
Illustration of Velvet D’Amour to VOL UP 2 Magazine. Theme: Supernatural.
Scusami se non ti ho riconosciuta, dice una tipa che avrò incontrato si e no un paio di volte. Sei così bella, ma sei dimagrita? E lì l’affondo, la spada che trafigge il mio buon umore. E non capisco tutto quell’entusiasmo per il mio dimagrimento. E che cazzo, non sai neppure come ho fatto a dimagrire. E metti che ho una malattia incurabile? Metti che ho vissuto lutti ed esperienze terribili? Chi dice che la magrezza debba per forza essere associata alla bellezza e ad uno stato di benessere?
Mi sono imposta, negli ultimi due anni, di dimagrire di tanti chili. Non trovavo lavoro, perché le grasse non le assumono. Non vivevo più e mi vergognavo maledettamente. Man mano che veniva via un po’ di peso mi rendevo conto di quanto io potessi sembrare un po’ più vecchia. Quel che prima era pieno di grasso si è afflosciato a darmi un aspetto orribile. Rughe nel corpo, cumuli di pelle in più che pesano e mi impediscono comunque di mostrarmi nuda, in bikini, con abiti scollati.
Mi piacciono le mie tante smagliature, come fossero un disegno sul mio corpo che con un minimo di abbronzatura assume un aspetto surreale. Una creatura rigata, o rugata, fate voi. Col peso però è venuto via anche il mio estro, la mia creatività. Mi sono spenta un po’ per volta. La mente non riceveva sufficiente cibo per pensare come un tempo e a me mancava la mia pigrizia e un peso che mi consentisse di non essere né troppo grassa ma neppure troppo magra.
La conoscente continua a dirmi cose senza senso. Credo mi stia consigliando di mettere in evidenza i fianchi e il culo con un abito aderente. Metti quei jeans che fanno vedere le tue forme, si impicciava lei. E io continuavo ad osservarla come se lei fosse un punto vuoto, l’assenza di intelligenza, in un mondo che speravo un po’ più pieno di cose belle da ascoltare. Infine, dato che sono diventata “magra”, mi dice che potremmo uscire insieme e andare ad una festa quel fine settimana. Accetto, anche se non ne capisco la ragione.
Mi viene a prendere con la sua macchina e apprezza il mio abito aderente e i tacchi alti. Bella caviglia, dice, e io confermo, perché mi piaceva anche quando ero pesante il triplo. Passiamo a prendere due amici, uno mi piace e l’altro spero piaccia a te, e così mi consegna una cosa che non ho scelto e so perfettamente come finiscono queste faccende. Lei andrà a pomiciare con il suo preferito e l’altro ci proverà con me anche se non mi conosce, così, per obbligo di emulazione di quel che fanno gli altri.
Incredibilmente il tizio che non piace alla mia conoscente piace molto a me. Ha un bel sorriso e uno sguardo franco, sincero, intelligente. Ha la parlantina svelta, gioca con le parole e da subito dice che dalle smagliature si vede che sono una ex obesa. Ribatto che è una fortuna che se ne sia accorto perché così mi ha evitato l’imbarazzo dei suoi sguardi e della mia confessione. Lui ride e quando arriviamo alla villa dalla quale vengono fuori urla, risate e musica, mi prende sottobraccio e all’orecchio dice che temeva il nostro incontro al buio perché di solito trovava una ragazza con la quale era noioso stare. Rispondo che è inutile che mi lusinghi, perché di quel che fa lui di solito non mi interessa. Spiego che non ero stata informata e che qualunque cosa lui avesse programmato dovrà prima sottoporlo a me.
Annuisce e spiega che è contento che gli sia capitata io perché mi trova bella e non banale. Bella caviglia, mi fa, e gli propongo il piede. Lo poggio sulle sue ginocchia mentre ce ne stiamo seduti su una panchina all’esterno. Dentro la villa la musica è troppo alta, non abbiamo voglia di ballare e con quel rumore non riusciamo a parlare. Dice che ha un fratello che era obeso, come ero stata io, e che era dimagrito con molta fatica in un arco di tre anni. Conosce le difficoltà e le conseguenze del dimagrimento e dice che comunque non mi sta spiegando questa cosa perché vuole fare sesso. Dico che non gliel’ho chiesto e dunque, grazie per l’informazione, ma è superflua.
Parliamo del più e del meno mentre la mia conoscente prova a superare l’imbarazzo con quell’altro parlando ad alta voce. Vedo che misura la mia circonferenza. Dice che sono dimagrita. Ora è bellissima. Non è bellissima? Come no, io bellissima e tu molto stronza. Ma non mi vergogno di quel che ero e sono e allora propongo di passeggiare sull’erba perché mi sono rotta le ovaie di stare a sentirla. Tolgo le scarpe con i tacchi alti e a piedi scalzi procedo verso un’altra panchina che si trova sotto un albero.
Sei dimagrita per piacerti o per piacere? Mi chiede il mio occasionale accompagnatore. Non so rispondergli, perché non mi viene alcuna risposta. Quel che concludo oggi non è la stessa cosa che speravo ieri. Forse speravo di piacermi ma continuo a vedere il mio corpo difettoso e non mi sento dentro la pelle giusta. Trovo una risposta: questa è l’unica pelle che ho e devo piacermi per forza per sopravvivere. Lui si rattrista e mi accarezza un braccio. Senti la mia mano? Se la tua pelle ti comunica belle sensazioni vuol dire che sei dentro la pelle giusta. E’ la tua pelle, altrimenti non sentiresti niente.
E dire che per guadagnarmi quella pelle stavo per perderla con un tentativo di suicidio. Chissà perché nelle storie delle ex obese, un po’ depresse, trovi spesso la voglia di morire. Dimagrire mi è costato, ma sono rimasta grassa in testa, con gli stessi timori e la stessa autocensura sul mio corpo. Dico al tizio che voglio tornare a casa e lui non se lo fa dire due volte. Va a farsi dare le chiavi della macchina della mia conoscente per accompagnarmi e poi tornare da loro.
Cammina piano, e restiamo in silenzio. Lui è calmo, guarda la strada ed è sicuro nella guida. Chiede informazioni per trovare casa mia e alla fine mi saluta senza aspettarsi niente. A casa vado a guardarmi allo specchio. Vedo che il trucco è andato via. Attorno agli occhi ho una sfumatura nerastra senza senso. E’ sbavato il rimmel e io lo so che non ho mai saputo niente di trucco. Mi trovo orrenda. Lavo la faccia, mi spoglio e faccio una doccia.
Dopo qualche minuto qualcuno è giù al citofono. E’ il mio accompagnatore e dice che ha dimenticato di dirmi qualcosa. Vorrei dirgli che me la dirà in un altro momento, ma sono tentata di mettere da parte la vergogna e concedermi così come sono, senza trucco, né reggi pancia, senza reggiseno col push up che valorizzano i miei seni cadenti, senza il rialza culo e le scarpe col tacco. Che sarà mai, mi dico. Al limite parliamo un po’ e poi lo mando via. Non mi pare uno stupratore, anzi.
Lui sale e quando mi vede con l’accappatoio e i capelli bagnati dice che mi preferisce così. Non me ne frega niente di come mi preferisci tu, rispondo. Chiedo se vuole bere qualcosa e lui accetta un thè freddo. Mi dice che ha dimenticato di dirmi che avrebbe voluto stare ancora un po’ con me. La mia compagnia gli piace. Vorrebbe restare a dormire. Rispondo che non lo voglio nel mio letto. Dice che vuole solo restare a dormire, sul divano. E non capisco. Lui si fa serio e spiega che non mi ha proprio detto la verità. Ed eccolo, lo stronzo, ho pensato nella mia testa. Ora chissà che s’inventa per scopare.
Continua e dice che ha omesso alcune cose che riguardano suo fratello. Dice che si è suicidato perché non è riuscito a mantenere il peso e quando ha ricominciato ad ingrassare, a velocità impressionante, ha pensato di aver fallito e che non vi fosse più alcuna scelta. Perciò si è ucciso. Resto in silenzio e capisco che lui abbia voluto condividere con me il suo dolore perché sa che lo capisco.
Vado a prendergli lenzuola, cuscino e quel che occorre per farlo restare. Chiede un abbraccio e glielo concedo. Uno solo. Poi dice: per una persona grassa che sta male con se stessa il dolore si riverbera su chiunque le sta accanto. Allora è il suo dolore che esige consolazione. Lo trovo di prima mattina già sveglio con un caffè in mano. Mi invita a pranzo e dice che sa che gli appuntamenti in cui c’è di mezzo il cibo sono un problema. Dice che cucinerà roba leggera e con poche calorie.
Io so che lui tramite me tenta di sedare il suo senso di colpa. Forse ha pensato di non aver aiutato a sufficienza il fratello. Forse si è sentito male per il suo aspetto gradevole e il suo corpo senza un filo di grasso. So che vuole usarmi per stare meglio con se stesso. Infine è lui che chiede aiuto a me. Allora perché non concederglielo. Così adesso sono io che aiuto questo nuovo amico a guarire dalla perdita del fratello.
Così per dire ma, anche noi grass* o ex grass* siamo utili a qualcun@. E questo è consolante. Perché l’empatia, quella no, non l’ho perduta con il grasso.
Ps. è una storia vera. Grazie a chi l’ha raccontata.
E’ una storia bellissima, amara, che mi ha fatto commuovere. Anch’io sono stata grassa. Persone a me molto vicine (famiglia) mi hanno pure insultata per questo (“hai il culo come una balena”, mi diceva mio padre). Salvo poi preoccuparsi quando sono diventata magrissima. Comunque, non sono mai stata bene nel mio corpo. Sono sempre stata una fisarmonica. Una volta, qualche anno fa, ho deciso volontariamente di ingrassare (sì, ingrassare) perché vedevo una conoscente in carne che sembrava sempre così felice… Volevo sorridere come lei. Sono riuscita ad ingrassare, ma non ero felice… Spesso è una questione di testa, non di grasso o magro.
Bellissima testimonianza.
Posso darti solo un consiglio?
Rilassati un po’.
Capisco il dolore che hai subìto e quanto deve essere stato difficile, ma il mondo non é pieno di tuoi nemici pronti a deriderti e giudicarti!!
Un ragazzo gentile non é necessariamente uno che vuole portarti a letto per poi sparire il giorno dopo.
Una ragazza che si congratula per i chili persi magari lo fa proprio perché immagina quanto sia stato difficile per te e si vuole congratulare per il tuo successo!!
Una ragazza che fa notare al ragazzo che le piace quanto tu sia diventata bella non é una stronza, fidati!!
Apriti di più agli altri!!
Magari, come in questo caso, hai davanti a te qualcuno che ha sofferto quanto e più di te!!
Rilassati???!!! ….fidati????!!!! Cara Erica Spiegaci almeno la verità che credi di avere in tasca 😦
Di grazia, quale verità dovrebbe avere, visto che Erica si è limitata a rispondere ai pregiudizi espressi dalla narratrice?
Grazie!! 🙂
Toccante. Non ci si fida, eccome.
L’idea che tutti ti benedicano perché sei dimagrito, senza chiedersi se ci sia dietro qualcosa di grave, spaventa anche me.
Mi capitò di vedere dopo tempo una persona che ricordavo essere bella robusta, di primo acchito mi stavo per complimentare poi l’unica cosa che ho detto è stata “Stai bene? E’ tutto ok… sei la metà di prima” e lui si è un po’ risentito perché non ero stata l’unica a chiederglielo.
Boh… ho preferito non dare per scontato che avesse deciso di fare una dieta.
Dopo di che, complimenti se per te va bene 🙂
Bellissima storia…mi sono commossa.
Bellissimo testo, mi sono commossa. Capisco perfettamente il tuo discorso sull’inadeguatezza “forse speravo di piacermi ma continuo a vedere il mio corpo difettoso e non mi sento nella pelle giusta”
Ho provato la stessa cosa quando sono dimagrita di 40 chili e lo provo anche ora che li ho ripresi senza nemmeno la gioia di mangiare, ma solo grazie allo stress e alla mia fottuta emotività. Nella vita spesso siamo messi alla prova prima del previsto e a volte il nostro equilibrio si rompe come un calice di finissimo cristallo. Tutto va in pezzi sotto i nostri occhi e noi inizialmente non possiamo far altro che stare a guardare, poi iniziamo a sopravvivere. Io vorrei vivere.
La sensazione “non vado bene e non mi piaccio” la provavo giunta al peso forma -anche se non avevo pelle e seno cadenti e le smagliature erano assolutamente nella norma; insomma ero a tutti gli effetti una bella ragazza agli occhi altrui- e la provo allo stesso modo ora che gli ho ripresi. Allo stesso modo.
Grazie per questo testo emozionante. Di positivo c’è che chili in più o in meno non smetterò mai di provare ad essere felice e a raggiungere un mio equilibrio interiore. In fondo anche io vorrei solo arrivare vicino alla felicità, o almeno starle attorno come un satellite e ogni tanto riuscire a sfiorarla.
Michela S.
Storia vera, storia fin troppo simile alla mia…io pero’ per la pressione che mi metteva addosso la gente vedendomi piu’ magra, ho ripreso tutto con gli interessi. Come stai bene (allora prima ti facevo schifo), brava continua cosi’ (facile a dirsi), hai ancora tanta strada da fare (ma non vado bene nemmeno cosi’!?)…e piu’ continuavo la dieta e la palestra piu’ non mi riconoscevo, sensazioni nuove, non ero io quella. Che tu lo faccia per te o per gli altri la reazione del mondo non cambia, deve cambiare la testa, ma e’ impossibile cambiare se nn hai sostegno e forza da te stessa. La gente fa male e dovrebbe ricordarsi che gli occhi per vederci allo specchio c’è li abbiamo anche noi ‘ciccioni’ e che a volte e’ meglio tacere se non si ha nulla da dire. Pazienza finita