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Ho un “bastardo islamico” per amico

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Quando ho visto e letto quel che è successo a Parigi, oltre al dispiacere per quelle vite violentemente perdute, mi è venuto in mente che alcune amiche e amici che abbracciano l’Islam come cultura di riferimento saranno criminalizzati pur senza aver mai pensato o fatto nulla di male.

Ho pensato al fatto che ora hanno una ragione in più per buttare via le vite sopravvissute dopo tante morti nel mediterraneo. Ho pensato al fatto che ora hanno una ragione in più per demonizzare perfino i profughi. Ho pensato a tantissime cose, incluse le strumentalizzazioni mediatiche che destra e centro sinistra faranno.

Vi passo un post di M’ària. Chissà quanti “bastardi islamici” esistono nelle nostre vite. Persone quiete, serene, che sono schiacciate, invisibilizzate, a causa degli attentati. Allora anche una storia come questa può servire per evitare che si rimetta in moto la caccia alle streghe condita di islamofobia e quindi di tanta xenofobia. Contro tutti i razzismi e gli autoritarismi. Buona lettura!

>>>^^^<<<

Ore 16.00 del 13/11/2015

Sono a casa seduta sul divano. Suona il campanello. Apro e sale il mio amico del Pakistan. Sta tornando dalla moschea. Il venerdì è giorno di preghiera.

Parliamo e scherziamo un po’. Gli dico che ho mal di schiena. Mi dice di non preoccuparmi, mi preparerà lui la cena e poi, se voglio, mi farà un piccolo massaggio per rilassarmi.
-Non è la prima volta che mi aiuta quando sto male. Da quando lo conosco, lo fa sempre.

Ore 20.30
Dopo aver un po’ studiato, mi faccio una doccia calda. Il mio amico prepara la cena. La schiena si rilassa con l’acqua calda.

Ore 21.00
Ceniamo.

Appena concluso mi appresto a ricevere il massaggio.
Ah, bello.

Mi addormento.

Ore 7.00
Mi sveglio, prendo il cellulare e leggo di Parigi.

Sono un po’ preoccupata. Chiamo il mio amico e gli dico dell’attentato.
Lui dormiva ancora.

Non sappiamo cosa dire.
Ad un certo punto mi dice: ora non mi daranno più i documenti per stare in Italia!

Non so cosa rispondere. Forse ha ragione,
ma non glielo dico.

Mette da parte le sue preoccupazioni per un po’ e mi chiede se sto meglio.
Gli dico di no, la schiena mi fa ancora male.

Ore 8.00
Lui arriva e mi aiuta a fare gli esercizi/contorsioni per rilassare la schiena.

Non parliamo più di Parigi.
Dovevamo andare a fare la spesa, ma preferisco rimandare al pomeriggio.

Gli dico di andare via. Non mi piace essere accudita. Non mi piace essere aiutata. Non mi piace farmi vedere debole.
Gli dico: vai via. Non ti voglio qui quando sto male.

Lo so, sono un po’ bastarda.

Lui mi dice: ok, se è quello che vuoi..chiamami però appena ti senti un po’ meglio (che tradotto significa: chiamami quando il tuo orgoglio sarà scomparso e sarai riuscita a sotterrare la stronzaggine cronica).

Io gli rispondo con un grugnito -un grugnito che racchiude tutta la mia gentilezza (sarcasmo, ovvio per chi non capisse).

Prima di andare via mi dà un bacio sulla guancia.

È sulla porta.
Torna indietro e me ne schiocca un altro.

Che rabbia. È proprio un bastardo islamico.

5 pensieri su “Ho un “bastardo islamico” per amico”

  1. Il problema è di chi strumentalizza certi atti per le proprie altrettanto folli ideologie. Certe cose non hanno a che fare con nessuna religione… e davvero qualcosa che non si deve e non si può accomunare a nulla.
    A volte il silenzio sarebbe molto meglio e molto più rispettoso verso le povere vittime

  2. Mi astengo dal definire quella copertina perché non riuscirei a farlo con parole equilibrate. Dico che è violenta, e qui mi fermo.
    Per lo stesso motivo tengo per me ciò che penso degli esponenti di vari partiti che, con gli attentati ancora in corso, pensavano a rimpinguare il loro bacino elettorale.

    Conosco anche io tanti “bastardi islamici”. Ho passato anni a scuotere la testa di fronte ad analisi catastrofiste della minaccia che ci invade e ci conquista, dell’Islam inerentemente violento che non è quello che conosco nei miei amici e conoscenti. E mi sembra di non riuscire mai a trovare argomenti sufficientemente pervasivi per contrastare questa paura montante (e, in alcuni casi, montata ad arte) perché tutto quello che ho da offrire non sono contro-analisi condite con contro-citazioni del Corano (che non ho mai letto), ma è la normalità dei miei amici in Italia, Giordania, Palestina, è l’aver toccato con mano la falsità delle generalizzazioni che identificano il nemico nel diverso invece di capire che il problema non è una religione ma l’estremismo assassino che la usa come una scusa o un paravento (consapevolmente o meno).
    Ho passato anni a cercare di far capire che l’apertura mentale e l’inclusività non sono in contrasto con la difesa di valori quali la libertà, la laicità, il pluralismo: sono il terreno in cui dimostriamo se veramente questi valori li abbiamo metabolizzati o se siamo solo capaci di ripeterli a pappagallo. Anni a cercar di far capire che no, non è lassismo rifiutare di considerarsi parte di una guerra santa. É preoccupante il contrario. É preoccupante non capire che se si divide il mondo in buoni e cattivi e si assegnano di default i mussulmani al secondo gruppo si crea un’alienazione che è pericolosissima. (continua)

    1. Ho anche passato anni, e me ne vergogno, a sperare che gli attentati non fossero di matrice islamica, perché almeno non avrei assistito a linciaggi virtuali e a cacce alle streghe fatte sulla pelle di persone che conosco (ma veramente, se anche non ne conoscessi nessuna non cambierebbe).
      Ed è umiliante. Per me, per le persone che difendo. Dover spiegare che una persona è tale e non è un mostro: ma perché? Come c’è una presunzione di non colpevolezza nel diritto dovrebbe esserci nella vita. I mussulmani (ah, già che ci sono, spoiler per chi non lo sapesse: è un concetto diverso da “gli arabi”) non hanno diritto a questa presunzione? O ce l’hanno solo, e forse, se si “dissociano”, se fanno video su Youtube in cui devono dimostrare per forza di essere bravi ragazzi?
      Sono enormemente stanca. Ho l’impressione di remare contro corrente e di non essere capita (sono certa che molti non capiranno cosa voglio dire con queste parole). No, non nego che ci sia un gravissimo problema, anche se parlare di “guerra” mi sembra un comodo slogan diretto alla pancia e io mi pregio di ragionare col cervello. Provo per quelli di Da3esh sentimenti molto vicini all’odio, che cerco di combattere non perché loro non siano degni di odio ma perché l’odio obnubila e rende meno lucidi. Sogno un giorno in cui non esistano più, e non solo per quello che hanno fatto a Parigi ma per Beirut (dove c’è stato l’attentato dell’altro ieri), le decine di attentati in giro per il mondo e per l’aver contribuito alla distruzione di Siria ed Iraq. E se dovessi definirli, non credo mi farei grossi problemi ad un usare l’aggettivo “bastardi”, per quanto espressioni del genere servano solo a far sentire meglio chi le pronuncia.
      Ma non mi interessa dividere il mondo in due solo per stare dalla parte dei buoni. Semplificare i problemi al bianco e nero e creare situazioni che invece di risolverli o attenuarli li acutizzano.
      E mi spaventa vedere che invece un sacco di gente trova consolazione nel fare esattamente questo.

  3. Si è vero, siamo in guerra ma la guerra è contro gli idioti.Siamo circondati.La stiamo perdendo. Questa accozzaglia di parole che si definisce giornale non meriterebbe nemmeno di essere usata come carta da culo e dimostra solo che l’idiozia ormai ci travolge da tutti i lati. Cito una cosa che ho letto poco fa che dovrebbe far riflettere tutti quelli che parlano senza mettere in moto il cervello…sempre che ne abbiano uno:

    “Due giorni fa, a Beirut, l’Isis ha ucciso 50 musulmani sciiti e ne ha feriti circa 200. I peshmerga curdi, che da mesi e mesi combattono l’Isis in solitudine, sono a maggioranza islamica. Sin dalla sua nascita, l’Isis ha ucciso per lo più altri arabi: sciiti, atei, gay, minoranze religiose. Persino altri sunniti contrari alle loro pratiche. Quando questa mattina mi sono svegliato e ho letto il titolo a nove colonne di “Libero”, ossia “Bastardi islamici”, ho ripensato alla strage di Duisburg commessa da nostri connazionali: cosa sarebbe successo se un giornale tedesco avesse titolato “Bastardi italiani”, per di più alla luce delle tanti stragi e dei tanti attentati politici e mafiosi commessi da italiani Doc? Ecco, leggendo titoli come quelli di “Libero” e scorrendo alcuni post qui su Facebook, mi viene da dire solo una cosa: state tranquilli. Per le idee bestiali che avete, l’unico rischio che correte è che l’Isis vi arruoli.
    — Pasquale Videtta (via ruedescascades)

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