Comunicazione, Contributi Critici, Pensieri Liberi

A me me piasc ’o presepe e il natale, il ramadam e pure maometto

di Lucia Coluccia

Ciao Ina,

Rispondo al suo articolo che a sua volta risponde al mio. Sono sinceramente onorata che il mio articolo abbia dato vita a questo scambio di opinioni pubblico che spero possa servire a regalare diversi punti di vista al tema tanto dibattuto in queste ore dei simboli religiosi nelle realtà pubbliche di uno stato laico.

Mi permetta però di dare una bella e decisa mazzata ai presupposti che l’hanno indotta a definirmi neppure troppo velatamente una sorta di difensore dei dogma cattolici senza macchia e senza paura, pronta a piazzarmi alla destra del crocifisso e per questo immolarmi quando si tratta di dar lustro all’Italica identità cristiana con occidentalissimo sprezzo del pericolo. Ho aperto l’articolo che lei contesta fortemente, con il riferimento al presepe sol perché è proprio intorno a questo oggetto che si intrecciano in queste ore le discussioni sull’utilità o meno di avere simboli sacri nelle aule scolastiche.

Ovviamente rimando al mittente tutte le sue fantaconvinzioni di cui riporto un passaggio solo che sintetizza bene il suo punto di vista “ ‘voi’ vi incazzate tanto se vi toccano il crocifisso, salvo poi voler negare il velo”; semplicemente perché nel mio articolo non c’è alcun riferimento che possa far pensare che i miei argomenti accarezzino anche solo per scherzo tali nefaste considerazioni che azzerano il concetto di rispetto nei confronti delle altre culture, e degli altrui credi. Se avesse letto ciò che scrivo sul mio blog www.ilpuntod.com si sarebbe finanche resa conto che ciò di cui mi accusa è esattamente ciò che tento di combattere.

Ma torniamo al tema in questione: simboli religiosi si, simboli religiosi no. Ebbene per quanto mi riguarda, “simboli religiosi tutta la vita”. Difenderò se potrò con ogni mezzo la libertà di ogni credente di professare ovunque il proprio credo e si, anche all’interno delle rassicuranti aule scolastiche.

Ho parlato e lo ammetto di integralismo laico, ma non per colpire i laici nel senso costituzionale del termine, perché cittadina laica lo sono anche io, ma per rimarcare le differenze tra ciò che la nostra carta costituzionale (nonché il buon senso) intende con il termine laico e quello che un certo tipo di integralismo laico (che non ha nulla a che vedere con la prima definizione) vuole farci credere che sia. Non ho mai scritto che i laici siano integralisti, mi duole dover constatare una così approssimativa lettura delle altrui opinioni e una così saccente modalità di interlocuzione e mi riferisco nella fattispecie a quando scrive:

“…come minimo avrei fatto una piccola ricerca circa gli articoli della Costituzione che regolano questa materia. Se lei lo avesse fatto, avrebbe trovato una grande ambiguità coperta da strati e strati di ‘laicità qui laicità qua, laicità si però a casa vostra… “

Lei dà per scontato che il suo interlocutore e quindi io, sia poco informato. Non è così, conosco per necessità e lavoro la carta costituzionale e a menadito. So bene quali siano i principi della costituzione che regolano l’ancora difficile rapporto religione e stato; dalla libertà di professare qualsiasi credo alla tutela dell’identità atea.

A tal proposito la invito a leggere con attenzione l’articolo 8 della nostra costituzione, quel principio cioè che garantisce a tutti i credenti la possibilità di professare liberamente la propria religione e di svolgere tutte le attività inerenti tali credenze.

Faccia attenzione, l’articolo costituzionale non è escludente tuttalpiù è includente. Ognuno è libero di professare il suo credo e pensampò di svolgere le attività inerenti a tali credenze. Adesso provi ad accarezzare con ogni parte della sua mente il meraviglioso significato delle parole “libertà di professare il proprio credo”. Provi a sentire il profumo inebriante della multiculturalità manifestata anche all’interno delle scuole, anche attraverso le religioni.

E proprio in virtù di quanto sopra, che difendo anche davanti alle sue critiche il mio pensiero quando dico che l’Italia è uno stato Laico ma non uno stato Ateo. Mi segua, credo che eliminare dai luoghi pubblici ogni simbolo religioso, sia di fatto non garantire la laicità dello stato. Se andassimo oltre la mera battaglia di principio forse potremmo anche convergere sulla possibilità che nelle realtà pubbliche ognuno se volesse dovrebbe poter onorare la propria fede attraverso simboli o festività diverse.

Lo dico io, ma lo dice anche il significato di laicità.

Lei si è accanita contro un mio pensiero, e mi ha accusata di far perdere qualità a questo splendido strumento di libertà di espressione che sono i blog, le offro a tal proposito uno spunto di riflessione; cosa ne pensa di quelle autorevoli firme giornalistiche che galoppando queste si, le vicende del povero preside di Rozzano (sacrificato sull’altare dell’italico ludibrio da ciò che la maggior parte di noi definirebbe “ ottima stampa”) parlano della necessità di eliminare i simboli religiosi nelle aule utilizzando come pretesto un sedicente rispetto nei confronti dei musulmani? Ha notato? le comunità musulmane per certo giornalismo acquistano improvvisamente interesse solo quando diventano quel cavillo per portare avanti inutili battaglie di principio. Niente di più scorretto, parlano di laicità salvo poi contrapporre i cattolici ai musulmani, come se fossero le uniche religioni al mondo, gettando benzina sul fuoco in un momento storico in cui le comunità islamiche sono messe all’angolo da ridicoli quanto ancestrali luoghi comuni. Roba da matti e fomentano questi si, l’odio, galoppando la propaganda malsana senza alcuna vergogna.

Lei scrive che gli atei non si sentono offesi ma al massimo sopraffatti dai simboli religiosi e si appellerebbero a principi di pluralismo in cui possano riconoscersi veramente. Non è così, sono cresciuta con padre ateo e so bene che il suo pensiero viaggia parallelamente col mio, tuttavia si chieda se dimostra meno tolleranza chi si sente sopraffatto dai simboli religiosi o chi altresì, li accoglierebbe tutti senza alcun timore che questi possano mettere in crisi i principi di pluralismo di cui lei parla.

Io, i simboli religiosi li difendo tutti e credo che uno stato laico non debba censurarli ma trovare il modo e gli strumenti per far convivere differenti credi in pace.

Questo e solo questo, è il senso del mio articolo. La multiculturalità in uno stato laico si deve arricchire solo di segni più e mai di segni meno. E laicità non è negare simboli religiosi ma creare un comune spazio di rispetto e tolleranza reciproca. Ma come sempre, le posizioni estreme, spesso urlate, più facili e popolari sono.

Concludo. Del sarcasmo non so fare a meno (lei dice che è tipico dei laici, beh sorpresa, lo sono anche io!), non so fare a meno neppure di fare la “simpaticona” nonostante spesso mi riesca bene e in altri casi risulti addirittura fallimentare. Non credo tuttavia che siano quelli come me che attentano alla credibilità dei blog e dell’informazione libera ed è per questo che la inviterei a fare un giro su ben altri siti di informazione questi si, che incoraggiano l’isteria di massa e se avrà voglia di “abbattere quei muri” granitici pregni di discriminazione e di intolleranza sotto mentite spoglie di buonismo da quattro soldi, mi vedrebbe pensi un po’ proprio dalla sua parte con piccone in mano e il caschetto in testa. Ina, alla fine siamo sulla stessa lunghezza d’onda, solo a che a me mi piac’o presepe, e il natale e il ramadam e i ritratti di maometto e Buddha, il confucianesimo e a te no. Posso sopportarlo, ho sopportato di peggio ma diamoci del tu perlamiseria.

3 pensieri su “A me me piasc ’o presepe e il natale, il ramadam e pure maometto”

  1. Non riesco a capire quanto quel che sto per scrivere sia attinente all’articolo,ma ci provo. Anni fa ho conosciuto una famiglia di “sicurissima” fede Cristiana Ortodossa . Che festeggia la Pasqua Ortodossa,che però non tutti gli anni coincide con la Pasqua Cristiana ,e allora nel dubbio le festeggia entrambe. Famiglia che poi si è trovata ad avere amici musulmani , e ha trovato giusto abbinare i festeggiamenti del Ramadam alle due Pasque. Sarà un modo tutto loro di professare una e più fedi , pensavo. Ho chiesto. Risposta : “Ma che importa essere Cristiani Cattolici,Ortodossi, o essere Musulmani, l’importante è festeggiare” . In questa famiglia, ad Aprile , è arrivato un bimbo. Ora la loro casa pare Las Vegas,in fatto di decorazioni luminose in previsione del Natale. ” E’ il primo anno in cui fate l’Albero di Natale”,ho detto. ” Sì,ma lo vedi come rimane incantato il bambino davanti alle lucine che si spengono e accendono?” Mi sa che han ragione loro 😀

  2. Cara Lucia Coluccia, da quanto ho capito lei dice di voler difendere tutti i simboli religiosi nei luoghi pubblici dello stato. Cioè questo cosa significa? Che lei in un aula scolastica vorrebbe far mettere sul muro il crocifisso accanto alla menorah ebraica, al simbolo islamico, al simbolo induista, buddista ecc.ecc.? Ma non ci sarebbero poi troppi simboli sui muri? E dal suo punto di vista gli atei avrebbero anche loro oppure no il diritto di appendere un loro eventuale simbolo sul muro delle aule scolastiche? Oppure lei ritiene che gli atei siano da considerare cittadini di serie B? Secondo me quello che lei definisce “integralismo laico” non esiste, perchè nessun laico o ateo che dir si voglia si sogna di mettere simboli atei sui muri delle aule scolastiche, noi vogliamo solo togliere i crocifissi in quanto sono un simbolo di parte ed a me sembra che uno stato laico non debba ammettere simboli di parte ne religiosi ne politici sui muri dei suoi uffici, il crocifisso, in quanto simbolo di parte, discrimina i non cristiani facendoli sentire cittadini di serie B, invece l’assenza del crocifisso, lungi dal qualificare lo stato come ateo, non discrimina nessuno.

  3. Cara Lucia, ho letto attentamente, non trovo nel suo pensiero, un’idea chiusa alla religione. Anzi trovo che lei abbia espresso un’opinione molto aperta e senza fare cittadini di serie A e di serie B.
    Credo di aver capito che lei voglia solo difendere quella libertà che spetta a tutti in uno stato laico.
    Io penso che,ogni anno, il dibattito sul crocifisso si o no o presepe si o no si ripresenta sol perché non abbiamo capito che Stato vogliamo essere.

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