Lei scrive:
Penso che lo spazio virtuale che gestisci sia uno dei rari, preziosi esempi di luogo dove si possa ragionare con la mente totalmente aperta e scevra da sovrastrutture imposte da chicchessia.
Sono proprio queste sovrastrutture che ultimamente mi fanno crucciare e vorrei chiedere pareri a chiunque passi di qui e a chiunque voglia rispondermi in maniera sincera e senza pregiudizi. Il tema è banale, ma credo possa essere un buono spunto di riflessione.Sono cresciuta con modelli di riferimento femminili quanto più agli antipodi possibile del femminismo, soprattutto per quanto riguarda le relazioni con il sesso maschile. Fino all’adolescenza ho visto amiche violare senza alcun ritegno la privacy del fidanzato di turno, sempre a caccia di ‘prove’ di infedeltà, con gli occhi puntati sui like e sui commenti di facebook. Ho visto ragazzine improvvisarsi investigatrici private e hacker professionisti. Ho sempre odiato il concetto di gelosia, ho sempre criticato apertamente suddetti comportamenti, ma credo in qualche modo di averli assimilati, sono (dietro una facciata di apertura mentale) gelosa e possessiva, nonostante mi sia allontana quanto più possibile da questo tipo di amicizie, e mi ritrovo a spiare la persona con cui sto, sentendomi male dalla vergogna e dal senso di colpa, uscendone con un grande vuoto (e forti mal di pancia, psicosomatizzare è la mia maledizione).
Mi rendo conto nell’istante stesso in cui apro una conversazione facebook non mia che sto facendo un gesto sbagliato, ma qualcosa di morboso mi spinge a non fermarmi. Mi interrogo spesso a lungo sul perché di questa minchionata. Concettualmente lo trovo tra l’altro un metodo investigativo fallace (come te lo dico che t’ho beccato a fare il virtual marpione? Devo ammettere di averti spiato, passando direttamente dalla parte del torto). Io stessa ho subito una violazione della privacy del genere, sono una fedigrafa e sono stata beccata e smascherata in seguito a una ‘controllatina’ delle mie conversazioni da parte del mio (ormai) ex.
Mi sono sentita violata, tradita di rimando. Un insieme di brutte sensazioni che non vorrei far mai provare alla persona con cui sto. Ma allora perché lo faccio? Ho davvero assimilato modelli comportamentali a livello tanto profondo e inconscio da non riuscire a sradicarli nonostante mi renda razionalmente e lucidamente conto che siano sbagliati? Oppure co tutta ‘sta pippa mi sto solo creando un alibi per qualcosa che, in fondo, mi fa comodo? È forse perché il mondo si è fottuto completamente il cervello a causa della trasmigrazione delle nostre esistenze dalla vita reale ai vari social network? Viviamo relazioni distorte?
O forse è perché ho un insana dipendenza dalle sensazioni negative? Chiedo scusa a tutti per il puttanaio di interrogativi che è capace di partire il mio cervello. Vi lascio con un’agrodolce citazione citazione di un film, dove una splendida Monica Vitti in seduta psicologica si interroga sul perché provi attrazione contemporaneamente, contradditoriamente per due uomini completamente diversi:
‘Dottore, di che natura è il mio male? Ho avuto un trauma? Sono sotto shock? È un disturbo neurovegetativo? O è perché sono mignotta?’
Buona serata.
(Preferirei rimanere anonima)
Se mi posso permettere un’analisi da pseudo psicologia spicciola:
La smania di controllo esiste da che esistono le relazioni.
Sì, anche in tempi non sospetti, nei quali si credeva che le mogli, acquisito il tanto anelato status sociale di donna coniugata cui non poter più dare della zitella, non si curassero della fedeltà dei propri mariti (leggetela anche in senso opposto, la cosa vale per entrambi i sessi). La gelosia e la possessività nascono, quasi sempre, da un’insicurezza e mancanza di fiducia di fondo nei confronti del partner: sia che noi, per prime, siamo state soggetti inaffidabili, sia che siamo state oggetto di inaffidabilità o infedeltà che dir si voglia. E poco importa che le mancanze siano state scoperte durante, dopo, o mai rispetto alla relazione. Rimane una sorta di retaggio che ogni “colpevole” si porta dietro, sentendosi potenziale vittima di ciò che lui/lei ha perpetrato.
Il mondo virtuale, che è diventato estensione di quello fisico, tangibile, oltre a fornire molti più stimoli alla conoscenza equivoca, rende anche estremamente più facile il controllo e questo fa sì che ci si ritrovi preda di una sorta di patologia che rende maniacale l’indagare, aumentando a dismisura il senso d’insicurezza e rendendoci invivibile sia la storia che il senso di colpa per la nostra incapacità di concedere totale fiducia ai nostri partner.
Trovo difficile, oggi come oggi, mantenere il controllo in questo senso; si può solo tentare di scegliere con più oculatezza le persone da avere accanto e lasciarsi andare un pizzico di più, sperando per il meglio.
Vero, concordo con quanto scritto sopra. L’irresistibile voglia di controllare il proprio partner nasce nella maggior parte dei casi dall’insicurezza e dalla sfiducia che si ha verso se stessi. Insomma, molto spesso si associa la capacità di tradire dell’altr@ con la paura di non essere all’altezza della storia che si sta vivendo, tanto da pensare che nel rapporto ci siano delle mancanze che noi riteniamo (assurdamente) incapaci di colmare. Vedersi brutt@, incapace, pien@ di difetti ci fa credere che l’altr@ sia portato a colmare tali lacune tradendoci, anche virtualmente. Spiare l’altr@, comportamento eticamente riprovevole, ci fa sentire in colpa, soprattutto se dall’atto non troviamo ciò che cerchiamo. Quindi, a mio parere, freniamo la gelosia e cerchiamo di capire cosa pensiamo che in noi non va bene tanto da spingere presumibilmente l’altro a tradirci. Capiremo, in quasi la totalità dei casi, che saremo persone normali, che non abbiamo nulla che non vada e, se ipoteticamente l’altr@ effettivamente tradisce, beh, avrà perso in noi un buon partner.
Io la penso così.
Guarda, per come la vedo io è vero che la smania di controllo dell’altro nelle relazioni è sempre esistita, ma è anche vero che gli attuali mezzi di comunicazione ci forniscono decine di canali su cui esercitare tale smania. E’ probabile che il tuo passato di “essere stata dall’altra parte” ti porti a mantenere questo comportamento, ma mi viene da chiederti, la persona con cui stai ha degli atteggiamenti strani o il tuo comportamento è fine a sé stesso?
Se stai bene con questa persona dovresti cercare di stare un po’ più tranquilla e lasciarla un po’ stare, non si può vivere una relazione in questo modo e non puoi violare così sistematicamente la sua privacy. Che poi alla fine davvero, se un* vuole farla franca ce la fa, se un* è attent* può cancellare sistematicamente tutti i contenuti o conversazioni scomode per cui fidati, non hai altra scelta che fidarti. Certo, occhi aperti se vedi stranezze, ma se ami la persona con cui stai e ti sembra di essere ricambiata, perché non provarci?
Libero amore. Ci vuole il libero amore. Tutto il resto è dolore.
(Scusate se vi sembra una cazzata, è il mio pensiero, e se non altro è breve.)
Io ho ceduto alla tentazione di leggere qualche conversazione privata dei miei uomini solo in paio di occasioni, ma in entrambi i casi non ho potuto proseguire per più di qualche riga. Sono rimasta troppo traumatizzata dal contesto maschilista in cui erano le donne oggetto di ossessivo controllo. Sto male alla sola idea di farlo io stessa. E poi preferisco non sapere, mi piace aver fiducia.
Non capisco quelle donne che si interrogano di fronte ad un “Like” . Se un uomo vede una bella donna il “mi piace” lo dice,mi pare ovvio. Anch’io noto,e parecchio bene ,certi uomini . Non ho nessuna voglia di trovarmi , come secondo lavoro , a spiare un eventuale partner . Mi fido , tutto qui . Che poi io sia stata tradita è vero , ora il mio ex sta insieme a quella che era la sua amante e che ora è la sua compagna ufficiale ( Me ne sono andata via da casa sua il pomeriggio , la mattina dopo ci viveva già lei ; la cosa orribile è che quando lei è diventata la sua partner ufficiale lui ha tentato di cornificarla con me…disgusto totale per la “scelta”! ) . Se una persona vuol tradirti lo fa,controllo ossessivo o meno. E poi dai,un po’ di fiducia reciproca!
O forse è il desiderio di ciascuno di noi di diventare invisibile per u poco di tempo e poter entrare in una conversazione, in un portone, in una finestra, senza essere visti ed uditi.
Se riuscirai a dividere la curiosità e la voglia di capire dalla gelosia e dalla possessività, potrai allargare i tuoi orizzonti, se ti farai prendere dal demone della gelosia e della cupidigia rischi di cadere in un pozzo angusto e doloroso.
La consapevolezza è la prima cosa: consapevole di poter trovare cose che non cercavi o che non volevi trovare.
Sapendolo e capendolo prima potrai decidere in maturità.
Andando avanti nel tempo, conoscendo meglio le persone, se cercherai di apprendere senza paraocchi e ipocrisia, avrai sempre meno voglia di diventare invisibile e meno necessità trovare verità nascoste agli occhi, perché il cervello ed il cuore avranno già le risposte che cerchi e la timidezza che ti fa sognare l’invisibilità si scioglierà e scorrerà via un poco alla volta.