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L’inchiesta scandalo de Il Giornale: centri sociali come luoghi di perdizione!

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Avete letto l’ultima trovata shock de Il Giornale? Hanno mandato un ragazzo con l’espressione da Urlo di Munch in giro per Centri Sociali, o per lo meno attualmente ne ha recensito uno, il Ri.Make. Che il Giornale e il Centro Destra milanese nutrano una evidente avversione nei confronti dei centri sociali non è cosa nuova per nessuno. Che li descrivano come luoghi di perdizione, depravazione e satanismo (talvolta) è già cosa nota. Mancava il piglio da Le Iene, a violare la privacy di persone che non hanno autorizzato nessuno a filmarli e poi a pubblicarne le immagini su un quotidiano. Eppure quest’uomo in balìa di un viaggio nel regno del terrore insiste su questo dettaglio ad ogni piè sospinto. Due pesi e due misure. Egli può infiltrarsi e raccattare qualche dettaglio buono per fare titoli sensazionalisti ma gli altri non possono praticare militanza con occupazione di spazi che vengono restituiti alla collettività per farne luoghi di incontro e di iniziative politiche che hanno un senso ben preciso.

Luoghi nei quali, spesso, si rivendica il diritto alla ribellione contro la precarietà, la povertà, il razzismo, il sessismo e l’omofobia. Avete mai visto in una discoteca un cartello in cui si scrive che l’ingresso è vietato a stronzi etero con idee moleste nei confronti di gay o donne? Io non ne ho visto neanche uno. Le feste in un centro sociale, specie quelle in un luogo che è anche spazio antisessista di gruppi misti glbtq e femministi, invece sono chiaramente women friendly, gay/trans friendly, e chi non si attiene al rispetto per i generi e non tiene conto della consensualità, prima di mettere le mani addosso a qualcun@, viene cacciat@ fuori.

In una festa in cui si fa campagna antisessista, e quei cartelli citati lo dimostrano, in realtà si racconta quel che si dovrebbe raccontare nelle scuole. Ovvero che il sesso si fa consensualmente, come vuoi, senza che mai vi sia una forzatura, e poi si fa in modo protetto, per prevenire gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. Non c’è ovviamente alcuna distinzione tra il sesso etero e altro sesso perché il rispetto per tutti i generi e per ogni forma di relazione, da quella monogamica al poliamore, deve essere alla base di ogni pratica antisessista. E dunque non capisco dove sta lo scandalo. Forse non sono abituati agli orgasmi liberi? Li preferiscono in galera? Forse sta nel fatto che non si fa sfoggio di machismo omofobo e sessista? Forse che è sbagliato creare una sala trucco in cui puoi diventare quel che vuoi? E se a me va di stamparmi i baffi sulla faccia e lui vuole avere le ciglia lunghe e lo sguardo sottolineato da una traccia di eyeliner, è forse un reato?

Si preferiscono luoghi in cui una coppia gay non può scambiarsi tenerezze o dove una coppia lesbica non può baciarsi? Si preferiscono i luoghi in cui si immagina che debba essere reato parlare un linguaggio inclusivo di tutti i generi senza scandalizzarsi di fronte a varie manifestazioni sessuali? Mi chiedo dove mai sia vissuto codesto giornalista fino ad ora. Stava chiuso in un collegio e lo hanno liberato giusto per l’occasione? E se ha sentito odore di marijuana mi piacerebbe capire come mai. Per dire: io non lo riconoscevo prima di averla provata e riprovata. Chissà come mai non si fanno le stesse inchieste scandalistiche nelle discoteche in cui si vende tanta merda chimica.

E che dire del fatto che non si capisce come in una festa queer abbiano sovvertito e smitizzato perfino figure politiche considerate in contesti machisti come sacri? Forse che la dissacrazione viene giudicata come una cosa brutta? Si pensa che colorare di rosa alcune figure simboliche sia così grave? E se codesto giornalista non ha proprio capito l’insieme di pratiche liberatorie lontane da qualunque azione normativa sarà un problema di chi fa e partecipa la festa o di chi va lì a tentare di scovare l’elemento scandalistico da usare per far vendere un giornale, anzi, Il Giornale?

Tanto si sa che da quelle parti quando i contesti antagonisti non sono visti come rifugi per terroristi, perché troppi contatti con gente migrante vengono descritti come sospetti, saranno visti come luoghi in cui si influenzano i sacri giovani con l’inesistente ideologia giiiender per farli diventare froci da un momento all’altro. E se non c’è interesse a scovare i covi neri, quelli fatti di fascisti che inneggiano a Mussolini e alle leggi razziali, quelli in cui si fa negazionismo della Shoah e apologia del fascismo, quelli in cui le sale trucco, se possiamo definirle tali, servono a stampare una svastica tatuata, cosa ci si può aspettare se non la criminalizzazione di luoghi e persone antisessisti, antirazzisti, antifascisti?

Non vedo l’ora di leggere il seguito di questa “inchiesta”. Compagn*, la prossima volta che fate una festa, mi raccomando, che vi siano tanti corpi nudi e pieni d’amore gli uni verso gli altri, anzi mettete come regola che chi entra deve spogliarsi, così vediamo come si mimetizza nell’ambiente il giornalista dalla telecamera nascosta. 🙂

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