Parentesi seduttive di un’amica sessantenne. Donna vissuta, sguardo intenso, con una storia lunga e interessante da raccontare. Lineamenti naturali, poco trucco, niente lifting, un bel sorriso, dopo tutto. Mi dice che vuole uscire in versione trombo. Mi invita a fare un giro con lei e io le dico che al momento sono un po’ acciaccata. Coi punti dell’intervento mi riesce molto difficile andare a fare bagordi, figuriamoci a improvvisare una posa seduttiva. Lei prova a condizionarmi e mi parla del fascino dell’ammalata, ché sicuramente avrei trovato un salvatore di quelli giusti. Le dico che non se ne fa niente ma di dettagliarmi quel che è riuscita a combinare. Mi tiene mezzora per parlarmi della sua pelle pendula nel mezzo delle cosce. Mi chiede se secondo me si può rassodare qualcosa e le dico che la pelle “pendula” non si rassoda. Pendula è e pendula rimane. In compenso si possono inventare nuovi giochini erotici con quella pelle in più. Hai mai detto cose tipo “baciami la pelle pendula” facendo credere che è la zona più erogena che c’è? Guarda: agli uomini in media piace farti piacere. Se tu sospiri loro sospirano. Se tu urli loro urlano. Se tu ti ecciti si eccitano anche loro. Vibra la tua carne pendula e fagli vedere come si fa a farti godere all’infinito.
Ride. Sospira. Mi saluta e va. Raggiunge altre persone, suoi coetanei penso, per vedere una proiezione nella sede di una associazione. Un mattonazzo sull’anarchia e il capitalismo. A metà proiezione, così come succede di solito, metà della saletta si è dileguata. Quelli che sono rimasti, per quanto fedeli militanti d’anarchia e anticapitalismo, restano dritti sulla seggiola con il bicchiere di vino in mano, tentando di trovare un equilibrio tra lo schienale della sedia e e il pavimento. Altra gente è andata a parlottare nella zona alimentare, a gustare torte vegan e succhi di non so cosa. Così la mia amica riesce a beccare il tipo coi capelli scuri, quarantenne o giù di lì, e lo invita a casa a continuare a discutere di sesso, anarchia e anticapitalismo. Tiene bene a mente le raccomandazioni a proposito della sua pelle pendula e come prima cosa si toglie i pantaloni e resta con mutande e maglietta. Scalza, così come conviene a una che sessantottina lo è stata un po’ di striscio. Poi mi riferisce che spogliarsi è stato un gesto strategico. Se lui si concentrava sulla pelle pendula e andava via allora lei avrebbe evitato di fare inutili avance per poi essere respinta. Invece lui non ci fece caso. Complice il vino o la parlantina intelligente della mia amica, giacché ti obbliga a guardarla in faccia per seguire i movimenti delle sue labbra, il tizio ad un certo punto si sentì talmente a suo agio da togliersi le scarpe. Lei continuò a parlare e nel frattempo prese a massaggiare i piedi del compagno anarchico.
Sappiate che i piedi di un anarchico non puzzano meno di altri. Ma la mia amica è una tenace e quando mira ad un obiettivo non c’è nessuno che può farla desistere. Allora si turò il naso e cominciò a massaggiare quei piedi, un po’ callosi a dir la verità. Due piedoni taglia 47 cadauno, corrispondenti ad un’altezza di un metro e novantasei centimetri. La mia amica è alta 1.60 e per questo tipo di incroci, con altezze non precisamente conciliabili, lei sa che bisogna agire in orizzontale. Così, più lei carezzava i piedi e più l’anarchico si rilassava sul divano. Anzi si sciolse. Cominciò a parlare di sé e raccontò qualche aneddoto finché la mia amica non si stancò di starlo a sentire, cominciò a sbottonargli la cintura dei pantaloni, lo spogliò e si tolse la maglietta. Per lui fu naturale abbracciarla, così racconta la mia amica, come se la nudità gli intenerisse i sensi. La strinse forte e disse che gli avrebbe fatto piacere dormire così, abbracciati. Lei pensò che fosse una semplice esternazione, una previsione per la notte, invece lui cominciò proprio a russare e l’amica allora mi chiama, nel bel mezzo della notte.
Mi dice “sai, io mi ero preparata tutto un discorso sulla pelle pendula ma lui è andato in coma e in effetti, guardando bene il suo corpo, di pelle pendula ne ha più lui…”.
“Ma gli hai guardato l’attaccatura dei testicoli?” – chiedo.
“Nooooo, ma che dici. Ce l’ha sotto le braccia, nelle cosce. E’ vecchiarello pure lui, ma pare un po’ più giovane o è più giovane e pare un po’ più vecchio…”
“Okay… e allora cosa intendi fare?”
“Niente. E che devo fare? Dormo anch’io, ma non con lui. Sul divano stiamo stretti. Io vado a dormire nel mio letto…”
“Domani lo svegli con la colazione?”
“Neanche per sogno… ‘notte cara…”
“Notte a te tesoro.”
Così talvolta finiscono gli amori anarchici. Anarchicamente, appunto.