Affido condiviso, Antiautoritarismo, Comunicazione, Femministese

Giulia Bongiorno, Michelle Hunziker e padri separati sotto attacco

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Ogni volta che in rete si discute di padri separati riparte il frame complottista comprensivo di insulti gettati lì a caso, generalizzazioni, demonizzazioni, e via di questo passo. L’occasione è arrivata ora perché si sta parlando di Pas in relazione all’intervista rilasciata da Michelle Hunziker (ne parlo anche su Il Garantista) a proposito di una proposta di legge che lei e Giulia Bongiorno, entrambe fondatrici di Doppia Difesa, stanno promuovendo per sostenere un punto: se i bambini subiscono un atteggiamento ostile, denigratorio nei confronti del genitore che non ha l’affido prevalente, se si impediscono gli incontri e l’esercizio del diritto al rapporto genitore/figlio allora nella proposta di legge, per chi è responsabile di tutto ciò, si ipotizza l’assegnazione di una pena detentiva.

Pur essendo consapevole dell’esistenza di questo problema io non concordo con questa proposta, perché il carcere non risolve mai nulla e perché un comportamento, sebbene si voglia intenderlo come violenza psicologica o maltrattamento, temo che non si possa cambiare con il carcere. Quel che la proposta incontra è tuttavia un freno culturale potentissimo. Bongiorno e Hunziker non sanno di essersi messi contro tutti quelli che pensano che ogni allontanamento, breve o lungo, di un figlio che trascorrerà del tempo anche con il padre, sia una punizione, una sciagura, una scelta immorale e contro natura. I figli devono stare con le madri, ripetono quasi fossero sotto ipnosi. I padri non si curano dei figli e se vogliono farlo, restare in contatto con loro, non può che essere per via del fatto che vogliono stalkerizzare la ex moglie o abusare di quei figli. Cosa che, intendiamoci, succede, ma di sicuro non riguarda tutti.

Quando perciò si accenna alla Pas, mai citata nella proposta di legge, intesa come sindrome non dimostrata e non accreditata scientificamente, oggi riletta dalla psicologia come alienazione parentale, si scatena un putiferio. Da dire che sulla pagina di Hunziker è stato pubblicato un comunicato che tentava un chiarimento ma ha attirato un’altra serie di insulti. Nel frattempo la Bongiorno, al di là del fatto che si può essere d’accordo o meno con la sua proposta, ha chiarito in una intervista che la proposta di legge non intende accreditare la Pas e non intende nemmeno riferirsi al reato che viene descritto nell’unico articolo della proposta come qualcosa da dimostrare attraverso l’uso di psicologi e perizie psichiatriche. Ma la polemica impazza e com’era prevedibile la Hunziker e la Bongiorno sono diventate il bersaglio di un nutrito gruppo di persone che si oppongono alla legittimazione della Pas con argomenti, tuttavia, a dir poco discutibili.

Accanto a persone che argomentano scientificamente o politicamente il proprio dissenso esistono anche altre che preferiscono opporsi alla Pas a partire da una operazione di delegittimazione e discredito di chi la pronuncia. I primi ad essere oggetto di discredito perenne sono i padri separati, ovvero quei padri che dopo la separazione vorrebbero poter fruire dell’affido condiviso e che da tempo fanno alcune proposte per riformare il diritto di famiglia. Anche in questo caso non si discute mai del contenuto delle loro proposte. Si tende solo a screditarli attribuendo loro ogni genere di cattiva azione.

Poi c’è che la Pas fu nominata per la prima volta da un tale Gardner che fece fortuna, così pare, come consulente di persone accusate di pedofilia e dunque questa Pas, l’alienazione parentale o l’analisi di un comportamento comunque diffuso, di espulsione del genitore, in genere il padre, dall’area di relazione con i figli, devono per forza essere strumenti usati da pedofili.

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Essere pro o contro la Pas è ormai diventato uno spartiacque utile a dimostrare se sei dalla parte del bene o del male. Anche se la Pas non ti piace, come per esempio non piace a me, come strumento autoritario che mi deprime esattamente tanto quanto il carcere, se vogliono colpirti e affondarti, creare un danno alla tua reputazione, dicono “quella è pro/pas”. C’è chi sulle campagne antipas ha costruito la propria visibilità e chi tiene a precisare che giammai potrà discutere con chi vorrebbe argomentare in modo differente sulla Pas. Se vuoi anche solo discuterne, approfondire, capire perché mai i padri separati ad un certo punto hanno deciso di usare la Pas nei tribunali, allora diventi un “attivista della pedofilia”.

Ma c’è di più. I padri separati in generale vengono considerati violenti, una “lobby” che agirebbe su scala mondiale in un complotto intergalattico contro le madri. Il complottismo è tipico di un certo contesto antipas. Temono i padri come temono i rettiliani, le scie chimiche e le previsioni dei Maya. I padri blandiscono, insinuano, sono esperti di PNL e possono condizionare la tua ingenua mente, scrive qualcun@ con toni e argomenti che superano il limite della paranoia. I padri ti influenzano telepaticamente. Pare che abbiano anche particolari capacità che li portano a farti passare dalla loro parte con apparizioni notturne copiate dallo stile della Madonna.

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Provate a immaginare dunque com’è andata la discussione in questi giorni. Non si discute nel merito della proposta di legge, sulla quale si può essere d’accordo o meno, e io, per esempio, non la trovo una proposta utile perché la repressione non mi pare risolva granché.

Alla Hunziker, certi campioni e campionesse di garantismo, hanno augurato di essere denunciata, hanno spiegato che i padri dovrebbero essere arrestati e allontanati dai figli anche solo grazie ad un’accusa, non dimostrata e senza conferma su sentenza.

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Hanno poi scritto di lei che fa la show girl e deve fare solo quello e, giusto per piazzare la ciliegina su questa magnifica torta antisessista, hanno scritto che chi ha fatto una pubblicità per gli slip Roberta non ha autorevolezza per parlare d’altro. Mostrare in giro il suo lato b, mentre si discute di questa questione, serve per dire la stessa cosa.

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Prassi di certa parte antipas è appunto questa: insultare e screditare, ad ogni costo, le persone che non sono d’accordo con loro. E dunque della Bongiorno hanno scritto che avrebbe difeso personalità discutibili. L’accenno successivo è alla possibilità che lei abbia voglia di difendere uomini violenti grazie all’uso della Pas.

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insinuazioni

 

L’altra infamia antipas, diffusa a mio avviso in maniera abbastanza irresponsabile, sarebbe che Bongiorno e Hunziker, avrebbero “interessi” di non so che tipo che le porterebbero a fare questa scelta.

Il mio parere? E’ che le crociate non sono mai, chiunque sia a praticarle, un bel contesto che favorisce una discussione sana, bella, interessante e intera. Piuttosto si presta a legittimare comportamenti intrisi di fanatismo, paranoia e complottismo e non è di certo così che, gli uomini e le donne, i padri e le padri, possono discutere del bene dei bambini. Perché si stava parlando di bambini, giusto? O si parlava del martirio delle madri che non vogliono concedere l’affido condiviso ai loro ex?

Leggi anche:

Affido, i danni del monopolio delle madri

Pas, le contraddizioni di chi si oppone

La Alienazione Parentale

La Pas non esiste ma i problemi restano tutti

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5 pensieri su “Giulia Bongiorno, Michelle Hunziker e padri separati sotto attacco”

  1. Come hai detto bene, di punti deboli nel merito della proposta se ne potevano trovare, a cominciare dalla “galera senza passare per il via”, come se fosse automaticamente nell’interesse del/la bambino/a veder sparire al gabbio proprio quel genitore al quale stava comunque aggrappato/a avesse anche annientato il suo rapporto con l’altro.

    Ma impostare una critica nel merito, avrebbe significato comunque riconoscere e “nominare” il problema che quella proposta voleva mettere a fuoco.
    Ed è proprio questo, a mio avviso, che ha voluto evitare, e con metodo, chi ha preferito montare la caciara sulla PAS che il testo nemmeno nomina: di quella realtà non se ne deve nemmeno discutere. Non deve esistere.
    Perchè guardare e “nominare”, questo problema significherebbe evidenziare a catena una volta di più, non solo le mancanze in termini di giustizia, ma anche di servizi, educazione, etc, nel nostro paese, significherebbe mettere in discussione (come osservi giustamente) tutta una serie di modelli culturali ancora molto radicati ma soprattutto, nel caso dei soggetti che si sono dimostrati più organizzati nel far caciara, significherebbe mettere da parte una visione ideologica totalizzante che vorrebbe vedere selettivamente e “nominare” la violenza sui bambini in ambito famigliare solo in termini di violenza (maschile) sul “corpo esteso” della donna.

    1. ho scritto il mio intervento senza soffermarmi a leggere il commento già presente, poi ho letto il commento e mi sono trovata d’accordo sul contenuto senza far caso all’autore e, soltanto adesso, ho realizzato che ci siamo trovati anche qui 🙂

  2. apprezzo sempre la tua visione ampia e “onesta” degli argomenti e aggiungo il piccolo contributo della mia opinione:
    – concordo in pieno che la prigione non sia e non debba essere il modo per risolvere ogni problema
    – sono altresì consapevole di una diffusa forma di abuso in alcune separazioni conflittuali sui figli spesso trasformati in meri scudi o armi usati contro l’altro coniuge; si tratta di una vera e propria violenza riversata su bambini la cui sofferenza è facilmente immaginabile per qualsiasi persona di buonsenso
    – ritengo che questa forma di violenza sia meritevole di essere riconosciuta in modo specifico e anche in qualche modo sanzionata non soltanto come potenziale forma di dissuasione, ma anche e soprattutto come presa di coscienza sociale e individuale (come è stato per lo stalking)
    – così come non trovo corretto cavalcare l’onda di una non provata o inesistente patologia, trovo altrettanto scorretto da parte di molti il tentativo, che io giudico in malafede, di spostare la discussione dal doloroso fenomeno reale e/o dal merito della proposta di Legge in oggetto (sie per critiche che per suggerimenti) per sviarlo proprio e soltanto sulla fantomatica Pas, nascondendosi dietro il suo spauracchio e finendo, di fatto, per impedire qualsiasi dibattito che abbia a cuore la tutela dei bambini
    e concludo lasciando anche qui il mio buongiorno 🙂

  3. Cara laglasnost,
    questo suo post andrebbe incorniciato… Parole sante.
    Ho voluto provare a ragionare su questo tema, scrivendo un paio di commenti su uno di quei blog/siti dove l’amministratrice ripete sempre “noi qui NON discriminiamo _minimamente_ i padri!!! Però…” e via con 1001 argomenti, sempre con quella fissazione, i figli stanno bene solo con le madri.
    Come volevasi dimostrare, ragionarci è impossibile.
    L’unico dubbio che mi resta : ma queste tizie, ci sono o ci fanno? Credono sinceramente a quello che dicono? Lei che ne dice?

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