La posta di Eretica, Personale/Politico, Storie

23enne, senza una vita, con la paura di restare sola

Lei scrive:

Ciao Eretica, ti scrivo per raccontarti di me e della mia vita. Per la prima volta voglio spogliarmi, voglio raccontare tutto ciò che provo perché oltre alla sicurezza dell’anonimato sono sicura che nessuna in questo blog mi giudicherà. Inizieró da dove secondo me tutto è iniziato: avevo 18 anni e fino ad allora non avevo avuto nessun problema particolare. Stavo sempre in giro in prima linea nelle lotte studentesche, nelle scuole e nelle piazze, nei locali della mia città dove mi sentivo a mio agio, più di quando stavo a casa con la mia famiglia. Un giorno conobbi un ragazzo più grande, sui 30 di bergamo (io sono di Palermo) dopo qualche tira e molla iniziammo una storia a distanza che cambiò la mia vita.

Per motivi di gelosia eccessiva da parte di entrambi vivevamo chiusi in casa tralasciando gli impegni per cui eravamo obbligati ad uscire. Io ne soffrivo tantissimo, mi sentivo ed ero sola e la solitudine io non sono mai riuscita a viverla serenamente. Ci siamo visti una volta al mese per un anno e dopo decidemmo di lasciarci. Dopo qualche lacrima io ripresi la vita di prima con persone diverse più o meno. Non ho mai avuto la voglia e la forza di tornare a fare politica, anche per l’episodio del “capetto” del centro sociale.

Ripresi ad uscire ogni sera bevendo tanto e andando a letto con chi preferivo, fin quando non rimasi incinta. Decisi di abortire un po’ per questioni economiche un po’ perché non volevo dare pesi ulteriori alla mia famiglia un po’ perché il padre non mi avrebbe aiutata. Non dissi nulla alla mia famiglia e andai in ospedale. A volte ci ripenso piango e mi chiedo se ho sbagliato se ho agito invece solo per paura. Superata questa esperienza dopo qualche mese conosco il mio attuale ragazzo. Stiamo assieme da tre anni e conviviamo da due ma la nostra storia è sempre stata burrascosa.

I primi mesi ci furono dei “tradimenti virtuali” da parte di entrambi ma io ho voluto credere in noi, volevo stare con lui e non ho mollato. Da quando stiamo assieme però vivo malissimo ma mi rendo conto che il problema parte da me. Sento quell’angoscia che provavo a 18 anni, quell’ansia che non va mai via. Ho paura di perderlo di stare da sola, di tornare dai miei di non vivere più le mie giornate con lui. Quando è fuori penso che potrebbe tradirmi, non mi fido per niente. Così per questo motivo mi addosso tutte le responsabilità della casa. Pulisco cucino e lavo i vestiti. Anche quando non ho tempo perché altrimenti litighiamo.

Lui non lo fa per sessismo ma per pigrizia e se provo a fargli capire in qualsiasi modo la mia stanchezza e il mio desiderio che lui collabori in casa finiamo per litigare e ogni volta che penso di poterlo perdere mi crolla il mondo addosso. Quindi meglio evitare. Oggi non riesco a dormire. Mi ha detto che non abbiamo intesa sessuale perché per lui è necessario farlo ogni giorno per me invece no. È vero per me non è fondamentale, forse perché non ho mai raggiunto l’orgasmo con la penetrazione e quindi non sento la necessità di farlo. Mi masturbo tantissimo senza di lui anche per rilassarmi e così non lo cerco per fare sesso.

Me ne faccio una colpa anche se non dovrei, mi sento in difetto, non so se è il mio corpo o se non ho mai trovato quello “bravo” che mi prendesse a tal punto da venire facendolo. Lui mi dice che arrivare all’orgasmo assieme ad una ragazza è una cosa bellissima. Con me non è mai successo ma vorrei tanto che succeda. Non ho un bel rapporto con il mio corpo, insomma credo di piacere (non sono poi cosí brutta) ma non a lui, forse per le battutine sulla mia cellulite, sui fianchi, sul seno cadente o sui denti. Lui dice che scherza, io mi sento ferita. Non riesco a capire se lo amo, se ho mai amato davvero o i miei rapporti sono stati frutti della dipendenza e del bisogno di avere una persona accanto.

Da un po’ di tempo ormai ho perso interesse un po’ in tutto. Non ho prospettive per il futuro, sogni speranze. Mi sembra tutto inutile, superfluo. Non capisco cosa ho. Sono stata un paio di volte da una psicologa ma non riuscivo a dirle ciò che provavo e pensavo veramente perché mi sentivo giudicata, quindi ho mollato. Se ho pensato al suicidio? Si spesso. Sarebbe bello porre fine alla tristezza perenne, all’ ansia senza provare più dolore. Senza provare più niente.. ma non ho il coraggio, ho una paura terribile della morte, altra cosa a cui penso spesso quasi ogni giorno e che mi mette angoscia. Poi non vorrei provocare dolore alla mia famiglia.

Loro mi amano nonostante il mio essere distaccata e spesso menefreghista. Non gliene ho mai parlato però perché non mi prenderebbero seriamente. Quando hanno scoperto che andavo dalla psicologa mi prendevano in giro, sono stati molto superficiali. In realtà loro mi vedono forte e piena di carattere ma non mi conoscono. A volte spero in una malattia terminale così nessuno mi punterebbe il dito contro dicendo di essere debole, codarda. Me ne vergogno tantissimo. Vorrei essere solo una ragazza normale di 23 anni e ritrovare la voglia di godermi la vita cosa che mi rendo conto non ho proprio più.

Scusa in anticipo se ho commesso qualche errore ma ho scritto di getto e non dormo da quasi 24 ore. Grazie per aver creato questo blog.

4 pensieri su “23enne, senza una vita, con la paura di restare sola”

  1. Ognuno ha il proprio percorso davanti.
    Il mio consiglio è quello di accettare il tuo, e di smettere di constringerti a vivere una vita che non vuoi vivere solo perché pensi che alcune persone o situazioni siano necessarie per la tua felicità.
    L’unico fattore necessario alla tua felicità sei tu.
    Il resto è solo di passaggio.
    La vita finisce solo quando si muore. Tutto il resto sono solo buche nel terreno che ti fanno inciampare, poi ti rialzi e scopri che oltre le buche ci sono nuovi prati in cui correre.

  2. Tesoro ciao, ho la tua stessa età e per la prima volta rispondo, dopo aver letto altre mille storie.
    Non trovo le parole, e forse non ce ne sono di giuste.
    Ti direi respira a fondo, vai via, stai solo con te stessa. Ma certo non basta.
    Hai vissuto delle esperienze durissime tenendo tutto quanto dentro. Perché?
    Io faccio lo stesso, lascio sedimentare il brutto dentro di me e soffoco troppi impulsi per non pesare sugli altri, o forse per sentirmi all’altezza del mondo.
    A volte il cinismo sembra l’unica via d’uscita per non farsi spezzare, noi che vogliamo rimanere sempre dritte sulle nostre gambe.
    Doris Lessing diceva:
    “[…] la gente cominciò a diventare cinica quando si stancò di vergognarsi […]. Un tono leggermente malizioso, una punta di cinismo nella voce possono svilupparsi nel giro di dieci anni in un cancro che ha distrutto tutta la personalità.”
    Io costruisco (purtroppo) un sacco di muri dentro e fuori di me, pensando che starò meglio. Ma sono così vorace di vita, ipercerebrale, curiosa, e credo lo sia anche tu. A me questo spesso spaventa, mi sento come Icaro verso il sole con le sue ali di cera. E preferisco restare a terra, perché ho troppa paura dello schianto ora.
    Ma ci sono dei momenti che ultimamente riesco a valorizzare, sono quei momenti in cui riesco ad essere sincera con le persone che mi circondano (amici, famiglia, ex, colleghi…), perché la verità è amara all’inizio, tantissimo, soprattutto in una coppia, ma alla fine è dolce. Per ogni momento di verità mi sembra di sostituire alla cera, nella costruzione delle ali, piccole stecche di legno, e poi meccanismi di acciaio e piano piano pianissimo titanio. E ogni tanto salgo un pochino e ho meno paura.

    Scusa, spero non ti ssembrerannosolo banalità.

    Ti abbraccio tantissimo, se vuoi parliamo ancora.

    1. Può darsi che sia sbagliato, troppo invadente o magari viola la politica del blog (in tal caso cancellate pure il commento) ma lascio la mia mail lilithdeverano@gmail.com
      In realtà non so perché lo faccio, forse perché mi sono ritrovata tanto nelle tue parole.
      Spero che tu possa ritrovare il sonno e mi auguro maggiormente che tu non debba aver più bisogno di tornare a spogliarti qui 🙂
      Ciao

  3. Ciao,
    Anche per me è la prima volta che commento un post. Penso di riuscire a capire perfettamente quello che hai scritto, è come se avessi espresso a parole dei pensieri e delle sensazioni che ho sentito ma che non sono mai riuscita a sistematizzare.
    Il tipo di rapporto con il tuo corpo e con il tuo ragazzo l’ho sperimentato anch’io e poiché non ho avuto molte altre storie, mi sono spesso chiesta se il problema fossi io.
    Tuttavia non mi sento più tanto angosciata. Ho passato un periodo della mia vita a farmi tante “pippe mentali” a voler trovare il contraddittorio in ogni situazione. Ora è come se questa spina – causa di malessere- si fosse improvvisamente staccata, come una crosta che cade: quella che sono, che sento/non sento, che intuisco e vivo è ciò che mi rende “me”, e non c’è nulla di sbagliato.
    Posso ritornare ad avere dubbi sul modo in cui vivo i rapporti e la vita in generale, e allora non posso fare altro che accoglierli e prenderli come spunti di riflessione.. atteggiamento anaffettivo e distaccato? Forse, ma credo mi abbia portato ad avere una consapevolezza enorme.
    Ribadisco: non può esserci nulla di sbagliato in quello che siamo.
    Un abbraccio.

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