La posta di Eretica, Storie, Violenza

La mia compagna mi picchia. A chi posso chiedere aiuto?

Sono Renato. Ho 37 anni. Vivo con la mia compagna da cinque anni. Ho un figlio da una precedente relazione. Lo vedo più che posso e con la mia ex ho un accordo equo, per così dire. La mia nuova compagna è rimasta incinta tre anni fa. Abbiamo deciso insieme per l’aborto, perché io non ce la faccio a mantenere anche un altro figlio e lei non aveva un lavoro stabile. Dopo l’aborto, che avevamo davvero deciso di comune accordo, lei è cambiata.

Un po’ l’ho addebitato al fatto che si può essere fragili, confuse, anche per questioni ormonali, dopo un aborto, e un po’ ho pensato che lei si fosse sentita messa da parte, come fosse quella di seconda scelta. Io ho un figlio da un’altra donna e invece quello che aveva in grembo la mia compagna non l’ho voluto. Se razionalmente lei capisce com’è andata credo che irrazionalmente si sia sentita molto ferita.

Ho cercato di parlarne, capirla, le ho suggerito di farci aiutare, ma lei non ha voluto sentire nulla di nulla. Testarda come un mulo, abbarbicata nella sua posizione da vittima, e lì che é rimasta fino ad oggi. Mi guarda ed è come se vedesse un nemico. Mi lancia certe occhiatacce al punto che non so più cosa pensare. Qualunque cosa io dica o faccia non va più bene niente. Se prima era paziente e mi lasciava tempo per farmi stare con mio figlio ora è diventata esigente. Tiene al fatto che devo rispettare gli impegni con lei ed è diventata gelosissima della mia ex con la quale, giuro, non può mai esserci più niente.

Il fatto che io sia innamorato di lei, e intendo della mia nuova compagna, non fa alcuna differenza. Lei è insicura, sospettosa, sono ormai rari i momenti in cui si lascia andare e ride assieme a me. La cosa peggiore è che ha cominciato a picchiarmi, e quando dico picchiarmi intendo proprio il fatto che mi picchia, forte, e mi fa male.

Un giorno sono andato in ufficio con mezza faccia viola, giusto per dire. Poi mi colpisce sulla schiena, mi tira i capelli e quando non mi paro con le mani mi colpisce in faccia. Sfoga su di me tutta la rabbia che può e poi si calma e sembra che non sia successo niente. Mi guarda e mi accarezza sui punti in cui mi ha fatto male, come se le tornasse in mente qualcosa, e poi rimuove, costantemente e riprende il suo monologo con se stessa.

Io non oso prenderla a schiaffi, e ho paura di farle troppo male se mi difendo con troppa energia. Qualche volta l’ho spinta indietro, le ho afferrato le mani per impedirle di picchiarmi e una volta l’ho stretta forte, ho provato ad abbracciarla sperando si calmasse. Per ricambiare mi ha dato pizzichi sui fianchi e mi ha lasciato i lividi. Quello che fa, adesso, è tenermi stretto in una morsa fatta di sensi di colpa, perché se io non avessi avuto i problemi che ho lei non avrebbe dovuto abortire. Poi dice che per colpa mia non può trovare un lavoro decente e da un periodo lei non lavora più. È totalmente a mio carico.

A volte temo di tornare a casa e di trovarla morta. Non so perché ma mi sono convinto del fatto che la sua tendenza distruttiva possa diventare anche autolesionismo. Perché se non riesce a farmi male finisce che prende a pugni se stessa. Si schiaffeggia. Batte i pugni in testa e io dovrei fermarla ma non me lo permette. Dunque non so cosa fare.

La mia nuova compagna non sta bene ed è violenta. Io ho capito che non devo necessariamente sopportare, ma mi sento responsabile e non posso lasciarla in mezzo alla strada. Ho provato a parlarne con sua madre e mi ha guardato male. Perfino un mio amico, quando gli ho confidato il fatto che lei mi metteva le mani addosso si è messo a ridere, della serie “ma come… ti fai battere da una donna?”. Non ho nessuno che possa aiutarmi e quando accenno al fatto che lei avrebbe bisogno di aiuto ricomincia a urlare e non smette fino a che non ha sfogato tutta la sua frustrazione. Che cosa devo fare? A chi posso rivolgermi? A chi può rivolgersi un uomo che subisce maltrattamenti dalla propria compagna? A chi posso rivolgermi per chiedere aiuto per lei e per me?

Ps: è una storia vera. Grazie a chi me l’ha raccontata.

3 pensieri su “La mia compagna mi picchia. A chi posso chiedere aiuto?”

  1. Che vicenda triste.. Comunque in Italia la risposta è: a nessuno, a meno che non la trascini da uno psicologo.
    Tra i compiti dell’igiene mentale ci sarebbe anche quello di fornire un accertamento sanitario obbligatorio, nel caso in cui il medico di base o qualche altro pubblico ufficiale riscontrasse la necessità.
    L’unica sarebbe passare per il pronto soccorso da ferito, riferendo l’origine della situazione, ma anche lì sarebbe un prenderci

  2. La situazione degli uomini vittime di violenza delle proprie partner è molto dolorosa e a renderla ancora più drammatica è il fatto che queste persone non riescano a trovare qualcuno che possa realmente comprendere l’inferno in cui si trovano.
    Culturalmente, e anche individualmente, si è preparati ad un uomo che maltratta psicologicamente e fisicamente una donna, si hanno le categorie per affrontare anche socialmente una donna vittima di violenza. Esistono infatti molti centri che si occupano di questo problema. Da un punto di vista scientifico molti anni di ricerca e molti studi di varie discipline sono stati dedicati al fenomeno della violenza contro le donne.
    La violenza femminile all’interno delle mura domestiche e in particolare nei confronti dei propri partner, siano essi uomini o donne, non è altrettanto comprensibile, come non è lo è il fatto che un uomo possa trovarsi ad affrontare una compagna violenta, possa soffrire, essere confuso e combattuto rispetto a quello che sta vivendo.
    Sono pochissimi gli uomini che hanno la forza, l’intelligenza e il coraggio di raccontare il loro inferno. Le rare e preziose volte in cui questo avviene e l’uomo prova a parlare ad amici, familiari, a persone di cui si fida la reazione è sconcertante. Gli interlocutori spesso non sono in grado di capire, non sono pronti, non hanno le categorie per rispondere in modo adeguato, hanno molto probabilmente paura. Sicuramente più paura di chi, vittima, sta raccontando la sua difficilissima situazione. Le risposte alla paura e a ciò che non si conosce sono varie: si sottovaluta “esagerato!”, si attacca chi ti sta raccontando qualcosa di spiacevole e sconosciuto “ma che uomo sei! reagisci! dagli due schiaffi!”, e molte altre risposte simili.

    Che possiamo dire quindi a questi uomini? Che gli interlocutori ci sono, che sono pochi certo, ma che ci sono, che possono e che devono chiedere aiuto e che l’inferno in cui vivono non è eterno, può avere una fine. L’Ordine degli psicologi del Lazio ha attivato da poco più di un anno il gruppo di lavoro e di studio sul tema della violenza nelle relazioni intime, di tutte le relazioni intime, quindi di tutte le relazioni affettive intime tra partner adulti, di qualsiasi sesso siano. Noi sappiamo, perché ci lavoriamo da anni, quello che sta succedendo a questi uomini. Noi ci siamo.

    http://www.ordinepsicologilazio.it/gruppi-di-lavoro/violenza-nelle-relazioni-intime/

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