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Utero in Affitto: ecco le mie “stupidaggini”!

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Oggi, come faccio da un po’ di tempo, vado a fare terapia post operatoria e alla fine, non so perché, decido di leggere l’ennesimo post in cui una donna, dicasi una, spiega a tutte noi ignorantissime, il segreto del “vero” femminismo raccontandoci, dall’alto della sua competenza in materia, che roba è la storia dell’utero in affitto e perché è dannoso far passare la stepchildadoption. Così svelo una componente intellettualmente sadomaso e scopro che esiste, effettivamente, un filone femminista tutto nuovo. Chiamasi femminismo della dominazione, con tante mistress che passano il tempo a dire alle donne quali sono le giuste scelte che dovranno fare. Non vi chiedo di immaginare queste donne vestite con lattice nero, stivaloni, tacchi a spillo e frustino in mano. Effettivamente sarebbe troppo. Ma sarei tentata di illustrarvi la bellezza dei toni usati da una mistress. Ella non regala. Concede. Ella non rispetta la tua libertà di scelta. È lei che ti dice quando, come e dove puoi sentirti libera di gestire il tuo corpo.

È vero che nel bdsm chi domina deve stipulare un patto, un contratto, con le persone sottomesse, nel senso che la storia deve essere consensuale. Io acconsento alla tua modalità lievemente sovradeterminante. Sono consenziente rispetto al fatto che mi imponi di non vendere servizi sessuali, per esempio, di non girare un film porno, di non prestare il mio utero. In questo caso secondo me ancora le varie componenti devono acquisire la necessaria consapevolezza e spero, prima o poi, che si possa ragionare tra dominatrici e sottomesse con un livello equo di godimento. Godi tu che godo anch’io. Ecco.

Nel post di cui parlo ricorrono parole come: “stupidaggini” (ovviamente si riferisce a quelle di chi non è d’accordo con lei), si scomoda perfino Filumena Marturano, con sacro legame madre/figlio annesso, poi si parla di “dirittismo” e questo è solo il principio. Provo a sintetizzare/interpretare quel che ho letto.

1 ] Secondo ella non c’è un diritto alla genitorialità. Dunque tutte le coppie etero dovranno veder sancito il controllo delle nascite perché mi risulta che i figli si facciano per desiderio degli adulti, giacché mica hanno mai chiesto di nascere. Mi si deve spiegare perché io ho diritto a fare figli ma non ho diritto a farli per affidarli alle cure di chi voglio io. Dato che si parla di “dirittismo” mi piacerebbe sapere allora che ne pensa lei del fatto che è lo Stato che decide a chi affidare i bimbi in adozione o in caso di separazione. In quello non si scorge il dirittismo? Che ne pensa del bambino che potrà nascere solo su autorizzazione dello Stato? Non è forse un bambino istituzionalizzato quello che subisce decisioni tribunalizie? E che vuol dire che non posso esigere di diventare madre o padre ad ogni costo? Dunque se non posso avere figli non dovrei usare la procreazione medicalmente assistita? Non posso adottarli e non posso chiedere a mia sorella di partorirli al posto mio se io non sono in grado? Con questa mole di diktat mi pare che il dirittismo agisca sui corpi delle donne, sulla loro/nostra libertà di scelta usando l’alibi della superiorità dei diritti del fanciullo.

2] Per la legge il mio corpo mi appartiene. È mio quando scelgo di abortire. Lo è quando nessuno può impedirmi quale sessualità preferire. Lo è quando scelgo di non sottomettermi alla violenza di nessuno. Lo è quando decido di vendere servizi sessuali (e non pezzi di corpo). Lo è quando presto l’utero per fare un figlio per altri. Mi spiego: non è assolutamente in vendita un pezzo di corpo. L’utero resta sempre dentro me. A meno che non si ritenga, ed è cosa assurda, che il bambino sia il prolungamento del corpo della donna e per ciò stesso le appartenga. Sbagliata dunque la premessa e sbagliata la conclusione.

3] Come dicevo non c’azzecca un tubo la donazione di un organo, perché non c’è pezzo di corpo che viene donato. Di questo passo si dovrebbe impedire la donazione del seme e degli ovuli. Praticamente torniamo all’800 e crocifiggiamo le donne che non possono figliare perché senza valore, in quanto sterili, per la società. Lo stato ordina quel che puoi fare finanche con i tuoi liquidi e tutto sarà sottoposto alla approvazione di una speciale commissione che tratta l’espropriazione corporea per il fine dello Stato.

4] Non si può impedire a una donna di scegliere di fare quel che vuole con il proprio corpo. Se vuole affittare l’utero è lei che decide e non le altre donne. Ogni imposizione autoritaria corrisponde a una limitazione della nostra libertà di scelta. E’ necessario opporsi con ogni mezzo alla limitazione della nostra autodeterminazione. Perché tu femminista lotti per la libertà di tutte, qualunque sia la scelta che loro compiranno, che tu la condividi o no. Perché tu femminista puoi scegliere di non farlo perché non lo reputi giusto, come l’antiabortista può non abortire, ma non puoi imporre a me la tua decisione.

5 ] Sul “protagonista muto della vicenda”. Spiegami: in quale caso il “protagonista” parla e svela il suo desiderio prima di nascere? Esiste qualche madre che ha ricevuto un messaggio (salvo la Madonna, forse) che rivela il desiderio del nascituro? Esiste una sola donna che ha soddisfatto quel desiderio? E non si apre, con questi riferimenti dal sapore antiabortista, un portone per fare entrare chiunque dica che l’embrione è persona di diritto (dato che parla ancora prima di nascere) e dunque non possiamo abortire? E che dire di chi, dopo la nascita, senza neppure consultarle, battezza le creature? Vogliamo sul serio inerpicarci su questo terreno? Io dico di no, perché ne usciremmo sconfitte. Tutte quante.

6] Questo punto, che tratta la presunta inconsistenza delle disponibilità gratuite di donne che vogliono fare figli per altri, mi suona esattamente come “sono rare le donne che scelgono liberamente di vendere servizi sessuali”. Stesso atteggiamento abolizionista, anzi, proibizionista, che porta al ragionamento di un’antiabortista che potrà dire: sono poche le donne che abortiscono per libera scelta, le altre sono costrette per povertà, per sfruttamento, perché qualcun@ le obbliga, dunque vietiamo l’aborto. Sono la sola a vedere una orripilante analogia tra queste cose o ci sono altre che si rendono conto di quanto spazio stiamo concedendo a ragionamenti che arrivano da culture che non hanno alcun rispetto per la libertà di scelta delle donne?

7] La portatrice del bambino generato per altri agisce in assoluta libertà e chi invece ci riporta a vincolare le nostre scelte al patriarcato è chi ci consegna allo Stato, alle istituzioni paternaliste e patriarcali affinché decidano per noi che veniamo giudicate evidentemente incapaci di intendere e volere. Un bel servizio reso al patriarcato è quello di chi fa appello al paternalismo dello stato con questa ridicola e sempiterna vittimizzazione delle donne che ci riporta al medioevo, io donzella indifesa e tu prode cavaliere. Perdonatemi se svelo che tutto ciò mi provoca una lieve nausea dovuta al totale disorientamento. È come se di colpo mi fossi svegliata in un altro secolo, remoto, precedente, ascoltando parole superate, tremendamente anacronistiche che mi ingabbiano in un ruolo di genere che io rifuggo con tutte le mie forze.

8] Chi si oppone non è omofob@ ma usa argomenti usati da omofob*. Che dire del plauso di certa parte reazionaria che sta perfino a destra dell’attuale governo così felice che grazie a questa discussione fumosa e pretestuosa si elimini dal ddl sulle unioni gay l’emendamento sulla stepchildadoption. I miei più sentiti complimenti, o dovrei dire condoglianze, per aver segnato un solco profondo tra i diritti dei bambini “legittimi” e quelli “illegittimi”, dove l’illegittimità sta per “frutto di una gestazione per altri realizzata all’estero”. Altri figli senza diritti, senza il diritto, dovuto in quanto i figli meritano attenzione superiore eccetera, di fruire del legame scritto con l’altro genitore non biologico. Complimenti per aver stabilito che l’unica famiglia degna è quella etero o al limite quella lesbica perché il legame con la madre, il primato materno e tutti quegli orribili concetti che negano paternità, affettività di coppie gay. Complimenti per aver stabilito che ci sono genitori di serie A e altri di serie B. Complimenti per aver concesso alle coppie gay di poter adottare (quando e dove?) figli che forse arrivano da luoghi di grande povertà, in linea con ragionamenti cattocomunisti, perché le coppie gay, per dimostrare di aver diritto ad una famiglia e a dei figli, dovranno percorrere una strada lastricata di sacrificio e dolore, un po’ come le donne che non possono avere figli o quelli che possono averli ma giammai a loro deve essere concesso di farli senza soffrire troppo. Impiantiamo 9 ovuli (ricordate la pma prima delle sentenze?) ed evitiamo l’epidurale, mi raccomando. A proposito: dato che per l’utero in prestito si pretende resti presente la madre (Quale? Quella che ha donato l’ovulo o quella che ha portato avanti la gravidanza?) in caso di adozione, invece, santificando l’opinione degli omofobi, ai genitori gay sarà permesso di adottare senza che quel figlio sia obbligato a mantenere un legame con un parente? Se non la madre, la sorella, la nonna, giusto per soddisfare le richieste di chi sostiene che senza una madre il figlio cresce male?

9] Sulla opinione contraria alla stepchildadoption non avevo dubbi. Tant’è che dall’inizio la discussione esasperata, urlata, sulla questione dell’utero in affitto, ché in nessuna proposta di legge è prevista, ho subito pensato che era lì che si voleva andare a parare. La legge non passa se tra i membri del governo, del Pd e dei suoi alleati ci sono persone contrarissime a facilitare le cose alle coppie omosessuali. Le famiglie arcobaleno lo dicono da un pezzo, così come lo dicono molte altre che sono davvero competenti sulla questione. Inorridisco di fronte all’allusione di fare una sorta di condono per i figli già nati bloccando ogni desiderio di altri figli che nasceranno in futuro da una gestazione per altri. Almeno così mi pare di capire da queste parole: “è vero anche che poter adottare i figli del partner costituirebbe una remora in meno alla scelta di concepire un bambino con utero in affitto. Si tratta quindi di bilanciare l’interesse dei già nati con quello di ulteriori nascituri, (…) una strada potrebbe essere quella di un riconoscimento “tombale” per i bambini già nati, subordinando la concessione di stepchild adoption alla presenza della madre.

Io dico: si può parlare di figli, affetti, bambini desiderati, voluti, amati, usando il termine “tombale”? Ma da quale assurdo linguaggio burocratico arriva tutto ciò? Tombale? Sul serio?

E infine: evidenziare i limiti “naturali” e dire che quando li sottolinei alcun* “reagiscono con stizza” (e questo fa il paio con il maternalista “stupidaggini”) a me pare un modo per determinare una differenza di ruolo, tu madre, io figlia, alla quale impartisci una lezione sulle patatine che non posso avere e sul giocattolo che non mi comprerai. Viene in mente che si parla di scelte umane, che riguardano le persone e che il limite alla “natura” riguarda molte altre persone? Se natura vuole che sei malat@ allora perché curarti? E’ un discorso che ha del religioso. Perché la trasfusione di sangue, perché la procreazione medicalmente assistita, perché accettare il dono di tua sorella che partorirà per te, perché rendere genitori due persone omosessuali? “Natura” sta per volontà divina? Dono del Signore? Limite delle persone non abili a far funzionare ogni parte del corpo? Dove finisce la Natura e dove inizia la Cultura? Cos’è Innaturale? Cos’è Normale? E qui entriamo nel campo della patologizzazione e nella testa di Foucault e non proseguo oltre.

Perdona Madre ma non ho più l’età per le sculacciate e se tu, madre, assieme allo Stato, padre, volete vietarmi di essere felice, ove per felicità si intende non una condizione egoistica ma di giusta armonia, ed equilibrio, desiderio, amore, affettività, permetti che mi faccio adottare da altri genitori? Perché questo è quello che faranno in tant*. Andranno all’estero, che lo vogliate o no, perché il desiderio, spinto dall’amore, non si può fermare. Non fermi il desiderio di avere figli, di avere una famiglia, di qualunque tipo essa sia, di amare la persona dello stesso sesso. Non puoi fermare l’amore e non puoi fermare l’autodeterminazione delle donne. Questo è il quasi 2016. Porta avanti le lancette del tuo orologio. E ascolta, senza imporre il tuo pensiero. Scoprirai un mondo nuovo, e sono certa che potrebbe perfino piacerti.

Ps: per la prossima sessione sadomaso mi preparo meglio. 😀

—>>>Già che ci sono vi segnalo il contro appello partito dalle altre donne, soprattutto Snoq Factory con i suoi comitati cittadini, contrarie al primo appello delle Snoq Vip (libere). Sicuramente quest’ultimo documento, per chi si appassiona alla mediazione politica, al fine di cercare una soluzione che soddisfi tutti, è decisamente meglio del primo.

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1 pensiero su “Utero in Affitto: ecco le mie “stupidaggini”!”

  1. Sancito così come divieto di nascere in una famiglia benestante gay, ‘nasce’ il primo diritto del nascituro, che a cascata cancellerà il diritto a inseminazione eterologa interruzione di gravidanza e divorzio!
    In ogni caso il padre biologico è gay, la donna che presta l’utero non è la madre biologica, l’ovulo può essere donato anche in Italia…
    Infine il 95% delle GDA le fanno le coppie eterosessuali, quindi vietiamo il matrimonio a tutti!

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