Antisessismo, Autodeterminazione, Personale/Politico, R-Esistenze

Cosa vuol dire avere un buon rapporto con il proprio corpo

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Ho trascorso tanto tempo a cercare di capire quale fosse il motivo del mio disagio. Poi ho capito e per prima cosa ho affrontato me stessa, per quel che sono e che tentavo di nascondere. Mi sono spogliata, ed ero così, nuda, davanti allo specchio, perché avevo bisogno di analizzare i motivi per cui mi sentissi così persa senza vestiti, trucchi, tutto quello che serve per simulare una mia possibile felicità. Com’è difficile mettere in discussione quello che ti toglie sicurezza, perché in fondo in quell’insicurezza ci sentiamo a casa.

Bisogna transitare con il corpo per portarlo altrove. È goffo, piegato e timido. Non è accogliente ma non è neppure triste e ruvido. Non sa come mostrarsi per quel che è. La nudità è difficile da affrontare. Prima di tutto pensi che non vorresti gli altri ti vedessero così. Allora devi chiederti il perché. Se non vuoi mostrarti vuol dire che gli stereotipi di genere hanno fatto di te una vittima. Hai il culo grosso? Pancia di troppo, oppure gambe ossute, viso senza bocche grandi e carnose, sopracciglia che non formano il volo d’uccello? Ma perché mai dovresti essere diversa da quel che sei?

Per prima cosa allora devi capire se vuoi piacere a te stessa o se temi il giudizio degli altri, di tutti quelli che gratuitamente e per strada fanno apprezzamenti o ti insultano perché per loro sei bruttissima. E certo tu non passi il tempo a dire agli uomini per strada che hanno il culo sciocco o il pene piccolo. Non dici che sono dei cessi che non toccheresti neanche con un dito o dei gran pezzi da novanta che vorresti farti all’angolo della strada. Il diritto di scegliere o disprezzare è degli uomini che esigono che il corpo delle donne sia felicemente decorativo, piacevole, scopabile.

Vuoi o non vuoi il loro punto di vista diventa poco a poco anche il tuo. È origine del tuo senso di vergogna, di quello che ti mette a disagio e non ti permette di uscire, incontrare gente che possa apprezzarti per quello che sei. Il loro punto di vista viene usato da donne inviperite che sono sessiste tanto quanto e anche di più se vogliono metterti in difficoltà. Allora è sul tuo corpo che si realizzano le più grandi battaglie sulle questioni di genere. Spogliarsi, dirsi uniche o confessare a se stesse di non piacersi e di stare male dentro il proprio corpo. Se è così che vi sentite non pensate di essere superficiali. Le donne sorrette da grande intelligenza non sono diverse da voi. Hanno complessi, insicurezze, nascondono la pancia e vestono in modo tale da nascondere il culo. A volte non si piacciono e altre volte non riescono a dirsi soddisfatte perché l’altro stereotipo che ci riguarda è quello che dice che una donna intelligente non dovrebbe preoccuparsi del proprio aspetto. Perciò se sei intelligente e vorresti anche cambiare qualcosa del tuo corpo ti bollano come superficiale, inadeguata a svolgere ruoli che gli uomini svolgerebbero senza tanti problemi.

Vietato desiderare di indossare scarpe con il tacco a spillo, o minigonne e capi sexy. La donna intelligente non deve essere dotata di sex appeal. E ancora una volta la valutazione che tu dai sul tuo corpo passa sempre e solo attraverso l’opinione altrui. Se ti curi sei un’oca e se non ti curi sei un genio, che cazzata sciocchezza insopportabile. Spogliarsi e guardarsi per molto tempo, adeguarsi all’idea di sentire quali sono i momenti, le pose, che ti servono per stare bene con te stessa. Perché se verifichi il tuo grado di bellezza e bruttezza a partire dallo sguardo altrui ci sarà sempre qualcuno a dire che non sei adatta, abbastanza bella, senza contare il fatto che dovrai inseguire il parere degli altri per tutta la vita riadeguando la tua fisicità al loro gusto.

Mi spoglio e guardo le mie cicatrici, aspetto che lui rientri, perchè mi veda così come oggi mi vedo io. Aspetto che lui accarezzi la mia pelle e mi apprezzi per quel che ho deciso di essere e scopro, improvvisamente, che a lui non importa quel che faccio del mio corpo. Non gli interessa, perché mi bacia e mi desidera senza mettere in discussione niente. Lo guardo e lui ricambia e dice che forse ha una faccia stravolta e chiede scusa perché il suo odore sa di lavoro. Gli dico che è bellissimo così com’è. Il suo odore mi incanta e disorienta. Le sue mani sono rassicuranti e premono sul mio corpo eccitate anche per le mie imperfezioni.

Poi chiamo una persona che conosco e cerco di descriverle la mia sensazione. Sapete che mi ha detto? Che se a lui non interessa dei naturali cambiamenti del mio corpo vuol dire che non mi ama abbastanza. È capitato a lei e lei è una di quelle donne che pur sforzandosi di esserti amica non può fare a meno di vomitarti addosso i suoi traumi proiettando su di te la sua condizione. Ecco, alla fine è lei che oggi mi ha rinviato una ragione per essere meno felice e sicura di me. È lei che mi fa dubitare del mio corpo e anche del desiderio del mio compagno. Le dico che mi spiace per quello che le è capitato ma, senza offesa, per me non è così. Lui mi desidera, lo so, lo sento, e non c’è niente che potrebbe fargli cambiare idea. L’unica cosa, forse, è che se gli consegnassi le mie paranoie all’infinito lui potrebbe stancarsi di quelle e non di tutto il resto.

E tutto questo parla dei danni che fanno a noi gli stereotipi di genere. Sono solo piccoli dettagli ma vedete quanto possono condizionare la nostra vita?

3 pensieri su “Cosa vuol dire avere un buon rapporto con il proprio corpo”

  1. C’è solo una cosa che non condivido di questo articolo.

    “E certo tu non passi il tempo a dire agli uomini per strada che hanno il culo sciocco o il pene piccolo. Non dici che sono dei cessi che non toccheresti neanche con un dito o dei gran pezzi da novanta che vorresti farti all’angolo della strada. Il diritto di scegliere o disprezzare è degli uomini che esigono che il corpo delle donne sia felicemente decorativo, piacevole, scopabile.”

    io sono un uomo che per tutta la vita è stato discriminato per il suo aspetto, ti posso assicurare che gli uomini vengono scherniti e respinti per il loro aspetto esattamente come le donne.

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