di Antonella
“Diventare tutti maschi”. Lo leggo allibita. Stamattina sull’autobus. Il pezzo di Marina Terragni. Quasi non ci credo: è tutto un mettere in guardia sul gender. Attenzione pericolo! Il rifiuto dei ruoli di genere socialmente imposti nasconderebbe in realtà una specie di complotto per far sparire le donne!
Io non voglio argomentare sul quadro generale. Di studi di genere non ne so abbastanza. So abbastanza di me stessa, però. E di quello intendo parlare. E sputare fuori la mia indignazione. Perché quel pezzo là trasuda omofobia come poca roba in giro, sissignore, credetemi.
Da donna lesbica che rivendica oggi con orgoglio la propria mascolinità, chiedo: perché invisibilizzarmi? Perché mettermi in un angolo, facendo finta che io non esista, cara Terragni? O addirittura perché colpevolizzarmi? Scrive nel suo pezzo che “Se si vuole essere modernamente neutri, si deve sacrificare la femmina molto più di quanto si sacrifichi il maschio.” No aspetta. Aspetta, cara mia. Io non sto sacrificando nulla. Io sono me stessa ed esserlo mi è costato fatica.
Tu stai dicendo che io dovrei rinunciare alla mia mascolinità? Per fare che? Per evitare che? Quale sarebbe per me e per tutte le lesbiche butch la giusta dimensione? Prendi spunto per il tuo pezzo da un’immagine di moda e denunci il fatto che “modella e modello (sono) vestiti in modo molto simile (giacca maschile e pantaloni)” e non sai -o preferisci non sapere- quante di noi non rinuncerebbero mai a vestire “da maschio” o quante di noi, entrando in un negozio di scarpe, non degnino nemmeno di uno sguardo tacchi e paillettes. Spiegatemi perché io sarei un pericolo. Davvero la parte mascolina di me mette in discussione qualcosa nel tuo mondo? E se si, non ti pare che questo debba sollevare qualche interrogativo in più, piuttosto che assegnare uno stigma ulteriore?
Oppure mi devo aspettare di essere tacciata di non essere abbastanza femminista nel rivendicare ciò che sono? Parlo per me, ma parlo anche per tutte quelle che si sono sentite dire almeno una volta nella vita “oh, sembri un uomo” quando invece volevano solo essere sé stesse. Non siamo complici di nessun “femminicidio simbolico”. Non siamo conniventi con nessun sistema di potere. Siamo quello che siamo e tu apri gli occhi su di noi e ascolta ciò che abbiamo da dire. Se ti riesce.
E se la sfida è aperta sappilo: ce la giochiamo a braccio di ferro!
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Beh, più facile puntare il dito verso questo considerare gli altri sbagliati che capire, ed ascoltare veramente le motivazioni di una pesona che si sta mostrando veramente al mondo. Buona Giornata..! Namastè
10 minuti di applausi!
Una domanda da profana: il termine “butch” e’ considerato offensivo o neutro in italia? Nel mondo anglofono e’ controverso, che io sappia.
Sono ‘profana’ quanto te, a dire il vero -almeno sul linguaggio- e una risposta esauriente (per ragioni varie che hanno principalmente a che fare con provenienza geografica e età anagrafica) non ce l’ho. So per certo una cosa: se ‘butch’ fosse un termine dispregiativo (e immagino bene possa esserlo, e perché) a maggior ragione lo avrei usato. Allo stesso modo in cui ci si appropria del termine zoccola, io lo vorrei sbandierare sotto il naso di chi discrimina, di chi invisibilizza. Si: se fosse spregiativo, lo userei ancor di più. Io per me utilizzo spesso il termine ‘camionista’ (e lo faccio con lo stesso intento) perché è più comprensibile a chi di solito mi legge sui social: famiglia e amici/che, che come me non hanno grandi cognizione di cultura queer (ma studio, eh?). Mi piace moltissimo il termine ‘frocia’ che viene usato però (per me) perde un po’ di efficacia in termini di subvertising (per le donne). Ultima cosa (approfitto della tua pazienza): io trovo davvero triste che la lesbica mascolina trovi raramente rappresentazione nella comunicazione generale. E nemmeno certa (benevola) rappresentazione della realtà queer fa grande differenza in questo: del gay pride vedo molto più fotografate lesbiche molto molto femminili nell’aspetto… Spero di sbagliarmi! Le butch esistono. Facciamole esistere! Cheers.
Mi piacerebbe che tutti smettessero di catalogare i comportamenti e gli interessi come “cose da maschio” o “cose da femmina”. Non penso che il mondo andrà in rovina, se le donne si sentiranno libere di amare il motociclismo e gli uomini di amare la moda (per fare due esempi a caso). Anzi, probabilmente ci sarebbero persone più felici, quindi il mondo ne guadagnerebbe!
questo sarebbe un bel articolo per capire che differenza vi sta fra persona e gender
tra sesso e genere casomai. il gender non esiste.
mentre il sesso è biologia, il gender è una costruzione culturale che assume tante forme quante sono le province del Creatore (per chi ci crede), ma in cui un elemento importante è la fisicità.
anche il concetto di persona è un concetto culturale ma tiene in maggior conto l’identità e meno la fisicità
Mmm, non so perchè, ma credo che la lettura di questo articolo, e dei relativi commenti (per chi capisce l’inglese) sia in qualche modo rilevante rispetto a ciò che è espresso qui.
http://www.returnofkings.com/49257/most-men-do-not-deserve-a-marriageable-woman
Io sono etero e sono orgogliosa del mio armadio pieno di pantaloni e camicie,queste quai tutte “maschili” sia nel taglio che nel’abbottonatura.
A mettere la cinta lo imparato da mio fratello e quindi le metto dal lato “maschile” del resto quando guardo una camicia il lato dell’abbottonatura non lo degno di uno sguardo
Amo il giardinaggio e io fai date sopratutto la falegnameria e fin da bambina ero attratta dagli oggetti in legno e da chi li fabbricava e mi sarebbe tanto piaciuto andare in bottega ad imparare….ma indovinate un po’ perche’ non l’ho potuto fare!?!?