Affetti Liberi, Autodeterminazione, La posta di Eretica, Personale/Politico, Sessualità, Storie

E se il problema fosse la monogamia?

Lei scrive:

Ciao Eretica,
ti scrivo la mia storia perché ho bisogno di parlarne con qualcuno:
ho 36 anni e forse (forse?) sono un po’ strana.

Sto con un uomo della mia età da 4 anni, un uomo che adoro e che ho desiderato a lungo.
Sono sicura di amarlo, con lui sto bene e ci starei a tempo indeterminato, non mi manca nulla: dialogo apertissimo, quotidianità perfetta nella convivenza, a letto è portato, dotato, fantasioso (fin troppo interessato a me fisicamente).
Lo trovo bello, mi piace, lo stimo. Mi piace anche il suo modo di pensare, ha obiettivi simili ai miei e ci adoperiamo per raggiungerli, in piena sintonia.
… ma lo tradisco.

A un corso di teatro ho incontrato due uomini, molto diversi tra loro e diversi da lui.
Il primo è stato un colpo di fulmine: estetica folgorante, molto più giovane di me, mi è subito parso bello e impossibile. Quando poi ho saputo la sua età se avessi avuto una mezza idea concreta ci avrei messo una croce sopra.
Ma allora non ce l’avevo affatto.

Beh, all’inizio ci evitiamo (io lo evito proprio in virtù del rischio che sento nell’attrazione, lui lo percepisce e mi crede spocchiosa)… poi accade qualcosa.
Abbiamo gli stessi interessi cinematografici, cominciamo a parlare su Facebook, mi fa due complimenti goffi da ragazzino e io lo fermo.
Guardiamoci: 15 anni di differenza e io sono impegnata. No.
Ma continuiamo a cercarci, a parlarci, a confidarci. Lui mi parla dell’università, io del mio lavoro, della mia vita, di quello che viviamo e che abbiamo vissuto. Cominciano ad intrecciarsi le mani.
Da una parte lo vedo “piccolo” e mi viene da proteggerlo e guidarlo, mi ricorda un po’ me a quell’età, dall’altra, da vicino, sono ormoni impazziti tenuti faticosamente a bada da entrambe le parti.
E succede qualcosa. Memorabile per l’emozione e non per il fatto in sé.
Ma nel frattempo si cementa qualcosa sotto, di bello, di pulito, luminoso.
Sono diversi lui e il mio compagno, è diverso tutto e non mi sento in colpa.
Nessun legame, so che presto si allontanerà prendendo la sua strada e sono in pace con questo.
Vorrei andasse lontano, riuscisse, realizzasse i suoi sogni… anche se lontano da me.
Non è il sesso che conta, insieme non è granché e non lo cerchiamo nemmeno più di tanto: ci sosteniamo, ci cerchiamo le mani, ci facciamo bene all’autostima (e al cuore… che romanticona!).

Non amo meno il mio compagno, ANZI.
Sono più sicura di me, lo amo ancora di più.
Con omissioni gli parlo dell’altro come di un mio amico.
All’altro parlo di Lui, come dell’uomo migliore del mondo e lui lo ammira, “da grande” vorrebbe essere come Lui: appassionato, intelligente, sicuro di sé.
Si vedono, si conoscono, senza troppa tensione da perte dell’altro, mentre il mio compagno ignaro è tranquillo.

E poi accade di nuovo.
Terzo uomo, 15 anni di differenza al contrario: separato con una storia triste che ancora brucia, intellettualmente stimolato da me, io da lui, piacente ma non appariscente.
Altri interessi in comune, una cosa che nasce piano piano e si concretizza con una naturalezza incredibile. Anche qui non è il sesso la chiave ma lo è il dialogo, i suoi ricordi che vengono a galla e vengono ricolonizzati da abbracci e carezze, la sua mente che si scioglie e il suo cuore che si libera, stralci di cose lavorative e vissute che si legano, ci fanno capire e ci fanno sentire grati l’uno all’altra.
La sua visione delle cose che mi affascina, la sua tenerezza.
Di nuovo nessun legame, nessuna promessa.
Sa che non voglio cambiare la mia vita, che c’è Lui, (anche se a tratti cambierei volentieri in meglio la sua), ci regaliamo il piacere di vederci, di parlarci, di sentirci e starci vicini.

Sono tre piani distinti, sono tre me ma con alla base sempre la mia piena identità.
Sono me stessa e sincera con tutti e tre (anche se non sanno in termini completi l’uno dell’altro e devo omettere un po’).
Non prometto, non esagero.

Un po’ mi sento in colpa perché mi hanno insegnato che è brutto, che non si fa, che si ferisce.
Ma io adesso non vedo dolore, vedo solo gioia di stare insieme, fino a che si vuole, senza togliersi niente e togliere niente agli altri.
È avere liberamente quello che fa stare bene, le peculiarità di ognuno.

La cosa che mi spiace è di non avere il coraggio di essere trasparente, specie nella mia relazione (anche quella senza legami scritti, conviviamo “solo”).
Ho tanta paura di perderlo perché io non voglio andare via, non lo faccio per andare via: io voglio Lui. Il mio futuro in coppia lo vedo solo con Lui, la vita quotidiana solo con Lui. E tutti lo sanno.
Se vi state chiedendo come starei al contrario ve lo dico sinceramente: mi basta che torni, di essere quella speciale… se io non arrivo a dargli tutto quello di cui ha bisogno preferisco saperlo FELICE piuttosto che “mio”.
Quando a letto è insistente e io non ce la faccio a stargli dietro coi ritmi piuttosto che vederlo torvo preferirei davvero che avesse un’altra a farlo felice, a renderlo sereno. Ma che poi tornasse da me.

Forse sono cattiva.
Forse sono pazza a pensare di poter dare amore così, senza pretendere nulla in cambio che non sia veder star bene.
Forse sono egocentrica, egoista, un mostro… se credo che questa storia della fedeltà a tutti i costi sia parecchio sopravvalutata nella società.
Mi sento in colpa per essere felice, per sentirmi completa.

Ma AMO, e dove non amo nella completezza del termine voglio bene davvero, tanto.
Questo mi fa sentire tremendamente VIVA.

Ciao e grazie dell’attenzione, per il tuo impegno e la tua utilissima attività!
L.

13 pensieri su “E se il problema fosse la monogamia?”

  1. Io la penso come te… È solo un paradigma culturale, peraltro nemmeno troppo evoluto, secondo me. E se si sta così bene, come può essere sbagliato? Un abbraccio

    1. “E se si sta così bene, come può essere sbagliato? ” … ma che canone di giudizio sarebbe per decidere cosa è sbagliato, solo come ci sentiamo noi? rispetto ed empatia per l’autrice del racconto, che ofre spunti di riflessione interessanti ma è CHIARAMENTE sbagliato mentire, omettere e lasciare intrappolato qualcuno in una sorta di relazione poligama a senso unico di cui è ignaro e che quindi no può decidere se gli sta bene e restarci o meno… la parola chiave è CONSENSO. Viva il poliamore, viva la non monogamia ETICA però …in cui nessuno viene preso in giro e tenuto all’oscuro!

  2. Non sei un mostro, a parer mio.
    Anzi, ciò che dici è legittimo e sacrosanto.

    Però stai con un uomo che crede il vostro rapporto “esclusivo”, quando invece mi pare di capire sia poliamoroso (per te, ma lui ne è ignaro).

    Una cosa è vera se c’è libertà di scelta. In questo modo tu neghi a Lui (maiuiscolo perché lo metti in maiuscolo tu 🙂 ) la libertà di scegliere.
    Dici che vorresti che un’altra lo soddisfasse, ma che poi lui tornasse da te, però non lo metti al corrente della situazione e quindi, magari, lui non è che non ci pensa ma, appunto, pensa sia “sbagliato” andare da un’altra. Perché pensa di stare in una relazione di “esclusività”.

    Comprendo la paura, ma penso che una parte dell’amore risieda nel rispettare senza dibattere le decisioni altrui.
    Però bisogna mettere gli altri in condizione di scegliere.
    Sennò è imbrogliare.
    E il rischio è che rimangano feriti dalle bugie, o dalle omissioni, o che si sentano “traditi” nella fiducia e alla fine li si perda comunque, ma in maniera definitiva.
    Secondo me è meglio vincere la paura, piuttosto che tenersela col rischio di passare da stronzi. Che alla fine è così che succede: anche le migliori intenzioni, se omesse, passano per cattiveria, egoismo e non curanza.

    Penso – parer mio eh! – che sarebbe molto più bello per entrambi se anche Lui fosse libero di fare come te, facesse come te e, infine, dopo tutto, tornasse ogni volta da te.

    Spero di essere riuscito a non apparire giudicante, ché il mio intento non era quello.

    Ciao! 🙂

  3. mah, da come parla degli altri mi chiedo perché non si sia DAVVERO limitata a esserci amica e basta. sì, l’attrazione l’avrebbe dovuta tenere a bada, ma alla fine non è per il sesso che tradisce.. :/

    1. Non è che se una persona tradisce per esperienze emotive diverse (non migliori ma solo differenti come dice in questo post l’interessata) è più colpevole di un’altra che tradisce per il sesso. Per me è una forzatura culturale che il tradimento fisico sia perdonabile più di quello emotivo. Sono identici. Il sesso è una parte importante del rapporto quanto il dialogo. Per qualsiasi motivo si tradisca o si decida di avere una poligamia fisica o emozionale dovremmo essere onesti e dichiararla per rendere libero chi ci sta davanti di scegliere la cosa migliore per sé stesso. A costo di perdere qualcosa di importante. Quest’ultimo è il punto…fai quello che vuoi ma nessuna omissione nei confronti dei coinvolti.

  4. L. il tuo racconto mi ha molto colpito, per varie ragioni, la prima è il tono della tua voce, così diverso da molti altri racconti simili , che in genere mi irritano parecchio. E poi mi ha colpito perché ci ho letto dentro due storie, una sulle righe e una sotto. Te le dico entrambe, come puro “feedback”, senza nessuna pretesa di avere ragione.

    La prima storia che ho letto è quella di una persona poliamorosa che sta cercando di accettarsi e che si pone il dilemma se essere onesta col compagno o rischiare di perderlo. Siccome di lui parli molto bene,mi domando se un amore grande può davvero vivere di un’immagine dell’altro che non corrisponde alla realtà. Tu dici di non togliere niente a lui, ma in realtà “compartimentalizzando” togli al rapporto un pò di verità. Aldilà della questione etica, mi domanderei se ha senso per te avere un compagno di vita che non ti conosce interamente. Forse potresti provare a parlargli dei tuoi desideri con la delicatezza che mi pare ti contraddistingue. Il rischio lo corri è ovvio. Ma è possibile e sensato stare con qualcuno senza essere compatibili , o almeno senza confronto, su una cosa così importante? Forse, nel dialogo, un equilibrio che va bene a entrambi lo trovate comunque, a meno che lui non sia proprio avverso all’idea, in qual caso la decisione di restare o andare tornerà a te. Ma almeno così vi guarderete per quello che siete.

    La seconda cosa storia che ho letto mi ha ricordato la mia, quindi prendila come una pura proiezione e termine di paragone. Mi ha molto colpito il fatto che parli di Lui ben due volte come sessualmente insistente e che diventa “torvo” se non ti va, mentre per le tue altre relazioni sottolinei continuamente il fatto che non riguardano tanto “il sesso” ma: il “dialogo”, “una pulizia”,il romanticismo, l’assenza di promesse e debiti, “il cuore”. Mi ha colpito perché in genere chi tradisce lo fa per mancanza ( o in cerca di) sesso/eccitazione/novità, non in cerca di “cuore” e affetto incondizionato. Non è che magari ti senti messa sotto pressione o non ti senti completamente accettata o adeguata per come sei e qualcosa effettivamente ti manca da parte di Lui, ma di natura “platonica”? Anni fa stavo con un uomo che in maniera sottile, non mi faceva sentire accettata. Con lui sentivo di dover “performare”, altrimenti manifestava insofferenze, di fronte alle mie fragilità, “sembrava” molto attento ma non lo era, diciamo che mi dava molte attenzioni per averne altrettante in cambio, e spesso teneva il conto. Mi mancava sentirmi oggetto di “un interesse disinteressato”, ma era una frustrazione così sottile che valla a spiegare: a te stessa, a lui, agli altri. Caso strano della vita, se mi incontravi a suo tempo, te la avrei descritta come una “storia incredibilmente appagante” (per altri versi, in quel momento, lo era). Mi sono quindi ritrovata in una breve relazione platonico-romantica con un altro, dall'”interesse disinteressato”. Di questo mezzo tradimento inizialmente non mi sentivo in colpa, perché dicevo che erano cose “diverse e complementari”, che in fondo non era di natura propriamente sessuale e quindi non facevo nulla di male, che i miei sentimenti non erano in contraddizione, che nutrivo il mio “cuore” ecc. Un giorno non so perché mi sono svegliata realizzando che mi stavo prendendo per il culo da sola e che stavo mantenendomi un’uscita di emergenza per non sentirmi completamente fagocitata dalle “esigenze” di Lui. Che poi, ho capito nel tempo, non è che sapesse proprio come nutrirlo, il mio cuore. Le tue parole mi hanno ricordato questa situazione, così intricata che meglio di così non so spiegartela.

    Solo tu puoi sapere se la tua è una vera tendenza poliamorosa o l’inconscia ricerca di un salvagente o di un surrogato. O tutte e due. Comunque sia, in entrambi i casi, in bocca al lupo.

  5. E se il problema fosse il fatto che sei una bugiarda?
    Tante parole zuccherose per il tuo compagno “ufficiale”, ma poi gli menti e decidi per suo conto che non deve conoscere una parte importante della tua persona, la propensione al poliamore, lasciandolo “ignaro e tranquillo”. Così facendo non solo dimostri di non amarlo poi così tanto come dici, ma soprattutto stai limitando la sua libertà di autodeterminazione. Puoi ricamarci sopra tutti i merletti di zucchero filato che vuoi ma quest’ultima, in caso tu non lo sappia, resta pur sempre una forma di violenza.
    La monogamia non è un problema, nemmeno il poliamore. Il problema è la tua disonestà.

  6. questo post, e quello che cercavo per una mia amica, e quello che e stato negato per anni,
    non certo per colpe, ma per auto negazione, difensiva, come facevano i maschi,
    quando lo facevano i maschietti, c era l ira delle femministe, “eh, da qua, da la, scuse, e non finire, che la donna e sempre ragione”
    Adesso che hanno la libertà, lo fanno loro, a molte donne che ho conosciuto non basta un uomo, o per sesso, emotivo, soldi, ecc.
    basta vedere porno star, donne su internet, su web cam, si masturbano dalla mattina a sera, e
    non penso che sono obbligate, da alcun, machista.

    dando la colpa, sempre al maschio, anno, rinnegato, queste loro parti, diciamo, pazzarelle, come si definisce, questa, donna …. certo niente di male, per carita, ma
    non mi sembra giusto che lui, deve esserne all Oscuro,
    in nome della liberta, femminsticha.

    saluT

  7. Certo la verità è un concetto magnifico. Ideale. Alto. Splendido. Come la condivisione totale di Sè, la complicità. Tutto meraviglioso. Però a me un pò stona. Ho come l’impressione che in realtà nessuno condivida tutto di sè, che vi siano spazi di noi che restano comunque personali. Certo parlare di sesso, di amore fa un altro effetto. Sembra che vada per forza condiviso, per onestà. Ma non è che questo riguarda in qualche modo una sorta di concezione moralizzante? Non so, solo una riflessione…

  8. Nessuno deve condividere per forza tutto di sé, ma in un rapporto di coppia mettere al corrente il partner di una cosa fondamentale come la propria visione del sesso e della sessualità mi sembra veramente il minimo. Anche perché, dal momento che hai formato una coppia, il discorso non riguarda più soltanto te. Più che moralismo, a me sembra logica.

  9. Ciao! Ci tenevo così tanto a scriverti,
    perchè mi ritrovo nelle tue parole, con le tue sensazioni…
    è difficilissimo. Pago uno psicologo, da quando ho tradito colui che sinceramente amo. Perchè iniziavo a marcire per i miei sensi di colpa, e consapevole però del mio pensiero, della mia incapacità, a quanto pare, di restare fedele fisicamente ad un solo uomo, ma deisderosa di conoscere me stessa con gli altri.. (ho confessato di aver avuto un flirt… un bacio. null’altro. dal triste tentativo di pulire la mia coscienza seppur in parte, o dal disperato bisogno di svelare i miei intimi bisogni.) Siamo in una società che ci martella costantemente con “si può fare, non si può fare, è sbagliato, è peccato”. Ma chi lo decide cosa sia giusto o sbagliato? Anche io vivevo la mia relazione parallela consapevole che di quello in quel momento avevo bisogno, di quella felicità, perchè aiutava me a sentirmi viva, accresceva in me l’autostima, e migliorava anche la mia relazione col mio ragazzo, che va avanti da quasi 7 anni. (Lui, l’unico, il primo amore. la mia prima volta. )
    Spero di capirci qualcosa un giorno… mi rende felice, perchè dev’essere sbagliato? Eppure adesso pago le conseguenze di quella felicità…
    comunque grazie,
    un abbraccio
    semmi.

  10. Non ritengo che il problema sia l’essere poliamorosi, non credo esista solo l’esclusività in amore e del resto è un tuo diritto fare come meglio credi.
    Quello che trovo sbagliato, però, sono le menzogne che racconti al tuo uomo (e anche a te stessa quando dici di essere sincera con lui): vuoi una relazione aperta? Parlagliene e lascia che anche lui prenda la sua decisione, ha diritto quanto te di fare ciò che lui ritiene sia migliore per se stesso.

  11. Ciao a tutti!
    Mi sono imbattuto in questo scambio emozionale per caso.
    Vi dico che, rimango al quanto perplesso e un pò titubante nel sostenere certe scelte e modi diversi nel distorcere il teatro della vita e dei sentimenti.
    Mi rivolgo in primis alla ragazza che, si definisce un pò “strana” e di riflesso agli altri.
    Non vorrei cadere per eccesso o per difetto in un personaggio d’altri tempi o un prete.
    Concludendo, o iniziando, giudicate voi, mi sembra e si evince in quel che leggo, un dilagante senso del concetto di “amore” se non siamo in grado di riconoscere ciò che è giusto e ciò che non lo è, non c’è molta scelta nel dare un’opinione.
    Chi sostiene e avanza amore, ma cerca un modo per ampliare, interpretare e forzare tale sentimento, in realtà ha semplicemente delle necessità differenti da chi l’amore lo vede, lo sente, lo dimostra nel modo più semplice.
    L’amore è donarsi all’altro, se questo viene ricambiato, abbiamo quell’intensa e inestimabile pienezza di concreta fusione e nulla può cambiarlo!
    Tutto il resto è interpretazione, forse di comodo, forse caratteriale, forse psicologico, inconsapevole, che viene da molto lontano…!
    La vita si evolve, le mode cambiano, il valore dell’istruzione è più alto, le frontiere dei popoli sono più vicine, le tentazioni sono dietro l’angolo, l’emancipazione ci da sicurezza.
    Tutto questo diventa confusione, offusca i principi morali, li distorce e ci fa perdere il vero scopo, e l’essenza di questa vita.
    La verità si racchiude in un solo e striminzito concetto, abbiamo tutto e troppo di tutto!
    Troppe strade davanti a noi, ed io per primo ne ho scelte diverse, sbagliando, a volte consapevole, a volte no, ma ho sempre cercato di procedere a testa alta.
    Concludendo, il mio personalissimo pensiero si racchiude in pochi e semplici concetti basilari:
    Rispetto,
    educazione,
    onestà,
    semplicità,
    trasparenza,
    coerenza,
    coraggio,
    questi semplici concetti ci permettono, nella vita in generale, ma nel caso specifico di questa discussione, di seguire i propri pensieri, bisogni, tormenti, come meglio si crede, senza calpestare i sentimenti, ideali, sogni, di nessuna persona, pur volendo scegliere i surrogati dell’amore.
    Un saluto a tutti, ciao P.P.

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