sosteniamo la lotta del movimento lgbti italiano (al quale molte e molti di noi sono vicine o nel quale sono direttamente coinvolte o coinvolti) per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali.

Pur coscienti che il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili sia un testo manchevole, che non prevedendo il matrimonio egualitario mantiene e sancisce una discriminazione in base all’orientamento sessuale e colma solo parzialmente la distanza tra l’Italia e i paesi più avanzati dell’occidente, nella situazione politica attuale, ci adoperiamo perché almeno questa legge venga sancita senza ulteriori mutilazioni di compromesso.

Per noi le stepchild adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio o la figlia naturale del compagno o della compagna, sono il minimo che si possa ottenere a tutela delle famiglie omosessuali (che in Italia sono già realtà) e soprattutto nell’interesse dei minori coinvolti e non hanno nessuna correlazione diretta o indiretta con la gestazione per conto di altri  (da molti chiamata erroneamente “utero in affitto”).

Riteniamo, inoltre, che le problematiche legate alla gestazione per conto di altri (pratica vietata in Italia e a cui fanno ricorso anche le coppie eterosessuali) non possano in alcun modo inficiare il diritto delle coppie omosessuali ad accedere all’istituzione del matrimonio e al riconoscimento giuridico delle loro famiglie e guardiamo con preoccupazione come, sia consapevolmente che in buona fede, una discussione necessaria e seria sul tema della g.p.a. sia stata manipolata e strumentalizzata nei tempi e nei modi da parte delle forze conservatrici del nostro paese per affossare il ddl Cirinnà.

Adesso, per noi, è tempo di lotta. Scenderemo in piazza il 23 gennaio in occasione della mobilitazione nazionale per l’approvazione del disegno di legge e continueremo a farci sentire per tutto il suo percorso parlamentare.

Invitiamo tutte le persone e le associazioni, le attiviste e gli attivisti che condividono i nostri principi a unirsi a noi, affinché almeno questo piccolo passo in favore di un’Italia più giusta possa realizzarsi: dimostriamo ancora una volta alla nostra classe politica che la maggior parte del paese è più progressista, più lungimirante di loro.

Firmate questo appello, scendete in piazza con noi, mostrate il vostro supporto: perché quando si parla di diritti l’auspicio non è solo che un gruppo di persone sia meno oppresso, ma che si metta in moto un progresso generale della società tutta.

 

Aderenti:

  1. Beatrice da Vela (Pasionaria.it)
  2. Benedetta Pintus (Pasionaria.it)
  3. Eretica (Abbatto i Muri)
  4. Lorenzo Gasparrini (Questo Uomo no)
  5. NarrAzioni Differenti
  6. Dario Accolla (attivista diritti lgbt)
  7. Yuri Guaiana (presidente associazione Certi Diritti)
  8. Associazione Scosse
  9. Loredana Lipperini (giornalista)
  10. Michela Murgia (scrittrice)
  11. Luisa Garribba Rizzitelli (presidente associazione Assist)
  12. Simona Sforza
  13. Paola Concia (attivista diritti lgbt)
  14. Anarkikka (artista e femminista)
  15. Hollaback Italia
  16. Pia Covre (Comitato per la difesa dei diritti civili delle Prostitute)
  17. Giorgia Serughetti (ricercatrice)
  18. Barbara Bonomi Romagnoli (attivista femminista)
  19. Laura de Bonfils (Pasionaria.it)
  20. Angela Azzaro (giornalista)
  21. Elettra Deiana (attivista femminista)
  22. Lea Fiorentini Pietrogrande (Unite in Rete Firenze)
  23. Silvia Vaccaro (giornalista e femminista autodidatta)
  24. Caterina Coppola (giornalista, attivista diritti lgbt)
  25. Chayn Italia
  26. Alessia Dulbecco (pedagogista,  Frammenti di un discorso pedagogico)
  27. Alessandra Repetto (La zitella felice)
  28. Giulia Siviero (IlPost.it)
  29. Collettivo STARFISH (Su questioni di genere e per diritti Lgbtqi – Vicenza)
  30. Maria Verderame (blog Doppio Standard)
  31. Chiara Capraro (attivista femminista, Chayn Italia)
  32. Sinistra Ecologia e Libertà Regno Unito, Circolo Radio Londra
  33. Alessia Gramai (attivista femminista)
  34. Antonella Garofalo (Abbatto i Muri)
  35. Claudia Mancosu (Abbatto i Muri)
  36. Diletta Canepari (Pasionaria.it)
  37. Roberta Vacca (psicologa, Pasionaria.it)
  38. Chiara Pintus (Pasionaria.it)
  39. Elli Sensi Pecora (Pasionaria.it)
  40. Sara Pintus (Pasionaria.it)
  41. Simona Secchi (Pasionaria.it)
  42. Marina Amadei (operatrice centro antiviolenza)
  43. Associazione Usciamo dal Silenzio (Genova)
  44. Elisabetta Ferrari (associazione Agedo Parma)
  45. Greta Palastanga (Comitato Varese C’è)
  46. Associazione W4W (donne per le donne)
  47. Paola Tavella (giornalista)
  48. Flavia Fratello (giornalista)
  49. Lorella Zanardo (attivista femminista)
  50. Valeria Romano
  51. Elisa Marri
  52. Laura Gaspari (attivista femminista, operatrice antiviolenza)
  53. Marina Turi (attivista femminista)
  54. Rossella Traversa (psicologa)
  55. Daniela Roman (insegnante)
  56. Stefania Bariatti (ordinario di Diritto internazionale Università degli Studi di Milano)
  57. MariaGiovanna Luini (medico e scrittrice)
  58. Gabriella Giordano (avvocata)
  59. Roberta Corbo
  60. Marco Palillo (ricercatore e blogger)
  61. Antonella Colti (Stati Generali Donne Toscana)
  62. Laura De Vito
  63. Barbara Bravi
  64. Michelle Tarnopolosky (mapleleafmamma.com)
  65. Anna Giordano (Blog delle donne)
  66. Alessia Mendozzi (Generazione Disadattata)
  67. Daniele Mastini (Generazione Disadattata)
  68. Erika Bressani
  69. Michela De Grandi
  70. Francesca Cecchi
  71. Patrizia Di Vico
  72. Rita Chinotti (insegnante e scrittrice)
  73. Alberica Bazzoni
  74. Antonella Viale
  75. Federica Silva
  76. Camilla Gaiaschi
  77. Alice Spoto
  78. Barbara Summa
  79. Lidia Lupelli
  80. Valentina Colli
  81. Ilaria Tonazzini
  82. Roberta Corradini (attivista femminista)
  83. Daniela Siri
  84. Paola Tassi
  85. Francesca Romana Gallerani (Il Garantista; L’Huffington Post)
  86. Elena Rizzardi (Abbatto i Muri)
  87. Annachiara Biancardino (Abbatto i Muri)
  88. Giuseppina Vinti
  89. Carlotta Cerquetti
  90. Sara Capra
  91. Riccobono Gabriella (giardiniera antisessista)
  92. Laura Storti (psicoanalista)
  93. Eupremio Stano
  94. Ileana Bego
  95. Stefania La Rosa Bruno (Unite in rete – Firenze)
  96. Valeria Stabile
  97. Giulia Gazzo
  98. Daniela Porati
  99. Carla Sabrina Marenco (attivista femminista pro sex workers)
  100. Cristina Canicatti (femminista)
  101. Giulia Terrosi (Un Altro Genere di Rispetto)
  102. Valentina Romanello (Un Altro Genere di Rispetto)
  103. Maria Pia Pizzolante (TILT)
  104. Daniela Tomasino (Arcigay Palermo)
  105. Maria Taranto (psicologa)
  106. Andrea Pisauro (ricercatore universitario)
  107. Donne in Rete per la Rivoluzione Gentile
  108. Giuseppe Sartori (presidente Circolo Tondelli LGBTI, Bassano del Grappa)
  109. Circolo Tondelli LGBTI, Bassano del Grappa
  110. Luana Vacchi (insegnante)
  111. Daniele Barbieri (labottegadelbarbieri.org)
  112. Elisabetta Marzi (coordinatrice del gruppo lesbiche di Omphalos Arcigay Arcilesbica di Perugia)
  113. Alice Trippi (Rete 13 febbraio Pistoia)
  114. Vera Navarria
  115. Maria Rita Del Prete (consigliera comunale di Trepuzzi e attivista di IDeA)
  116. Rossella De Bianchi
  117. Chiara Giallongo
  118. Paola Iacobone (direttrice artistica di Tutto un altro genere)
  119. Daniela Scandella
  120. Stefano Marullo
  121. Michela Sereni
  122. Erika Mero
  123. Giulia Sirigu (ricercatrice e docente)
  124. Alice Picco (Bossy.it)
  125. Angelo Serio (Bossy.it)
  126. Barbara Gargaglione (Bossy.it)
  127. Benedetta Geddo (Bossy.it)
  128. Bianca Foa (Bossy.it)
  129. Caterina Fantacci (Bossy.it)
  130. Davide Genco (Bossy.it)
  131. Eliana Boll (Bossy.it)
  132. Francesco Mascetti (Bossy.it)
  133. Gabriella Calabrese (Bossy.it)
  134. Giovanni Storiale (Bossy.it)
  135. Giulia Lanfredi (Bossy.it)
  136. Giulia Tamborrino (Bossy.it)
  137. Gloria Spagnoli (Bossy.it)
  138. Irene Facheris (Bossy.it)
  139. Isabella Terlizzi (Bossy.it)
  140. Manuel Carminati (Bossy.it)
  141. Margherita Brambilla (Bossy.it)
  142. Maria Sara Cetraro (Bossy.it)
  143. Marika Ambrosio (Bossy.it)
  144. Marilena Petrocelli (Bossy.it)
  145. Marta Mangiarulo (Bossy.it)
  146. Micol Foa (Bossy.it)
  147. Miriam Hernandez (Bossy.it)
  148. Nicola Brajato (Bossy.it)
  149. Nicola della Croce (Bossy.it)
  150. Nicolamaria Coppola  (Bossy.it)
  151. Rachele Agostini (Bossy.it)
  152. Rachele Salvini (Bossy.it)
  153. Valeria Lucia Passoni  (Bossy.it)
  154. Virginia Cafaro  (Bossy.it)
  155. Debora Ricci (attivista femminista, docente e ricercatrice)
  156. Alessandra Arru
  157. Floriana Bondanese
  158. Paola Baglini
  159. Giulia Carta
  160. Tiziana Biondi
  161. Maddalena Fragnito
  162. Michele Facciorusso
  163. Emanuela Senes
  164. Eugenia Scanferla
  165. Francesco Serio (Piacenza)
  166. Rosaria La Rocca
  167. Silvia Lovati
  168. Veronica Malengo
  169. Ilaria Nicoletta Brambilla
  170. Comitata Giordana Bruna
  171. Claudia Oldani (Editor e blogger)
  172. Raffaella Petrilli (docente)
  173. Katia Nesci (mamminapostmoderna)
  174. Vittoria Tola (Udi)
  175. Ina Macina (umanista)
  176. Elena Fanelli (studentessa femminista)
  177. Claudia Orru’
  178. Andrea Frau (studente, scrittorucolo)
  179. Rita Vinci (consigliera del Comune di Palermo)
  180. Beatrice Masala (Pasionaria.it)
  181. Francesco Pintus
  182. MoCa Press
  183. Giorgio Morelli
  184. Veronica Malengo
  185. Silvia Neonato (Rete di donne per la politica di Genova, Coordinamento Rainbow Liguria)
  186. Vittorio De Rosa (docente)
  187. Silvia Carraro
  188. Diego Cecchin
  189. Roberto de Felice (Giureconsulto, Rete Lenford)
  190. Federica Zicchiero (attivista Arcigay Milano, reflussidicoscienza.com)
  191. Daniela Poggi
  192. Davide Armento
  193. Paola Carroni
  194. Roberto Oddo
  195. Emanuela Balestrieri
  196. Roberta de Leo
  197. Gruppo Facebook Il volto di Awa
  198. Angela Marchini
  199. Carla Cappanera
  200. Nunzia Sca (Circola nel Cinema Alice Guy)
  201. Silvia Ricci (assistente sociale, Aradia)
  202. Aradia, associazione di promozone sociale
  203. Manuela Repetti (senatrice)
  204. Roberto Panebianco (La Friendzone non esiste, Antro della Femminista)
  205. Vittorio Marco Bellini
  206. Francesca Alice Guidali
  207. Francesca Di Valerio (studentessa)
  208. Luisa Cecarini
  209. Francesca Leoni
  210. Matteo Lobina
  211. Roberta Marcuccilli
  212. Virginia Barchi
  213. Donatella Caione (Casa Editrice Mammeonline)
  214. Sabrina Tironi

 

24 pensieri su “Manifesto femminista per l’approvazione del ddl Cirinnà”

  1. Non una parola sulla parte che regola le convivenze di fatto, però. Che è di gran lunga quella che imbatterà più persone.

    1. Guarda: questa NON è la mia legge. Ed è piena di robe che NON mi piacciono (dentro e tutto intorno la legge e più in generale sul piano culturale). Non sfuggirà a nessuno, tuttavia, che le convivenze di fatto (immaginando tu ti riferisca a quelle tra persone di sesso diverso) possono essere trasformate in matrimonio in qualunque momento, in caso di necessità. Possibilità che allo stato attuale è negata alle coppie omosessuali (con coda di diritti negati ai loro bambini e bambine). Per questa ragione mi piacerebbe avere solidarietà e invece di perplessità da chi ha accesso a quel tipo di tutele, pur rivendicando ora e sempre per quell* e per tutt* la libertà di non sceglierle e/o di scegliere tutt’altro.

      1. Allora è vero. Tutti (tutte?) a inseguire le “tutele”. Gran polverone mediatico sulle coppie gay e poi -sorpresa- chi è etero e non si è sposato perchè considera il matrimionio una trappola, e, guarda un pò, anche un’istituzione schiettamente patriarcale, si ritrova “normato”. Sono femmina, ho 51 anni, uno stipendio modesto ma sufficiente ad una vita sobria, sono alla mia terza convivenza, e no, non firmo questa roba che rischia di sbattere alle ortiche la mia libertà di non essere affatto “tutelata”, e di gestire le mie relazioni in autonomia senza preoccuparmi di chi paga gli alimenti a chi in caso di separazione. Davvero non vedo come si possano difendere gli articoli di legge che riguardano le coppie di fatto etero.

      2. Guarda, io supporto il ddl Cirinnà anche se, ora come ora, mi danneggia.
        Sono a favore della stepchild adoption (penso anzi che vi dovrebbe essere la possibilità di adozione tout court) e mi piacerebbe pure vedere (anche se non c’è nella Cirinnà) riconosciuto il diritto di una donna a gestire il proprio corpo – maternità surrogata. Riconosco che vi sono cose che moralmente disapprovo, e non mi riferisco certo a chi porta avanti una gravidanza per chi non può avere figli: questa è un’ottima cosa, sempre, persino se fosse a pagamento. L’esagerazione a mio parere sono cose tipo Sarah Jessica Parker che, pur perfettamente fertile, ha fatto portare avanti la gravidanza da un’altra perché lei aveva da girare un film: ma persino questo NON dovrebbe essere proibito, è una sua scelta personale.
        Come bisessuale la Cirinnà mi da’ la possibilità di unirmi civilmente – eventualmente – a un uomo.

        Anche le convivenze omosessuali saranno sotto “tutela” con il passaggio di questa legge, non solo quelle etero: la considero una presa in giro, visto che le unioni civili si applicano anche agli etero, quindi non c’era alcun bisogno di normare pure la convivenza.
        Si è cancellata la libera convivenza.
        Io già sono divorziato e la mia attuale partner è una donna che pur essendo pienamente indipendente economicamente (ha lavoro e casa di proprietà) guadagna meno di me che oltretutto di case me ne sono rimaste due dopo il divorzio. E’ roba che andrà ai miei figli, non la metto a rischio. Quindi non solo non convivo, ma io non ho le chiavi di casa sua e lei non avrà mai quelle di casa mia, e il ddl Cirinnà conferma in pieno la mia decisione – ero tentato di tornare sui miei passi, mesi fa, ma quando ho appreso del ddl Cirinnà la mia posizione si è nuovamente e definitivamente irrigidita. Peccato, mi sarebbe piaciuto provare.

        1. io non credo che qualcuno ti obblighi a certificare la convivenza. quello che dici tu corrisponde alla vecchia normativa che somma redditi e aumenta tasse, sulla base del censimento che ti colloca in una casa invece che un’altra. e questo prescinde dal fatto che siete una coppia. due mie amiche che vivono insieme, per condividere l’affitto, secondo il censimento pagano tasse per due persone (l’immondizia). i loro redditi sono sommati e non hai alcun diritto formale. invece i diritti spetterebbero a chi può chiedere un contributo se ha una persona a carico. e non mi risulta comunque che la convivenza generi quel casino di divisione dei beni perché in primo luogo ci sono i figli e poi sei tu a decidere a chi spetta tutto. la tua eredità non è comunque vincolata da nessuno. se domani mio padre facesse testamento e decidesse di lasciare tutto a non so chi, lo può fare, naturalmente. quello di cui parli è un pregiudizio che viene diffuso da chi vuole bloccare la legge per ragioni molto diverse che corrispondono all’avversione per l’unione delle coppie gay.

          1. Nessuno ti obbliga a certficare la convivenza: non serve, se convivi è fatta – il ddl Cirinnà regola le convivenze “di fatto” il che significa che se prendi la residenza insieme, quando finisce chi ha il reddito maggiore deve pagare gli alimenti per tot tempo a chi ha il reddito minore.
            Io guadagno più della mia compagna, ma lavoro 9 ore e lei 6: perché mai se convivessi assieme a lei per diciamo due anni e poi finisse dovrei pagarle gli alimenti per due anni? Si conviverebbe, ipoteticamente, in casa mia tra l’altro, perché la sua è più piccola (90 mq contro 52 mq, è ovvio dove si andrebbe a stare) e pur avendo lei goduto di casa mia per tot tempo, sarei io a doverle pagare gli alimenti, pur continuando a lavorare tre ore più di lei dovrei supportarla per tot tempo: perché? Una convivenza dovrebbe essere libera, non sottoposta alla tutela dello stato, o meglio, non la era…

            1. è una sciocchezza. ripeto: è propaganda da sentinelle in piedi. o da anti/gay. citami esattamente l’articolo del ddl che dice quanto affermi. perchè non c’è. la convivenza è convivenza. lo spauracchio degli alimenti è propaganda di destra che punta, come sempre, sulla paura per qualche ragione.

              1. Monica Cirinnà è forse una “sentinella in piedi”?
                Dal suo sito, il testo del DDL:

                Fai clic per accedere a disegno-legge-cirinna.pdf

                Verso la metà del PDF, la disciplina delle convivenze inizia all’articolo 11, l’obbligo degli alimenti è all’articolo 15.
                Al punto 2 dell’articolo 11 spiega chiaramente che è lo stato a stabilire chi sta in una “convivenza di fatto”.
                All’ articolo 13 si parla della permanenza nella casa di comune residenza, ma solo in caso di morte.

                1. ma non è vero niente. l’articolo che citi tu non dice affatto che lo stato decide. anzi, cita l’articolo 4 e 33 di questo decreto http://www.meltingpot.org/Decreto-del-Presidente-della-Repubblica-30-maggio-1989-n.html#.VrjkyenaQVo che è già in vigore da un bel po’ e dice esattamente quello che ti dicevo io.
                  io e mia sorella, per esempio, costituiamo una famiglia anagrafica ma se ci separiamo, nel senso che vado a vivere altrove, io non devo nulla a mia sorella e lei non deve nulla a me. l’interpretazione di cui parli tu è di destra, leghista, ed è pretestuosa. come mai allora chi dice questa cosa non si è opposto al decreto o non ha cercato di modificarlo? suvvia. please. la propaganda anti/gay che poggia sul terrore anche no.

                  in quanto all’art. 15 dice:

                  Art. 15.
                  (Obbligo di mantenimento o alimentare)
                  1. In caso di cessazione della convivenza di fatto, ove ricorrano i presupposti di cui all’articolo 156 del codice civile, il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente quanto necessario per il suo mantenimento per un periodo determi- nato in proporzione alla durata della convi- venza.
                  2. In caso di cessazione della convivenza di fatto, ove ricorrano i presupposti di cui all’articolo 438, primo comma, del codice civile, il giudice stabilisce il diritto del con- vivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti per un periodo determinato in pro- porzione alla durata della convivenza.

                  e se vai a guardarti gli articoli del codice civile capisci che stai dicendo sciocchezze.

                  http://www.altalex.com/documents/massimario/2012/06/08/art-156-c-c-annotato-con-la-giurisprudenza art. 156.

                  http://www.brocardi.it/codice-civile/libro-primo/titolo-xiii/art438.html art. 438.
                  e non si fa altro che citare leggi già esistenti che negli anni, con le interpretazioni e le sentenze successive, ti dicono che se tu, volontariamente, comunichi che la tua è una convivenza di fatto allora tutto arriva di conseguenza ma se tu non ti riconosci in quanto convivente nessuno ti obbliga a fare un tubo.

                  se io domani vado a vivere con due amiche o con un amico, per dividere l’affitto, così come si fa tra studenti, dici che quando cambio casa devo passargli il mantenimento? esiste la figura del coinquilino e nessuno può obbligarti a diventare coppia di fatto se non ti riconosci in quanto tale.

                  oh, domani dico ai miei amici che condividono una casa (sono 4 e vivono insieme da sette anni, per scelta, in una casa bella grande) che se si separano devono mantenersi a vicenda. 😀

                  caxxate col botto

                  1. Il riferimento agli art 4 e 33 del decreto del 1989 individua la convivenza anagrafica.
                    Il riferimento al 156 è stato fatto proprio per distinguere la convivenza more uxorio dal caso degli amici o della sorella.
                    Da nessuna parte nel ddl Cirinnà si dice che serva comunicare la convivenza per renderla tale – per questo si chiama “convivenza di fatto” altrimenti era “registrata” o una parola simile.
                    E’ proprio l’abbinata tra il decreto del 1989 ed il riferimento al 156 che definisce quello che dicevo io.

                    1. affatto. ma figurati se ti possono imporre quello che invece è una tua libera scelta. vengono a controllare se fai sesso o meno con la tua coinquilina? e anche se fosse? se tu e la tua partner volete dire che NON siete famiglia e siete partner/amici, senza vincoli, e vivete insieme per motivi xy, nessuno può costringervi a fare altro. rileggiti il ddl e tutti gli articoli del codice civile e i decreti a cui fa riferimento. ripeto: devo dire ai miei amici che sono una famiglia di fatto? è lo stato che decide se la mia amica fa famiglia di fatto con le studentesse con cui divide l’appartamento? 😀

    1. A me di sposarmi o di unirmi civilmente a chicchessia non frega un accidente. E l’unico vero motivo che mi fa appoggiare questa roba qua sta scritto qua: “Art. 14. (Diritti dei figli e concorso all’adozione o all’affidamento) 1. I figli delle parti dell’unione civile, nati in costanza dell’unione civile, o che si presumano concepiti in costanza di essa secondo i criteri di cui all’articolo 232 del codice civile, hanno i medesimi diritti spettanti ai figli nati in costanza di matrimonio. 2. Le parti dell’unione civile possono chiedere l’adozione o l’affidamento di minori
      ai sensi delle leggi vigenti, a parità di condizioni con le coppie di coniugi. 3. In caso di separazione delle parti dell’unione civile, si applicano con riguardo ai figli le disposizioni dettate dall’articolo 155 del codice civile.” E’ l’unica vera ragione che mi fa mandare giù tutta la merda di questi giorni (e non è ancora finita). Non ti pare un buon motivo? Ho amici e amiche che lottano da anni per sé e per i/le propri* figli*. Se non ti pare abbastanza non so che altro aggiungere.

      1. No, non mi pare abbastanza se per riconoscere i diritti delle coppie omo si “familizzano” le convivenze etero, che riguardano tra l’altro una parte molto maggiore della popolazione. per favore rileggetevi gli articoli di legge sulle convivenze di fatto. No grazie.

        1. Si “familizzano” anche le convivenze omo, mica solo quelle etero.
          TUTT* perdono la possibilità della libera convivenza.
          E NESSUN* ne parla, anche se è la parte che tocca la stragrande maggioranza della popolazione: tutti i conviventi, sia etero che omo.

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