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Datemi il “Gender” per masturbarmi senza sensi di colpa

gloriamarlow59

Federica scrive:

Quando ero piccola io, il gender non c’era.
Sono nata nel 1991, non tanto tempo fa, ma abbastanza per non aver ricevuto alcuna forma di educazione sessuale a scuola.
Ricordo che in terza elementare, quando molti bambini, soprattutto i maschietti, cominciarono a mettere in difficoltà la maestra con le loro domande sulle tette e sul pisello e su come funzionava tutta quella storia, l’insegnante invitò in classe il padre di una mia compagna, un medico, per farci una lezione sull’apparato riproduttore.
Quel pover’uomo si mise alla lavagna e cominciò a parlarci di utero, ovaie, spermatozoi, del follicolo e tutte quelle cose, mentre i bambini implacabili continuavano a chiedere: “Sì, ma lo spermatozoo come ci arriva fino all’ovulo?”

Una domanda pertinente, a dire il vero: l’apparato riproduttore di cui ci parlarono in terza elementare non comprendeva pene, testicoli, vagina e vulva, ma soltanto la parte “post fecondazione”. Inutile dire che i miei compagni curiosi non ebbero risposta.

Ho iniziato a masturbarmi intorno agli otto, nove anni. Non ricordo assolutamente com’è stato, com’è successo per la prima volta. Non sapevo cosa stessi facendo, sapevo solo che era sbagliato e terribilmente eccitante. A quei tempi non avrei mai osato toccarmi la vagina con le dita, tantomeno infilarle dentro. Arrotolavo un fazzoletto di stoffa o un lembo del lenzuolo e mi ci strusciavo contro, un po’ come fanno gli animaletti, fino a che non riuscivo ad arrivare al piacere. Ma questo mi faceva sentire drammaticamente in colpa. Ero sicura di essere l’unica a provare quelle sensazioni, e che fossero sintomo di una qualche malattia o perversione. Di certo erano peccato: questo lo capivo anche senza che nessuno me lo spiegasse. Sopra il mio letto era appeso un crocifisso e io ogni volta, nel momento culminante dell’atto, sollevavo gli occhi e rimanevo impietrita di fronte a quel volto sconsolato che mi osservava dalla croce, supplicavo Gesù di perdonarmi e promettevo che non lo avrei fatto mai più.

Quando, sempre da un compagno di classe, sentii per la prima volta la parola “masturbazione” e andai sul vocabolario a cercarne il significato, mi ricordo che piansi di sollievo. Ma allora esisteva! Non era una mia invenzione, non era una malattia solo mia!

12473983_pA questo punto qualcuno si sarà fatto un’idea sbagliata, perciò vorrei sottolineare che non sono cresciuta in una famiglia bigotta o particolarmente religiosa o oscurantista in generale. Andavo a messa la domenica insieme agli altri bambini e a catechismo, ma niente di più. Tutt’ora non so spiegarmi il mio profondo senso di colpa rispetto a quel che facevo (e che, nonostante i buoni propositi, continuavo a fare), se non che mi rendevo conto che era qualcosa da fare di nascosto e perciò doveva essere sbagliato.

La mia esperienza del sesso è rimasta limitata all’autoerotismo ancora per parecchi anni da allora. In primo superiore, a 14 anni, ricordo che durante la gita scolastica una nostra compagna di classe, la più precoce, ci raccontò che il suo ragazzo le aveva fatto un ditalino. Quando ci spiegò bene come funzionava, noi ragazze restammo inorridite. Sentii diverse giurare che mai, mai avrebbero permesso che venisse loro fatta una cosa del genere. Il sesso sì, dicevamo, quello in un certo senso riuscivamo a immaginarlo, ma farsi frugare con le mani là dentro proprio no. E lei, dall’alto della sua recente esperienza, rideva di noi e ci diceva: “Cambierete idea quando vi succederà…”

Tutto questo perché per noi la vagina era una cosa sporca. Inutile dire che non avevamo idea di come fosse fatta! Infatti, mentre i nostri coetanei maschi cominciavano a frequentare YouPorn, noi eravamo ancora legate esclusivamente all’idea di amore romantico e il massimo dell’eccitazione che potevamo immaginarci erano i baci con la lingua. Non ci passava per la testa di prendere uno specchio e guardare come eravamo fatte là sotto (una cosa che ho imparato solo anni dopo e di mia spontanea iniziativa).
Rimaneva la masturbazione, certo, ma non ne parlavamo fra noi e, anche se adesso sono abbastanza convinta che quasi tutte lo facessimo, nessuna lo avrebbe mai ammesso di fronte alle altre, nonostante la complicità e l’intimità che c’è di solito fra ragazze.

Ripeto ancora una volta che non sono cresciuta in un paesino sperduto. Nessuno mi ha mai esplicitamente inculcato l’idea che il sesso fosse una cosa brutta o sporca, anzi, ero notevolmente più informata e disinvolta rispetto a molte altre. Ho sempre amato leggere e dai cinque anni in poi ho letto tutto quel che ho trovato in casa. Molti stralci dei libri provocavano in me una certa eccitazione e rivivevo le scene che avevo letto più tardi, quando mi toccavo. Eppure, non sono così tanti i libri in cui si descriva il sesso in maniera del tutto esplicita, tale da chiarire le idee a qualcuno che non lo abbia mai fatto.

Il mio primo ragazzo l’ho avuto a 16 anni e con lui i tabù del sesso sono caduti uno dopo l’altro nel giro di sei mesi. Ma una cosa mi ha colpita particolarmente e, confrontandomi in seguito con altre amiche, ho scoperto che si tratta di un’impressione comune: il nostro primo incontro ravvicinato con un pene è stato piuttosto scioccante.
Infatti, dal momento che per noi femmine il mondo della pornografia era considerato off limits (non penso che a nessuna di noi a 15 anni fosse mai saltato in mente di vedere un porno), molte di noi non avevano davvero idea di cosa farci, con quel coso. Faceva anche un po’ ribrezzo e l’idea di prenderlo in bocca all’inizio mi ha disgustata.

Si tratta dello stesso schifo istintivo che provavo nei confronti della mia vagina, che toccavo a mani nude solo per lavarmi. Soltanto intorno ai 18 anni ho iniziato a masturbarmi “davvero”, senza usare le mutandine come filtro, un sacco di tempo dopo che lo avevano fatto i ragazzi con cui stavo.
La lista delle cose di cui per tutta l’adolescenza ho avuto una percezione distorta non finisce qui. Ci ho messo 21 anni, quasi 22, a capire di essere attratta dalle donne. Anche in questo caso, io non sono mai stata una lesbica “repressa”. Non è che mi rifiutassi di accorgermene perché non volevo rendermene conto, davvero. Io semplicemente non ci ho mai pensato. Ho capito di essere lesbica la prima volta che un’amica mi ha detto, per scherzo: “Dovresti provarci con una donna”. Ho realizzato in quel momento che sì, lo avrei fatto volentieri, e che questo mi rendeva lesbica. Se qualcuno mi avesse fatto la stessa battuta tre, cinque o sette anni prima, io me ne sarei accorta prima.

Ma non mi è stato insegnato a mettere in dubbio la mia eterosessualità, e quindi, nonostante tutta una serie di segnali, non mi è mai venuto in mente di farlo, nonostante non nutrissi alcun tipo di pregiudizio verso l’omosessualità.
La ragione per cui ho raccontato tutto questo è che non ne posso proprio più di sentire gente che parla a sproposito dell’educazione sessuale a scuola e che dice cose come: “A questo devono pensare i genitori” e “Io educazione sessuale non l’ho fatta e non sono mai stata traumatizzat*.”
Punto uno, i genitori non possono pensarci, perché non hanno necessariamente le competenze adeguate, e anche perché a dieci anni, quando ero terrorizzata perché mi masturbavo e non sapevo se fosse una malattia, le ultime persone al mondo con cui mi sarei confidata erano i miei genitori. Ci è voluto il vocabolario a rassicurarmi.

Punto due, forse certi traumi uno se li è semplicemente scordati. Io non sono una stupida e, lo ribadisco, non sono cresciuta in un ambiente repressivo o ossessionato dal sesso. Ero blandamente religiosa come la maggior parte dei bambini, che fanno la comunione perché la fanno anche gli amichetti, e vivevo in una famiglia piuttosto aperta, in cui non mi venivano mai coperti gli occhi o le orecchie di fronte a una scena d’amore in un film o a una parolaccia. Ho raccontato questa storia perché, parlandone ora che sono più grande con le mie amiche, mi sono resa conto che è più o meno la storia di tutte noi. Non sono una persona traumatizzata dal sesso, anzi: ho sempre provato piacere, sia con gli uomini sia con le donne, e una volta capito di cosa si trattava i sensi di colpa sono scomparsi e così anche la sensazione di “sporco”. La mia ignoranza era determinata semplicemente dal fatto che il mondo attorno a me a 14 anni credeva non fossi pronta per sentir parlare di sesso, quando invece il mio corpo lo era già da un bel po’.

Io adesso ho 24 anni e quando ero piccola Internet non ce l’avevo. Non so se, avendo a disposizione Google, la mia scoperta della sessualità sarebbe stata più semplice oppure ancora più confusa e sofferta di quanto sia stata per la mia generazione.
Quello che so è che questa campagna di terrorismo psicologico a colpi di disinformazione (nella maggior parte dei casi, a mio avviso, in malafede) contro la proposta di introdurre anche in Italia, come nel resto d’Europa, l’educazione sessuale a scuola, ha come prime e uniche vittime i bambini che pretende di proteggere.

Quello che so è che se la mia famiglia fosse stata più problematica, o se avessi avuto qualche brutta esperienza, come capita a tant* ragazzin*, le mie perplessità sul sesso sarebbero state molto più gravi e avrebbero probabilmente condizionato la mia futura felicità sessuale, sentimentale e emotiva in genere.
E a quei genitori che si preoccupano tanto che qualcuno ai loro preziosi figli possa spiegare cosa sono la masturbazione e la contraccezione prima dei vent’anni, chiedo: sarete voi a farlo? E quando?

A quei genitori vorrei dire: avete mai pensato che forse un ragazzino o una ragazzina che sa che cos’è il sesso diventa meno facilmente vittima della violenza da parte degli adulti? Forse un bambino a cui è stato insegnato che cos’è il sesso potrebbe accorgersi di segnali preoccupanti e chiedere aiuto prima che sia troppo tardi, invece di lasciarsi travolgente dal misto di senso di colpa e terrore che così spesso paralizza chi subisce abusi. O anche, per farla meno traumatica, una ragazza o un ragazzo con le idee chiare sul sesso saranno più capaci di stabilire chiaramente cosa vogliono e cosa no dal loro partner, di mettere paletti quando qualcosa li fa sentire a disagio, di non sentirsi “sbagliat*” se una cosa proprio non voglio farla o lasciarsela fare o al contrario di non privarsi di possibilità di piacere, condivisione e divertimento soltanto perché hanno l’impressione che si tratti di un tabù.

A quei genitori vorrei chiedere quando hanno iniziato, loro, a masturbarsi, a vedere porno, a provare desiderio. E vorrei chiedere loro se hanno avuto una vita sessuale felice, una vita sentimentale felice, e a quanti di loro è capitato di trovarsi con una gravidanza indesiderata da gestire, o addirittura più di una, per non aver capito in tempo come funziona il corpo di una donna.
A quei genitori vorrei dire: il sesso non è mai contro natura, proprio perché è la nostra natura. La repressione, quella sì è contronatura, e l’ignoranza, in questo campo come in molti altri, può generare danni irreparabili. Nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per le sensazioni che prova nei riguardi del proprio corpo o di un altro corpo e nessuno dovrebbe provare schifo di fronte a una parte del corpo, quale che sia, propria o altrui.
Il vostro perbenismo tenetelo per voi, io preferisco il gender, se è così che vi piace chiamarlo.

Federica

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125 pensieri su “Datemi il “Gender” per masturbarmi senza sensi di colpa”

    1. ma dici che a 16 anni tua figlia non sappia nulla e non ha fatto sesso?
      potrebbe essere semplicissimo parlarne a partire dal fatto che potresti chiedere se usa il contraccettivo per evitare gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili. 🙂

      1. Vabbé non é che tutte le sedicenni hanno sicuramente fatto sesso. Sicuramente ne sa tanto o abbastanza, ma non é detto che sia sessualmente attiva.

      2. Scusa se rispondo solo ora. Direi che Erica mi ha tolto le parole di bocca.
        Sicuramente sa perché ha sempre ricevuto risposte alle sue domande e non credo sia attiva (almeno non con altr*), però… ad esempio non molto tempo fa mi ha chiesto come funziona un preservativo: gliel’ho spiegato e mostrato su una bottiglia, ma non ho saputo cogliere l’occasione per ampliare il discorso

    2. In vacanza, direi 6-7 anni fa (ne avevo 17 io) ho beccato i miei genitori che parlavano sommessamente con i miei zii delle vite sessuali mie e di mia cugina. “E’ certo che faccia sesso. La scatola dei preservativi si svuota.” “Massì, sicuramente lo fa.”

      Avrei desiderato, lo giuro, che con naturalezza mi domandassero se facessi sesso, se fossi attento, se mi amassi a sufficienza da proteggermi. Forse oggi avremmo una conversazione più libera e aperta, sto cominciado solo ora con mia madre (ora che ne ho 24 di anni) a sfiorare l’argomento. Mio padre è molto più riservato e “tiepido” da quel punto di vista. Bè, penso che abbiamo perso così tanto tempo a non farlo. E penso anche che probabilmente avrei fatto coming out prima, poiché a disturbarmi non era l’idea che i miei sapessero che ero innamorato del mio compagno di classe, ma piuttosto quella mi immaginassero a letto con lui, a compiere un atto sessuale che due persone “normali” non avrebbero compiuto e che invece, ohibò, piace a tutti. 😀
      Non perdere tempo, ti prego!

  1. sono fondamentalmente d’accordo su un po’ di educazione sessuale a scuola. sarei altrettanto d’accordo sull’uso della frusta su coloro i quali scrivono con gli asterischi al posto delle vocali.

      1. in italiano, se ci si riferisce, insieme, a elementi maschili e femminili, si usa il maschile: si chiama “grammatica”, non “antifemminismo” o “paura dell’asterisco”

          1. A me l’asterisco non piace e non lo userò mai, nonostante ciò mi ritengo comunque una femminista convinta.
            Non è sempre questione di chiusura mentale, qualche volta può trattarsi di semplice gusto estetico .
            Personalmente preferisco spendere un secondo in più della mia vita per rivolgermi sia al femminile che al maschile anziché infastidire un ipotetico lettore con una parola spezzata che interrompe il piacere della lettura di un testo.

            1. evolve, sì, ma i manuali parlano chiaro, e l’asterisco così usato non sta né in cielo né in terra. e se il femminismo del duemila è questo stiamo freschi

                1. ma che minchia c’entra? e lo dico da donna. di quali “manuali” parli? semplicemente NON è italiano. difficile da capire? è ridicolo, oltre che scorretto, e l’unico risultato è farsi ridere in faccia e svilire le VERE battaglie e rivendicazioni, facendo perdere di credibilità pure alla parte “seria” del movimento

                  1. È italiano, perché nessuna regola viene violata, ma ne viene introdotta una nuova. A te non piace, ma puoi provare a fartene una ragione visto che non ti tange in alcuna maniera sul personale. La lingua evolve, così i suoi usi.

                    I manuali di cui parlavo erano quelli religiosi, pensavo che nel contesto in cui stiamo commentando fosse dannatamente ovvio.

                    Prova a calmarti, ne troverai giovamento. 🙂

                  2. ******* **** * ****, ******* * **** ****. ** ****** ********** ** * ******** ***, **** ********* *** (******* ** ******* **). **** ******* *****!
                    Io sono più evoluto di tutti.

                2. RagazzI ma scherzate? La nostra è una lingua romanza derivante dal latino, una lingua con tre generi maschile femminile e neutro, nel corso della storia la lingua si è trasformata e il neutro è stato sostituito in alcuni casi dal maschile altri dal femminile. Ci sarà un motivo per questo? E ora voi volete reintrodurre il neutro? Ma perchè??? XD Concentratevi sulle vere battaglie per favore queste sono cazzatE. Pensate un pò al Turco, non ha differenza di genere e pensate che sia un paese femminista o quantomeno con minima disparità di genere? Lo stesso vale per Cinese, Giapponese; vi ricordo cosa fanno alle donne? Non so il Loto d’oro…

                  1. Vorrei capire il senso di fare questioni su un uso che non vi piace. Ha scritto correttamente, tanto basta! E, se posso permettermi, credo che non sarebbe stato sensato avere da ridire anche nel caso in cui avesse scritto scorrettamente. Quello che importa è il messaggio, riusciamo a capirlo? Federica parla di accettazione, ascolto, condivisione, e l’unica cosa che avete da risponderle è che, mamma mia, ha usato un asterisco al posto di una vocale! Ha “stuprato” l’italiano, che vergogna.

                    Queste persone, che commentano con tanta acidità, professandosi aperte di mente, ma chiuse a scelte il cui significato è palese, dunque del tutto comprensibile, credo che, sotto sotto, stiano criticando la forma per non attaccare direttamente i contenuti. Il fatto che provino imbarazzo a dire le cose come stanno non riesco a capire se sia un bene o un male.

      2. si vede che non scrivi a mano chilometri di fogli.
        è vero la lingua mutua.
        ma ne è il bisogno che lo crea, vedi l’americanizzazione della nostra lingua,ed il ruolo che abbiamo dato al latino.
        senza un bisogno reale l’asterisco rischi a di fare al fine del latino, qualcosa che sta solo sui libri

    1. A me piace, lo uso da anni, e lo userò finché lo riterrò valido, mi sembra un modo più universale di rivolgersi a lettori di tutti i generi.. Una forma mutuata dalle wildcards dei linguaggi informatici che ormai sono entrati a far parte delle lingue “naturali”.
      La lingua evolve, così come i costumi. Alcune cose piacciono, altre no.. Alcune cose andranno avanti e verranno inglobate nella lingua ufficiale altre no.
      Inoltre, nel contesto di questo racconto mi suona ancora più un uso corretto.
      Se comunque si arriva ad evocare punizioni corporali per chi fa un uso “diverso” dei simboli grafici della scrittura, non mi stupisco ci sia tanta difficoltà ad accettare differenze più sensibili. e cambiamenti più radicali.
      E comunque, da padre di una bambina ancora piccola ho apprezzato molto questo scritto. E ringrazio l’autrice di condividere le sue esperienze e riflessioni con tanto sentimento e intelligenza.

    2. Gli asterischi si usano semplicemente per far capire che la persona di cui si parla può essere sia un maschio che una femmina, dal momento che la lingua italiana non ha il genere neutro. Non vedo cosa ci sia di male, io la trovo una cosa giusta.

  2. non mi sembra che l’educazione sussuale nelle scuole sia un fatto rivoluzionario o nuovo, io da coetanio di federica durante le superiori in un ITIS ( istituto tecnico) al secondo o terzo anno ricordo di aver partecipato una o due volte a una queste lezioni.

    1. Allora sei stato molto fortunato. Al secondo anno di liceo, in una scuola a stragrande maggioranza femminile, l’unica educazione sensuale che ci è stata data consisteva in alcune lezioni sull’apparato riproduttivo (solo dal punto di vista anatomico, senza alcuna “educazione” sulla sessualità o su come viverla) e un questionario anonimo fatto compilare a noi ragazze, su contraccettivi e malattie sessualmente trasmissibili, di cui avremmo poi dovuto discutere i risultati insieme a una dottoressa. Peccato che tale incontro fu rimandato più e più volte fino a finire nel dimenticatoio…

    2. Dipende molto dalle scuole. Io ho la tua stessa età e quando (in un liceo classico, quelli che si vantano di formare la futura classe dirigente) ci hanno fatto “educazione sessuale”, nascondendola sotto a qualcosa che suonasse neutrale al bigottume, è finita che siamo stati io e una mia compagna, nell’intervallo, a spiegare anche a chi era già sessualmente attivo come funzionassero i contraccettivi. Secondo l’educatrice non era un argomento adatto alla nostra età (17 anni).

  3. Lettura schietta e, comunque, delicata. Indubbiamente vera. Io sono del 1990, ma certi dubbi, ora che sono mamma, li ho lo stesso. Trattare questo tema con un figlio non è semplice e, sinceramente, non so ancora quale potrà essere la chiave giusta.

    1. La chiave giusta è che ai bambini venga spiegato tutto da un adulto competente, no? Almeno i nostri bimbi non avranno figli per sbaglio e non contrarranno alcuna malattia sessualmente trasmissibile e, d’altro canto, a noi genitori verrà risparmiato l’immenso imbarazzo di parlar di sesso con i nostri figli. Se mia figlia dovesse mai venirmi a far domande cercherò di risponderle senza farla sentire in imbarazzo (anche se io in primis ne proverei), ma sarei molto sollevata se ci fosse qualcuno di adulto, preparato e molto più esperto di me che le spiegasse le cose al posto mio… A me la risposta sembra così ovvia…

      1. se tu sei madre, si presuppone che tu sia una adulta competente in materia di sesso perciò se non ti senti in grado di parlare di sesso con tuo figlio o tua figlia, chi soffre di imbarazzo sei tu…

  4. Bellissima testimonianza, ma nn credo alle sue conclusione : non vedo perché dovrei delegare l’educazione sessuale di mio figlio/a ad un insegnante alle elementari . Chi mi assicura che quella persona abbia il tatto , la competenza e le conoscenza necessarie per spiegare una cosa molto delicata? Preferisco che siamo i genitori , con la loro conoscenza dei figli, a decidere cosa e quando fare , sia che essi siano una coppia eterosessuale e omosessuale. Se deleghiamo l’educazione a terzi allora a cosa servono i genitori ? A mantenere economicamente e basta i bambini ?

    1. Se non vogliamo delegare l’educazione a terzi, allora a che servono le scuole? A che servono le lauree e gli attestati di tanti insegnanti che certificano la loro conoscenza, tatto e competenza (sicuramente maggiore di tanti genitori) nell’educare?

      Sulla competenza dei genitori, basta guardarsi intorno, o chiedere ai propri ricordi: quanti genitori hanno preparato i propri figli e quanti, invece, hanno dovuto gestire gravidanze indesiderate o altre spiacevoli esperienze perché non hanno mai avuto il coraggio di parlare di certe cose?
      Lei sarà sicuramente il padre più attento, premuroso e competente che esista, ma non sarebbe felice di sapere che il ragazzo che sua figlia frequenta sappia cos’è il contraccettivo o cos’è il rispetto verso la partner? Preferisce invece sperare chr abbia avuto anche lui genitori in grado di educarlo. Buona fortuna.

      1. Concordo con Filippo. Non ho bisogno di delegare un insegnante per un compito così delicato. Sicuramente esisterà quella maestra che sa spiegare bene l’argomento, ma ne esisteranno altre 10 che non sanno dove mettere le mani e rischiano di confondere i bambini. Tra l’altro ogni bambino è diverso e va preso in maniera adeguata. Penso che ogni genitore conosca abbastanza il proprio bambino da sapere come spiegare argomenti così delicati. Se poi il genitore non ha un buon rapporto con il figlio penso che l’educazione sessuale sia l’ultimo dei suoi problemi.
        E poi vorrei fare una domanda, magari ho capito male. Perchè dovrei mettere in dubbio l’orientamento sessuale del bambino? A me nessuno ha spiegato che dovrebbero piacermi i maschi, mi piacciono e basta. Penso che sia la stessa cosa se sei un omosessuale no? Non provi attrazione per il sesso che preferisci? C’è bisogno che qualcuno te lo spieghi?

        1. Penso che il punto non sia metter in dubbio l’identità sessuale del bambino, ma non assumere di default che sia etero…spiegando, anche a quelli che magari non hanno nessun esempio, che essere omosessuali non è niente di strano, non è una cosa da nascondere…
          Nessuno ti ha mai spiegato che debbano piacerti i maschi, ma la società che ti circonda ti ha dato un bel po’ di indizi direi….i bambini crescono circondati per la maggior parte da famiglie e coppie etero, e magari non contemplano l’idea di poter avere gusti diversi…seguono confusione e dolore, nella maggior parte dei casi.
          Inoltre, i maestri e le maestre sono sicuramente più preparati per spiegare l’argomento della maggior parte dei genitori (immagino che per spiegare educazione sessuale a dei bambini debbano fare dei corsi dedicati…). E da ragazzini educati sull’argomento viene una società migliore, e magari si evitano cose come tre gravidanze (contemporaneamente!!!) in una classe di terza liceo in un paesino perbene di provincia (giuro, l’ho visto con i miei occhi.)
          Niente ti vieta di spiegarla a modo tuo d’altra parte…
          Infine, dici che se il genitore non ha un buon rapporto col figlio l’educazione sessuale è l’ultimo dei problemi….non sono d’accordo: quando i ragazzini hanno rapporti problematici con i genitori tendono a fare ogni sorta di cose per attirare l’attenzione/esprimere un disagio, e queste cose sono tendenzialmente quelle che ai loro occhi sono le più proibite. Aggiungici la tempesta ormonale che ogni adolescente sperimenta e hai un’ottima ricetta per gravidanze indesiderate e/o esperienze traumatiche. Parlare del sesso, spiegarlo, serve anche a togliere l’assurdo tabù che lo circonda, e renderlo una cosa naturale->non proibita o ribelle->viene vissuto in modo molto più sano. Per tutti.

          1. Non sono d’accordo, non è la società che ti spinge a farti piacere un determinato sesso ma è la natura stessa. Il mio fratellino è da quando è nato che in pratica impazzisce per le bambine bionde, recentemente ho notato che comincia a fissare i seni delle donne e nessuno di noi gli ha spiegato che devono piacergli queste cose. Ha manifestato tutto da solo e non dirmi che è perchè ha l’esempio della famiglia etero, nella mia famiglia è presente una coppia omosessuale che noi non abbiamo mai visto diversamente da una coppia normale.
            Comunque io mi fido più di me stessa e della mia famiglia che di un maestro che non conosco, come faccio a sapere che quella persona sia capace di spiegare determinati argomenti? Anzi come faccio a sapere che sia in grado di spiegare determinati argomenti a mio figlio meglio di me? Penso che le persone che conoscano maggiormente i figli siano i genitori, quindi perchè delegare altre persone?
            Il motivo principale delle gravidanze giovanili è il fatto che siamo troppo facilisti. Perchè spesso non si usa il preservativo? Perchè uno pensa “Ma dai, proprio a me deve capitare?” oppure ” Dai per una volta!”.
            Se come dici tu il figlio o la figlia vuole attirare l’attenzione del genitore o esprimere un disagio non sarà un corso di educazione sessuale a fargli/le cambiare idea.
            Comunque mi chiedo in che ambienti siate cresciuti tutti voi che affermate che il sesso è visto come un tabù dalla società. Io provengo dal “profondo sud” e non ho mai avuto problemi a parlare di sesso, a scuola ne parlavamo tranquillamente ogni giorno. Con la mia famiglia ne parliamo altrettanto tranquillamente.

            1. ” Il mio fratellino è da quando è nato che in pratica impazzisce per le bambine bionde, recentemente ho notato che comincia a fissare i seni delle donne e nessuno di noi gli ha spiegato che devono piacergli queste cose. Ha manifestato tutto da solo e non dirmi che è perchè ha l’esempio della famiglia etero, nella mia famiglia è presente una coppia omosessuale che noi non abbiamo mai visto diversamente da una coppia normale.” Che tu ci creda o no, questa è l’educazione gender tanto temuta :D, proprio questo è ciò che si dovrebbe spiegare. Capisci che sono i bigotti che sono convinti che omosessuali si diventi per influenze esterne e per educazione “non coerente col proprio genere”
              Aspetta avevo letto “bambole bionde”, come non detto. Comunque il punto è questo, avrebbe potuto anche giocare con le bambole, e non per questo essere gay.
              Quindi non è la società a farti diventare etero o gay se è per quello, ma la società può reprimere l’omosessualità delle persone, ma non è quello il punto dell’educazione sessuale, bensì, spiegare, se non lo fanno i genitori, se lo fanno tanto meglio, che esistono anche i gay e i trans e vanno rispettati. Più in generale metterei tutto questo in un contesto di discussioni e simposi sul bullismo.

              1. Aggiungerei per chi dice che interferisce con l’educazione familiare, magari tradizionale, che la cosa interessa anche gli altri ragazzi visto che potrebbero far parte di queste categorie.
                E anzi, in assenza degli ipocriti grembiuli o uniformi, si deve educare a rispettare il diverso.

    2. Sai, solitamente a spiegare queste cose mandano un medico, anzi, un sessuologo per essere più precisi. Perché noi genitori dovremmo essere più informati di un esperto? E poi ribadisco: non tutti i genitori riescono a parlare di sesso con i propri figli. Come ho già scritto in precedenza, se mia figlia dovesse mai venirmi a far domande cercherò di risponderle senza farla sentire in imbarazzo (anche se io in primis ne proverei), ma sarei molto sollevata se ci fosse qualcuno di adulto, preparato e molto più esperto di me che le spiegasse le cose al posto mio.

      1. Ma esperto in cosa? Fatemi il piacere… Esperto in cosa?
        Un medico deve essere esperto in educazione sessuale perché ha studiato questa materia? Ma davvero vivo in un mondo dove la gentw pensa che il sesso sia una materia astratta che si studia a scuola?
        Allora mettiamola così, forse ci sono casi di famiglie con genitori inadatti, distratti, troppo giovani o troppo ‘non so cosa’ per essere in grado di spiegare ai figli cosa è il sesso.
        Ma ce ne sono molte di più che vorrebbero essere loro a dare questa educazione, queste informazioni, e questi valori ai propri figli.
        Si, perché il sesso è soprattutto una questione di valori, non è e non deve essere una questione di pura meccanica.
        Allora permettiamo perlomeno alle famiglie di scegliere.
        Come per l’ora di religione.
        Io non vorrei mai che mio figlio si inquinasse con le assurde ideologie del gender e e del sesso asettico e meccanico.
        Perché sono convinta che amore e sesso debbano andare insieme, e non vedo nei programmi “l’educazione all”amore”, ma l’educazione al ‘sesso’.
        E poi, scusatemi tanto, ma io credo che l’omosessualità sia una malattia. Psicologica. Curabile. Prevenibile.
        Potrò educare mio figlio secondo la mia sensibilità? Si o no?

        1. Non ha molta importanza quello che tu credi sull’omosessualità, perché al di là delle tue opinioni, è un fatto scientificamente provato che l’omosessualità non sia una malattia. È stato provato, se non erro, negli anni settanta, quindi a meno che tu non voglia diventare medico/psichiatra/ricercatore e provare il contrario, mi dispiace ma sei dalla parte del torto. È come se io dicessi di non credere al cancro, e vabbè io potrò credere quello che voglio ma intanto il cancro esiste.
          Poi tu sei libera di insegnare a tuo figlio ciò che vuoi, ma sia chiaro che una volta che lui o lei cominci a sperimentare si renderà conto della sua sessualità senza bisogno di te. E se dovesse scoprire di essere omosessuale, sapendo quanto tu odi gli omosessuali in quanto “malati”, semplicemente non si aprirà più con te. O magari te lo dirà e tu perderai per sempre tuo figlio. Mi sembra una brutta conclusione, e non capisco come certi genitori vi possano arrivare, quindi invece perché non ci informiamo (anziché basarci sul sentito dire) e ci apriamo a diversi stili di vita?

        2. Sono d’accordo con te! L’omosessualità è una malattia! Sono ANNI che spiego questa cosa e…niente! Mi tocca andare al lavoro lo stesso (quando ho un lavoro)! Non è un’ingiustizia? E nemmeno un minimo di pensione di invvalidità mi è toccata in sorte (perché mica si guarisce, sai?).
          Non provi un po’ di pena per me? 😦

          Poveri figli tuoi, speriamo non si ammalino mai…

        3. Se questa sensibilità include il rispetto dei cosiddetti “malati” (ma che roba), sì, altrimenti è giusto che imparino, visto che potrebbero convivervici a scuola, che vanno trattati come pari e che comunque non sono contagiosi. Io non credo alla teoria gender, perchè secondo me un uomo è tale anche se si mette lo smalto, come i “rockettari”, uno stile come un altro, e viceversa per una donna e non ha nulla a che fare con l’omosessualità. Puoi essere convinta che questo non vada bene per un uomo ed educare ad uno stile più tradizionale, ma come altri stili non sono superiori a questi, quelli tradizionali non sono superiori agli altri, si tratta di preferenze.

    3. Ma del bullismo che mi dici? Vuoi impedire che si parli di sesso nelle classi? In maniera non volgare ovviamente. Spiegare che esistono delle differenze statisticamente meno frequenti e abituare a queste, distinguendo criticamente “diverso” da dannoso, è fondamentale.
      P.s oddio anche qui qualcuno che afferma che l’omosessualità è una malattia? Il concetto di malattia ha dei parametri, criminalità, effetti invalidanti. L’omosessualità, a parte la sterilità della coppia, non da luogo a niente del genere e non mi sembra grave visto che siamo 7 milioni. Vorrai considerare malati anche gli sterili o chi non vuole avere figli. (anche se su youtube ho visto qualche omofobo che, coerentemente vorrebbe che non si sposino nemmeno gli sterili, perchè non vuole scucire un centesimo di tasse per chi non fa figli, ma secondo questo bruto, il solo obiettivo della nostra specie è procreare. Non è però coerentemente coerente come individualista, altrimenti si opporrebbe agli sgravi fiscali punto, fregandosene anche dei figli degli altri, da buon repubblicano).

  5. (Premesso che sono dell’84) Concordo, brava Federica, ottima lettura! Fortunatamente (in Toscana?) abbiamo avuto lezioni di educazione sessuale dalle medie in su. Ricordo un bel seminario che fu fatto proprio sulla masturbazione (ma eravamo già in 4ª superiore, eh!), in cui la tipa (non so che ruolo avesse) ne parlò per più di un’ora. Alle medie le lezioni furono fatte dai prof, con video ecc, al liceo con persone esterne. Diciamo che, dopo i primi anni di sensi di colpa, son venute le paure delle Malattie sessualmente trasmese (!), nonostante la mia scarsa vita promiscua…. Personalmente il passaggio di “gettar via” i sensi di colpa l’ho avuto vs i 16-18 anni, quando ho capito, a messa, che il prete raccontava tante storielle utili a “controllare” (anche coi sensi di colpa) la gente (non vi infiammate, se per voi esiste proprio il dio cristiano, affari vostri!). Adesso ho due bimbi di quasi 3 anni e di 7 mesi. Visto che la prima volta che ho visto/toccato/indossato un preservativo è stato un trauma (e meno male che la allora compagna è diventata nel frattempo fidanzata, madre poi moglie…) ho realizzato che: 1) me lo dovevo comprare da prima un preservativo di “prova” 2) qualcuno più esperto me lo doveva dire! 3) altro. Quindi mi ero promesso, avessi avuto dei figli, a tempo debito, di regalare loro un pacchetto. Ne sono ancora convinto, anche perchè (sull’altro versante) le nostre gravidanze/maternità/paternità sono state del tutto ricercate/calcolate/programmate, non vorrei loro si trovassero in situazioni più “complesse” troppo presto.
    E sono anche concorde sui discorsi che hai fatto circa l’orientamento (?) sessuale. Da maschio eterosessuale medio si passano anni in cui bisogna “dimostrare” continuamente la propria virilità. L’esempio topdeltop ce l’ho durante uno dei ritiri del catechismo “guardati le unghie” e io apro le dita e guardo dal dorso 👋🏼 “ahah sei frocio perchè gli uomini se le guardano col pugno chiuso, le donne con la mano aperta” – controprova di ritorno a casa “mamma, guardati le unghie” e lo fa a pugno chiuso!! Insomma…non voglio andare offtopic, nè creare un altro post, ma a un certo punto (presto) mi son rotto di pensare di ricalcare gli stereotipi. Trovo un elastico per capelli rosa? Mi ci lego la coda e via, senza troppe storie (esempio stupido).
    Un bacio, chiedo scusa della logorrea mattutina.

    Ps. Faccio anche il medico, quindi di malattie sessualmente trasmesse e gravidanze indesiderate ne vedo….

    1. Roba da pazzi, sai che è proprio ciò che ho pensato io? Tutto questo a 14 anni nel 2005? E non nel ’75? sarebbe stato più appropriato. Senza offesa :).

  6. Io sono del 93 e durante gli anni delle medie ci sono state 2 o 3 lezioni di educazione sessuale, che purtroppo però si sono solo limitate a parlare di come sono composti gli apparati sessualità e cosa succede durante il sesso eterosessuale.
    La lezione più importante su questo argomento è stata quella della mia professoressa di educazione fisica, che durante le sue ore, in quanto la palestra era inagibile, ha deciso di farci una lezione sull’educazione sessuale. Eravamo una classe di sole femmine ed un maschio, finalmente qualcuno aveva capito che l’educazione post sesso, non solo era importantissima, ma diretta più che altro alle ragazze, visto che a me durante gli incontri precedenti nessuno aveva mai parlato di contraccettivi che non fossero il preservativo.
    Io in una lezione di due ore ho imparato molto di più di quello che avevo imparato durante una decina di ore con degli “esperti”, semplicemente per il fatto che non si è fatta problemi a dirci le cose, senza giri di parole.
    Tutto il resto che so, non solo sul sesso, ma anche ad esempio sulle diverse identità sessuali che non siano gay e lesbica, le ho imparate grazie a internet, per ricerca personale o grazie a blog.
    Ora mi sento più libera, non solo con la mia sessualità e con il mio corpo, ma anche a vedere il sesso e la masturbazione come una cosa naturale e di cui non ci si deve vergognare.

  7. Grazie di questo bellissimo articolo…mi hai fatto venire i brividi, perché la mia esperienza, anche se forse un po’ più “sofferta”, è molto vicina alla tua…è un piacere leggere qualcuno che condivide quello che hai condiviso, non è per nulla scontato e fa bene al cuore.
    Ho la tua stessa età e ci è voluta una ragazza, (stupenda!), la mia compagna, a 21 anni, per liberarmi di molti tabù, nonostante mi ritenessi “libera”… E ora cavolo se vivo serena!!
    Quindi condivido in pieno e ti ringrazio!

  8. Grazie Federica per la riflessione. Il punto di vista di una giovane donna consapevolmente lesbica è qualcosa che, oggi, ancora si ha la fortuna di leggere troppe poche volte. Mi capita di confrontarmi con persone che ritengono l’essere lesbica una scelta politica, femminista. Mi ferisce molto, e lo dico da essere umano, maschio, omosessuale.

    In particolare mi colpisce quando dici “Forse mi sarei accorta prima della mia omosessualità, se mi avessero insegnato a mettere in dubbio la mia identità sessuale.” E’ una riflessione stupenda. Il “problema”, per così dire, è che l’eterosessualità è data per scontata. Un bimbo nasce ed è eterosessuale. Per i genitori, per la scuola, per la società. Per i media.

    Il porno mi ha fatto sentire meno solo. E’ stato il primo termine di confronto con me stesso, la prima misura della mia realtà. Per un gay il porno è un’ancora di salvezza.

    1. A me fa venire i brividi leggere cose tipo “delegare l’educazione dei figli alla scuola” a cui per altro fa seguito l’affermazione “così ci togliamo dall’imbarazzo di doverlo fare noi genitori”.
      Io sono del ’77. Mia madre è sempre stata una donna pudica ma non è mai stata una stupida. Così quando a 3 anni chiesi la differenza tra un toro ed un bue me la spiegò senza remore e vincendo anche il suo imbarazzo. Quando a 5 chiesi come mai gli slip che stava lavando erano macchiati di sangue me lo spiegò e via via tutte le tappe sono state affrontate con spontaneità rispondendo alle domande che facevo. A 6 anni, io in seconda elementare grazie al mio anno in anticipo, sapevo tutto della riproduzione. E poi parlammo di verginità, di contraccezione, di masturbazione e omosessualità nel corso degli anni.
      Ma questo non piove dal cielo: io ho sempre saputo che alle domande che facevo avrei avuto delle risposte oneste e pertinenti, con le parole ed il tono adatti alla mia specifica capacità di comprensione e maturità del momento.
      Così per me il sesso non è mai stato un problema e non è che i miei siano mai stati dei supereroi ma semplicemente due persone intelligenti che non hanno delegato a terzi la mia educazione e che hanno vinto i loro imbarazzi. E che hanno sempre fatto in modo da costruire con me un dialogo su ogni argomento, dalla fattoria degli animali ai miei sentimenti, dai playmobil alla morte, dalle altalene al sesso. Il che ha aiutato anche e soprattutto a passare la terribile faticosissima adolescenza.
      E allora io dico: invece che delegare imparate a parlare con i vostri figli e se non sapete come fare chiedete che lo stato faccia a voi dei corsi e ve lo spieghi con i professionisti. Da quando scoprite che lo avrete un figlio. A voi, non a loro. Così sarete preparati e avrete le basi per un dialogo anche sul sesso e i ragazzi avranno delle risposte adatte specificamente a loro e tutta l’attanzione alle reazioni e conseguente possibilità di fugare dubbi ed evitare turbamenti perché non avranno un discorso preconfezionato e portato avanti davanti a 20 persone. Avranno voi e il tempo e la sicurezza e la calma e la fiducia e l’approfondimento che ne verrà sarà spontaneo senza il bisogno di metterci etichette e di far intervenire esperti.

      1. Lei ha avuto dei genitori molto in gamba, se son riusciti a spiegarle tutto senza troppi problemi.
        Le chiedo, pensa che tutti i genitori possano spiegare adeguatamente ai proprio figli cos’è ad esempio l’omossessualità? Pensa che siano tutti abbastanza aperti mentalmente? Io dal mio punto di vista lo ritengo utopico.
        Preferirei di gran lunga che un esperto, usando parole adeguate faccia capire ad un’intera classe che non c’è nulla di male ad essere attratti da un ragazzo o ragazza del proprio sesso, non facendola passare come una deviazione o qualcosa di sbagliato, come invece so per certo, molti, troppi genitori ancora lo pensano.
        Non tutti hanno la fortuna come lei di nascere nella famiglia del mulino bianco (e lo dico, da ragazzo gay che non ha mai avuto problemi coi genitori, che anzi son stati fantastici).
        Quindi, assolutamente si ad un’educazione sessuale a scuola.

        1. Appunto dico di istituire corsi obbligatori per i genitori, quegli stessi genitori a cui spetta il compito di educare in toto.
          Tu pensi davvero che il problema di genitori che non parlano di sesso sia appunto il sesso? Anche no. Se a casa non si parla di questo è perché non si parla in toto, non si educa, si delega, si aspetta che sia qualcun altro a prendersi la briga di portare avanti un compito che invece spetta alla famiglia.
          Quindi no, sono contraria a questa ennesima deresponsabilizzazione.

          1. La scuola però ha la responsabilità di fare sì che nella classe non si vengano a creare i classici bersagli fissi cioè i “soggetti”, e questo passa anche per un educazione, almeno elementare alla sessualità e alle differenza meno ovvie e statisticamente meno frequenti, che, a seconda dell’ambiente, si potrebbe non avere mai frequentato.

            1. Questo vale anche per i grassi, i poveri, gli stranieri, i timidi, i rossi e qualunque “categoria” ti venga in mente.
              Non si tratta in buona sostanza di sessualità ma di convivenza o, se preferisci, buon senso.
              E anche in questo caso la prima educazione al vivere in una società viene dalla famiglia e solo in seconda battuta spetta alla scuola.

              1. “Questo vale anche per i grassi, i poveri, gli stranieri, i timidi, i rossi e qualunque “categoria” ti venga in mente.” precisamente ciò che intendevo :D, invece di metterlo in un contesto di educazione sessuale, questo magari sarebbe più pertinende.
                Spetterebbe alla famiglia, condivido, proprio per questo se ci ha già pensato lei, tanto meglio, quindi repetita juvant se ci pensa anche la scuola, poichè gran parte del bullismo avviene per via di quelle famiglie che non ci pensano. Altrimenti non si redarguisce uno che prende in giro un compagno gay, figlio di gay/straniero etc. per non interferire con la (dis)educazione dei genitori che pensano siano riprovevoli. Visto che riguarda la convivenza civile in classe, non sarebbe così male affrontarli.
                Penso siamo d’accordo in buona parte.

          2. L’idea di istituire corsi obbligatori per i genitori la trovo fantastica, aiuterebbe anche ad aprire le loro menti. Accanto, però, all’educazione sessuale a scuola. Secondo me l’una non esclude l’altra.

  9. bell’articolo maaaaaaa…. la domanda allora ora è… qual’è l’età giusta per parlare di come fare sesso? alle elementari? alle elementari siamo sicuri che i bambini abbiamo il buon senso di non provare a far sesso? vorrei ricordare a tutti che a 10 anni i maschietti hanno i primi stimoli, mentre le bambine, possono essere già feconde dall’età di 5 anni. bello bello avere bambini che si scopano l’un l’altro. e che figliano senza sapere niente del mondo.
    e se voi pensate che non si può rimanere incinte da giovani andatevi a cercare Lina Medina, e la ragazzina undicenne che ha figliato con un 17 enne nel sud.

    1. credi che non parlarne sia una soluzione? noi bimbi degli anni novanta/inizio duemila a dieci anni già ci ponevamo domande e ne parlavamo tra di noi (“ignorantemente”), per non dire altro, nonostante nessuno, a casa o a scuola, ne avesse fatto cenno. credi che i bimbi vivano in una teca di vetro, e che la curiosità non nasca comunque, ancora di più nel pieno degli anni duemila, molto più ricchi di richiami e stimoli? e non è meglio che la curiosità si trasformi in conoscenza e consapevolezza?

  10. L’educazione sessuale si fa nelle scuole da non so quanto tempo (male o bene.. questo è un altro discorso.. e certo c’è ancora molta strada da fare in questo senso). Non comprendo quindi il titolo di questo post. Se per “gender” intendi “l’educazione di genere” che sta cominciando a fare capolino anche nelle scuole in questo ultimo periodo… ti rendo noto che non si tratta di educazione sessuale. E’ un tipo di messaggio che tende a cercare di eliminare le discriminazioni e le idee preconcette che riguardano i due sessi. Si occupa quindi del fatto che una femmina in quanto tale non deve necessariamente divertirsi solo con le bambole me se vuole può anche giocare con le macchinine. E da grande non necessariamente deve stare in casa a fare figli e pulire ma può anche far carriera o guidare il camion. Il maschio può anche voler stare in casa a badare ai figli o magari gli piace cucire o danzare. Poi magari può anche evitare di dover dimostrare a tutti i costi la propria mascolinità con azioni aggressive o da macho. Inoltre questo tipo di pensiero si occupa anche dei diritti quali il fatto che uomini e donne devono essere pagati ugualmente per lo stesso tipo di lavoro. Insomma… questo articolo è tutto molto interessante, ma trovo che il titolo non ci azzecchi per nulla. Purtroppo sull’educazione di genere c’è un enorme equivoco… mi aspettavo che qualcuno nei commenti facesse notare quello di cui sto parlando, ma evidentemente l’equivoco è di portata più enorme di quanto pensassi.

    1. Ciao, sono l’autrice dell’articolo. Il titolo non l’ho scelto io.
      Quello che dici è vero, non posso parlare per Eretica ma posso giustificare l’accezione in cui io ho usato quel termine nella frase conclusiva del post.
      Premettiamo una cosa: il gender non esiste. Esistono gli studi di genere, esistono i corsi di educazione sessuale, e poi esiste questo “gender” che delle persone profondamente ignoranti e spesso non animate dalle più limpide intenzioni si sono inventate per contrastare indifferentemente le unioni civili, gli uteri in affitto, l’educazione sessuale, insomma tutto quello che a loro fa paura.
      La ragione per cui non ho parlato di gender nel mio articolo è che non trovo che valga la pena parlarne. Chiunque abbia voglia di informarsi minimamente e da fonti autorevoli può farlo e scoprire da solo che il gender così come lo intendono quelli del family day non esiste e che un’educazione volta al superamento degli stereotipi di genere è soltanto positiva e per niente minacciosa.
      In questo senso io ho concluso dicendo: se per voi insegnare alle persone a vivere liberamente la propria personalità e sessualità si chiama gender, bene, datemi il gender. Era una frase provocatoria, capisco che potesse essere ambigua ma si trattava, diciamo, di una “linguaccia” alle persone ossessionate dal terrore del sesso e dell’educazione sessuale.
      Grazie comunque per aver puntualizzato, hai ragione.

    2. Che paradossalmente tanto “gender” non è, esso è un termine spauracchio nella propaganda, diciamo, “tradizionalista” e un po’ bigotta, cospirazionista, per non usare altri termini. Anzi è proprio l’affermazione che esiste l’essere uomo o donna etero o gay, a prescindere dall’aderire a certi comportamenti stereotipici del proprio sesso orientamento. La diversa identità sessuale o di genere sono invece casi molto più rari di quanto non siano i “maschiacci” o gli “effeminati” per citare i due stereotipi più tipici.
      Si dipinge invece questo gender, come una caricatura della teoria (più filosofia, a mio parere, e come tale non più pericolosa o intrattabile di quanto non lo sia quella di Nietsche, che viene tranquillamente trattata) queer, per cui ti scegli tu il genere, e che, secondo questa propaganda, viene usata per minare l’identità e orientamento sessuale dei ragazzi, cioè far dubitare gli etero di essere etero e gli uomini e donne di essere uomini e donne. 🙂

  11. Sono del 90 quindi ho poi un solo anno più di te.
    Non so proprio dirti perché io la cosa l’ho vissuta in maniera molto molto diversa . Alle elementari vedemmo un video cartone sulla sessualità, l’apparato riproduttivo, la fecondazione ( di cui ora ricordo pochissimo; ho il flash di un orsetto sempre cartone animato che aveva un’erezione notturna XD) ricordo un giorno delle elementari in cui qualche bambino fece un disegno a fregio indicando forse il “pisello ” e la “patata ” di due omini . al che le maestre ci misero tutti in piedi zitti chiedendo se sapevamo i veri nomi di questi organi .. dicendoceli con tutta la serietà di questo mondo e dicendoci che non c’era nulla si strano o divertente nell’indicare una parte del corpo che abbiamo tutti, e che era come se avessimo riso sentendo la parola “piede”.
    alle medie e alle superiori ( forse in terza) ricordo che in entrambe le trance scolastiche vennero in classe persone specializzate a parlare poi più che di sessualità proprio di contraccezione. Devo anche dire che un puttanaio come nella scuola che frequentavo alle medie non l’avevo visto mai ; ragazze che si vantavano di farsi fare ditalini e ben altro ( sesso no perché ” non sono pronta ” che trovavo un bel controsenso ) a 12 anni … In certe classi tra quelle “popolari facevano quasi a gara. Per poi viverla chissà come disinformate come erano . Io ero la sfigata ma le cose le sapevo ma di me parlo dopo. Alle superiori ,dicevo, un’altra lezione sul sesso e sulla contraccezione ( infatti io sinceramente non ho mai pensato di non usare protezioni durante il sesso , ma neanche lontanamente, sapendo i rischi nei quali si incorre) questo per quanto riguarda la scuola e le lezioni impartite dall’esterno . Se parlo di come io stessa ho vissuto masturbazione e sessualità devo dire che ho iniziato molto in fretta … Non ti so dire bene quando ma a 7 anni sono sicura che già usavo penetrarmi almeno con le dita . Che poi si sono trasformate in oggetti pian piano di dimensioni più grandi. Ho iniziato questo per la semplice presa di atto che avevo un “buco” in mezzo alle gambe e dovevo capire come ero fatta dentro poi capii immediatamente che questa cosa mi piaceva e mi andava di farlo e rifarlo. Tutto ciò è unito a una famiglia scherzosa , specie mio padre , che non ha mai risparmiato battute ( ma anche non proprio battute ) a sfondo sessuale davanti a nessuno, figuriamoci poi un figlio. Io sinceramente all’inizio magari mi sembrava di non capire ma capivo. La mi rendo conto che io di sesso non ho mai dovuto chiedere nulla. E tutto quello che sentivo era detto con tono talmente allegro che non mi è mai passato per la testa che fosse sbagliato . Intimo sì, infatti mia madre scherzosamente lo sgridava quando diceva ” troppo” , certo non cose da esibire pubblicamente … Ma nulla di male . Non ho mai provato orrore per il pene ma non ho avuto la mia prima volta da giovanissima. Di porno ne ho visti con amici , non sono stati per me un taboo ma non mi affascinano, non ne sento la necessità ma assolutamente non mi sono mai sentita di giudicati off limits per le ragazze … Ero una che senza la minima esperienza con i ragazzi , ero abbastanza “sfigata” , ero abbastanza consapevole del sesso di cosa fosse e mi piaceva praticare autoerotismo e conoscermi in tal senso . Quando ho avuto la vera prima volta da grande insomma non ho avuto paura di nulla , nessun trauma , nulla che non avessi previsto ( non ho avuto mai neanche la traumatica rottura dell’imene forse perché le mie esperienze di autoerotismo passato lo avevano fatto gradualmente ?) sono alla fine persino contenta che sia avvenuto ad un’età più avanzata perché avevo anche imparato a stare meglio nel mio corpo .
    Una cosa,che capii solo grazie al primo approccio ( che fu solo quasi sessuale ) con un ragazzo , fu l’importanza del clitoride e della masturbazione esterna. Essendomi sempre concentrata sull’interno , non avevo mai consideratk entusiasmante l’esterno.solo più avanti capii di essere un soggetto diciamo leggermente più impegnativo in quel fronte, e quindi scoprii un piacere diverso .
    Tutto questo per dire che 1 credo che molte cose dipendano anche dal bambino, non solo da cosa c’è intorno a lui .
    2 che anche io approvò una educazione sessuale basata sull’informazione .
    Ma soprattutto è il mondo che dovrebbe far sentire tutti più liberi e non dare troppe cose per scontate.
    3 educazione sessuale parlando di api e fiori ai bambini ( cosa che io non ho mai vissuto ) ha ben poco successo a parer mio .

    Forse ho scritto troppo di me, pace . Se questo imbarazza qualcuno suppongo di trovi sulla pagina sbagliata 😉

    1. Tranquilla, chi si imbarazza/scandalizza non arriva a leggere tutto! 😂 mi è piaciuto leggere una storia dal contenuto simile ma con modalità differenti – concordo, e, come scritto sopra, spero di essere un genitore come i tuoi, presentando le cose come normali (già ora mi pare lo siano abbastanza), con le dovute accortezze (cioè: attenti agli altri, che non ti tocchino senza che tu lo voglia!)

  12. Tutto dipende dai professori. Io sono più grande di te ed ho fatto educazione sessuale, seria, fin dalle elementari. Sarò stata fortunata a trovare tutti professori nell’arco della scuola dell’obbligo che avevano a cuore questo tema? Forse. Ma non credo che l’educazione sessuale e la “teoria gender” vadano di pari passo. Sono due cose ben distinte, non capisco perché si faccia sempre un grande calderone di tutto.

    1. E’ brutto da dire, e non è politicamente corretto (anche la parte che più abusa del termine è infastidita in base agli stessi meccanismi, quando questo riguarda la loro fascia sociale, stesso vittimismo, con in più l’aggravante di sminuire i problemi degli altri), ma l’ignoranza, senza la base di un’educazione al senso critico ed al pensiero autonomo è una brutta bestia, permeabile ai peggiori discorsi dei peggiori arruffapopoli. Il calderone in cui mettere tutto è la loro pozione magica, più roba c’è dentro più ci si sente cosmicizzanti a berla in un rituale “tradizionale”. Con la crisi è anche peggio, perchè ci si affida ai vari nocchieri in balia dei venti piuttosto che prendere il timone.

  13. Il problema cara Federica che qui non siamo contro l educazione nelle scuole o contro l informazione sugli abusi o l informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili…il problema è che il programma non prevede solo il “parlare” se conoscessi cosa dice veramente il decreto non diresti questo..il problema più grave è che si farà anche la ” ” “pratica” ed il programma coinvolge i bambini già DL scuola

    1. “È più pazzo il pazzo o il pazzo che lo segue?” Dice Obi Wan. 1) il sesso tra e con bambini è vietato per legge, codice penale, cercati l’articolo e leggilo 2) le fonti da cui si attingono le informazioni sono importanti, devono essere attendibili e serie

    1. Rispetto il tuo timore, ma se il problema sono queste presunte immagini sessuali, perchè ci si preoccupa più dell’aspetto “normalizzante” dell’omossessualità?
      E’ che anche alle materne potrebbe trovarsi il bambino che, per gioco, si è messo lo smalto :). Bisogna che si capisca che è un maschio lo stesso e che cose come i vestiti o lo stile sono convenzioni. Sono comunque curioso, in cosa consisterebbero queste immagini scandaloso. Io avevo sentito parlare di questa cosa che i bambini si dovessero toccare, ma secondo me sono diventate leggende al pari dell’uomo nero, senza offesa :).
      So che altri commenti potrebbero averti assalito, secondo me sbagliando, purtroppo è un meccanismo dei blog. Io sono qui per dialogare.

  14. Ciao. Anche io sono nata nel 1991 e un giorno in terza media è venuta una psicologa e poi un altro giorno una ginecologa a spiegarci come funzionano gli organi riproduttivi e cosa farci e come utilizzarli.
    La cosa buffa è che è venuta anche in seconda superiore, era la stessa ginecologa
    Per dire che per fortuna, a volte dipende anche dalle scuole l’iniziativa di fare educazione sessuale.

  15. Solo una parola: grazie. Perché sono passata più o meno per le tue stesse esperienze, e sentire di non essere stata la sola è sempre rassicurante. Sono stufa di questo oscurantismo, delle persone che continuano a pensare a bambini e ragazzi come ad essere asessuati senza pensieri di questo tipo fino ad una indefinita età in cui possono iniziare a sentirne parlare, sono stufa di questi terroristi a parole che urlano “ideologia del gender!!1” quando se la sono inventata loro per spargere disinformazione e paura. Adesso basta.

    1. Ma disinformazione e paura di cosa?
      Ma di cosa stai parlando? Alle scuole medie( non “un’età indefinita”) c’è per legge l’educazione sessuale che ti spiega come è fatto il tuo corpo… Oscurantismo di cosa? Quella è l’età in cui scientificamente iniziano le prime domande a cui i genitori non possono rispondere e alle quali viene in aiuto la scuola!

  16. Sono rimasta assolutamente di sasso fino a quando non è arrivata la parte del “a 16 anni il mio primo ragazzo”.
    Nella prima parte mi ci rispecchiavo talmente tanto che una parte del mio cervello si è addirittura posto il problema se lo avessi scritto io o se qualcuno avesse scritto della mia storia leggendomi nella mente sfruttando le apparecchiature dell’FBI.
    Detto ciò, e scherzi a parte, essendomi identificata talmente bene, non ho potuto fare a meno di dire a me stessa “ora arriva la parte in cui dice di essere lesbica” E TAC! Figa, sembri me. Solo che io a differenza tua non ho mai provato con gli uomini. Mi facevano schifo sin dall’inizio, quindi non ho provato e basta. Mi sono buttata direttamente sulle donne quando ormai ero già pronta ed avevo consapevolezza di ciò che ero.
    Ah e per la cronaca, bel post.

    1. Ciao!
      Pensa un po’, davvero avevi previsto che alla fine avrei scoperto di essere lesbica?
      E io che invece non l’ho mai sospettato fino alla grande rivelazione. 🙂
      Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto.

  17. Sono un’attuale sedicenne, bisessuale, non sessualmente attiva. Mi masturbo e fino a pochi mesi fa ritenevo questo argomento un tabù anche con le mie amiche a cui ho sempre detto tutto, fin quando una sera facendo dei giochetti stupidi tipo quello di obbligo verità è uscito questo argomento e tutte abbiamo ammesso di farlo, senza nemmeno troppo imbarazzo. Mi ritengo molto fortunata, essendo nata in una famiglia molto aperta a tutto ed avendo avuto un’educazione sessuale abbastanza chiara durante la seconda e la terza media. Nonostante questo io sono grata che mia madre non mi parli di queste cose, un po’ sarà perché sono chiusa e un po’ sarà perché sono ancora piccola, ma preferisco che lei non mi dica nulla. L’unica cosa di cui vorrei parlare, a lei come a tutti gli altri, è del mio orientamento sessuale. Ho paura che pensino che sia “solo una fase”, ho paura che pensino che sia solo un “capriccio” e non lo sosterrei. Mi sono già sentita abbastanza ridicolizzata quando un ragazzo della mia età o comunque poco più grande mi disse “non sei bisessuale perché la bisessualità non esistee, è solo una scusa per fare sesso con più gente.” Inutile dire che mi sono sentita umiliata ed ancora più intimorita dal rivelarlo alle persone che mi circondano. Quindi non dico che si dovrebbe parlare anche dei rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso nelle scuole, sono convinta che la gente non ne sia ancora pronta, ma penso che qualcuno debba dare una minima idea agli adolescenti dei vari orientamenti sessuali. Di dirgli anche che è normale essere confusi. Vi assicuro che trovarsi a dodici anni con una cotta per una ragazza e non sentirsi sicura di dirlo a nessuno è davvero orribile. Scusate lo sfogo ma ho colto l’occasione.

    1. Ciao. Uomo bisessuale qui. E’ buffo, a me ha detto la stessa identica cosa una donna, che è solo una scusa per fare sesso con più persone. E poi ovviamente c’è l’altro stereotipo, molto peggiore, quello che dice che siamo infedeli per natura: la “teoria” sarebbe che se stai con un uomo non sei soddisfatto e tendi a tradirlo con una donna, e se stai con una donna non sei soddisfatto e tendi a tradirla con un uomo. La cosa buffa è che a me non è mai successo: le donne che ho tradito le ho tradite con altre donne, la transessuale con cui sono stato non l’ho mai tradita, ed ho avuto esperienze con qualche uomo che non si possono definire “relazioni” (quindi non c’è tradimento). Immagino che trovarsi a dodici anni con una cotta per una persona del tuo stesso sesso e non poterlo dire sia terribile: a me è capitato a 17 anni, ma non era una cotta, era attrazione. Ho immediatamente rigettato la cosa, mentalmente, con orrore: ero alle magistrali, 90% ragazze, e mi sembrava che questo avrebbe distrutto il mio status di “gallo del pollaio” faticosamente conquistato con dieta, body building, giacche borchiate e tinta dei capelli. A 20-22 anni avevo ogni anno almeno 3-4 relazioni di pochi mesi con ragazze, ed almeno il doppio di rapporti occasionali, sempre e solo con ragazze. Ma quando mi capitava di bere troppi alcoolici perdevo i freni inibitori e mi disinteressavo completamente del sesso femminile, di solito finendo col chiudermi in un cesso a masturbarmi pensando a bei ragazzi, non ragazze. Mi sono sbloccato solo molti anni dopo, dopo un divorzio, grazie ad una transessuale. Adesso sto con una donna: non ho intenzione di viverci insieme (ho scoperto che la libertà non ha prezzo), ma è tutto diverso rispetto alle relazioni etero precedenti: lei sa chi sono, alle volte quando siamo in giro notiamo lo stesso uomo e poi ne ridiamo (anche se lei fa la gelosa quando guardo le donne). Abbiamo anche avuto una discussione a tre, io, lei e mia madre: loro dicevano che l’uomo più sexy del mondo è Sean Connery, io sostenevo Dolph Lundgren. Mio padre era muto, con gli occhi fuori dalle orbite. Poveri etero… 🙂

  18. Ma per favore! Lasciamo che i bambini non brucino le tappe e vivino una vita libera e basata sullo scoprire/scoprirsi piano piano… alle elementari un bambino deve credere a babbo natale non alla masturbazione! EDDaii!

    1. Su quello sono d’accordo, lì ci sta giusto un’educazione generale di anatomia.
      Poi ovviamente seminari sul bullismo e sulle differenze, per esempio gli stereotipi di genere ci sono già e chi li sfida già può rischiare. Ovviamente dico sempre che i bambini non sono di natura nè sessisti nè razzisti, imparano ad esserlo. In situazioni particolari, ad esempio in classi con diverse etnie, per loro il colore è una differenza come un altra. Verò è che le etnie hanno o possono avere molte più implicazioni di un colore, ma quello è un altro discorso ;).

  19. sono del 97 e le posso garantire che questa discussione è superata dal momento che l’educazione sessuale nelle scuole è molto presente anche nelle scuole cattoliche;io pur avendo frequentato una scuola salesiana, cattolica, sia alle elementari e sia alle medie ho avuto un corso di educazione sessuale, un corso quindi una decina di lezioni, sia in quinta elementare sia in prima seconda e terza media,
    senza contare che non esiste più l’innocenza di un tempo ,io in terza elementare sapevo benissimo cosa fosse il sesso, la gravidanza , un preservativo etc etc( senza che i miei me ne parlassero) . E in ogni caso siamo nel 2015 e i ragazzi non possono essere del tutto sprovveduti su questo argomento dal momento che esiste internet ,

    1. Il problema è che per ambulatori trovo donne che non sanno quando si rimane più facilmente in gravidanza durante il ciclo ecc ecc. A queste nessuno ha spiegato nulla?

  20. Al liceo, credo che fosse il terzo anno, vennero organizzati una serie di incontri con una ginecologa ed una sessuologa, entrambe operanti in un consultorio della zona. Per me, come credo per molti dei miei compagni di classe, si aprì un mondo che era stato marginalmente argomentato durante le scuole medie. Non semplici spiegazioni su come avviene il concepimento, ma vera educazione alla sessualità: contraccezione, affettività, scoperta di sé. Mi dispiace solo che questi eventi erano riservati agli studenti con più di 16 anni, come se un ragazzino o una ragazzina di prima liceo non possano avere il “permesso” o la voglia di sapere queste cose.

  21. Federica, tutto vero, ma solo un appunto, piccolo piccolo: forse quel senso di colpa innato che neanche tu sai giustificare viene dal fatto che la nostra sessualità è comunque fatta per un incontro a due e da soli sarà piacevole, ma è dannatamente insufficiente ed incompleta. Anzi, quasi ti apre una voragine dentro, ti fa capire d’un botto che è altro che vuoi: vuoi un’alra persona accanto. Per questo, oltre all’educazione sessuale, vorrei nelle scuole l’educazione all’affettività, che parla di come creare rapporti con gli altri, relazioni, amicizia e amore. Il sesso per il sesso, purtroppo, non basta.

  22. Ho letto con piacere il tuo articolo e non posso che condividere tutto ciò che scrivi.
    Io sono della tua stessa generazione – del ’93- ed inutile dire che, molte cose, sono state per me e per la mia famiglia uno di quei discorsi tabù: guai parlarne!
    Figurati, pensa che, come massima fonte di informazioni, altroché Google, c’era “Cioè” (il che è davvero tutto dire)!
    E grazie per la chiarezza con cui hai detto le cose.
    Grazie.

  23. Proprio perché ora esiste internet non c’è più il problema della disinformazione. Giardiamoci attorno e ci accorgeremo che è così. La teoria gender non c’entra un cavolo con dare informazioni sull attività sessuale. A me va benissimo insegnarla nelle scuole ma che sia una cosa sana. Qui si parla di insegnare e inculcare nei bambini che è normale avere 2 padri e 2 madri, che non si nasce maschi o femmine ma che lo si puo decidere durante la nostra vita. Oltre ad essere una cosa per me schifosa, innaturale e immorale porta solo confusione. Inoltre vorrei far presente a chi ha scritto l articolo che io credo che venga scelta un età a cui iniziare ad insegnare il sesso ecc dopo varie statistiche perché io, donna, ho scoperto cosa fosse la masturbazione dopo i 14 anni. Purtroppo ora non è più così, i bambini hanno facile accesso al web e quanto altro quindi vedono e sentono cose che portano una umana curiosità.
    Io starei molto attenta a cose insegnano ai giorni nostri a scuola cari genitori perché ormai siamo in mano a gente ignorante, immorale e lontana da Dio (e non parlo della chiesa).

    1. “normale avere 2 padri e 2 madri” normale magari no, ma può accadere e bisognerebbe rispettare il compagno in questione.
      “che non si nasce maschi o femmine ma che lo si puo decidere durante la nostra vita. ” no, si nasce maschi e femmine, ma in alcuni casi, molto poco frequenti, ma da tenere in considerazione, ci si può sentire di uomini o donne in un corpo di femmine o maschi che non vi corrisponde, non è una scelta purtroppo (dico purtroppo per le sofferenza che ciò può portare).
      La confusione la porterebbe se non precisasse allo stesso tempo, che sentirsi uomo o donna non ha però nulla a che fare con il giocare con i soldatini o le bambole o interessarsi chessò di cosmesi, anche se c’è un parziale legame col sesso di nascita che associa più frequentemente le cose ad un sesso o all’altro, in un intreccio tra disposizioni biologiche e contesto sociale, ma non fa di un uomo un mezzo uomo (o una mezza donna, il fatto di avere questi interessi), tutt’altro. Sennò, mi si permetta la battuta, ma la vera teoria gender, è quella tradizionalista, un uomo truccatoro, o peggio, che si mette lo smalto, deve essere necessariamente una trans ;).
      Scherzo. Però vorrei capire anch’io se i suddetti distinguo questi seminari li facciano e siano orientati più allo spiegare che esistono anche queste possibilità e queste diversità, che vanno rispettate al pari diversità e *non* al far dubitare i ragazzi del proprio orientamento e della propria identità sessuale.
      Così saresti d’accordo? Magari mettendono il un contesto più generale di prevenzione del bullismo ;).

  24. Bell’articolo. Ho la stessa età e ricordo bene che nonostante alla scuola media avessimo nel regolare programma diverse ore di “educazione sessuale”, nessun insegnante era abbastanza disinibito da parlare di ciò che realmente era il sesso: chiunque si fermava all’aspetto scientifico, inutile allo scopo. Perfino in seguito a quelle lezioni, alcune mie compagne di classe rimasero con il dubbio che si potesse restare incinta dopo un bacio con la lingua. I miei non hanno mai insistito sull’argomento. L’ho scoperto esattamente allo stesso modo, ma grazie all’avvento di Internet, quando mio padre mi ha fatto “il discorso” (all’incirca verso i 16) ero già talmente preparato che si è rivelato superfluo. Ci vorrebbe un’educazione disinibita, che insegni qualcosa. Sì può parlare di sesso in modo decoroso anche se non del tutto asettico, e si dovrebbe.

  25. Io sono più vecchia di un anno di te… e ricordo chiaramente di aver fatto EDUCAZIONE SESSUALE alle ELEMENTARI alle MEDIE e pure alle SUPERIORI.

    Ho fatto un ITIS dove su 12 classi per ogni annata eravamo meno di 60 donne e oltre a degli incontri “misti” con la psicologa ne abbiamo fatti svariati anche fuori dall’orario scolastico dove eravamo solo donne. Non ricordo bene di cosa si parlava, ma se ne parlava e già questo aiutava a togliere quel velo di sporco copriva la famigerata parola SESSO.

    Avrò avuto la fortuna di avere sempre PROFESSORI ILLUMINATI?? Può darsi.

    Ma la scuola materna per trattare questi argomenti mi pare prematura. Una delle analisi che fanno è analizzare il COMPORTAMENTO del BAMBINO a PRESCINDERE dal suo SESSO per capire in quale genere si riconosce. Io giocavo con le macchinine e la maggior parte dei miei amici erano maschi. Mi avrebbero forse inculcato nella testa che era perchè non mi sentivo donna o ero omosessuale? ritrovandomi per assurdo ad essere un’ETEROSESSUALE REPRESSA?

    I bambini sono troppo plasmabili e la maggior parte di loro non ha CONSAPEVOLEZZA della loro sessualità.

    Togliamo il tabù delle parole sesso, omosessualità, transgender…. ma lasciamo in pace l’infanzia.

  26. Era da tanto che non leggevo un articolo così bello. Ora,grazie anche ad internet le ragazze sono molto più informate e meno pudiche di quanto lo eravate allora,ma certi tabù sono rimasti ancora in piedi. Le persone che sono tante spaventate da questo gender,si basano spesso su dicerie sbagliate,come l’assurdità che l’educazione sessuale a scuola comprenda anche una sorta di sedute di masturbazione,o che si voglia insegnare a diventare (come se fosse possibile,e non si nascesse tali) omosessualo,e sono in molti a crederlo. La verità è che vogliono vedere perversione ovunque,quando in realtà è nella loro testa e nella loro distorta visione delle cose. Grazie per questo articolo,c’è bisogno di molta informazione.

  27. Grazie Federica, perché senza troppi giri di parole sei riuscita a sintetizzare cose che ho provato provo e penso e che io stessa non avrei saputo spiegare meglio!

  28. Ben scritto, ma io sono nato cinque anni prima della redattrice ed educazione sessuale a scuola l’ho fatta molto bene! Alla fine degli anni ’90 nessuno aveva internet, le mie insegnanti avevano tutte studiato durante il fascismo, ma non sono per nulla entrate in difficoltà per le nostre domande, come la mia “ma se la vagina è lunga 7cm, il resto del mio pene – che già all’epoca era ben più lungo di 7cm – dove lo metto?”. Le nostre curiosità non sono rimaste insoddisfatte. Forse è questione di fortuna: ci sono insegnanti preparate e insegnanti meno preparate. Questo è e sarà vero sempre, al di là dell’accetazione o meno del “gender-approach”. Per quanto riguarda il resto dell’articolo, il salto impercettibile con cui la redattrice passa dal descrivere la sua mancata educazione sessuale al tema della masturbazione indica per me una mistificazione. Si vuole far passare il gender-approach come migliore informazione e poi all’improvviso si tira in ballo la masturbazione: “come è bello quando ragazzini e ragazzine ben informati si masturbano coscienziosamente”! Ma il gender-approach non ha – o non dovrebbe avere – nulla a che fare con una propaganda a favore della masturbazione. Il titolo stesso di questo articolo è, da questo punto di vista, orribile. La nascita del gender-approach risale agli anni ´70, è un filone di ricerca scientifico nell’ambito della teoria della letteratura e delle scienze sociali. Per chi come me è entrato per la prima volta in contatto con il gender-approach e con i gender-studies prima del boom dei social-media, tutto questo parlare e parlare di masturbazione in relazione al gender-approach che si fa oggi su internet e in TV è una vera e propria pagliacciata. A mio avviso giustamente, la Chiesa Cattolica definisce questo tipo di gender-approach, cioè la volgarizzazione del gender-approach, “ideologia gender”. È un po’ come quando i filologi cominciarono a studiare l’evoluzione delle lingue indoeuropee e la storia della loro diffusione, e un gruppo di fanatici uscì fuori con la teoria che i popoli moderni che parlassero lingue germaniche avevano il diritto e il dovere di sottomettere il resto dell’umanità, perchè superiori e perchè, tanto, era già successo in passato. Conseguentemente a questa ideologizzazione della ricerca scientifica morirono milioni di uomini. Non credo che milioni di giovani moriranno di masturbazione, ma la volgarizzazione del gender-approach, cui questo articolo contribuisce nel suo piccolo, la giudico ugualmente insopportabile.

    1. Ciao, come propedeutico ad un’eventuale discussione, descriveresti questo gender approach?
      Da quello che ho capito, la teoria gender descritta e paventata con paura è una caricatura della teoria queer, che paradossalmente rinforzerebbe gli stereotipi di genere, perchè rende facoltativa l’identità di genere e magari porta a definirsi genderfuck o genderfluid, solo perchè, banalmente da uomini si può indossare lo smalto o apprezzare capelli lunghi e pettinature elaborate, quando per dire, ti può piacere semplicemente come stile fuori dal range dinamico tipico degli uomini, ma è ben diverso dal sentirsi una donna come vi ci senterebbe una transgender. Tanto più da bambini. Mi sembra assurdo che solo perchè ad un bambino piaccono chessò i vestiti da bambina, debba dubitare di essere un bambino, quando magari è semplicemente un gioco basato sull’estetica e sulla decostruzione del ruolo. Ho molti dubbi quindi sulla transizione precoce a meno che gli psicoloci non abbiano indizi ben più consistenti.
      Sarebbe eccessivamente complicato per ragazzini e così pure bambini e controproducente.
      Basterebbe spiegare che esistono gay e trans, e che si è uomini o donne indipendentemente dall’aderire a degli stereotipi comportamentali o estetici.

  29. Non capisco cosa ci sia di difficile nel spiegare ai figli come funziona il sesso.
    “Ciao figlio/a. Allora tu sei dotato/a di pene/vagina. Se mai vorrai far sesso, ricordati di usare il preservativo e la pillola. O quanto meno che il/la tua partner sia munito di ALMENO uno dei precedenti contraccettivi. Il preservativo protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili e dal rischio di gravidanze indesiderate. La pillola SOLO dalle gravidanze. Ricordati che in certi posti devi essere toccato/a solo se sei consenziente, lo stesso devi assicurarti che lo siano anche il/la tua partner. Altrimenti è molestia e violenza. Ciao, buon divertimento.”

  30. Al di là delle opinioni personali che rimangono tali e rispetto, buon articolo. Apprezzabile schiettezza e potere descrittivo. Ma … ti prego leggi meno Tolkien e king… troppo lungo e ridondante su alcuni aspetti. Profondo se vuoi ma arrivare in fondo è stata dura nonostante lo stile apprezzabile. Nei contenuti non entro nel merito.

  31. Mah…l’autrice del post fa una confusione grossolana: una cosa è la teoria gender e un’altra è l’educazione sessuale.
    Da mamma non trovo nulla di sbagliato nell’educazione sessuale. Insegnare ai bambini come nasciamo, e ad una certa età anche la contraccezione ecc. non possono che essere argomenti assolutamente da trattare nelle scuole, e questi argomenti li abbiamo fatti a scuola, ricordo alle medie quando ci facevano fare dei giorni di approfondimento su droghe o sesso, e più avanti al liceo è anche venuto in classe un dottore, se non erro ginecologo, per rispondere a qualsiasi tipo di domanda e ne abbiamo fatto e abbiamo avuto le nostre risposte, anche riguardo alle malattie trasmissibili, e finalmente ci avevano spiegato bene come funziona il sedicente virus HIV, quindi in realtà non vedo tutta sta novità…
    Ma da madre, sono assolutamente contraria a introdurre la cosiddetta teoria gender! Cosa ben diversa

    1. da madre ritengo che tu non abbia capito nulla. la teoria “gender” non esiste e quello di cui si parla, l’educazione sessuale e l’educazione al rispetto dei generi, è assolutamente in linea con quanto suggerito dai migliori sistemi scolastici nel mondo. solo in italia vi state facendo tutte prendere in giro e la destra sta facendo una propaganda omofobica che demonizza gli studi di genere (questi esistono e può informarsi per capire di che si tratta. nulla a che fare con le balle messe in giro).

      1. sai chi è stato il più grande educatore che la storia ricordi?
        se facciamo questa domanda la risposta non può cadere che su Chirone il maestro degli eroi.
        ma Chirone non è manco un essere umano difatti è un centauro!
        si è una figura mitologica, ma una figura che ci dice tanto su chi può essere la persona che ti instrada alla vita, quella figura che una volta si chiamava precettore.
        diversa cosa è la genitorialità.
        secondo la mia visione del fenomeno in Italia stiamo confondendo precettore con genitore

  32. Un articolo che è quello che è, cioè il temino ingenuo di una ventiquattrenne. In realtà è più o meno dai tempi di Storia della Sessualità che sappiamo che la sessualità è un dispositivo storico-sociale. E sappiamo anche che è futile il tentativo di separare l’essere umano culturale dall’essere umano naturale, visto che l’essere umano è culturale da quando è una scimmia (si vedano le ricerche di primatologi come De Waal).

  33. Concordo assolutamente con tutto. Nelle tue parole mi ci sono ritrovata anche io, praticamente in tutto tranne il fatto che sono etero. Anche io sono nata nel 91, esperienze di chiesa e famiglia molto simili e tutto il resto, anche la lettura di libri con scene eccitanti ma che non descrivevano nulla (mia madre leggeva gli Harmony XD) e ti do assolutamente ragione, credo che per molte di noi sia stato così e anche io devo ringraziare una madre che è sempre stata molto aperta e tranquilla e che appena ebbi il primo ragazzo mi portó dal ginecologo. Anche io solo da poco riesco a parlare di masturbazione ed anche ad avere un bel dialogo aperto col mio ragazzo su quello che mi piace o non piace fare. E vorrei dire a tutti questi genitori spaventati da cosa la scuola potrebbe insegnare, ma davvero pensate che i vostri figli fino ai 18 anni non si sono mai toccati o non hanno mai avuto esperienze? O fate finta di nulla? Quanti danni provoca l’ignoranza?

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