
Il ministro sceriffo, quello che spara bordate in difesa delle donne come soggetti deboli, colui che ha sempre portato avanti una politica paternalista di repressione e controllo tutoriale sui percorsi delle donne, oggi paragona le madri surrogate agli stupratori – per le quali vorrebbe la galera – e dichiara che la surrogacy dovrebbe essere dichiarata reato “universale”. Probabilmente si riferisce solo al pianeta terra e non a tutto il sistema solare, ma stiano attenti gli abitanti di marte e saturno perché non si sa mai a quali altezze potrà mai arrivare il braccio armato della legge immaginata dal ministro.
Ancora una volta il ministro, o chi con lui, se ne frega di chiedere alle donne un parere al riguardo. Se ne frega del rispetto della libera scelta e in ogni caso, legittimato da femministe come quelle volpi di SeNonOraQuando (libere de che?), usa la confusione fatta apposta da gente omofoba che non gradisce che i figli cresciuti in coppie omogenitoriali possano godere dei diritti sanciti grazie alla stepchildadoption.
Come sorprendersi a proposito di quel che dice, girando attorno alla legge sulle unioni civili, con chi dice che l’adozione del figlio del compagno o della compagna è un’abominio, se anche certe “femministe” dichiarano esattamente la stessa cosa? Donne che ci hanno sfrantumato le ovaie con la loro arrogante pretesa di normare i corpi delle donne, in senso morale più che etico, senza mai pensare ai diritti come un riconoscimento che va dato a chi sceglie cose che non sempre riguardano te, te, te, e te. Perché se tu sei etero e credi che la famiglia tradizionale debba essere solo quella composta da donna uomo bambino, ciò non vuol dire che tutti debbano fare come te.
Se tu non vuoi saperne di fare figli per la coppia di amici gay o per tua sorella, tua madre, tua figlia, nessuno ti obbliga e ci sono invece quelle che vorranno farlo. Discuterne, tuttavia, oggi, quando non è assolutamente in discussione questa cosa in parlamento, è verosimilmente pretestuoso, autoritario e punta alla esclusione sociale di alcuni soggetti e nulla più.
La cosa che mi fa più rabbia è che da tempo dico che ad affidarci alle istituzioni e a ministri paternalisti e patriarcali alla fine avremmo pagato il conto, perché il grande padre che dice di tutelarci poi dice anche che farà dei nostri corpi quel che vuole. Il fatto poi che paragoni la surrogacy alla violenza sessuale è una stronzata colossale. Il punto è il consenso e lui non sta chiedendo a nessuna donna se vorrà avere la libertà di esercitare – a proposito di surrogacy – la libertà di scelta oppure no. Casomai avrebbe dovuto paragonare il suo intento a quello di legislatori che vietano l’aborto e che vogliono mandare in galera donne e medici che lo praticano. Di questo livello di autoritarismo stiamo parlando.
Perciò grazie alle Snoq che non fanno altro che danni da quando hanno messo il naso fuori da La Repubblica e grazie a chiunque supporti questo genere di autoritarismi. Perché di questo si tratta. Autoritarismi. Contro cui lottare. Sempre.
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