Affido condiviso, Genitori separati, La posta di Eretica, Storie, Violenza

Se la mia ex moglie è violenta perché deve essere colpa mia?

Ho trascorso con mia moglie sette anni della mia vita. Ho sopportato le sue urla, il suo carattere di merda, le prepotenze e la violenza psicologica. L’ho fatto per mio figlio, che poi è il motivo per cui ci siamo sposati. Ci amavamo, certo, ma quando è arrivato il bambino lei per me è diventata un’estranea. All’inizio ho pensato che fosse per la storia degli ormoni. Mi sono messo lì paziente ad aspettare. L’ho aiutata, in casa, col bambino. Poi sono passati due anni, poi tre, poi sette.

L’ho lasciata quando mi sono reso conto che stava mettendo a rischio tutta la mia vita. Non avevo più voglia di alzarmi per andare a lavorare. Mi sentivo una merda, un fallito, uno che non sa fare niente. Lei me lo ripetevo in ogni occasione possibile. Quanto era brava lei, come sapeva fare bene le cose lei e man mano che andava avanti con questo metodo di comunicazione violento eravamo un po’ più soli. L’ho lasciata perché ho visto che si comportava male anche col bambino.

Non aveva pazienza, nessuna allegria, era come se avesse un peso che volesse togliersi di dosso, ma per quanto io cercassi di alleviare la sua pena era tutto inutile. Alla separazione ho chiesto l’affido condiviso. Ho chiesto che il bambino potesse restare da me alcuni giorni a settimana, perché temevo di lasciarlo solo con lei. Lei non voleva, poi, forse su consiglio del suo avvocato, acconsentì a una separazione consensuale con affido a entrambi. Da lei stava la residenza del bambino che però viveva con me tre giorni a settimana.

L’ho visto crescere. È stato ed è parte della mia vita, ma in ogni caso non sono riuscito a salvarlo dal carattere di sua madre. Ogni volta che arrivava da me era sempre più affranto. Non solo. Lei, da paranoica qual è, gli parlava male di me continuamente, lasciandogli credere che solo lei potesse costituire la sua salvezza. Mio figlio però, per fortuna, ha resistito alla manipolazione e quando lei cominciava a delirare la mollava con un bla bla bla e andava nella sua stanza o chiamava me al telefono.

Una volta mi chiamò spaventato perché lei stava distruggendo un po’ di cose. Era arrabbiata e scagliava oggetti o batteva forte porte, tavolo, sedie. Era violenza nei gesti e nelle parole. Urlava come un’ossessa e diceva cose indecifrabili. Dissi a mio figlio di correre dalla nonna, che abita lì vicino, e di aspettarmi. Quando arrivai mio figlio tremava ancora e sentivo le urla che venivano dalla casa della mia ex senza capire con chi ce l’avesse.

Bussai, le chiesi spiegazioni e lei cominciò a urlarmi contro. Mi disse che era tutta colpa mia, che se non avesse fatto un figlio lei sarebbe stata altrove, che non poteva fare niente e in realtà non è mai stato così perché se solo lei avesse voluto io sarei stato felice di tenere il bambino anche tutta la settimana. Le dissi che dato il suo stato emotivo era meglio che il bambino venisse a stare da me per un po’. Lei non rispose. Io preparai la borsa con le cose di mio figlio, i libri, qualche cambio d’abito, e dopo averlo preso lo portai a casa mia.

Parlai con l’avvocato per capire se, a tutela di mio figlio, non fosse meglio ridiscutere i termini dell’affido. Perché il bambino deve stare in un contesto così violento quando potrebbe stare sereno a casa mia? L’avvocato disse che era ed è difficile. Perciò mi consigliò di stringere un accordo con la mia ex. Poteva essere un accordo orale o fatto tramite una scrittura privata, dove si diceva semplicemente che dato lo stato emotivo della mia ex sarebbe stato meglio per il bambino stare da me.

Ho suggerito alla mia ex di andare in vacanza, di riposare, di concedersi un momento per sé. L’ultima cosa che ricordo è stato il lancio delle cose di mio figlio. Lei cominciò a svuotare i cassetti e disse “lo vuoi? Prenditelo”. Quell’atteggiamento per me fu una sorpresa perché solitamente lei era molto combattiva. Prendere distanza dagli affetti e addirittura cacciare via tuo figlio per me era un segnale di un malessere profondo.

L’ho pregata di andare da un medico, uno psicologo, uno psichiatra. L’ho pregata di farsi aiutare. Non c’è stato modo di convincerla. Dopo due settimane lei mi richiama ricattandomi, mi dice che se non torno con lei si suicida. Le ho detto che non poteva pretendere questo, e oltretutto io avevo una nuova compagna. Era pura follia immaginare di poter tornare indietro nel tempo. Così vado, tento di distoglierla dalla sua pulizia maniacale e dalle sue ossessioni e le dico di salire in macchina per andare al pronto soccorso.

Ero preoccupato e non sapevo che altro fare. In ospedale hanno deciso di ricoverarla per depressione e altri sintomi. La mia ex pare sia anche bipolare. Quando portai la certificazione per chiedere che mio figlio trasferisse la residenza da me trovo una che mi dice “cosa ha fatto a quella povera donna per ridurla così?”. Allora io mi chiedo: com’è possibile che comunque siano andate le cose il colpevole resto sempre io?

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata.

5 pensieri su “Se la mia ex moglie è violenta perché deve essere colpa mia?”

  1. E’ brutto, perché a modo loro, sono vittime entrambi.
    Lei è vittima di se stessa, di determinate scelte di vita fatte probabilmente per via di una società maschilista e mediocre che impone che sei una fallita se non ti sposi e fai un figlio, ovviamente in conflitto con i suoi sogni e desideri di realizzazione personale. E’ vittima della frustrazione che questo conflitto le ha causato, l’insoddisfazione e la rabbia verso se stessa che l’ha portata a sviluppare un temperamento irascibile e dare la colpa a chiunque le stia intorno.
    Lui è vittima di questa situazione nella quale subiva direttamente questi comportamenti da parte della persona che amava e che, da un giorno all’altro, non riusciva più a riconoscere. Incapace di aiutarla in un qualsiasi modo al di là dello starle accanto e mostrarle empatia, come ha già fatto, si è limitato a subire fino al giorno in cui non ce l’ha più fatta. Ed infine, è diventato vittima del contro-maschilismo, pericoloso quanto il maschilismo stesso, secondo il quale il uomo è la radice di tutti i mali della donna.
    E’ triste, tristissimo rendersi conto di questa “guerra fredda di generi”, come questa eccezionale blogger la definisce. Ed è per questo motivo che bisogna condividere queste storie. Bisogna sensibilizzare ed educare. Affinché tutto questo non accada più.

    1. La società è sicuramente maschilista, dato che nei cessi il numero degli orinatoi e quasi sempre doppio rispetto a quello delle tazze. Che sia mediocre poi non ne parliamo nemmeno. Certo è che delle molte donne che ho “visto” mettere al mondo un figlio, la maggior parte di queste lo ha sempre fatto per dare un senso ad un’esistenza vuota troppo difficile da riempire con la determinazione personale. Che vi sia una piccola percentuale di individui di sesso femminile (e non credo proprio che il caso in questione rientri in questo novero) che subisca una pressione esterna per mettere al mondo un figlio sarà sicuramente vero, ma la stragrande maggioranza di questi lo fa per tentare di colmare quel vuoto interiore che tutti ci portiamo appresso dai primi istanti di vita.

  2. Anch’io penso siano entrambi vittime. E non mi piace che passi sempre la solita storia che una madre , in caso di separazione, sa sicuramente occuparsi dei figli meglio che il padre. Conosco una donna che ha ottenuto l’affido esclusivo della figlia in quanto l’ex marito “violento” . Ora però lei si è trovata un altro uomo. Da due anni sta vivendo una nuova giovinezza a fianco di quest’uomo , e la figlia ,che ora ha 10 anni , non ha spazio nella sua vita. Vive un po’ con i nonni un po’ con l’ex marito (ma non era quello violento per cui lei ha avuto l’affido esclusivo?) . Ne conosco un ‘altra,separata,che ha ottenuto l’affidamento condiviso dei due figli , e che sta sempre a lamentarsi del fatto che lui il Venerdì pomeriggio tende a tardare anche di 10 minuti nell’andare a prendersi i figli , che poi lei deve disdire l’appuntamento dall’estetista , o arriva tardi a Zumba , o non trova la Parrucchiera disponibile a farle la messa in piega per la serata . Per non parlare di quanto dia del taccagno all’ex marito nonostante lui guadagni 1600 euro al mese e paghi il mantenimento dei figli e lei abbia anche la donna di servizio.Ne conosco un’altra che non è separata , ma che da quando ha partorito non vede più il marito e non gli permette di avvicinarsi alla bimba di un anno perché “Solo la mamma capisce il suo bambino”. So benissimo esserci storie diametralmente opposte , ma questa mentalità della mamma brava per forza dovrebbe essere cambiata.

  3. La tua ex moglie è una persona che non può avere affetti e che di certo non avrebbe mai potuto avere dei figli. Certe malattie sono invalidanti, sia per chi le vive in prima persona, ma soprattutto per chi è costretto suo malgrado a sopportarle.
    Persone come la tua ex moglie sono dannose per gli altri e, finché non si sarà curata, ti consiglio di tenere suo figlio il più possibile lontano da lei.
    Questo ovviamente lo dico per il bene del bambino. Per il bene di lei si dovrebbe fare diversamente, ma i bambini non possono essere usati come cura per i genitori. Non è giusto.

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