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Io, figlia donata a due “padri” non biologici

Lei scrive:

Cara Eretica,

dopo aver letto questo post mi sono detta che forse è utile raccontare anche la mia storia. Dapprincipio pensavo che non interessasse a nessuno, ma ora credo che sia importante dire che vedo nella mentalità di oggi una grettezza che prima non c’era. Quando si parlava di figli da dare alle sorelle o ad altre coppie di parenti c’era un buon senso che rendeva plausibile per tutti quella scelta.

Io sono stata “donata” a mia madre e a mio padre adottivi molti anni fa, quando la mia storia non era neppure poi così speciale. Succedeva spesso che i genitori, per motivi di lavoro, per la scarsa economia, per generosità, per grande considerazione dei valori umani, anche per un senso di responsabilità collettiva rispetto ai figli, lasciavano i figli ad altri parenti. C’è chi è stato cresciuto dalla nonna e ha rivisto i genitori solo dopo molti anni. C’è chi è stato cresciuto da zii e zie. C’è chi veniva cresciuta da parenti senza figli.

Per me è stato così. Mia madre e mio padre biologici mi hanno donato alla famiglia del fratello di mio padre e io sono cresciuta bene, molto amata, senza nessun problema. Ho avuto i crucci di tutti i figli. Mi sono scontrata con i miei come qualunque figlio nell’adolescenza. Qualche volta dalla mia bocca è venuto fuori un “tu non sei mia madre” per evitare i suoi rimproveri e le regole che mi venivano date, ma tutto questo l’ho visto fare a tanti figli e non per questo costituiscono le basi per un trauma. A casa mia era spesso presente un altro fratello di mio padre, invalido, e la mia mamma adottiva andava a lavorare in un piccolo negozio di alimentari che oggi è un supermercato.

Praticamente sono stata cresciuta da due uomini, cullata da mio zio disabile e nutrita dal mio papà adottivo. Sono stata la gioia di quella casa e, di tanto in tanto, venivano a trovarmi i miei genitori biologici con mia sorella. All’inizio ho provato invidia per lei. Pensavo che lei se l’erano tenuta, ma era la prima figlia e poi ho capito, invece, di essere stata molto fortunata. Mio zio disabile, un uomo molto colto che ha passato la vita leggendo libri, mi ha insegnato tutto quel che so. Mio padre è un uomo eccezionale che mi ha lasciata libera di diventare quello che volevo. Mia madre adottiva è stata ed è un’imprenditrice eccezionale e mi ha insegnato il valore del lavoro.

Sono stata l’unica della mia famiglia a laurearmi. Mi sono sposata con un uomo che ancora amo e ho avuto un figlio che è la gioia dei nonni. Se i miei genitori biologici mi avessero lasciato ad una coppia gay io sarei stata altrettanto felice, perché non c’è niente che un uomo non possa fare per sua figlia. Lo so per esperienza. O se fosse stata una coppia lesbiche è lo stesso. Perciò non capisco questo accanimento contro chi fa una cosa che si fa da molto tempo. I figli vengono condivisi con chi forse può permetterseli economicamente. E questa non è mercificazione. Non è svendita dei bambini. La retorica di chi vorrebbe che i figli li tenessero i genitori poveri, salvo poi arrabbiarsi se le donne abortiscono, è perfida, delirante, perché rientra solo nella serie di meccanismi solidali che si sono persi e che certa gente vorrebbe fossero perduti per sempre. Senza parlare dell’obbligo per le madri biologiche di tenersi i figli anche se non vogliono crescerli. In questo blog se ne è tanto parlato e il senso di colpa che viene inflitto a queste madri è segno di totale disumanità.

I figli sono una responsabilità collettiva e non di chi li genera biologicamente e di chi li partorisce. Io ho un figlio e so che lui non mi appartiene più di quanto io non sia mai appartenuta ai miei genitori biologici. Allora perché questo accanimento? Perché tanta cattiveria? Sono pregiudizi omofobi che esistono non solo per i figli generati da una madre in prestito. La stessa cosa dicono delle adozioni e lì si vede tanta malafede. Adottarli no. Farli grazie alle nuove tecnologie no. Cosa possono fare allora?

Se vi capitasse di scoprire che vostro figlio è gay davvero vorreste privarli della gioia di prendersi cura di un bambino?

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