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Un figlio per una coppia gay? Io lo farei, senza alcun dubbio!

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Se fossi ancora in età fertile farei un figlio per una coppia gay. Peccato io sia più prossima alla menopausa e troppo in là con gli anni per poter fare uso del mio corpo per destinarlo a questo nobile e gratificante scopo.

Leggo parole piene di astio, livore che traspare tra un “riappropriamoci della maternità” e un “l’utero in affitto è contro natura”. Io non lo affitterei, sia chiaro, ma lo farei davvero gratis. Ho già due figli e so che per essere buoni genitori non serve essere necessariamente di sesso femminile. Mio marito ha perso il lavoro una decina di anni fa e finché non ne ha trovato un altro è stato lui a tirare avanti la baracca e lo ha fatto molto meglio di quanto non sappia fare io.

Ho visto padri premurosi, attenti, meravigliosi e pieni d’amore per creaturine che trattengono tra le braccia con gli occhi luminosi, a volte lacrime a volte gratitudine per la fortuna di poter fare da padri. Mio marito, dopo aver letto delle femministe contro la gestazione per altri si è lasciato andare in un “sono impazzite”, perché lui crede profondamente nella libertà delle donne di poter scegliere quello che vogliono fare del proprio corpo.

gay-fathers-burtka_harris_2014x633Non se lo spiega, perché è cresciuto attraversando un’epoca di grandi cambiamenti e ha appreso tutto quel che c’era da apprendere per affrontare la nuova era, rispettosa di tutte le persone prima discriminate, donne incluse, e oggi non capisce perché proprio dalla parte da cui ha appreso di più sente affermazioni tanto reazionarie.

Io farei un figlio per una coppia gay perché odio che un’altra donna dica a me quel che fare del mio utero. Non l’ho permesso a mia madre e non lo permetterei a nessun@. Lo farei perché amo sentire un figlio che picchia dentro l’utero ma non ho particolarmente amato quel che è venuto dopo. Godersi il privilegio di quelle emozioni per poi consegnare il bimbo alle cure altrui è quello che farei oggi se solo potessi. Perché non sono mai stata particolarmente dotata di istinto materno, per quanto io ami follemente i miei figli. Perché ci sono stati momenti in cui avrei voluto tornare indietro all’epoca in cui non c’erano i bambini. Perché saprei di poter essere serena affidando quel figlio alle cure di persone affidabili, consapevoli e serene.

Lo farei per affermare il mio diritto all’autodeterminazione, per raccontare un’altra storia rispetto a quella che raccontano tante vecchie matriarche che dall’alto della loro condizione di donne post/menopausa vorrebbero dire alle altre cosa fare del proprio utero ancora in età fertile. Donne che danno ad altre delle “sterili” – quelle che la “natura” (e pare che le femministe abbiano sostituito la parola Dio a Natura)) ha voluto fossero tali – quando la sterilità appartiene a loro, a meno che non abbiano miracolosamente la capacità di fare figli a sessanta anni. Sterili nelle parole e nei pensieri tristi. Sterili perché incapaci di amare il mondo che verrà, gli uomini per quel che sono adesso e non per quello che sono stati, le persone gay che chiedono la step child adoption per quei figli che lo Stato Italiano non riconosce in quanto tali.

news-lead_copySterili perché dalle loro parole viene fuori solo un destino privo di capacità d’empatia, di accettare l’altro da se’. Perché diffidano dei genitori se uomini e figuriamoci cosa pensano dei gay. Così incontrano il plauso di persone molto reazionarie che pensano dei gay che siano un po’ pedofili, malati, assolutamente non in grado di allevare figli. C’è la ex moglie di un mio amico che dopo quindici anni di matrimonio si è sentita dire “cara, ti presento Marco” e lei, dopo tanta sofferenza, lo ha accettato, e ora Marco è diventato un membro di quella famiglia allargata e ama il figlio del proprio compagno come fosse suo.

In questa barriera che le femministe ergono per fermare il futuro e impedire ad altre persone di poter desiderare ed essere felici io vedo un deserto di emozioni, una volontà di accentuare proprie ideologiche convinzioni fino ad arrivare alla paranoia. E io allora farei un figlio per una coppia gay perché potrei conoscerli, sapere se tratteranno bene quel bambino e poi potrei usare il mio corpo per fare del bene invece che ritenerlo un mezzo attraverso il quale acquisire privilegio.

Questa vecchia concezione del mondo e della maternità esaltata mi lascia senza fiato. Se i miei figli fossero nati oggi sono sicura del fatto che avrei incontrato più persone a darmi limiti e imposizioni. La libertà di scelta è diventata una cosa cattiva e il corpo che era mio adesso lo vuole gestire qualun’altra. Se fossi in età fertile potrei far crescere dentro di me un figlio d’altr* o potrei legarmi sessualmente con uno dei padri affinché lui sia sicuro di aver compiuto un atto d’amore per ricavarne altro amore.

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Che mondo è quello in cui ci si rifiuta di riconoscere la felicità di chi non ci somiglia? Che mondo è quello in cui dalla bocca delle femministe arriva solo rifiuto, divieto, censura delle emozioni, incapacità di provare empatia, dall’alto del proprio autoritario piedistallo in cui celebrano costantemente la loro presunta superiorità morale.

Non ho mai desiderato ardentemente essere madre ma farei un figlio per altri perché il mondo in cui voglio che i miei figli crescano deve essere fatto di solidarietà e comprensione reciproca, di tolleranza, felicità collettiva e di libertà di gestione dei corpi senza che le signore perbene, immaginando di aver fatto una rivoluzione quando invece hanno sostituito il paternalismo per mezzo di un uomo a quello per mezzo di una donna, siano legittimate a dirmi quel che devo o non devo fare.

Intanto cominciate a riconoscere i figli che già vivono in Italia. Evitate di porre altri paletti contro il riconoscimento di diritti per le coppie gay. Evitate di frenare il mondo che progredisce nell’accettazione delle altrui differenze. Evitate di essere omofobe. E iniziate a guardare il mondo con più tolleranza.

ps: è una storia vera. Grazie a chi l’ha raccontata.

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3 pensieri su “Un figlio per una coppia gay? Io lo farei, senza alcun dubbio!”

    1. sai chi viene considerato il più grande precettore della Storia? famoso per essere chiamato il Maestro degli Eroi?
      Non ci crederai ma è Chirone un centauro,cioè manco un essere umano. vabbè è mitologia, ma non ho barato .Perchè precettore, cioè colui che ti instrada alla vita, può essere chiunque perchè il motore è il nesso di fiducia, mentre la genitorialità è cosa diversa perchè attiene all’identità.
      mentre non ho nessun tipo di problemi per l’affido o ad un professore che di giorno in giorno preferisce farsi chiamare Cloe, perchè di base vi sta il nesso di fiducia, e la fiducia è un universale. diversamente la genitorialità personalmente la interpreto come un campo diverso in quanto non è una categoria universale ma una categoria specifica

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